La Shoho (祥鳳 Sōhō?, – "fenice fortunata") fu
una portaerei leggera della marina imperiale giapponese. Costruita come
nave da supporto per sommergibili con il nome di Tsurugisaki nella
seconda metà degli anni trenta, venne trasformata in una portaerei e
rinominata poco prima dello scoppio della guerra nel Pacifico. Una volta
completata la conversione, all'inizio del 1942, la nave fornì supporto
alle forze d'invasione giapponesi durante l'operazione Mo (l'attacco a
Port Moresby, in Nuova Guinea) e venne poi affondata dai velivoli
imbarcati sulle portaerei statunitensi USS Lexington e USS Yorktown
durante la sua prima operazione di combattimento, il 7 maggio 1942, nel
corso della battaglia del Mar dei Coralli. La Shoho fu la prima
portaerei giapponese a essere affondata durante la seconda guerra
mondiale.
La Shoho e la sua nave gemelle Zuiho
vennero progettate in modo da poter essere facilmente trasformate,
all'occorrenza, in petroliere, navi da supporto sommergibili o portaerei. La
Shoho venne impostata presso l'arsenale navale di Yokosuka il 3 dicembre 1934
come nave da supporto sommergibili, con il nome di Tsurugisaki.[1] Venne varata
il 1º giugno 1935 e completata il 15 gennaio 1939. Poco dopo il termine dei
lavori di costruzione, nel 1941, iniziò il processo di conversione della nave in
una portaerei. Le sue sovrastrutture vennero rimosse e rimpiazzate da un ponte
di volo, sotto il quale vennero installati gli hangar destinati a ospitare gli
aeroplani. La nave venne ribattezzata Shoho e i lavori di conversione
terminarono il 26 gennaio 1942.
La nuova Shoho aveva una lunghezza totale di 205,5 metri. La larghezza era di
18,2 metri e il pescaggio era di 6,58 metri. Aveva un dislocamento di 11 443
tonnellate metriche in condizioni standard. Nel processo di conversione gli
originali motori diesel (che garantivano alla nave una velocità massima di 18
nodi, o 33 chilometri orari) vennero rimpiazzati con una coppia di turbine a
vapore di un tipo normalmente installato sui cacciatorpediniere, sviluppanti un
totale di 52 000 cavalli vapore all'albero di trasmissione, o 39 000 chilowatt.
Il vapore era generato da quattro caldaie Kampon e la velocità massima della
nave così equipaggiata era di 28 nodi, o 52 chilometri orari. I gas di scarico
delle caldaie venivano evacuati da un singolo fumaiolo collocato posteriormente,
sul lato destro. Con una capacità di 2 642 tonnellate di olio combustibile, la
Shoho aveva un'autonomia di 7 800 miglia nautiche, o 14 400 chilometri, a una
velocità di 18 nodi, o 33 chilometri orari.[3] L'equipaggio era formato da 785
tra ufficiali e marinai.
Il ponte di volo della Shoho era lungo 180 metri e aveva una larghezza massima
di 23 metri. Gli aerei erano ricoverati in un singolo hangar lungo 124 metri e
largo 18.[5] Il collegamento tra il ponte di volo e l'hangar era garantito da
due grandi ascensori di forma ottagonale: quello di prua aveva un'estensione di
13 metri per 12 e quello di poppa di 12 per 10,8. La nave era provvista di un
sistema di arresto formato da sei cavi, ma non era dotata delle catapulte per il
lancio dei velivoli. La Shoho era priva della struttura a "isola" tipica di
molte portaerei, e la sua parte superiore era completamente piatta. Era
progettata per accogliere 30 aerei tra caccia, aerosiluranti e bombardieri in
picchiata.
L'armamento di lancio della nave era costituito esclusivamente da artiglieria
contraerea: la Shoho era equipaggiata di 8 cannoni antiaerei Type 89 da 127 mm
installati in quattro postazioni binate in degli sponson laterali, a cui si
aggiungevano altri 8 cannoncini Type 96 da 25 mm, pure binati in sponson ai lati
dello scafo.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Nave |
Soho - Zuiho |
Tipo |
CVL |
Cantiere |
Arsenale di Yokosuka |
Lunghezza |
m 217,0 |
Larghezza |
m 18,0 |
Lunghezza ponte di
volo |
m 180,0 |
Larghezza ponte di
volo |
m 23,0 |
Immersione |
m. 6,60 |
Dislocamento |
t 13.950 |
Apparato motore |
2 gruppi turbine; 2 eliche;
12 caldaie |
Potenza |
cav. 52.000 |
Velocità |
nodi 28 |
Combustibile |
t. 2.600 |
Autonomia |
miglia 7.800 |
Armamento |
8 cannoni da 127 mm a.a.; 15
mitragliere da 25 mm. a.a.;2 elevatori |
Aerei |
29 |
Protezione verticale |
nessuna |
Protezione orizzontale |
nessuna |
Equipaggio |
785 |
STORIA
La Shoho divenne operativa il 30
novembre 1941 e il capitano Izawa Ishinosuke divenne il suo comandante. Mentre
erano in corso le ultime fasi dell'allestimento, il 22 dicembre, la nave venne
assegnata alla 4ª divisione portaerei della 1ª flotta aerea. Il 4 febbraio 1942
la Shoho trasportò degli aerei a Truk, nelle isole Caroline, vi rimase fino
all'11 aprile e quindi fece ritorno a Yokosuka.
