VI La
povertà radicale (croce, teschio) |
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la
tua santa croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Marco (15, 33-47) Venuto
mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù
gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei
presenti, udito ciò, dicevano: « Ecco, chiama Elia! ». Uno corse a
inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere,
dicendo: « Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce ». Ma Gesù,
dando un forte grido, spirò. Il velo del
tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Allora il
centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «
Veramente quest'uomo era Figlio di Dio! ». C'erano anche
alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala,
Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, che lo seguivano e
servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a
Gerusalemme. Sopraggiunta
ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe
d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di
Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si
meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se
fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.
Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel
lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un
masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria
di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. Commento Non
servono commenti particolari: la morte – tutti lo capiscono – è la povertà
estrema, la povertà radicale. Con essa si lascia proprio tutto, ci si spoglia
di tutto, volenti o nolenti. «Infatti – come dice S. Paolo (1Tm 6,7) – non
abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via.» Ci
stiamo preparando ad essere radicalmente poveri? La
morte, pur con tutto il suo carico negativo, porta con sé almeno un aspetto
positivo: è la fine di tutte le povertà precedenti, e introduce nel godimento
dell'eterna ricchezza, quella vera, quella del Cielo «dove né tignola né
ruggine consumano, e i ladri non scassinano e non rubano» (Mt 6,20). Ci
stiamo preparando ad essere autenticamente ricchi? Dal sussidio "Progetti
di Carità" per il Programma Pastorale di quest'anno In questa nostra società moderna,
ricca e secolarizzata, che fa della vita e del successo ciò a cui l'uomo deve
continuamente aspirare, si contrappone ciò che lega tutto questo: la morte. La
fatica di comprenderla e di guardarla in faccia porta spesso ad emarginarla dal
nostro vissuto, dai nostri discorsi, dalla nostra vita quasi non esistesse. Seppellire i morti diventa allora
un'opera di misericordia particolarmente significativa, un po' per tutti: per
familiari, amici, volontari, medici, infermieri, attraverso un servizio di
compagnia e di fraternità per una più alta umanizzazione del morire stesso;
per noi cristiani, in particolare, che attingiamo nella nostra fede e nelle
nostre tradizioni le energie per essere presenti a questo notturno, umile, luogo
del mistero dell'uomo. Se si vuole "umanizzare"
la morte, se si vuole restituire il morire alla vita dell'uomo, occorre
prepararsi ed allenarsi ad incontrarla, a viverla e non certo a subirla. Silenzio orante, poi canto CIELI E TERRA NUOVA
Cieli e terra nuova il Signor darà
in cui la giustizia sempre abiterà. Tu
sei Figlio di Dio e dài la libertà; il
tuo giudizio finale sarà la carità. Vinta
sarà la morte: in Cristo risorgerem e
nella gloria di Dio per sempre noi vivrem. Croce di Cristo, albero di vita Croce di Cristo, sorgente di vita Croce di Cristo, morte della morte Padre nostro Ave Maria Gloria Preghiamo
Ascolta, o Padre, il grido del tuo
Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto obbediente
fino alla morte di croce; fa’ che abbiamo sempre presente il grande
insegnamento della sua Passione, per partecipare alla gloria della sua
risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con Te, nell’unità
dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. Canto finale La tua Croce adoriamo, Albero nobile fra tutti,
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I - La povertà materiale |
II - La povertà biologica |
III - La povertà morale |
IV - La povertà affettiva |
V - La povertà personale |
VI - La povertà radicale |