UNITED STATES OF AMERICA NAVY

- PORTAEREI -

AIRCRAFT CARRIER


PORTAEREI USS LEXINGTON (CV2) "LADY LEX"

USS LEXINGTON (CV2) AIRCRAFT CARRIER - "LADY LEX"

La portaerei USS Lexington (CV-2), soprannominata "Lady Lex", è stata una delle prime portaerei costruite per la Marina degli Stati Uniti. Era la nave che diede il nome alla classe di portaerei anche se la sua unica nave gemella, la Saratoga , fu commissionata un mese prima. Originariamente concepita come un incrociatore da battaglia, è stata convertita in una delle prime portaerei della Marina durante la costruzione per rispettare i termini del Trattato navale di Washington del 1922, che sostanzialmente pose fine alla costruzione di tutte le nuove corazzate ed incrociatori da battaglia. La nave entrò in servizio nel 1928 ed è stato assegnata alla Flotta del Pacifico per tutta la sua carriera operativa. La Lexington (Lady Lex) e la Saratoga (big Sara) sono stati usati per sviluppare e perfezionare le tattiche vettore in una serie di esercizi annuali prima della Seconda Guerra Mondiale. Il sistema di propulsione turbo-elettrico della nave ha permesso di integrare l'alimentazione elettrica di Tacoma, Washington , durante un periodo di siccità a fine 1929 a inizio 1930. Ha anche consegnato al personale medico e generi di soccorso a Managua , Nicaragua, dopo un terremoto nel 1931. Notevole era l'autonomia della nave che ad una velocità di 10 nodi poteva fare fino a 18.000 Km.
La Lexington era in mare quando la guerra del Pacifico è iniziata il 7 dicembre 1941, traghettando caccia a Midway Island . La sua missione fu annullata e lei tornò a Pearl Harbor una settimana più tardi. Dopo pochi giorni, è stata mandata per creare un diversivo dalla forza per alleviare il presidio assediato nell'isola Wake attaccando impianti giapponesi nelle Isole Marshall . L'isola è stata costretta ad arrendersi di fronte alla forza di soccorso è arrivato abbastanza vicino, e la missione è stata annullata. Un attacco programmato all'isola di Wake nel gennaio 1942 doveva essere annullato quando un sottomarino affondò il oliatore necessaria per fornire il carburante per il viaggio di ritorno. La Lexington è stata inviata al Mar dei Coralli del mese successivo per bloccare eventuali anticipi giapponesi nella zona. La nave è stata avvistata da un aereo di ricerca giapponese, mentre si avvicina Rabaul , base giapponese nella Nuova Britannia, ed il suo gruppo aereo ha abbattuto la maggior parte dei bombardieri giapponesi che la hanno attaccato. Insieme con la portaerei Yorktown, ha attaccato con successo la spedizione giapponese al largo della costa orientale della Nuova Guinea ai primi di marzo.



La Lexington è stato brevemente risistemata a Pearl Harbor, alla fine del mese e si incontrò con Yorktown nel Mar dei Coralli all'inizio di maggio. Pochi giorni dopo i giapponesi cominciarono l'Operazione Mo, ossia l'invasione di Port Moresby , Papua Nuova Guinea, e le due portaerei americane tentarono di fermare le forze d'invasione. Essi affondarono la portaerei leggera giapponese Shoho il 7 maggio durante la Battaglia del Mar dei Coralli , ma non hanno incontrato la principale forza giapponese costituita dalle portaerei gemelle Shokaku e Zuikaku fino al giorno successivo. Gli aerei della Lexington e della Yorktown riuscirono a danneggiare gravemente la Shokaku , ma un attacca 'aereo giapponese riuscì a paralizzare la portaerei Lexington . Vapori di perdite di benzina avio serbatoi scatenarono una serie di esplosioni e incendi che non potevano essere controllati, e Lexington fu affondata da un americano cacciatorpediniere durante la serata dell'8 maggio per evitare la sua cattura.


CARATTERISTICHE TECNICHE

Nave Lexington (CV2)
Tipo CV
Ordinato 1916 (come incrociatore da battaglia)
Riclassificato 1922 (come portaerei)
Cantiere di costruzione Fore River Shipbuilding Corporation
Aerei imbarcati 80
Impostazione 8 gennaio 1921
Varo 3 ottobre 1925
Entrata in servizio 14 dicembre 1927
Lunghezza 270,65 metri
Larghezza 32,30 metri
Lunghezza ponte di volo 234,70 metri
Larghezza ponte di volo 27,43 metri
Immersione 7,43 metri
Dislocamento 40.000 tonnellate
Apparato motore 16caldaie- 4 gruppi turbogeneratori-8 motori elettrici
Potenza 180.000 cavalli vapore
Velocità 33,25 nodi (61,58 Km/h)
Autonomia 19.000 Km a 10 nodi (19 Km/h)
Armamento 8 cannoni da 203 mm.-12 cannoni da 127 mm.a.a.-4 cannoni da 76 mm.-2 elevatori-1 catapulta
Protezione verticale cintura 152 mm.
Protezione orizzontale ponte protezione 76 mm.
Equipaggio 1899 (originale)

