Niente più “caro amico”, per comunicare oggi basta “ciao”

E' proprio vero: le nuove tecnologie si sono "impossessate del mondo"! Nella comunicazione epistolare, ad esempio, il "caro" è andato in pensione. E pensare che per secoli questa espressione ha introdotto le "vecchie" lettere, tanto vecchie quanto amate. Oggi la lettera cede il posto al computer con il quale abbiamo una comunicazione più semplice ed efficace. Ma cerchiamo di analizzare questi due tipi di comunicazione. In quella epistolare vi è un linguaggio di carattere per lo più formale. lnoltre, in una lettera, ritengo che si possano manifestare meglio i propri sentimenti ed esprimerli con più facilità. Spesso, quando il rapporto fra mittente e destinatario non è di amicizia, le lettere si aprono in forma ufficiale e convenzionale con espressioni quali: "egregio", "illustrissimo" o "esimio". Quando il rapporto fra chi scrive e chi riceve è amichevole, il linguaggio è quotidiano, colloquiale e, nell'apertura, è inevitabile il "caro". I saluti sono cordiali e si rispettano sempre le regole di una lettera tradizionale. Oggi, però, la comunicazione epistolare sta quasi del tutto scomparendo: si cerca un linguaggio più immediato. Così, le espressioni per così dire formali, sono state abbandonate per quelle più brevi, di impatto e che danno l'idea di un colloquio che non si è mai interrotto. Questo è il caso della posta elettronica, delle e-mail, mediante le quali il linguaggio è conciso, chiaro e viaggia in tempo reale anche all'altro capo del mondo. Un nuovo metodo di comunicare è quello consistente nel chattare: il destinatario riceve messaggi sullo schermo del computer e risponde in maniera immediata alle domande dell'interlocutore. Certo, tutto ciò è più comodo e più veloce, ma sta di fatto che il linguaggio usato (soprattutto dai giovani) è ricco di abbreviazioni, quali: "T.V.B."(ti voglio bene), "CMQ" (comunque),"X" (per),"XKè" (perchè) e tantissime altre che rendono più veloce il messaggio. Anche se a volte è proprio la nostra generazione a commettere di questi errori, dobbiamo riconoscere che questa comodità, può rilevarsi una forma di regresso perchè, a lungo andare, possiamo persino dimenticarci di come si scrivono le parole. Per una e-mail, quindi, è sufficiente un "ciao", anziché "caro" per stabilire un rapporto più familiare. La tecnologia ha abbreviato i tempi della comunicazione ma le lettere scritte a mano, anche se appartengono al passato, Iasciano in noi un ricordo piacevole e duraturo.

Irene Pandolfi (classe II sez. D)

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