BATTAGLIA NAVALE DI MIDWAY

VISTA DAI GIAPPONESI

(U.S. NAVY 4 - MARINA IMPERIALE 1)


IL VIAGGIO VERSO MIDWAY

 Tratto dal libro
MIDWAY: The Battle That Doomed Japan di Mitsuo Fuchida Masatake Okumiya.
pubblicato da U.S. Naval Institute. Annapolis. Maryland. U.S.A.



È facile immaginare la tensione nervosa alla quale eravamo sottoposti, costretti com'eravamo a zigzagare in quelle condizioni. D'altra parte, dovevamo farlo a ogni costo, perché eravamo entrati in una zona pattugliata dai sommergibili nemici. 

La nebbia ci proteggeva dagli aerei, ma la difficoltà di navigare in quel modo creava pericoli tali, da annullare abbondantemente il vantaggio.

Tanto più che, mentre la nebbia non disturbava i radar delle navi americane, impediva a noi di far decollare le pattuglie aeree di protezione. Di conseguenza, tutte le navi si tenevano continuamente in stato d'allarme.

Alle 10,30, dovevamo effettuare un cambiamento di rotta, e, con quel tempo, era indispensabile confermare il cambiamento a tutte le navi.

 Ma come ? I segnali ottici erano invisibili, i proiettori impotenti. Restava la radio, ma sarebbe stato come rivelare al nemico la nostra presenza e la nostra posizione. Sottoponemmo l'angoscioso problema all'ammiraglio.

Alla fine, Nagumo si decise a utilizzare il centro di trasmissioni interne, a debolissima potenza. 

Il messaggio venne captato dalla Yamato, che si trovava 600 mg dietro di noi. La squadra nemica a nostra insaputa si trovava a poche centinaia di miglia e di conseguenza avrebbe potuto intercettare a sua volta il messaggio. 

Ma non lo intercettò.

La nebbia durò tutto il pomeriggio, fino a notte. Al contrario della tensione che regnava in plancia, nel quadrato dell' Akagi risonavano le risa. I piloti, il cui solo compito consisteva nel decollare al primo segnale, si dimostravano del tutto spensierati.

Nel pomeriggio, le condizioni atmosferiche attorno alla squadra Yamamoto migliorarono, tanto da permettere di riprendere il rifornimento di nafta.

La nebbia avviluppava nel mistero i movimenti del nemico, e la cosa avrebbe avuto molte conseguenze. Gli idrovolanti non avevano potuto svolgere il previsto volo di ricognizione su Pearl Harbor. 

I sommergibili non inviavano alcun messaggio. Esisteva un'unica fonte d'informazione: l'ascolto del traffico radiotelegrafico. 

Fin dal 29 maggio, con questo mezzo, l'ammiraglio Yamamoto aveva appreso che nel settore delle Hawaii esisteva una vivace attività e che si andavano intensificando in particolar modo i voli di ricognizione.


Stava per scoppiare la tempesta: per la prima volta dopo sei mesi, il destino sembrava aver smesso di sorriderci. Nonostante questo, al piano originale non fu apportata nessuna modifica. Tutte le navi tirarono avanti nella nebbia.  

 


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