LA SHOAH

La Shoah è un giorno per non dimenticare quello che è accaduto in un passato che ci appartiene e di cui dobbiamo prender atto, una realtà assai amara ma purtroppo vera. Un giorno che è come la benzina buttata sulle fiamme per alimentare il fuoco e renderlo vivo, in questo caso il fuoco è rappresentato da milioni di morti e dall’orrore e le fiamme sono il ricordo.

Una memoria molto dolorosa ma necessaria perché se è vero che l’uomo impara dai suoi errori, beh qui ha molto da imparare e correggere. Si dice che il tempo cancelli qualsiasi ferita ma non penso che esista un rimedio per una ferita così profonda e tormentosa; una vera coltellata nei cuori di chi è stato protagonista del dramma e nel cuore della società stessa perché una tragedia così mostruosa è come un chiodo fisso nella vita di ieri e di oggi delle nazioni.

La colpa dello sterminio ebreo non si può attribuire ad una sola persona perché è stupido pensare che un hitler sia riuscito da solo ad uccidere un intera popolazione; Primo Levi disse “..i mostri esistono ma sono troppo pochi per essere pericolosi; sono molto più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere..” Il pericolo è ancora più forte quando questi “uomini comuni” sono nazioni intere che ubbidiscono agli ordini dei capi senza analizzare i gesti che stanno compiendo o meglio senza voler analizzare per omertà, per paura, per convenienza…. Ed è stato proprio questo l’errore commesso dal popolo tedesco così come dal popolo italiano: non aver mai detto “No” ad un duce o ad un Furher perché per i Tedeschi era comodo eliminare gli ebrei che rappresentavano un ostacolo per la loro economia e, invece, per noi italiani ci voleva troppo coraggio per andare contro il “Grande Mussolini”. Ed i risultati di questi atteggiamento sono stati quelli che ben conosciamo, chi sa dove era il concetto di fratellanza e chi sa dove era la Chiesa.

Alessandro Silverio – classe III sez. E 

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27 GENNAIO: per non dimenticare

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