L'ATTACCO A PEARL HARBOR
(7 DICEMBRE 1941)
"Tora! Tora! Tora!"
L'ARIZONA | LA CALIFORNIA |
L'ATTACCO A PEARL HARBOR VISTO DAGLI AMERICANI
L'AZIONE DEI SOMMERGIBILI GIAPPONESI
(TRATTO DA "LA GUERRA DEL PACIFICO" DI B. MILLOT)
In quella notte dal 6 al 7 dicembre 1941, come in ogni altra notte, due piccoli dragami ne americani, il Condor e il Crossbill, stavano eseguendo il loro compito ingrato e fastidioso: il pattugliamento ravvicinato davanti alle reti antisiluri, all'ingresso del canale di Pearl Harbor.
Un po' più al largo il cacciatorpediniere Ward era impegnato nella stessa missione.
Si trattava della consueta routine e i marinai di guardia aspettavano con impazienza che il giorno spuntasse per rientrare in porto e andare in permesso.
Improvvisamente, alle ore 3.42, un giovane ufficiale del Condor scorse sulla sinistra, a circa un centinaio di metri di distanza, un piccolo
riflesso insolito che si spostava in senso contrario alle onde.
Il piccolo punto luminoso puntava diritto verso il canale.
L'ufficiale lo esaminò e ritenne con certezza trattarsi della scia del periscopio di un sommergibile.
Alle 3.58 avverti con il proiettore Scott il cacciatorpediniere Ward.
Il comandante del Ward fu subito svegliato e informato.
Egli diresse la nave a tutta forza sul punto segnalato dal Condor, a 1000 metri circa dall'imboccatura del canale, e cercò di stabilire il contatto, ma senza riuscirvi.
Fece rompere le righe dal posto di combattimento alle 4.43.
Alcuni minuti dopo la rete all'imboccatura del canale cominciò ad aprirsi per lasciar passare il dragamine Crossbill, che aveva terminato il
proprio turno.
Alle 5.52 rientrò anche il Condor.
La rete di protezione non venne richiusa per un intervallo di tempo così breve, e la si lasciò aperta in quanto, verso le 6.15, doveva arrivare il rimorchiatore Keosanqua.
Il comandante del Ward chiese al Condor la direzione e la distanza del sommergibile segnalato, ma non trovò nulla nonostante un'esplorazione metodica.
Il Ward, avvertito poco dopo del cambiamento di rotta del sommergibile, iniziò nuove ricerche nel nuovo settore.
Gli operatori della stazione radio di Bishop's Point udirono il dialogo tra il Ward e il Condor, ma lo interpretarono come una conversazione banale, e poiché, d'altro canto, i falsi allarmi per la balena o il capodoglio » erano stati in passato numerosissimi, non ritrasmisero nulla.
Il Ward, non avendo scoperto alcuna traccia del sommergibile durante le nuove ricerche, non ritenne a sua volta necessario avvertire le autorità.
Un momento dopo, la nave-officina Antares, che rimorchiava un bersaglio galleggiante, ed era preceduta dal rimorchiatore Keosanqua, andatole
incontro, si stava dirigendo verso il passaggio.
Un grosso idrovolante bimotore PBY. Catalina eseguiva proprio allora un normale pattugliamento sopra Pearl Harbor.
Il pilota osservò, alle 6.30, un curioso puntino nero che si spostava in direzione del passaggio.
Ritenne che non potesse trattarsi di una boa, lo sorvolò con ampi giri per identificarlo meglio e, pensando che fosse un sommergibile
americano in difficoltà, lanciò, alle 6.33, candelotti fumogeni per facilitare le
navi nelle operazioni di soccorso.
Doveva trattarsi invece di un altro sommergibile nipponico, in quanto, alle ore
6.40, l'Antares diede l'allarme al Ward con il proiettore Scott,
avvertendolo che le sembrava di essere seguita.
Il comandante del Ward U identificò in un lampo una piccola torretta di sommergibile tra l'Antares e la chiatta rimorchiata. Chiamò l'equipaggio ai posti di combattimento e si diresse rapidamente verso quel punto.
Alle 6.45 il Ward aprì il fuoco con il cannone e lanciò bombe di profondità.
Il pilota dell'idrovolante di pattuglia, osservando la scena, collaborò con le navi lanciando cariche antisommergibili.
Ma tutti temettero un equivoco.
Avevano attaccato davvero un sommergibile giapponese?
Certo, se fosse stato americano, avrebbe dovuto segnalare la propria presenza nella zona di difesa.
Il comandante del Ward trasmise il primo messaggio in codice alle 6.53.
Il sommergibile giapponese venne effettivamente affondato alle 6.54.
In seguito a un ritardo nella trasmissione del messaggio e a negligenze quasi incredibili, l'ammiraglio Bloch, comandante della difesa, fu
informato soltanto alle ore 7.12.
L'ammiraglio Kimmel venne avvertito soltanto molto più tardi, mentre l'ammiraglio Bloch faceva salpare il cacciatorpediniere di guardia Monaghan.
Nel frattempo, due sommergibili tascabili, approfittando della protratta apertura della rete di protezione, penetrarono nel canale e iniziarono
il tragitto previsto intorno all'isola Ford.
L'attacco aereo era cominciato e il Medusa e il Curtiss, nel caos e tra il fumo degli incendi, segnalarono al Monaghan la presenza di un
sommergibile nel canale.
Il sommergibile era emerso in seguito a un incagliamento o a una manovra sbagliata.
Nel momento in cui le tre navi americane aprivano il fuoco, lanciò due siluri che, fortunatamente,
si perdettero.
Il Monaghan si avventò su di esso, lo rovesciò e lanciò varie bombe antisommergibili che lo sfondarono.
L'altro sommergibile riuscì a fare il giro dell'isola Ford, segnò gli obiettivi sulla propria carta, ma al ritorno si arenò anch'esso su un
bassofondo e fu scorto quasi immediatamente dal cacciatorpediniere Helm, che lo cannoneggiò.
Fu catturato che era ormai ridotto un relitto.
I documenti rinvenuti a bordo del minuscolo scafo palesavano
troppo tardi gli obiettivi della missione dei sommergibili tascabili e
la fondatezza dei messaggi di allarme.
In effetti, un susseguirsi spaventoso di ritardi, di negligenze e di incredulità fece perdere tempo prezioso durante il quale sarebbe stato
possibile mobilitare tutte le forze ed evitare una parte della catastrofe.
Nessuno seppe mai quale fu la sorte degli altri due sommergibili tascabili giapponesi. Probabilmente dovettero affondare in seguito ad avarie
meccaniche prima di compiere la missione.
LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI