Questo è lui, Gabriele Muccino, che di certo non ha bisogno di tante presentazioni. E' il regista dei più importanti film italiani di spessore, ed è ormai diventato una celebrità anche ad Hollywood, dopo il suo arrivo nel 2006, per dirigere Will Smith in La Ricerca della Felicità.
Nel 2007 lancia Monica Bellucci in Heart Tango e la sua fama raggiunge livelli mondiali.
Silvio Muccino è il fratello più piccolo, a cui Gabriele insegna l'arte del cinema, affidandogli ruoli da protagonista e sceneggiatore, sin dalla tenera età di 16 anni, all'interno delle sue pellicole.
Ma Silvio ha la stoffa del vincente e dopo un lavoro di studio e perfezionamento dell'arte cinematografica esplode alla regia, dapprima con i video musicali di Ligabue, Grignani, Negramaro, e poi con una vera e propria commedia sentimentale, approdata nelle sale italiane a San Valentino.
Allontanato lo stereotipo del fratello del regista famoso, Silvio Muccino si dà anima e corpo in Parlami d'Amore, portando in scena una storia seria, emozionante, che lascia più maturi.
Intervistato dal settimanale “TU”, Silvio ha dichiarato di non voler girare insieme al fratello, che ha cacciato durante le riprese di Parlami d'Amore per non essere da lui condizionato: “E’ molto protettivo, avrebbe voluto intervenire, consigliare, mica se ne rendeva conto di esagerare. Invece io non volevo assolutamente che lo facesse, perche’ mi avrebbe portato sulla sua strada, allontanandomi dalla mia. L’ho chiamato a montaggio finito, e quando ha visto il film si e’ commosso”.
Alla domanda se preferiva il mestiere di attore o quello di regista, Silvio Muccino ha risposto: “Meglio regista: e’ molto piu’ stimolante. L’attore arriva sul set la mattina e la sera torna a casa, il regista non stacca mai. Il film diventa completamente tuo. Certo, le responsabilita’ sono tante e pesantissime, e’ per questo che ci ho messo due anni a realizzare ‘Parlami d’amore’. Ma non ho mai vissuto un periodo cosi’ intenso. Sono elettrizzato, in questo film ho messo tutto me stesso. Piu’ di cosi’ non potevo fare”.