Raffica di rincari per il 2004...
5-01-04
CON LE nuove tariffe postali, che fanno registrare una diminuzione del costo
della Posta prioritaria ma un aumento di quello della Posta ordinaria, sono
scattati ieri i primi rincari del 2004. Nei prossimi giorni si dovrebbero
aggiungere quelli delle sigarette e dei pedaggi autostradali. Ma non
tarderanno ad arrivare anche quelli dell'Rc auto, dei servizi bancari, della
tassa sulla nettezza urbana. Senza contare che nel corso dell'anno sono
previste ulteriori impennate dei prezzi dei beni di genere alimentare e nel
settore dell'abbigliamento.
I consumatori calcolano che a fine anno dalle tasche degli italiani saranno
usciti circa 1.000 euro in più a famiglia rispetto al 2003, con una spesa
che alla fine del 2004 supererà in media i 28.000 euro. Questo, nonostante
le buone notizie sul fronte della bolletta del gas (che diminuirà del 2,4%
nei primi tre mesi del 2004 con un risparmio di 20 euro l'anno) e da quello
delle tariffe della luce (che non subiranno variazioni).
Ecco di seguito i principali rincari che caratterizzeranno il 2004.
Poste: sono scattate le nuove tariffe. Quella base di Posta prioritaria
(lettere fino a 20 grammi di peso), il servizio più usato dalle famiglie,
scende da 62 a 60 centesimi.
Ma aumenta la tariffa base della Posta ordinaria. Nel complesso le Poste
affermano che ci sarà un aumento medio di spesa di 2 euro l'anno a famiglia.
Introdotto anche il meccanismo del price cap, per cui le variazioni
tariffarie saranno d'ora in poi legate alla qualità del servizio.
Sigarette, alcolici, aerei: la Finanziaria 2004 prevede un aumento delle
accise sulle sigarette che, a conti fatti, si tradurrà in un rincaro medio
di 20 centesimi a pacchetto.
Grazie agli affetti dell'ultima manovra economica saranno più cari anche
birra e superalcolici, mentre viaggiare in aereo, con la nuova tassa sui
voli, costerà un euro in più.
Autostrade: dovrebbe arrivare entro gennaio l'aumento dei pedaggi, stimato
in media del 2%. La decisione definitiva dovrà essere presa nei prossimi
giorni dal Cipe, che darà il via libera all'intesa Anas-Autostrade spa che
prevede, a fonte del rincaro, investimenti per 4,8 miliardi di euro nei
prossimi dieci anni.
Nettezza urbana: secondo le previsioni dei consumatori la tariffa crescerà
nel 2004 di circa il 5,5%, passando da 185 a 197 euro l'anno, con un rincaro
cioè di 12 euro.
Rc auto: gli aumenti dovrebbero essere nel 2004 del 3,5%, cioè di circa 25
euro. La spesa media per la polizza raggiungerà quindi gli 870 euro.
Servizi bancari: dopo il +25% registrato dall'introduzione dell'euro a tutto
il 2003, l'incremento che i consumatori stimano per il 2004 è del 9%.
Abbigliamento e calzature: i prezzi di scarpe e vestiti saliranno dell'8%.
Alimentari: i rincari, secondo i consumatori, dovrebbero essere nell'ordine
del 6,5%.
Scuola: le spese per l'istruzione cresceranno del 4%, oltre i 460 euro
l'anno.
Alberghi, bar e ristoranti: neanche i pubblici esercizi saranno risparmiati
dai rincari. L'aumento sarà secondo i consumatori del 3%.
Mentre le
statistiche disegnano un paese più povero, a tal punto che anche qualche
riccone ha dovuto tirare la cinghia - e qualcun altro, tradotto in carcere,
se l’è dovuta perfino sfilare - monsignor Tremonti, il mago alambicchiere
del governo delle meraviglie, esulta: solo 38,2 miliardi di disavanzo
pubblico quest’anno!
Che detti così forse fanno poco impressione, ma che tradotti in lire si
avvicinano paurosamente alla soglia di quei centomila miliardi di lire che
erano la prassi di certi governi di vent’anni fa, quando l’inflazione
viaggiava a due cifre e gli italiani aspettavano l’”onda lunga”
dell’economia, così lunga che alla fine sarebbe arrivata fino ad Hammamet.
Il buco c’è e si vede bene, bello grosso e consistente, mica
le chiacchiere del 2001.
Un buco targato governo delle destre, malgrado il creativo ministro
squittisca diversamente, asciugandosi la fronte per essere riuscito a non
sforare la soglia dei 40 miliardi di euro.
Bene, bravo, bis!
A battere le mani c’è soltanto lui, perché malgrado la macelleria sociale e
i mille condoni in due anni di governo, il burrone ormai ce l’abbiamo
davanti.
Ben 12 miliardi di euro in più di disavanzo, fra il 2002 e il 2003, stanno a
testimoniare l’incapacità totale di questo governo di invertire la rotta, di
spostare il timone dell’Italia verso acque più tranquille.
Abbiamo l’euro più caro d’Europa e nel contempo il sistema
produttivo più fragile.
Le grandi imprese colano a picco, inseguendo il gioco delle tre carte e
allontanandosi dal loro core business; le piccole imprese non si sono
rinnovate, malgrado due leggi Tremonti (sempre lui..? E basta!!!),
continuando a risparmiare sulla ricerca, sui salari (che Bengodi la Biagi…).
I commercianti infine hanno assestato il colpo finale, pronti a scaricare la
responsabilità dell’aumento dei prezzi sulle filiere produttive e sulle
industrie.
Brutto gioco, questo dello scaricabarile, perché alla fine ci rimettono,
sempre e comunque, le famiglie, in primo luogo quelle a reddito fisso.
Il 2004 si apre così, malgrado i tiepidissimi segni di
ripresa nella Ue, con un’ Italia in affanno, che potrebbe anche aver finito
il percorso in salita ma non ha più il fiato per scattare.
Le brutte notizie dei magri consumi di fine anno non parlano più soltanto di
sfiducia – questa si che sarebbe una bella filiera da indagare.. – ma
puntano il dito accusatore sui soldi che non ci sono, sui portafogli vuoti
nelle case degli Italiani.
Il presidente imprenditore che si è detto capace di
trasformare l’Italia in una vitale azienda produttiva dovrebbe a questo
punto spiegarci, con parole semplici per carità e senza tabulati, come mai
abbiamo un disavanzo di cassa di 38,2 miliardi di euro e nello stesso tempo
l’Italia è diventata più povera.
Dove sono finiti quei soldi?
Forse anche loro alle isole Caimane?
Chi ha rubato la marmellata?
Soprattutto, come faremo a riequilibrare adesso il bilancio, visto che la
botte dei condoni e delle una tantum è stata raschiata a dovere ?
Margheritanews