Unter den Linden


Mi è sempre piaciuto camminare per Unter den Linden. Soprattutto da sola, lo sai. Di recente questa strada, che avevo a lungo evitato, mi è apparsa in sogno. Ora posso finalmente raccontarne.

..... Cammino, e la mia bella vita mi si srotola dietro come un nastro chiaro. Colui che non nominerò mai più aveva ragione: tutto è stato già vissuto, forse persino da me stessa, tanto tempo fa. Quel che si poteva provare è stato provato, quel che si poteva fare è stato fatto. Mi lascio trascinare.
Quand'ecco che una persona mi venne incontro, da sola, una giovane donna. Mai la vista di un'estranea mi ha assestato un colpo tale. Portava un tailleur della stoffa che cercavo già da tempo, e un pullover luminoso, il cui colore le riverberava sul viso. Camminava rapida e sciolta, come ho sempre voluto camminare io, e ci guardava tutti attentamente, ma senza pregiudizi. Il vento, agitandoli, le spingeva indietro gli scuri capelli di media lunghezza, e lei rideva di tutto cuore come desideravo ridere io. Mi passò davanti e subito si perse nella folla. Nessun incontro prima di allora mi aveva colpita a quel modo. Quella donna non sarebbe mai stata abbandonata dalla fortuna. Mai, mai avrebbe corso il pericolo di cadere in errore. Nessun segno sulla sua fronte indicava conflitti insolubili. Le era dato di scegliere liberamente, tra le promesse e le seduzioni della vita, ciò che le si addiceva. Tra tutta quella gente, per l'invidia e la tristezza, cominciai a piangere forte. E così mi svegliai. Avevo il viso bagnato. Non riuscivo a spiegarmi perchè fossi così contenta. Con vera bramosia continuavo a evocare davanti agli occhi quella donna, il suo viso, la sua andatura, la sua figura.

Tutt'a un tratto capii: quella ero io. Ero io, nessun'altra che io stessa, quella che avevo incontrato. Ora tutto mi si chiariva di colpo. Dovevo ritrovare me stessa - questo era il senso della convocazione. Cellula dopo cellula il mio corpo si riempì di nuova gioia. Una quantità di vincoli mi abbandonò per sempre. Non c'era infelicità che avesse impresso il suo sigillo una volta per sempre nella mia fronte. Come potevo essere così accecata da sottopormi a una sentenza sbagliata?

Solo molto più tardi, oggi, mi è venuta l'idea di dar conto nel modo consueto della mia esperienza, in quanto più di ogni altra cosa noi apprezziamo il piacere di essere conosciute. Io, felice, seppi subito a chi raccontarla, venni da te, vidi che volevi ascoltare, e cominciai: mi è sempre piaciuto camminare per Unter den Linden. Soprattutto da sola, lo sai....

Christa Wolf - Unter den Linden (Sotto i Tigli) - 1969.


«Suite III per Flauto e Chitarra» 3° movimento, Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito


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