Luci e penombre nello sport? No, cerchiamo solamente la luce

Bianco e nero, ying e yang, luce e penombra, bene e male, sembra che ogni cosa di questo mondo abbia il suo contrario per potere esistere. Anche l'uomo, come diceva Baudelaire ha un lato diabolico che mette in evidenza quello angelico. Sembra che si viva in un mondo dei contrari. Questa cosa è valida anche nello sport? Si parla spesso dei momenti belli passati negli stadi, del sentimento superiore di fair-play di pari opportunità tra i partecipanti. Ma si deve guardare anche ciò che accade di negativo nelle competizioni sportive. Lo sport significa comprensione e tolleranza, vivere in armonia con tutto ciò che ci circonda. Lo sport fa affiorare quanto di meglio c’è in una persona, i suoi veri valori e sopprime l'orgoglio, le iniziative violente e distruttive che fanno parte del suo lato nascosto. Si considera l'uomo come un essere superiore che domina i suoi impulsi, che lo rende diverso dall'animale. Allo stesso tempo è obbligato a rispettare certe leggi ed a sottoporsi al controllo del suo spirito. Allora perché, esiste la violenza? Si può stilare un inventario impressionante sulle cause che determinano gli incidenti negli stadi, le aggressioni, le ingiurie inviate ai giocatori, agli arbitri o agli altri supporter. I nemici della fratellanza e del rispetto si individualizzano e sono presenti in ogni situazione di violenza: il consumo di bevande alcoliche, gli errori " talvolta innocenti " degli arbitri, l'implicazione del denaro e degli interessi dei potenti nel risultato di un concorso e si potrebbe continuare così all'infinito. Anche se esistono le sanzioni delle autorità, nella maggioranza dei casi il fenomeno della violenza si ripete abitualmente: multe, squalifiche, avvertimenti, ma niente è più efficace dell'impulso dell'uomo per esprimere la sua collera. Allora, cosa bisogna fare? Esiste un soluzione valida? Non siamo pessimisti ! La soluzione si trova vicino a noi ! Proviamo ad aprire i nostri occhi, i nostri cuori. Proviamo ad essere migliori e rispettare la vittoria dell'altro anche se ciò ci causa tristezza, non dimentichiamo che la cosa più importante è partecipare dignitosamente ad una competizione e non vincere e saremo campioni non sul campo ma nella vita.

Barbu Manuela, Puşcas Loredana, Paşcalău Florentina - Liceo "Simion Bărnuţiu" Şimleu Silvaniei - Romania

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In questo numero

Violenza con abito sportivo

Rosa Parks, una eroina per tutti

La tolleranza

La violenza non fa tendenza

Luci e penombre nello sport

La non-violenza

Bellum omnium contra omnes