2791 (nel 1942)


SCHEMA COSTRUTTIVO / SCHEME

A differenza della prima portaerei americana, la Langley, che non aveva isola, queste ebbero una grande isola costituita da una sovrastruttura di dimensioni cospicue sul lato destro, munita di torrione, di albero e di un gigantesco fumaiolo, molto alto e molto allungato, che sostituiva i sette fumaioli previsti dal progetto originale. Il ponte di volo era lungo 234,70 metri e largo da 22,85 metri a 27,43 metri a seconda delle posizioni ed era all'altezza di 18,30 metri sul livello del mare. L'aviorimessa occupava il ponte sottostante aquello di volo e fra i due ponti vi erano due elevatori, ambedue in posizione centrale, uno a lato del torrione e uno a lato del fumaiolo.  La Lexington e la Saratoga, come la Langley, avevano sul lato destro, nella parte prodiera del ponte di volo, una catapulta lunga 47 metri che serviva per far decollare i pesanti aerei da bombardamento e siluranti dell'epoca.

L'armamento principale, a differenza di quello delle contemporanee portaerei inglesi, invece di essere sistemato all'altezza del ponte aviorimessa e distribuito nel senso della lunghezza, era concentrato sul ponte di volo in quattro torri binate da 203 mm., due a proravia e due a poppavia dell'isola. L'armamento antiaereo era invece sistemato in maniera convenzionale in quattro postazioni ai quattro estremi del ponte di volo, a livello di un interponte più basso, ciascuna costituita da tre pezzi singoli da 127 mm. Inoltre, in epoca successiva, furono sistemate delle mitragliere a.a. sulle sovrastrutture. Tutti i cannoni da 203 mm. furono eliminati all'inizio della guerra e venne aumentato contemporaneamente il numero di mitragliere antiaeree, che a fine guerra sulla Saratoga, l'unica sopravvissuta, raggiunsero il numero di 96 da 40 mm. La protezione era costituita da una corazza in cintura dello spessore di 152 mm. che si estendeva dalla verticale della torre prodiera da 203 mm. fino a poppa estrema. In senso orizzontale vi era un ponte di protezione a livello del galleggiamento dello spessore di 76 mm; erano inoltre corazzati i condotti del fumo nel tratto fra il ponte di protezione e il ponte di volo.

Per la difesa subacquea esistevano un doppio fondo e un triplo fondo e le unità erano munite di controcarene su ambedue i lati. L'apparato motore era costituito da 8 motori elettrici, due per ciascuna delle quattro eliche, aventi ognuno la potenza di 22.500 cavalli. L'energia elettrica era fornita da 4 gruppi di turbogeneratori, le caldaie erano 16 e scaricavano in 4 condotte separate in un unico fumaioli. Lexington e Saratoga negli anni dal 1927 al 1941 costituirono i prototipi su cui si basarono i progetti delle successive portaerei americane.


ASSONOMETRIA / AXONOMETRY


GIUDIZIO FINALE DELLO SHINANO / FINAL SENTENCE OF SHINANO

La Lexington e la Saratoga si possono considerare le dirette concorrenti per classe, stazza, origine da incrociatori da battaglia e data di costruzione delle portaerei giapponesi Akagi e Kaga. Come le giapponesi si caratterizzano per la grande stazza, l'enorme (per l'epoca) capacità offensiva tramite l'alto numero di aerei ospitati e per il fatto di essere nate da navi (incrociatori e corazzate) concepite per altri scopi e quindi non essere state fin dall'origine delle portaerei.

La decisione di trasformare i due incrociatori da battaglia in portaerei fu molto saggia in quanto fruttò agli americani due portaerei molto grandi, veloci e ben protette, probabilmente le migliori della prima generazione di portaerei. Il loro successo induce a chiedersi se gli inglesi non avrebbero fatto meglio a trasformare l'incrociatore da battaglia Hood in portaerei, invece degli incrociatori leggeri da battaglia (Glorious e Courageuos) e delle ex corazzate che in effetti usarono.  Allo stesso tempo hanno subito delle notevoli trasformazioni (basti pensare agli anacronistici cannoni antinave da 203 mm., presenti originariamente anche sull'Akagi e sulla Kaga).

Non è blasfemo dire che sono arrivate "già vecchie" seppur con un "buon lifting" allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Come l'Akagi e la Kaga sono state affondate da aerei provenienti da portaerei più piccole ma ben più moderne (Battaglia delle Midway: portaerei Enterprise, Hornet e Yorktown) allo stesso modo la poderosa Lexington non ha retto il confronto con le più piccole "Shokaku" e "Zuikaku" (battaglia del Mar dei Coralli), che erano, nel 1942, quanto di più veloce, potente e resistente la tecnologia navale potesse mettere in acqua.

