L'ATTACCO A PEARL HARBOR
(7 DICEMBRE 1941)
"Tora! Tora! Tora!"
L'AKAGI | LA KIDO BUTAI |
L'ATTACCO A PEARL HARBOR VISTO DAGLI AMERICANI
L'OCCHIO ELETTRICO
(TRATTO DA "LA GUERRA DEL PACIFICO" DI B. MILLOT)
Quella domenica, 7 dicembre, a Opana, su una collina che dominava
il mare, nel massiccio montuoso a nord di Oahu, due uomini uscirono
dalla loro tenda alle 3-45, gli occhi ancora assonnati.
Borbottando contro il regolamento, salirono sul grande rimorchio di un autocarro vicinissimo e sormontato da uno strano paraboloide metallico traforato. Si trattava di uno dei cinque Radar (Radio Detecting and Ranging) di ricerca del tipo SCR 27° B che l'Inghilterra aveva consegnato nel mese di luglio del 1941 all'esercito americano delle Hawaii nell'ambito degli scambi tecnici e militari. Il montaggio e la messa a punto erano stati lunghi e delicati egli apparecchi cominciarono a funzionare sul serio, e del resto malissimo, soltanto il 10 novembre.
In seguito al preavviso del 27 novembre, li si manteneva in funzione dalle 4 alle 7. La maggior parte degli addetti a queste apparecchiature erano inesperti, e gli ufficiali, in genere scettici e dubbiosi a causa dei frequenti guasti, non si interessavano molto al nuovo strumento. Del resto, le ore di funzionamento venivano dedicate più alle riparazioni che all'istruzione.
I due uomini, in quanto a loro, erano appassionati del nuovo apparecchio il quale, in pratica, non aveva più segreti per ciò che li concerneva.
Alle 6.45 l'operatore scorse improvvisamente un punto luminoso sul, margine dello schermo.
L'eco era debole e sembrava zigzagare, ma, due minuti dopo, si precisò.
L'operatore prese accuratamente nota, come gli era stato insegnato, del rilevamento e della distanza. Alzò il ricevitore del telefono per avvertire l'ufficiale di servizio, ma gli riuscì molto difficile mettersi in contatto con lui. L'ufficiale era un pilota di caccia che stava facendo tirocinio ma non credeva all'efficacia dei nuovi apparecchi di ricerca; calmò l'entusiasmo dell'interlocutore, poi riattaccò.
Il radar di Opana era l'unico a funzionare in quel momento, quando, alle 7.02, l'eco, che era scomparsa, riapparve e questa volta in modo nitidissimo e indiscutibile. Il blip luminoso aveva grandi dimensioni e si dirigeva verso il punto centrale che rappresentava Oahu.
Lo schermo non aveva mai funzionato così bene. L'operatore annotò: "Azimut nord 3° Est. distanza 137 miglia".
Non riuscendo più a trattenersi, si servi questa volta, alle 7.06, del telefono collegato con il posto centrale di rilevamento. Si mise in comunicazione con un centralinista che di nuovo gli passò, dopo lunghi i minuti di attesa, l'ufficiale di servizio. La voce dell'ufficiale divenne ironica e spazientita. Poi egli riattaccò ancora una volta; era inutile insistere.
Di minuto in minuto il blip andava ingrandendosi e si stagliava sullo schermo con una nitidezza straordinaria. A questo punto si frazionò, consentendo così di enumerare gli 'echi. L'operatore annotò: "Ore 7.08... distanza 113 miglia... Ore 7.15... 92 miglia... Più di 50 aerei che volano a circa 190 nodi.
Gli occhi fissi sullo schermo fluorescente, continuò instancabile a seguire
l'avvicinarsi degli aerei: "Ore 7.30... 47 miglIa... Ore 7.39... 22 miglIa... »
Poi gli echi divennero così vicini da scomparire nell'alone di interferenze permanenti dell'apparecchio.
Gli americani avevano perduto un'altra occasione di stare all'erta.
L 'ufficiale di servizio, come la maggior parte degli altri ufficiali avvertiti quel mattino, era colpevole soltanto in parte, in quanto rispecchiava semplicemente l'incredulità generale.
L'ATTACCO A PEARL HARBOR VISTO DAGLI AMERICANI
MAPPE DELL'ATTACCO DI PEARL HARBOR
LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI