BATTAGLIA NAVALE DI MIDWAY

VISTA DAI GIAPPONESI

(U.S. NAVY 4 - MARINA IMPERIALE 1)


L'ERRORE FATALE DI NAGUMO

 Tratto dal libro
MIDWAY: The Battle That Doomed Japan di Mitsuo Fuchida Masatake Okumiya.
pubblicato da U.S. Naval Institute. Annapolis. Maryland. U.S.A.


Circa un'ora prima del ritorno di Tomonaga si era prodotto un avvenimento che modifica va completamente la situazione. Un aereo ave va inviato un messaggio:portaerei nemiche in vista.

 La notizia elettrizzò tutti. L 'ammiraglio Nagumo decise che bisognava attaccare il gruppo, prima di procedere al nuovo bombardamento di Midway, ma l'esecuzione del suo progetto incontrava numerosi ostacoli: tutti gli « Zero » della seconda ondata erano decollati per potenziare la pattuglia da caccia impegnata contro gli aerei di Midway. 

Di conseguenza, contro il gruppo nemico avvistato restavano immediatamente disponibili solo i 36 bombardieri da picchiata della Hiryu e della Soryu. 

Il dilemma di fronte al quale si trovava l'ammiraglio era di difficile soluzione. Se faceva partire i bombardieri, non poteva fornirli di una scorta di caccia, e le perdite rischiavano di essere gravi. D'altra parte che fare degli aerosiluranti allineati sul ponte dell' Akagi e della Kaga e già carichi di bombe da 800 kg?


Secondo Nagumo, l'invio di bombardieri privi di scorta comportava rischi troppo grandi. Era più prudente raccogliere gli aerei di ritorno da Midway e i caccia della pattuglia da combattimento e riorganizzare le forze, ritirandosi verso nord per sottrarsi a nuovi attacchi aerei. 

In seguito, terminati i preparativi, la squadra sarebbe tornata indietro e avrebbe sferrato l'attacco con tutti i mezzi riuniti.


Il ragionamento non mancava di logica. La squadra di Nagumo era ben equilibrata e sembrava disporre di una buona superiorità. Quindi, sarebbe stato facile annientare l'avversario scatenando tutti i nostri mezzi offensivi in un unico attacco massiccio. 

Niente di più ortodosso, ma non potevamo fare astrazione dal fattore tempo. 

Nei combattimenti, la vittoria non arride sempre al più forte, ma a quello che agisce più prontamente, con maggiore audacia e decisione, riuscendo a prevenire gli imprevisti e a sfruttare le occasioni.

Sulle quattro portaerei della squadra Nagumo, diretta a nord, si lavorava febbrilmente a preparare la forza d'assalto, che doveva comprendere 36 bombardieri da picchiata e 54 aerosiluranti. 

Fu impossibile offrire loro una adeguata protezione, perché ben presto ricominciarono gli attacchi nemici. La scorta venne limitata a 12 « Zero ». 

I 102 apparecchi dovevano tenersi pronti a decollare alle 10,30.


Quando l'aereo da ricognizione del Tone aveva segnalato la presenza di una portaerei, avevamo cominciato ad aspettare l'attacco da un momento all'altro e ci stupiva il fatto che tardasse tanto. Dopo la guerra, saremmo venuti a sapere che gli idrovolanti di Midway tenevano gli Americani perfettamente al corrente dei nostri movimenti e che il nemico aspettava quindi il momento più favorevole. 

Questo momento, secondo l'ammiraglio Spruance, si sarebbe presentato al rientro degli apparecchi dal bombardamento dell'isola. 

La preda era stata scoperta e il cacciatore aveva tutti i vantaggi.


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