BATTAGLIA NAVALE DI LEYTE
(23 - 26 OTTOBRE 1944)
NAVAL BATTLE OF LEYTE (23 - 26 October 1944)
PROLOGO
- THE BEGINNING -
LA FINE DELLA PORTAEREI PRINCETON (24 OTTOBRE 1944)
(THE END OF THE PRINCETON 23 OCTOBER 1944)
(TRATTO DA "LA GUERRA DEL PACIFICO" DI B. MILLOT, 1968)
Molto per tempo, nella mattinata del 24 ottobre, le portaerei americane lanciarono numerosi apparecchi da ricognizione, i cui settori esplorativi si stendevano da nord-ovest di Luzon fino a Mindanao.
La denominazione generica di c Battaglia di Leyte » comprende in realtà quattro distinti combattimenti: la battaglia del Mare di Sibuyan, la battaglia dello stretto di Surigao, la battaglia di Samar e la battaglia di Capo Engano, che ci proponiamo di studiare una dopo l'altra, poiché ciascuna di esse costituisce uno scontro cosi importante da meritare di essere descritto separatamente.
Come è facile immaginare, in seguito ai messaggi di avvistamento dei sommergibili Darter e Dace, l'alto comando americano aveva adottato le opportune disposizioni.
Sin dal 23 ottobre, alle 8.27, l'ammiraglio Halsey ordinò un nuovo dispositivo che tendeva a concentrare il massimo delle forze sullo sbocco orientale dello stretto di San Bernardino e, verso mezzogiorno, il Task Group di Sherman (TG. 38-3), di Bogan (T.G. 38-2) e di Davison (T.G. 38-4) si trovarono schierati su un lungo fronte che si stendeva, grosso modo, da nord a sud davanti allo stretto.
Nell'ordine, Sherman si piazzò a nord, Bogan al centro e Davison a sud.
Il Task Group di MacCain partito in precedenza per Ulithi per rifornirvisi, fu richiamato e l'incontro con alcune petroliere venne organizzato in gran fretta.
Il 24 ottobre si alzò il sipario, non già su un'offensiva americana, come ci si sarebbe potuto aspettare, bensì su una reazione aerea giapponese.
Infatti, l'aviazione nipponica delle Filippine, essendosi resa conto della gravità della situazione ed essendo risoluta a sostenere al massimo grado l'azione della flotta imperiale, lanciò sin dall'alba violenti attacchi aerei.
Segnalata dal radar poco prima delle 8.30, una formazione giapponese di 60 apparecchi si avvicinò nella direzione del Task Group T .G. 38-2.
Per più di un'ora e mezzo, gli Hellcat attaccarono gli apparecchi nipponici e quando i piloti americani dovettero far ritorno alle portaerei, per rifornirsi, della formazione nemica rimanevano soltanto 18 apparecchi.
Una pattuglia di caccia della portaerei Princeton sostituì gli Hellcat e fece strage degli apparecchi giapponesi ancora in volo; ciononostante, un bombardiere in picchiata Suisei sfuggì abilmente alla sorveglianza degli aviatori americani e si gettò tra le nuvole.
Si avvicinò senza essere visto e, alle 9.08, scese in picchiata attraverso la coltre di nubi. Il pilota piazzò una bomba da 250 chilogrammi al centro del ponte sul lato di sinistra.
L'ordigno attraversò ben tre ponti ed esplose infine nel locale della panetteria di bordo. Tutti gli uomini che vi si trovavano rimasero uccisi; inoltre, lo spostamento d'aria della deflagrazione squarciò i condotti della benzina all'altezza delle rimesse e il carburante prese fuoco.
Le fiamme raggiunsero rapidamente 6 apparecchi Avenger pronti al decollo, i cui siluri esplosero uno dopo l'altro, provocando gravissimi danni.
Il disastro fu cosi fulmineo che le squadre
di sicurezza non ebbero il tempo di spostare gli apparecchi situati sul
ponte. I vapori di benzina diffusisi in tutte le rimesse esplosero a loro
volta, scardinando i due elevatori, fra i quali quello di poppa, che
ripiombò sul ponte con un grande fragore.
Gli incendi si propagarono rapidamente e la Princeton divenne ben
presto un orribile braciere, dall'c isola » a poppa.
Alle 9.53, i 3 cacciatorpediniere Cassin Young, Irving e Gatling giunsero per portare soccorso alla portaerei ferita, ma non riuscirono ad avvicinarsi a causa delle continue esplosioni che lanciavano in aria frammenti incandescenti.
Alle 10.04 gli incrociatori Birmingham, Reno e il cacciatorpediniere Morrison si avvicinarono a loro volta e il comandante del Birmingham decise di attraccare alla Princeton.
Il comandante della Princeton aveva preso, alle 10.10, la decisione di far sgomberare una parte dell'equipaggio. ma alle 10.20 dovette decidersi a dare l'ordine di abbandono nave lasciando a bordo soltanto 240 uomini delle squadre di sicurezza.
Alle 10.55 il Birmingham riuscì ad attraccare alla portaerei, ma fu molto danneggiato dal contatto, soprattutto a causa della pioggia di oggetti in fiamme provenienti dalla portaerei incendiata.
L'incrociatore Reno e il caccia torpediniere Morrison subirono analoghe avarie per le medesime ragioni.
