Smilla è una bambina

Julia Ormond


La cavalleria è un archetipo. Quando venni in Danimarca, il comune di Copenaghen riunì una classe di bambini inuit che dovevano imparare il danese nella Rugmarkens Skole, vicino alle baracche dell'assistenza statale per gli immigrati, a Sundby, sull'isola di Amager. Io sedevo accanto a un ragazzo che si chiamava Baral. Avevo sette anni e i capelli corti. Negli intervalli giocavo a pallone con i maschi. Dopo forse tre mesi ci fu una lezione durante la quale dovevamo dire i nostri nomi.
«E quella accanto a te, Baral, come si chiama?»
«Lui si chiama Smilla»
«Lei si chiama Smilla. Smilla è una bambina»
Mi guardò con muto stupore. Passato il primo shock, e per il resto dei sei mesi in quella scuola, in realtà ci fu una sola variazione di rilievo nel suo comportamento nei miei confronti. Ora era arricchito da un piacevole, cortese atteggiamento protettivo.


In gran parte della gente si è fatto strada l'equivoco che la violenza vada sempre a vantaggio del più forte. Non è corretto. Dopo sei mesi alla scuola di Rugmarken, quando mi trasferii a quella di Skovgård, mi imbattei davvero, per la prima volta, nella tipica persecuzione danese nei confronti dei diversi. Nel posto dal quale venivo eravamo tutti stranieri, tutti nella stessa barca. Nella mia nuova classe ero l'unica con i capelli neri e un danese impacciato. Specialmente un ragazzo di una delle classi superiori era molto brutale. Scoprii dove abitava. Poi mi alzai presto e lo aspettai nel punto in cui attraversava Skovskovedvej. Pesava 15 chili più di me. Ma non aveva nessuna possibilità. Non ebbe mai quel paio di minuti che gli permettessero di andare in trance. Lo colpii frontalmente sul volto e gli ruppi il naso. Quindi lo presi a calci, prima su una rotula, poi sull'altra, per farlo scendere a un'altezza d'esercizio. Ci vollero 12 punti di sutura per rimettergli a posto il setto nasale. In realtà nessuno credette mai che potessi essere stata davvero io.

«Il senso di Smilla per la neve» (1992) - Peter Høeg


«Santa Claus is comin' to town», arr. Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito


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