Rimorsi postumi


XXXIII - Remords posthume

Lorsque tu dormiras, ma belle ténébreuse,
Au fond d'un monument construit en marbre noir,
Et lorsque tu n'auras pour alcôve et manoir
Qu'un caveau pluvieux et qu'une fosse creuse;

Quand la pierre, opprimant ta poitrine peureuse
Et tes flancs qu'assouplit un charmant nonchaloir,
Empêchera ton coeur de battre et de vouloir,
Et tes pieds de courir leur course aventureuse,

Le tombeau, confident de mon rêve infini
(Car le tombeau toujours comprendra le poète),
Durant ces grandes nuits d'où le somme est banni,

Te dira: "Que vous sert, courtisane imparfaite,
De n'avoir pas connu ce que pleurent les morts?"
- Et le vers rongera ta peau comme un remords.


Quando tu dormirai, mia tenebrosa,
nel fondo di una tomba in marmo nero,
e per castello e alcova non avrai
che una fossa profonda ed un sepolcro
in cui stilla la pioggia; quando grave
premendoti sui seni impauriti
e sopra i fianchi illanguiditi in dolce
abbandono, la pietra al cuore tuo
impedirà di battere e volere,
e ai tuoi piedi di andare all'avventura,
in quelle lunghe notti senza sonno
la tomba ti dirà (dell'infinito
mio sogno confidente, ché il poeta
sempre sarà compreso dalla tomba):
"Mancata cortigiana, che ti serve
il non aver conosciuto quello
che rimpiangono i morti?". E la tua pelle
il verme roderà, come un rimorso.

XXXIII - Remords posthume, nella traduzione di Luigi de Nardis
da «I Fiori del male» (1861) -
Charles Baudelaire


«Suite III per Flauto e Chitarra» 1° movimento , Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito


Unter den Linden / La bestia di Tiziano /
Detesto le confutazioni, rispose Maria Livia / Smilla è una bambina

Torna all'inizio /home page / indice / percorso