Nel tardo aprile 1942 alla Shoho venne assegnato un ruolo nell'operazione Mo,
l'invasione di Port Moresby finalizzata a occupare la Nuova Guinea. La nave
raggiunse nuovamente Truk il 29 aprile, e il giorno successivo ripartì verso
l'obiettivo della missione insieme agli incrociatori Aoba, Kinugasa, Furutaka e
Kako, della 6ª divisione incrociatori sotto il comando del contrammiraglio
Aritomo Goto. Questo gruppo di unità formava la forza di invasione principale
nell'ambito dell'operazione Mo. A causa di una certa scarsità di aeroplani, a
bordo della Shoho si trovavano allora solamente 4 obsoleti caccia Mitsubishi
A5M, 8 moderni Mitsubishi A6M2 (i famosi Zero) e 6 aerosiluranti Nakajima B5N.
Ulteriore copertura aerea agli altri elementi dell'operazione Mo era fornita
dalle portaerei Shokaku e Zuikaku.
Dopo aver coperto gli sbarchi giapponesi presso Tulagi il 3 maggio, la Shoho
fece rotta verso nord il 4 maggio per fornire protezione ai convogli che si
dirigevano verso la zona dell'invasione; per questo la nave non fu presente a
Tulagi quando, lo stesso 4 maggio, gli aerei della portaerei statunitense USS
Yorktown attaccarono il naviglio giapponese. Questa'azione diede conferma ai
comandanti giapponesi che almeno una portaerei americana era nelle vicinanze,
anche se la sua posizione era sconosciuta. Il 5 maggio diversi ricognitori
vennero inviati alla ricerca delle navi statunitensi, ma senza risultato. Un
idrovolante a lungo raggio Kawanishi H6K avvistò la Yorktown, ma venne abbattuto
da uno dei caccia Grumman F4F Wildcat della portaerei prima di poter inviare per
radio un rapporto. I caccia terrestri dell'U.S. Army Air Forces invece
avvistarono la Shoho (il cui nome venne traslitterato erroneamente come Ryukaku)
a sudovest dell'isola di Bougainville, ancora il 5 maggio, e riuscirono a
comunicare la sua posizione al comando. Tuttavia la nave giapponese si trovava
troppo lontano dal punto, molto più a sud, dove le portaerei statunitensi
stavano facendo rifornimento. Quel giorno stesso il retroammiraglio statunitense
Frank Jack Fletcher ricevette un comunicato Ultra che lo informava della
presenza di ben 3 portaerei giapponesi coinvolte nell'operazione Mo non lontano
da Bougainville, e prevedeva il 10 maggio come data dell'invasione. Prevedeva
anche che gli aerei imbarcati nipponici avrebbero condotto una serie di attacchi
in supporto dell'invasione già da diversi giorni prima del 10 maggio.
Affidandosi a queste informazioni Fletcher pianificò di terminare il
rifornimento il 6 maggio per spostarsi più vicino all'estremità orientale della
Nuova Guinea, in modo tale da essere in una posizione favorevole per lanciare un
attacco contro le forze giapponesi il 7.
LA FINE DELLA PORTAEREI SOHO
(ORE 11.29 DEL 07.05.1942)
BATTAGLIA DEL MAR DEI
CORALLI
Curiosa coincidenza, tuttavia la fortuna arrise all'ammiraglio americano,
poichè, poco dopo le 11, il pilota di un Dauntless in ricognizione scorse una
portaerei accompagnata da parecchie navi a nord delle isole Louisiade e guidò
su quell'obiettivo i gruppi aerei della Lexington. Partiti per attaccare il
gruppo Marushige, gli apparecchi americani avevano scoperto la squadra
dell'ammiraglio Goto. Alle 11.10 i primi 10
Dauntless attaccarono in picchiata, seguiti dopo sette minuti dagli
aerosiluranti. Le navi giapponesi compirono evoluzioni frenetiche per evitare
bombe e siluri e scatenarono un tiro violentissimo della contraerea. Inoltre,
alcuni Zero della portaerei Shoho tentarono di intercettare gli apparecchi
americani o di deviarne la mira, ma non riuscirono a opporsi molto a lungo al
numero e alla risolutezza degli attaccanti. Una prima bomba da 500 chilogrammi,
cadendo vicinissima alla Shoho, scaraventò in mare i cinque ultimi apparecchi
rimasti sul ponte di volo, ma alle 11.20 la portaerei giapponese, come le navi
della sua scorta, continuava ad essere indenne. Alle 11.25 entrarono in scena
gli apparecchi della Yorktown che, in pochi minuti, decisero la partita.
Infatti, tra le 11.26 e le 11.29, la Shoho fu colpita da numerose
bombe da 1000 libbre giunte a segno e da parecchi ordigni lanciati dagli
aerosiluranti.
La Shoho fu abbandonata dall'equipaggio alle 11.21.e alle 11.36
scomparve nei flutti ribollenti di schiuma e di rottami. Il dramma era stato tanto
violento quanto breve.
PORTAEREI DI CLASSE SOHO
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GIAPPONE
BATTAGLIA NAVALE DEL MAR DEI CORALLI
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NELLA STORIA
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