"Body Shop":
il ruolo dei valori nella differenziazione
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I
prodotti di Body Shop, nota casa di profumerie inglese, sono fisicamente
differenziati. Da questo punto di vista la strategia dell’azienda si mostra in
linea con quella di altri produttori di cosmetici ed articoli da bagno. Infatti
tale tipo di differenziazione viene realizzato attraverso le confezioni ed i
punti di vendita dei prodotti. In realtà, Body Shop va un passo oltre la gran
parte dei concorrenti: nei suoi negozi in franchising vende solamente i suoi
prodotti. Al contrario, per quanto riguarda la sua immagine, Body Shop si è
opposta alle convenzioni del settore concernenti il vantaggio della
differenziazione. Le altre imprese hanno cercato di differenziare i loro
prodotti puntando sulla bellezza, la giovinezza e l’attrazione sessuale. Body
Shop rifiuta questo aspetto "magico", adottando una campagna pubblicitaria ed
una tipologia di merci "politically correct". "I miei prodotti possono solo
detergere, inumidire e proteggere", dichiara Anita Roddick.
Body Shop ricorre alle nozioni tradizionali di pulizia,
mantenimento e risalto del viso e del corpo attraverso l’uso di ingredienti
naturali, molti dei quali vengono associati con le tradizioni delle etnie di
tutto il mondo. Questa differenziazione del prodotto è sostenuta attraverso un
forte impegno per la ricerca, la scoperta, l’individuazione e l’esame di
un’intera gamma di prodotti naturali che vanno dalla farina d’avena agli oscuri
oli vegetali.
Le
proprietà naturali dei prodotti vengono esaltate da una confezione che
privilegia la semplicità, il risparmio e l’informazione. Una sensazione simile
viene trasmessa dai punti vendita al dettaglio di Body Shop, che sono aperti,
non pretenziosi e progettati per incoraggiare i clienti a guardare, leggere,
provare i prodotti ed interagire con il personale di vendita. Nonostante Body
Shop incoraggi i dipendenti nella loro individualità e libertà di espressione,
i negozi al dettaglio hanno un arredo uniforme e mettono in mostra e mantengono
metodi comuni di servizio al cliente.
Al contrario delle altre imprese cosmetiche, che
utilizzano la pubblicità e la promozione per identificare i loro prodotti con
l’idea di bellezza, stile e giovinezza, Body Shop comunica la sua immagine
attraverso i suoi valori. Di fatto, in tutte le sue parole e azioni, pone
l’accento sull’impegno sociale e la salvaguardia dell’ambiente,
si batte da sempre per la difesa dei diritti
umani, degli animali, del commercio equo. Nessuno dei suoi prodotti viene
testato su esseri viventi e gli ingredienti provengono da comunità locali di
lavoratori in tutto il mondo. Il principale mezzo di comunicazione sono i dipendenti
e i franchisee. Body Shop dedica una cura particolare alla selezione dei suoi
franchisee, respingendo chi ha già avuto esperienze di lavoro in favore di chi
dimostra entusiasmo e impegno nei confronti degli ideali dell’impresa. Il
risultato è che Body Shop non fornisce soltanto shampoo e creme per la pelle,
ma crea un’identificazione con i clienti che si fonda sui concetti di
naturalezza, responsabilità nei confronti dell’ambiente, supporto economico
verso gli indigenti attraverso il commercio e un rifiuto dei metodi
tradizionali nell’attività economica.
Negli anni 1990
Naomi Klein, guru del popolo di Seattle, ha dichiarato che alcune affermazioni
sull’etica sostenute dall’azienda non venivano rispettate all’interno del suo
comportamento effettivo: mancato utilizzo di ingredienti completamente
naturali, utilizzo di ingredienti testati su animali, trattamento iniquo dei
dipendenti e dei franchisee, debolezza delle iniziative a supporto della
comunità e della correttezza commerciale. Poichè i valori di Body Shop sono
fondamentali per la sua immagine e per le relazioni con i clienti, con i
fornitori, con i franchisee e con i dipendenti, queste critiche rappresentano
una minaccia sostanziale per la sua posizione competitiva.
