Monestaroli Vertigine allo stato solido. Ci si affaccia sulla scalinata
della Gaetaoa: il cuore si ferma, i piedi formicolano, si vorrebbe saper volare. Un
serpentone verticale di scalini, che stampa tutti i tetti sull'azzurro del mare, come un
ventaglio rosso di sangue. O d'amore. Perchè scolpire 1910 su di un gradino è
un gesto d'amore, scolpire le proprie iniziali con cura maniacale, è un altro
gesto d'amore. Anche la lapide posta a 700 passi dalla salvezza (la tua salvezza!), è un
ultimo, definitivo, gesto d'amore. Ma per lui, morto chissà perché e percome,
nel febbraio del 1915, a 19 anni (uomo bambino), la strada ancora da percorrere per
arrivare a Biassa (la sua salvezza!), era quasi 7 volte quella già percorsa. Ma torniamo al ventaglio di tetti rossi, sparsi sul mare,
privi di ancore e ben pasciuti di vertigine. Li lasci dietro di te, ma non voltarti, non
guardare giù, perchè, alla tua destra, c'è un abisso, praticamente verticale, che ti
viene da pensare: se casco, con un pò di culo, magari finisco in mare. No, ti rifrega il
senso della distanza. Ti schianteresti cinque metri prima, diritto sulla scogliera.
Invece, alla tua sinistra, dove la natura è più clemente, qualche mentecatto mattoide ci
ha costruito dei muretti a secco, anch'essi assurdamente verticali. Ci ha
portato? recuperato? inventato? della terra, piantato viti, coltivato l'uva, fatto il
vino. Ma da oggi, lo sviluppo turistico è assicurato. Infatti, tale predisposizione è sottolineata da un articolo apparso sul Secolo XIX (7/7/00), il quale ci informa che alcuni alpinisti di Bolzano sono venuti a scalare la costa. Aggiungo: si potrebbe andare anche in deltaplano. Rimane un dubbio: come raggiungerebbero la zona i fortunati turisti, con tale armamentario? Ma con l'elicottero, naturalmente. Dunque, Monesteroli. Forse prende il nome dal fatto (vero)
che dei monaci trascorsero il loro eremitaggio da queste parti. Forse da Menesteo, il
mitico Ulisse, che, ritornando dalla guerra di Troia, ebbe modo di sbattere i denti anche
sulle nostre coste. La strada che conduce al monolito è un regalo dei tedeschi (affermazione che ha dell'incredibile, e meriterei di essere querelato, per questo; ma è proprio così, l'hanno costruita loro, durante la II Guerra Mondiale). Poi, da lì in giù, è una realizzazione degli abitanti del luogo, i contadini di Tramonti, sempre nell'ottica di favorire il proprio intervento sul territorio e la costruzione delle famose seconde case. Ma saremo abelinati? Guarda dove andiamo a costruire la seconda casa, quando tutto il resto del mondo se la fa a Portovenere, o Lerici, o Riomaggiore o ...... Dimenticavo: in tempi non più tanto recenti, qualche bravo ragazzo si è fregato la croce del monolito. Gli abitanti di Biassa l'hanno già rimessa.
|
|