I Suardi a Dalmine
 
 
Due articoli che riguardano la storia di Dalmine, apparsi recentemente su L’Eco di Bergamo, hanno portato alla ribalta provinciale fatti e personaggi storici che interessano il nostro territorio in contrapposizione a quello di Bianzano.
La disputa storica non può certamente esaurirsi nei due articoli pubblicati sul maggior giornale della nostra provincia; da qui la necessità di un maggior approfondimento al riguardo sul giornale del nostro Comune, l' “InformaDalmine”.
Bianzano da 13 anni, tra la fine di luglio e l'inizio di agosto,  mette in scena una sagra ben organizzata e molto partecipata, sul palcoscenico del suo borgo medioevale ben conservato, con lo sfondo del castello dei Suardi. La rappresentazione storica ha avuto origine ed il fulcro centrale nella rievocazione, quale fatto di Bianzano, del matrimonio avvenuto il 16 gennaio 1367 fra Giovanni Suardi e Bernarda Visconti, che, per questo motivo, verrebbero ritenuti gli iniziatori del ramo Suardi di Bianzano.
 
Ma ciò e del tutto un falso storico, ispirato anche da diversi libri di storie medioevali bergamasche, quali: “I castelli della Bergamasca”, “Castra Bergomensia”, “Il Castello di Bianzano nella Val Cavallina – Bergamo” , che però non hanno indicato alcuna fonte storica originaria su cui basare le loro supposizioni.
Ad evitare che “le falsificazioni storiche, a forza di essere ripetute, sono scambiate per verità”, abbiamo evidenziato nell'articolo de “l'Eco di Bergamo” del 31/07/2009 la verità storica che si riferisce al nostro territorio.
I fatti per cui questo matrimonio non riguarda la località della Val Cavallina sono almeno tre. Il primo: la costruzione del castello di Bianzano è successiva alle nozze ed è fatta risalire tra la fine del '300 e l'inizio del secolo successivo. Il secondo fatto: il Cavalier Giovanni Suardi, figlio di Baldo o Baldino Suardi, morto nel 1402, era un grande proprietario terriero in Dalmine e Colognola. Aveva casa in Città Alta, dove effettivamente si sposò, ed era il potente capo dei Ghibellini in Bergamo. E' proprio per questo motivo che Bernabò Visconti, duca di Milano, gli concesse in sposa Bernarda una dei suoi 17 figli naturali. Il terzo fatto: il Suardi non ha avuto figli maschi, né dalla prima moglie né dalla seconda, e quindi non può essere l'iniziatore del ramo Suardi di Bianzano.
 
Le fonti storiche su cui si basa la ricostruzione del fatto che Giovanni era proprietario in Dalmine e non in Bianzano sono costituite da numerosi documenti che vanno dal '300 al '700, conservati in vari archivi d'Italia (Bergamo, Milano, Vicenza e Roma, per citare alcune città). Qui ne indichiamo alcune come esempio.
La descrizione dei confini dei Comuni del 1392, in cui si riporta che sei dei sette cippi di confine per delimitare il Comune di Dalmine, riguardano il cav. Giovanni come proprietario dei terreni. La stessa cosa non accade, invece, per Bianzano.
Nell'articolo pubblicato nel dicembre 2008 su InformaDalmine, dal titolo “1407: un tentativo di truffa presso la torre di Dalmine”, noi parlavamo proprio dei due importanti personaggi legati alla storia di Dalmine, quali Giovanni Suardi e Bernarda Visconti. La tentata truffa, documentata con atto notarile, avvenne il 14 gennaio 1407 nella cucina adiacente alla Torre Ghibellina di Dalmine e riguardava la vendita delle proprietà in Dalmine da parte di una falsa Bernarda Visconti a due cugini del defunto Giovanni Suardi.
Per recuperare tali proprietà Lucia, figlia di seconde nozze di Giovanni Suardi e di Rizzarda Beccaria, avviò un processo svoltosi a Milano, tra il 1424 ed il 1426, dimostrando che si era trattato di un falso e di un tentativo di truffa, essendo la vera Bernarda Visconti già morta nel 1376. Inoltre, i proclami della Repubblica veneta, in cui si dispone il sequestro dei beni dei Suardi in Dalmine, che in seguito vengono ceduti a un loro capitano, Antonio Scaramuzza da Forlì, ben descrivono tali proprietà.
 
Per noi la singolare contesa è ritenuta definitivamente chiusa, perché il nostro obiettivo è il recupero e la valorizzazione della storia antica di Dalmine.
Per questo, abbiamo incontrato la Presidente della pro Loco di Bianzano, ora nuovo sindaco del Comune, Sig.ra Marilena Vitali, che organizza ogni anno la rievocazione storica, nonché l'attuale proprietario del Castello Suardi, Arch. Michele Faglia di Monza. A loro abbiamo evidenziato le storie disgiunte di Dalmine e di Bianzano, e che l'elemento in comune è rappresentato dal vasto casato dei Suardi, la potente e numerosa famiglia bergamasca che aveva proprietà, suddivise tra i diversi rami familiari, che andavano da Ponte S. Pietro fino a Carobbio degli Angeli, risalendo lungo la Val Seriana e la Val Cavallina e scendendo poi in pianura a Dalmine,  a Verdello, a Morengo ed a Romano. Per ciò proponiamo una intesa tra tutti questi territori per condividere una serie di iniziative culturali, quali ad esempio i percorsi suardeschi, che vadano a valorizzare ed a far meglio conoscere la storia dei nostri territori e dell'intera provincia di Bergamo.
 
Agostino P. Negri            Claudio L. Pesenti
 
Dicembre 2009
 
Rivendicazioni storiche tra Dalmine e Bianzano