Per tale motivo, al fine di creare processi di business omogenei per tutta l'azienda,
The Body Shop ha ritenuto essenziale
disporre di maggiore visibilità sulle numerose
informazioni riguardanti fornitori, clienti e prodotti generate dall'attività
globale. La soluzione integrata che è stata adottata si basa pertanto su Sap
Business Intelligence, uno dei componenti della piattaforma Sap NetWeaver, che
consentirà a The Body Shop di acquisire approfondite capacità di analisi delle
informazioni distribuite all'interno della rete retail. Tutti i movimenti del
magazzino e i flussi di cassa saranno quindi seguiti nei minimi dettagli,
mentre le implicazioni dei processi di business sul fronte finanziario saranno
inviate a mySap erp, che le utilizzerà a fini di pianificazione, monitoraggio,
reporting e analisi.
Supportando processi completi di dettagliate
funzioni di analisi degli ordini e della disponibilità,l'azienda riuscirà ad
eseguire operazioni che consentono di creare una supply chain adattativa. Sarà
ad esempio possibile realizzare procedure di magazzino in entrata e in uscita
che garantiscano una risposta rapida in caso di picchi improvvisi nella
domanda, mantenendo tuttavia le scorte al livello ottimale in termini di rete
distributiva globale. L'intenzione è quella di far leva sui successi già
ottenuti da The Body Shop per aiutare l'azienda nella trasformazione del
business, estendendo la propria leadership in un ambiente in continua
evoluzione come quello del commercio al Sap.
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L’efficacia dell’analisi delle risorse: la rinascita della "Walt Disney"
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Quando Michael
Eisner divenne presidente della Walt Disney Productions nel 1984, la società
stava entrando nel suo quarto anno consecutivo di declino negli utili netti e
il prezzo delle sue azioni era sceso a livelli tali da attirare l’attenzione
degli speculatori.
Tra il 1984 ed il 1988, si registrò un incremento del
fatturato da 1,66 a 3,75 miliardi di dollari ed un notevole aumento degli utili
netti e del valore della società sul mercato azionario. Tuttavia, durante i
primi tre anni il lavoro di Eisner per la Disney, prima come direttore e poi
come presidente, non avvennero mutamenti evidenti nella strategia adottata.
Tutte le principali iniziative intraprese dalla Disney durante gli anni 1980
l’Epcot Center, Tokyo Disneyland, la Touchstone Films, il canale televisivo
Disney e l’acquisizione della Arvida erano state pianificate dal management
precedente.
In realtà la svolta che ha caratterizzato l’attività della
Disney è stata incentrata sulla mobilitazione delle sue considerevoli risorse
di base. Con l’aiuto della Arvida Corporation, una società per lo sviluppo
immobiliare acquisita nel 1984, la Disney avviò la realizzazione di alberghi,
centri residenziali e di villeggiatura nella sua proprietà di 28.000 acri in
Florida. Furono aggiunte nuove attrazioni all’Epcot Center e fu costruito un
nuovo parco tematico, lo studio Disney-Mgm. Questi sviluppi coinvolsero Disney
World in un’espansione che permetteva anche la sua diversificazione nei
villaggi vacanze, nel settore residenziale e nella zona dedicata ai grandi
eventi congressuali.
Si iniziò a sfruttare l’enorme cineteca della Disney non
solo attraverso la riedizione cinematografica dei classici, che portò utili
estremamente elevati, ma anche tramite la vendita di videocassette e di licenze
per pacchetti film alle reti televisive.per gli enormi investimenti nei parchi
Disney furono ricercati rendimenti migliori attraverso un marketing più
efficace ed elevando il costo dei biglietti d’entrata. Dopo il successo
ottenuto con Tokyo Disneyland, la società progettò la realizzazione di
Eurodisneyland a Parigi (attualmente però in crisi).