Lo sgombero fu interrotto alle 12.10 dall'annuncio di una seconda incursione aerea nipponica. Il secondo attacco giapponese fu un completo fiasco e l'opera di salvataggio riprese.
Verso le 15, gli incendi erano diminuiti e il comandante sperò di poter salvare la nave. ma. alle 15.15, un marinaio segnalò che le fiamme si stavano avvicinando a un deposito di siluri.
Alle 15.23. una terribile esplosione squarciò la poppa della Princeton.
Il comandante e gli ultimi uomini si imbarcarono allora sul cacciatorpediniere Gatling. L'incrociatore Reno finì con i siluri la sfortunata portaerei.
THE END OF THE AIRCRAFT CARRIER PRINCETON 24 OCTOBER 1944
Very for time, in the forenoon of October 24, the American aircraft carriers launched numerous recognition instruments, whose exploratory sectors were stretched by northwest of Luzon up to Mindanao.
The generic denomination of Battle of Leyte» he/she understands in reality four separate fights: the battle of the Sea of Sibuyan, the battle of the narrow one of Surigao, the battle of Samar and the battle of Head Engano, that we propose there to study one after the other, since every of them constitutes such an important clash to deserve to separately be described.
As it is to imagine effortless, following the messages of sighting of the submergible Darter and Dace, the tall American command had adopted the opportune dispositions.
Since October 23, at 8.27 o'clock, the admiral Halsey ordered a new device that had the tendency to assemble the maximum one some strengths on the oriental result of the narrow one of St. Bernardino and, toward midday, the Task Group of Sherman (Newscast. 38-3), of Bogan (T.G. 38-2) and of Davison (T.G. 38-4) they were found lined up on a long front that stretched him, big way, from south north in front of the narrow one.
In the order, Sherman placed him to north, Bogan to the center and south Davison.
The Task Group of MacCain departed in precedence for Ulithi for rifornirvisi, and the meeting was recalled with some oil-tankers you/he/she was organized in big hurry.
On October 24 got up the curtain, not already on an American offensive, as you/he/she would be been able to wait there, on the contrary on a Japanese aerial reaction.
In fact, the aviation nipponica of Philippines, he having realized of the gravity of the situation and being resolved to sustain at the most degree the action of the imperial fleet, it launched since the dawn violent attacks airplanes.
Signalled by the radar just before the 8.30, a Japanese formation of 60 instruments it drew near in the direction of the Task Group T. G. 38-2.
For more than a hour and a half, the Hellcats attached the instruments nipponici and when the American pilots had to make return to the aircraft carriers, to supply him, of the hostile formation 18 instruments remained only.
One patrols of hunting of the aircraft carrier Princeton it replaced the Hellcats and it still killed at random of the Japanese instruments in flight; nevertheless, a bombardier in beaten Suisei cleverly escaped the overseeing of the American aviators and threw him among the clouds.
It drew near without being seen and, at 9.08 o'clock, gone down in beaten through the blanket of clouds. The pilot placed a bomb from 250 kilograms to the center of the bridge on the side of left.
The device crossed well three bridges and finally exploded in the place of the bakery of edge. All the men that were you remained I killed; besides, the move of air of the deflagrating tore the ducts of the gasoline to the height of the replacements and the fuel he/she caught fire.
The flames quickly reached 6 instruments ready Avenger to the take-off, whose torpedos one exploded after the other provoking serious damages.
The disaster was so rapid that the safety teams didn't have the time to move the situated instruments on the bridge. The vapors of gasoline spread him in all the replacements exploded to them it turns, unhinging the two elevators, among which that of stern, that ripiombò on the bridge with a great din.
The fires were quickly propagated and the Princeton became well soon a horrible brazier, from the c it isolates» to stern.
At 9.53 o'clock, the 3 destroyer Cassin Young, Irving and Gatling came for bringing help to the wounded aircraft carrier, but they didn't succeed in drawing near because of the continuous explosions that tossed up in the air you fragment incandescent.
At 10.04 o'clock the cruisers Birmingham, Rhine and the destroyer Morrisons drew near to them it turns and the commander of the Birmingham decided to berth in the Princeton.
The commander of the Princeton had taken, at 10.10 o'clock, the decision to make sgomberare a part of the crew. but at 10.20 o'clock you have to decide him to give the order of abandonment ship leaving on board only 240 men of the safety teams.
At 10.55 o'clock the Birmingham succeeded in berthing to the aircraft carrier, but it was very damaged from the contact, above all because of the rain of objects in flames coming from the set on fire aircraft carrier.
The cruiser Rhine and the fighter torpediniere Morrisons suffered analogous damages for the same reasons.
The sgombero was interrupted at 12.10 o'clock by the announcement of a second aerial raid nipponica. The second Japanese attack was a suit straw-covered bottle and the work lifesaving resumptions.
Toward the 15, the fires were decreased and the commander hoped to be able to save the ship. but. at 15.15 o'clock, a sailor signalled that the flames he was approaching to a deposit of torpedos.
At 15.23 o'clock. a terrible explosion tore the stern in the Princeton.
The commander and the last men embarked then him on the destroyer Gatling. The cruiser Rhine ended with the torpedos the unlucky aircraft carrier.
PORTAEREI USS PRINCETON CVL 23
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