LA FAME DI ACQUA

Circa tre quarti della Terra sono occupati dalle acque: vista dallo spazio, il colore azzurro è quello dominante nel nostro pianeta. Tuttavia, centinaia di milioni di persone non hanno quei cinque litri di acqua quotidiana necessari per sopravvivere, mentre nei paesi ricchi c'è chi ne consuma fino a 500 litri al giorno. Tre quarti dei 200 maggiori fiumi della Terra appartengono a due Stati e gli altri a tre o più, e questo provoca conflitti sanguinosi: ne è un esempio lo storico braccio di ferro tra Israele, Giordania, Siria e palestinesi per il controllo dei bacini idrografici dello Jarmuk e del Giordano fino al lago di Tiberiade, cosa che scatenò la "guerra dei sei giorni". "Casus belli" sono le dighe sul Tigri e sull' Eufrate come pure la questione indipendentista curda. Lo spettro della "guerra dell'acqua" è una vera e propria costante non solo in Medio Oriente, ma soprattutto in Africa. Basta un inverno più secco del solito e subito riappare il fantasma della siccità, capace di trasformarsi in breve in una sfida politica e militare per "l'ultima goccia". Di tutta l'acqua della Terra solo il 3% è dolce e di questa solo l' 11% è accessibile il resto è racchiuso nei ghiacciai, nelle calotte polari, oppure nell'atmosfera. E indispensabile trovare altre forme di approvvigionamento per placare la sete del mondo. In Cile, a tale riguardo, il futuro è già iniziato: vi è un luogo in cui si riesce a "spremere" dal cielo il liquido della vita. Un villaggio di Chungungo, un piccolo centro di pescatori affacciato sulla costa centro-settentrionale del Cile, è un paese costantemente avvolto dalla nebbia. Ma nessuno si sognerebbe mai di lamentarsi, infatti la nebbia è da qualche tempo la risorsa più importante per gli abitanti del villaggio, in quanto ha fornito loro qualcosa di prezioso di cui sono stati a lungo privi: l'acqua. Ciò è stato possibile attraverso un sistema di "spremitura" delle nubi, una tecnica che, secondo gli esperti, è applicabile anche in altre regioni del mondo che possiedono caratteristiche ambientali simili. Questo sistema di sfruttamento della nebbia, oltre a non comportare un forte investimento di capitali, ci aiuta a rispettare l' ambiente.

Casale Silvia, Cavaliere Irene, D’Aguanno Alessandra

 

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