L’aspetto
più ambizioso della svolta fu però la riorganizzazione dello studio
cinematografico Disney. Oltre a mantenere la produzione di film di alta qualità
(specialmente cartoni animati) destinati alle famiglie, Eisner iniziò anche una
forte espansione dell’etichetta Touchstone, fondata nel 1983 con lo scopo di
far funzionare a pieno ritmo gli studi cinematografici Disney e di far entrare
la società nei mercati destinati agli adolescenti ed agli adulti. Per
raggiungere una maggiore utilizzazione degli impianti, i Disney Studios
raddoppiarono il numero di film prodotti. Contemporaneamente, la Disney
effettuò un reclutamento aggressivo di produttori, registi, attori e
sceneggiatori di primo piano. Nel 1988, la Disney divenne il principale studio
cinematografico d’America, in termini di vendite ai botteghini. Nacque poi una
terza sezione di produzione, la Hollywood Pictures. Eisner inoltre mise in atto
un progetto che sotto Miller, il suo predecessore, non riuscì a prendere forma.
Si trattava di un complicatissimo copione cinematografico che prevedeva un
grande utilizzo della scrittura mista, vale a dire sequenze che miscelano
attori e disegni. Lo sforzo produttivo fu colossale, tanto che la produzione si
associò alla Amblin di Steven Spielberg, ma il successo che ne derivò fu
epocale. Era nato "Chi ha Incastrato Roger Rabbit?". Nel 1988, con
Roger Rabbit, era uscito anche "Oliver & Company" che propose
qualche accenno di computer grafica. Era a quel tempo già in avanzato stato
produttivo il primo colossal d'animazione realizzato dopo la morte di Walt.
Soprattutto era la prima fiaba realizzata dalla Disney da trent'anni a quella
parte. Il 17 Novembre 1989 uscì lo splendido
"La Sirenetta",
che polverizzò ogni precedente record di incassi per un film d'animazione e
mise in moto un sistema di marketing come non si era mai visto prima. Seguì,
nel 1990 "Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri", poi nel 1991 uno
dei più amati prodotti Disney in assoluto:
"La Bella e la Bestia".
Poi ci fu "Aladdin"
nel '92. Il 1994 è l'anno de
"Il ReLeone".
Si arrivò anche a prodotti di animazione realizzati totalmente al computer nel 1995 con
"Toy Story".
Si muoverà alla Disney l'accusa di dare troppa importanza alla tecnica e poca ai
contenuti. Se anche in qualche caso la tecnica ha davvero dominato un film, nel
complesso lo spirito disneyano sembra essere tornato nel pieno della sua forza.
I grandiosi successi della gestione Eisner hanno ridato ossigeno
all'animazione, un'arte che pareva essere sul viale del tramonto e che, invece,
è divenuta uno dei terreni di battaglia della Hollywood negli anni a cavallo
tra il secondo e il terzo millennio.
La produzione cinematografica della Disney venne ulteriormente incrementata dalla
crescente presenza televisiva, sia attraverso il canale Disney, sia attraverso
i programmi sulle reti televisive.
Infine, attraverso un recente accordo della durata
pluriennale, Microsoft e Walt Disney Company intendono migliorare la qualità,
la sicurezza e la facilità di accesso ai contenuti digitali in ambito
domestico, sui computer basati su Microsoft Windows XP e su un numero sempre
più elevato di dispositivi portatili e fissi per l'intrattenimento."L'impegno di Disney è fornire ai
consumatori contenuti di intrattenimento su diverse piattaforme e questo
accordo con Microsoft faciliterà nuove iniziative di business", afferma
Peter Murphy, vicepresidente senior executive e responsabile strategico per
Walt Disney. "La continua migrazione dei contenuti da formati analogici a
digitali ha implicazioni estremamente interessanti sia per i consumatori che
per i proprietari dei contenuti. Crediamo che questo accordo accelererà l'evoluzione
in corso e creerà un mercato ricco di stimoli per prodotti di intrattenimento
standard di alta qualità, destinati a nuove categorie di dispositivi per utenti
finali, come lettori multimediali personali e PC domestici basati su Media
Center"
Concludendo,
all’interno di tutti questi ambiti il management della Disney ha impiegato
innanzitutto la risorsa più forte e durevole di cui disponeva: la fedeltà di
milioni di persone di paesi ed età diversi, legati al nome ed ai personaggi
creati dalla Disney.
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