Evasione
fiscale: scelta immorale e fondata su una bugia
19-02-2004
MILANO Professor Gorrieri, che ne pensa delle tasse? Ermanno Gorrieri,
ottantenne, è ancora uno dei più attenti osservatori della società italiana,
studioso e politico, laureato in giurisprudenza e, honoris causa, in
sociologia, tra i fondatori della Cisl e ministro del lavoro nel quarto
governo Fanfani. Il suo ultimo libro, pubblicato dal Mulino, è stato Parti
uguali tra disuguali e si apre con un capitolo in cui rivendica l’indissolubiità
dei termini “libertà” ed “eguaglianza”. Professor Gorrieri, che ne pensa
delle tasse e dell’evasione fiscale che secondo il nostro premier può essere
“moralmente autorizzata”? «Intanto direi che Berlusconi bara quando cita la
famosa aliquota del cinquanta per cento. Non è così: l’aliquota marginale
arriva al 45/46 per cento per le fasce più alte di reddito, la media è molto
più bassa... In merito al “moralmente autorizzato”, il giudizio mi pare non
sia in sintonia con la morale religiosa di qualsiasi religione e neppure con
l’etica laica che si è consolidata dalla riovoluzione francese in poi.
Insomma quello di Berlusconi è un giudizio assolutamente immorale». E
un’idea caricaturale del fisco come punizione... «Mentre chiunque sa che se
voglio andare all’ospedale, se voglio la scuola, se desidero che esista un
complesso di spese dello stato o degli altri enti, regioni o comuni, che
venga incontro alle mie necessità, le tasse le devo pagare...». Le tasse
come nesso tra stato e cittadini, tratto d’unione funzionale? «Certo e non
solo perchè in questo modo si soccorrono alcuni più deboli di altri, perchè
le strade o i ponti servono a tutti. Voglio cioè sottolineare non è solo una
questione di solidarietà sociale e di coesione: in nuce rappresentano
semplicemente il costo di determinati servizi e di determinate strutture,
costo che lo stato affronta per l’utilità dei cittadini». Però si è sempre
pronti a trovare giustificazioni di vario genere all’evasione fiscale...
Rubano tutti, è complicato pagare, c’è troppa burocrazia... «Nessuno di
questi argomenti è una giustificazione. Non è neppure complicato. Una volta
lo si diceva protestando, adesso ci sono i caf, i centri di assistenza
fiscale, che risolvono tutto per cifre assolutamente modeste. In realtà
qualcosa è venuto meno nella nostra cultura e quindi nella nostra morale.
Evidentemente l’insegnamento cattolico in un paese cattolico come il nostro
ha un po’ trascurato il settimo comandamento: non rubare...». Che cosa la
colpisce negativamente nel nostro sistema dei tributi? «Un’ingiustizia
palese, perchè i redditi da lavoro dipendente vengono accertati con assoluta
certezza, mentre per redditi di altra fonte, che riguardano commercianti,
professionisti e via dicendo, contano le dichiarazioni personali degli
interessati e le verifiche eventuali della guardia di finanza. Insomma i
trattamenti sono diversi e questa diversificata accertabilità è una fonte di
ingiustizia...». Che cosa ci manca? «Un forte senso dello stato. In compenso
crediamo sempre d’essere molto furbi».