DEMO, da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa…
Incontro con Renato Marengo, autore e conduttore, insieme a Michael Pergolani, di DEMO, programma cult di Rai Radio 1.
(Francesca Romana Fabris, in esclusiva per Traditional Arranged)

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Intervistare un personaggio come Renato Marengo non è impresa facile…il tuo schema di domande viene annullato subito da un’esplosione di storie e aneddoti, conditi da una simpatia spontanea e scanzonata, di chi del suo vissuto ha sempre un ironico sorriso.
La nostra intervista si è trasformata subito in una chiacchierata informale quanto stimolante, per approdare al perché di
Demo, programma radiofonico nato e cresciuto nell’obiettivo di promuovere la musica dei cosiddetti “emergenti”. Una trasmissione che rischia di diventare un fenomeno di massa, a giudicare dal numero di demo che arrivano in redazione (a tutt’oggi sono circa 10.000!), come dal successo del sito internet (www.demo.rai.it) che tocca punte di 32.000 contatti giornalieri, e da tutta una serie di iniziative ed eventi correlati, tra cui l’idea di una serie di compilation che raccolgano il meglio della musica proposta (il primo cd della serie, DEMO 1- Etno, è già uscito questa primavera, vedi recensione nel numero di luglio-Agosto del Trad.Arr.).
Renato Marengo è giornalista, autore, scrittore, produttore discografico, regista...un personaggio eclettico che spesso ha precorso tempi e tendenze. Napoletano, figlio d’arte, suo padre era Prima Viola presso l’orchestra del Teatro San Carlo. Inizia la sua carriera come critico di musica classica per Il Loggione e Il giornale della Musica, ma presto si converte al Rock e alla musica contemporanea (Frank Zappa ma anche Cage e Stockausen). Negli anni ’70 è promotore del movimento musicale Napule’s Power e diventa produttore discografico di molti artisti in linea con quella corrente: Nuova Compagnia di Canto Popolare, Toni Esposito, Edoardo Bennato, Musicanova, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Roberto Ciotti, Roberto De Simone, Concetta Barra (madre di Beppe Barra) Mario Schiano, Antonio Infantino ecc. Precursore dunque di tendenze oggi ritrovate: l’attenzione a un certo tipo di musica folk e tradizionale, così come un interesse verso gli artisti meno noti, che certo non rispondono ai clichés del mercato più commerciale, ma che riescono a dare, nel recupero delle proprie radici culturali, un messaggio di originalità e d emozione.
Dal 1996 inizia la sua collaborazione con
Michael Pergolani, con cui firmerà numerosi programmi radiofonici e televisivi: solo per la radio Song ‘e Napule (1998 e 2000 su Rai Radio 1), Strawberry Fields - gli straordinari anni dei Beatles (ott. 2000/genn.2001), dove la storia di un ragazzo in viaggio per assistere al primo concerto dei Beatles era l’éscamotage per raccontare del gruppo di Liverpool, così come l’altro programma, Message in @ bottle, una storia del Rock (marzo 2001/genn.2002, sempre per Rai Radio 1) la storia dei protagonisti del Rock attraverso quelle secondarie di personaggi ad essi correlati.
Sempre insieme a Pergolani riceve il
Premio Ciampi 2000 per l’operazione Caruso per S.Giovanni a Teduccio (un cd interpretato da Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Gragnaniello, James Senese ecc., i cui incassi serviranno per la realizzazione di una scuola di musica nel quartiere di Napoli S. Giovanni a Teduccio).
Michael Pergolani è dunque l’altra faccia della moneta…non meno poliedrico di Marengo è scrittore, regista, giornalista, ma anche fotografo e poeta!
Giornalista dal 1971 collabora a numerose testate nazionali, autore e conduttore di programmi radiofonici per Radio Rai e Radio Dimensione Suono, da ricordare anche le collaborazioni con
Renzo Arbore: da Big Music (Rai Radio 2 1975/1979) a L’Altra Domenica, dov’è il “diabolico” inviato da Londra della trasmissione, creando un nuovo modo di fare giornalismo e spettacolo insieme, capostipite di un nuovo stile.
Due personaggi così versatili e attenti alla realtà circostante, soprattutto ai nuovi fermenti e tendenze musicali, non potevano non “fare centro” ancora una volta.

