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LUCIO FULCI

   FILMOGRAFIA

I ladri

I ragazzi del juke-box

Urlatori alla sbarra

Colpo gobbo all'italiana

I due della legione

Le massaggiatrici

Uno strano tipo

Gli imbroglioni

I maniaci

I due evasi di Sing Sing

00-2 agenti segretissimi

I due pericoli pubblici

Come inguaiammo l'esercito

00-2 operazione luna

Come svaligiammo la Banca d'Italia

I due parà

Le colt cantarono la morte e fu ... tempo di massacro

Come rubammo la bomba atomica

Il lungo, il corto, il gatto

Operazione San Pietro

Una sull'altra

Beatrice Cenci

Una lucertola con la pelle di donna

All'onorevole piacciono le donne

Non si sevizia un paperino

Zanna Bianca

Il ritorno di Zanna Bianca

Il cavalier Costante Nicosia demoniaco, ovvero Dracula in Brianza

I quattro dell'Apocalisse

La pretora

Sette note in nero

Sella d'argento

Zombi 2

Luca il contrabbandiere

Paura nella città dei morti viventi

L'aldilà

Black cat

Lo squartatore di New York

Quella villa accanto al cimitero

Manhattan Baby

I guerrieri dell'anno 2072

Conquest

Murderock uccide a passo di danza

Il miele del diavolo

Aenigma

Quando Alice ruppe lo specchio

Il fantasma di Sodoma

Zombi 3

Un gatto nel cervello

Voci dal profondo

Demonia

Le porte del silenzio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucio Fulci nasce a Roma il 7 luglio 1927, studia e si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia, inizia a lavorare come giornalista (Tra le altre cose, a "La Settimana Incom"), si dedica al documentario e poi al cinema, sia come aiuto regista che come sceneggiatore. Il primo set importante è quello di "Gli ultimi giorni di Pompei", che Fulci calca come assistente alla regia della seconda unità, prima di specializzarsi nella sceneggiatura di copioni comici. Ha la possibilità di conoscere il grande Totò, con i quale esordisce come regista, siamo nel 1959, con il poco brillante "I ladri" (dallo stesso regista definito un mezzo fallimento, per il quale chiede pubblicamente scusa al grande artista napoletano). Dopo aver contribuito alla nascita del rock in Italia (Fulci, per chi non lo sapesse, firma il successo di Celentano, "Il tuo bacio è come un rock", regalando al molleggiato anche la vetrina cinematografica, "I ragazzi del juke box", "Uno strano tipo" e "Urlatori alla sbarra"), Fulci si dedica alla valorizzazione della coppia simbolo della commedia all'italiana, Franco e Ciccio, diretti in una decina di film. Il suo primo vero assaggio di cinema di genere è con il western "Le colt cantarono la morte e fu...tempo di massacro", discreto successo di critica e di pubblico (365 milioni di incasso non sono pochi nel 1966), grazie anche al notevole cast, dove spiccano due icone come Franco Nero e George Hilton, prima di dedicarsi al giallo - thriller, con il notevole "Una sull'altra", film che vede la splendida Marisa Mell impegnata in uno dei suoi celebri doppi ruoli, forse il primo. La carriera di Lucio Fulci imbocca il sentiero impervio del regista di genere e, se da una parte perde la grande popolarità che gli deriva dal dirigere Totò o Franco e Ciccio, dall'altra entra nel ristretto mondo dei registi di culto. Thriller come "Una lucertola dalla pelle di donna" e soprattutto "Non si sevizia un paperino" (solo recentemente editato in versione integrale, quasi dopo trenta anni dalla sua uscita!) entrano di diritto nella storia del cinema italiano, soprattutto il secondo, per il coraggio avuto nel trattare una storia così delicata (la pedofilia) e per l'attacco al clero, con il prete assassino, magnificamente interpretato da Marc Porel. Forse la carriera di Lucio subisce ripercussioni da queste polemiche e la ricerca di capitali si fa sempre più affannosa. Prima di virare decisamente verso l'horror a basso costo e diventare il regista che tutto il mondo ci invidia, Fulci fa in tempo a regalarci lo splendido "Sette note in nero", 1977, un thriller parapsicologico, un vero capolavoro di sceneggiatura, per tempi e suspence, che resta, secondo me, il suo lavoro migliore. Il genere horror ne fa un regista principalmente da esportazione (anche se da Blockbuster molti dei film nel reparto horror portano la sua firma!), tanto che diventa popolarissimo negli Stati Uniti (leggete la lunga biografia riportata sull'IMDB, scettici), mercato al quale i suoi prodotti si rivolgono, spesso presentati con il biglietto da visita di Brett Halsey, vero attore feticcio del genere. Il Fulci degli anni '80 e '90 è proprio questo, un uomo innamorato del proprio lavoro, del proprio cinema, che continua a girare horror a basso costo, regolarmente e cinicamente massacrati dai critici ed adorati dagli appassionati; emblematici titoli come "L'aldilà", "Quando Alice ruppe lo specchio" o "Un gatto nel cervello". Muore così come ha vissuto negli ultimi anni, dimenticato dal grande pubblico e dagli addetti ai lavori (clamoroso il trattamento ricevuto da Mediaset che, dopo avergli commissionato dei film horror destinati alla TV, non li manda in onda giudicandoli troppo violenti, come il bellissimo "La casa del tempo"!), beffato persino dal regista polacco Krystof Kieslowski (qualcuno è riuscito a vedere "Il decalogo"?), al quale tutti i TG d'Italia hanno dedicato titoloni e servizi, nel giorno della sua morte, avvenuta incredibilmente lo stesso giorno di Lucio, il 13 marzo 1996. Ma se gli antichi ci hanno tramandato il proverbio "nemo propheta in patria", qualche ragione dovrà pure esserci. Io, nel mio piccolo, caro Lucio, riesco anche a vederti, lassù in quell'angolo di paradiso che Nostro Signore dedica ai puri di cuore, a quelli che si battono contro tutto e tutti per fare quello che desiderano, senza ipocrisie e, forse, senza compromessi. Io ti vedo così, caro Lucio, impegnato a dirigere il "tuo" film con un cast formato da tutti i grandi che ti hanno preceduto, Totò, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Walter Chiari e molti altri che tu conosci molto bene. Non ti dimenticheremo mai, caro Lucio.