La preparazione fisica dei più piccoli

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Il generale aumento delle attività sportive in giovane età richiede alcune riflessioni sui metodi e sulle intensità dell'attività sportiva proposte ai piccoli atleti. Tali riflessioni si basano su differenti aspetti medici dell'organismo in età evolutiva che riguardano il campo fisiologico, endocrinologico, ortopedico e neurologico.

1) Aspetti fisiologici

Il metabolismo del bambino favorisce essenzialmente le attività aerobiche, pertanto, l’età della crescita è ideale per lo sviluppo della resistenza aerobica che, come si sa, costituisce la base sulla quale costruire la forza, la velocità e la capacità anaerobica. Il primo suggerimento è quindi di incominciare precocemente gli allenamenti specifici per l’incremento delle doti aerobiche. Gli sport consigliati per l’allenamento di tali doti sono, ovviamente, quelli di durata come la corsa, il ciclismo, lo sci di fondo e il nuoto.

La capacità anaerobica del bambino è più bassa poiché la massa muscolare è poco sviluppata e la tolleranza all’acidosi muscolare. Il bambino, pertanto, non è adatto a svolgere attività fisiche che prevedano l’accumulo di acido lattico. L’allenamento alla velocità andrà sempre eseguito sfruttando il meccanismo anaerobico alattacido facendo eseguire, ad esempio, brevi scatti della  durata di 7-8 secondi intervallati da recuperi di almeno 3 minuti.

2) Aspetti endocrini

Gli allenamenti intensi e prolungati possono avere effetti pericolosi sulla crescita e sulla maturazione puberale. Studi effettuati su giovani ginnaste hanno evidenziato l’insorgenza di un ritardo del menarca e di disturbi del ciclo nelle atlete che si sottoponevano a più di 15 ore di allenamento alla settimana.

3) Aspetti ortopedici

Dal punto di vista ortopedico osserviamo, innanzitutto, che l’osso del bambino è costituito da una maggiore quantità di tessuto molle che gli conferisce una maggiore elasticità e capacità di resistere alla deformazione in flessione rispetto all’osso dell’adulto (capacità di ammortizzare le forze di compressione). L’osso in crescita è, però, caratterizzato da due “zone deboli”, i nuclei di ossificazione e la cartilagine di accrescimento (Figura 1).

Figura 1: Le cartilagini di accrescimento (linee azzurre) in un ginocchio di un bambino.

Preparare l’apparato osteo-muscolo-tendineo alle sollecitazioni che si producono durante gli sport ed in particolare durante una discesa con gli sci, significa allenare la mobilità articolare e la potenza muscolare.

La mobilità articolare viene ottimamente allenata tra i 7 ed i 13 anni, infatti in questa fascia di età le masse muscolari sono scarsamente sviluppate ed il tessuto connettivo che compone i tendini, i legamenti e le fasce è più ricco di tessuto elastico rispetto all’adulto. Risulta impossibile incrementare le doti di mobilità articolare oltre i 16 anni ove si potrà solamente mantenere il livello di mobilità precedentemente raggiunto !!!

Il potenziamento muscolare rappresenta, a volte, uno degli obiettivi primari dell’allenamento a secco dei bambini. In realtà questo approccio è errato per due motivi:

-  è scorretto dal punto di vista medico

La fase realmente sensibile allo sviluppo della forza massima ha inizio solo con la pubertà (12-14 aa.) in quanto è il periodo in cui compaiono adeguate concentrazioni ematiche di testosterone, che rappresenta la base per lo sviluppo delle masse muscolari.

- può danneggiare l’apparato locomotore in crescita

Gli esercizi che prevedono l’uso di sovraccarichi eseguiti prima della pubertà possono accentuare malformazioni congenite quali la scoliosi, il valgismo o il varismo delle ginocchia, il piattismo dei piedi. Inoltre lo sviluppo di forze traenti eccessive (legate ai sovraccarichi) sui nuclei di accrescimento possono determinare un disturbo di ossificazione dei nuclei stessi (Ad es. il nucleo dell’apofisi tibiale anteriore = Morbo di Osgood-Schlatter).

Per quanto riguarda il potenziamento muscolare in età evolutiva si può pertanto concludere che vanno assolutamente evitati i sovraccarichi eccessivi (Max.= 30% peso corporeo; Figura 2) e che in ogni caso i bambini andranno seguiti attentamente durante l’esecuzione di tali esercizi.

Figura 2: Bambino che esegue esercizio di "Squat".

4) Aspetti neuro-motori

Il miglioramento del rendimento motorio globale dipende essenzialmente da tre caratteristiche:

1)  Varietà degli schemi motori appresi

Ciò consente al bambino di aumentare il suo bagaglio di esperienze motorie. Infatti, più vasto è il repertorio motorio, più facilmente saranno appresi gli schemi motori specifici.

2)  Capacità di coordinazione neuro-motoria

Durante l’età evolutiva ed in particolare nel periodo che va dagli 8 ai 13 anni il bambino sviluppa con facilità le doti di coordinazione neuro-motoria (destrezza) qualora esse vengano adeguatamente stimolate.

3)  Equilibrio statico e dinamico

L’allenamento delle doti di equilibrio statico e dinamico è fondamentale in età evolutiva in quanto il senso dell’equilibrio costituisce la base per lo sviluppo delle capacità coordinative.

In conclusione durante questa breve esposizione circa gli aspetti medici dello sci in età evolutiva si è visto che nell’allenamento atletico dei bambini prima della pubertà bisogna stimolare prevalentemente la capacità aerobica, la mobilità articolare e la coordinazione neuro-motoria. D’altra parte, nei giovani sciatori, risulterà inutile, ed a volte anche dannoso, basare gli allenamenti esclusivamente sullo sviluppo della capacità anaerobica e della potenza della muscolatura degli arti inferiori.

Un ultimo aspetto da tenere sempre in considerazione è che nel bambino in età dello sviluppo l’allenamento dovrebbe sempre privilegiare il condizionamento fisico globale ed  arricchire il bagaglio di esperienze motorie del giovane atleta evitando una precoce specializzazione verso un solo tipo di sport.

 

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