"Lady Lex" è stata quindi una forte e poderosa unità che si è dovuta arrendere di fronte "al nuovo che avanza" ma comunque è servita di esperienza e di base per le portaerei della classe Essex, quelle che avrebbero in seguito vinto la Guerra del Pacifico.

Comunque il più importante contributo do queste navi alla vittoria fu probabilmente il loro impiego per addestramento ed esercitazioni negli anni tra le due guerre, dove le grandi dimensioni e la capacità di trasporto aerei ebbero grande importanza. Navi più piccole e un minor numero di aerei avrebbero significato minori possibilità di esperimenti e minore flessibilità nel collaudo di nuovi metodi. Encomiabile.


LA FINE DELLA PORTAEREI LEXINGTON CV2 (ORE 20.00 DEL 08.05.1942)

BATTAGLIA DEL MAR DEI CORALLI

L'attacco giapponese fu sferrato alle 11.18, con l'avvicinarsi a prua di numerosi aerosiluranti che lanciarono, tra 15 e 60 metri di quota, i loro eccellenti siluri veloci propulsi ad ossigeno.  La grande Lexington compì una pesante evoluzione e riuscì ad evitare una prima ondata di 11 ordigni; ma, alle 11.20, fu colpita da 2 o 3 siluri, l'uno di prora a sinistra, e 102 sotto l' isola  Al contempo, i bombardieri Val si gettarono in picchiata, con il sole alle spalle, sui loro obiettivi e la Lexington incassò, quasi contemporaneamente, una bomba che esplose in un deposito dì munizioni da 127 mm. e un'altra che devastò il blocco dell'isola  accanto al fumaiolo.

Numerose altre bombe, cadendo vicinissime allo scafo, dilaniarono le lamiere in vari punti.  La sirena di bordo, messa in azione da una scheggia di bomba, aumentò ulteriormente il frastuono apocalittico della battaglia.  La Lexington, colpita più gravemente, era sbandata di 7 gradi.

Tre delle caldaie risultavano allagate in parte e infuriavano a bordo numerosi incendi che non si riusciva a domare.  Ma l'equipaggio continuò a compiere sforzi sovrumani e, verso le 12.30, si poteva essere ottimisti: gli incendi erano notevolmente meno intensi, gli uomini avevano chiuso le falle nel ponte e nello scafo, la nave era stata raddrizzata grazie ai travasi di carburante nei depositi nafta e il ponte di volo poteva nuovamente accogliere gli aerei. La Lexington era ferita ma poteva essere salvata.  Tutto stava andando quindi per il meglio quando, alle 12.47, una gigantesca scossa fece sussultare tutta la nave.  Molti uomini credettero che la portaerei fosse stata colpita da numerosi siluri contemporaneamente, sostennero che si era trattato di qualcosa di simile a un terremoto violentissimo.

Si trattava, purtroppo, di tutt'altro. Uno dei siluri giapponesi  aveva sfondato, senza che l'equipaggio se ne rendesse conto, un serbatoio di benzina avio e i gas esplosivi si erano infiltrati in tutta la nave. Una volta diffusisi nel locale generatori, le scintille elettriche avevano causato il dramma.  La Lexington parve sul punto di sfasciarsi nella deflagrazione.

Alle 14.14 la nave procedeva sempre a 25 nodi, ma, poco le squadre antincendio furono sconfitte dalla violenza delle fiamme e un locale dopo l'altro, dovettero rinunciare a combattere il fuoco.  Alle 14.45 vi fu, nei locali macchine, una violenta esplosione che distrusse i ventilatori e costrinse a ridurre la velocità.

Una ventina di apparecchi che non avevano ancora appontato raggiunsero la Yorktown, mentre il cacciatorpediniere Morris veniva ad assistere la Lexington agonizzante.

Alle 15.15 apparve ovvio che non sarebbe più possibile salvare la nave.  Esplosioni, sebbene meno violente, continuavano a determinarsi e i depositi di munizioni e di siluri per aerei avevano raggiunto la temperatura critica di 60 gradi.  La portaerei poteva saltare in aria da un momento all'altro.

Il comandante Sherman diede di aprire le prese di allagamento delle macchine e, alle 16.30, si fermò per consentire lo sgombero dei feriti.  Tutto si svolse con un ordine e una disciplina straordinari; alle 17.07 venne impartito l'ordine di abbandonare la nave.  Il contrammiraglio Kinkaid, a bordo dell'incrociatore pesante Minneapolis, assecondato dai cacciatorpediniere Morris, Anderson e Hammam, diresse le operazioni di salvataggio e prese a bordo l'equipaggio e lo stato maggiore della Lexington.  La portaerei continuò ad essere scossa da esplosioni, ma rimase a galla.

Alle 20 il cacciatorpediniere Phelps ricevette l'ordine penoso di finire con i siluri la grande unità.  Lady Lex (nomignolo affettuoso dato alla nella marina) sussultò un'ultima volta e si inabissò di prora negli abissi. I cadaveri di 216 uomini dell'equipaggio furono inghiottiti insieme ad essa, mentre 2735 tra marinai e ufficiali si salvarono.


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