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La Repubblica
Applausi e standing ovation alla Festa dell'Unità a Genova "La sinistra ha
le carte in regola, anche se c'è qualche matto..."
Prodi: "Per la pace in Iraq serve l'unità
dell'Europa"
"Le primarie servono a mobilitare. O si hanno i soldi, o il cuore" Gli
attriti con Rutelli: "Sono discussioni in famiglia"
10-09-2004
GENOVA - "Se vinciamo le elezioni politiche, dopo i primi cinque anni di
mandato non ho intenzione di rimanere il quel posto". Un impegno che dice di
prendere "solennemente" Romano Prodi, protagonista questa sera di un
dibattito con il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, alla Festa dell'Unità
a Genova. Un'accoglienza da star, quella riservata all'ex presidente della
Commissione Ue, richieste di autografi e standing ovation all'arrivo nella
Sala Berlinguer, riservata ai dibattiti. Ha chiarito i termini della
"discussione in famiglia" - così ha definito i recenti attriti con Rutelli
-, ha parlato di primarie e ribadito la sua proposta di attivare una
consultazione nel centrosinistra per la leadership, e si è soffermato sulla
questione irachena, rispetto alla quale "la sinistra italiana ha le carte in
regola - ha detto -, ma c'è sempre qualche matto". Il vero problema è la
"disunione europea" di fronte alla crisi. Iraq e ostaggi. "La voce comune
non può non essere ascoltata. Spero che sia più forte del rumore dei
bombardamenti". Così Prodi risponde alle domande sulla crisi irachena e la
vicenda degli ostaggi. "Abbiamo rivolto un appello anche ai leader iracheni
che abbiamo incontrato qui stasera - prosegue - spero che ci sia una volontà
comune per trovare la via per la liberazione di questi ostaggi. E l'Italia
dev'essere unita, non c'è alternativa". Sulla questione irachena, aggiunge,
"la sinistra italiana ha le carte in regola, ma c'è sempre qualche matto. I
matti però credo siano distribuiti simmetricamente a destra come a
sinistra". "L'antiamericanismo nella sinistra è finito - ha proseguito -
serve una posizione adulta sulla politica americana, come si fa con ogni
altro stato: non è, infatti, possibile dire che siamo contro il popolo ebreo
quando critichiamo la politica di Sharon. Con chi fa terrorismo - ha
concluso - per noi non ci può essere intesa o dialogo". In quanto al ruolo
dell'Europa, Prodi dice di non ritenere, "la disunione europea un fatto
provvisorio, ma ce la porteremo avanti qualche tempo, finché non avremo
delle regole sulla politica estera dell'Europa". E lamenta il fatto che "non
abbiamo nessuna politica comune su temi come la pace e la guerra e questo
non è ancora realisticamente possibile". Ma, avverte l'ex presidente della
Commissione Ue, "fino a quando l'Unione europea non avrà una politica estera
comune, non saremo in grado di rispondere ai bisogno del Medio oriente". Le
primarie. "Le primarie vanno fatte prima delle elezioni per ripulire il
pavimento dal sangue che scorre... per le primarie". Secondo Prodi, le
primarie in Italia "servono per mobilitare, per aprire un gran dibattito e
nominare un candidato. Non servono per pesare i partiti. Se ragioniamo in
quest'ottica sbagliamo del tutto. Abbiamo bisogno di persone che vadano in
giro e parlino alle persone. O si hanno i soldi - osserva - o si ha il
cuore". "Se vinceremo - aggiunge Prodi -, quello che farò non sarà un
governo contro i partiti: ci sono delle regole e, come per la Commissione
europea, le rispetteremo". Rutelli, "discussione in famiglia". "Ho il
diritto di parlare delle cose della Margherita perché ne sono tra i
fondatori. Fa parte della mia storia e della mia vita". Prodi sottolinea il
suo legame con la Margherita, e al direttore di Repubblica, che gli chiede
"Cosa sta succedendo tra te e Rutelli", risponde: "Lasciamo stare le mie
intemperanze giovanili che sono parte del dibattito. Non c'è nessun fatto
personale o di diversità radicale. Io ho una necessità - aggiunge -, siamo
vicini ad una sfida importantissima per il Paese che per me è una enorme
responsabilità. Ci troviamo come nei film americani, quando il prete, prima
di sposare, dice: 'Se c'è qualcuno che ha qualcosa da dire, lo dica subito o
taccia per sempre'". Tasse. Contro il suo avversario Silvio Berlusconi Prodi
usa il sarcasmo. "Le imposte non sono diminuite affatto, ma sono rimaste
almeno alte di quando noi eravamo al governo, ma noi con quelle tasse lì
abbiamo risanato il paese e questo con lo stesso livello di pressione
fiscale, forse ancora più alto, l'hanno distrutto". "Per favore - prosegue
Prodi animandosi - cominciamo a chiarire le cose, le parole e i fatti". "Il
problema - osserva - non è quello di alzare o abbassare le tasse, ma è un
problema di equità, di profonda equità". "Non solo le tasse non sono
diminuite - ribadisce il leader dell' Ulivo - ma è aumentata l' iniquità".
Prodi parla di un "demoniaco stringere i bulloni per obbligare le Regioni e
le Autonomie locali ad aumentare le imposte locali, in modo da dire 'non
sono stato io ma lui'". |