Ma perché “DEMO”?
Dopo anni di programmi firmati a quattro mani, forse la lampadina si è accesa durante un dibattito all’università Federico II di Napoli, dove i Nostri erano stati invitati.. “Si alzò un ragazzino (ci racconta Marengo con quel sorrisetto che un po’ allude un po’ ti prende in giro..) e ci chiese: ‘Ma noi che abbiamo fatto un demo, dove lo mandiamo?’…Ecco l’idea: un programma per dare spazio ai tanti progetti musicali ancora “in erba”, o forse maturi ma bisognosi d’attenzione.
DEMO è stata una scommessa (a cui non molti credevano..): una trasmissione iniziata “in sordina” tre anni fa, con due appuntamenti settimanali, e che oggi va in onda due volte al giorno, vantando la partecipazione, oltre che degli emergenti di cui “è voce”, di molti
big della musica italiana (Paolo Belli, La Treves Blues Band, Rossana Casale, La Piccola Orchestra Avion Travel, Antonio Infantino, Sergio Cammariere o Finardi tra gli altri).
Il programma è una specie di “acchiappatalenti”, l’opportunità per la musica ancora inedita di trovare un valido mezzo di diffusione, grazie agli appuntamenti radiofonici e all’inserimento nella
web page della trasmissione (la più cliccata di tutta Radio Rai!).
La formula è semplice e tutta volta alla
reale promozione degli emergenti: si invia un demo alla redazione del programma, dove un gruppo d’ascolto formato da volontari appassionati (sei o sette persone per migliaia di registrazioni..) fa una prima scrematura (eliminando circa il 20%), di seguito intervengono gli autori, Pergolani e Marengo che decidono per la messa in onda dei brani (quando piacciono molto li tengono anche come sigla di chiusura), o per la loro presenza in internet (sul sito ci sono due classifiche: The best of Demo, dov’è il pubblico a votare, e Demo’s Top Ten, dieci brani tra i più graditi della settimana votati da una giuria di giornalisti e “addetti ai lavori”).

Sembra veramente che stavolta a stabilire il valore di un brano sia solo il pubblico, più o meno esperto, senza troppi filtri o passaggi obbligati. Se la trasmissione sia riuscita nell’intento lo lasciamo dire ai numeri: grazie alle classifiche via internet, i 50/60 artisti votati sono stati anche conosciuti da tanta parte della critica musicale, dall’inizio del programma 20 artisti hanno già trovato un contratto discografico, 2 sono le compilation uscite (
The Best of DEMO, Rai Trade, maggio 2003; DEMO 1 Etno, marzo 2004 in collaborazione con Helikonia e Toast Records, in edicola con la rivista Indipendent Music), nel complesso 1.200 sono stati i brani mandati in onda, mentre ormai decine sono le manifestazioni entrate in contatto con DEMO dove i musicisti si possono esibire.
E allora di che fenomeno si tratta? Non sappiamo se tutto ciò sarà la vera chiave di volta per tanti artisti, ma sicuramente nel panorama spesso ostruzionistico della discografia “ufficiale” rappresenta una buona possibilità.
Il nostro giornale pubblicherà le ultime classifiche di DEMO, per avere una finestra in più sul mondo degli emergenti, nel rappresentare la musica non ancora inglobata dalla grande distribuzione, che spesso (fortunatamente non sempre..) cancella tradizione e originalità in nome di mercati e gusti precostituiti. Ai due autori e conduttori che si apprestano a festeggiare la puntata n° 700, i nostri migliori auguri.

a cura di Francesca Romana Fabris