IL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO (1)
Questa pagina e quelle che seguono sono
indirizzate a pazienti affetti da scompenso cardiaco e a soggetti che vogliono
approfondire questa problematica. Non si tratta di pagine per professionisti
(medici) ma per profani e quindi la trattazione sarà più che altro di tipo
divulgativo con un linguaggio quanto più possibile semplice e chiaro.
CHE COS’E’ LO SCOMPENSO
CARDIACO
Per SCOMPENSO CARDIACO si intende una sindrome,
cioè un insieme di sintomi e di manifestazioni patologiche, causate da un
progressivo peggioramento delle capacità contrattili del cuore. Il cuore non è
più capace di pompare il sangue agli altri organi nella quantità richiesta e
questo determina un peggioramento della funzione di tali organi (polmoni,
fegato, reni, muscoli, intestino, cervello ecc.). In tal modo il problema
interessa in modo progressivo tutto il corpo e questo spiega perché si possono
avere sintomi e disturbi differenti che originano da vari apparati ed organi.
LE CAUSE DELLO SCOMPENSO
CARDIACO
Lo SCOMPENSO CARDIACO costituisce la patologia
finale in cui evolvono pressoché tutte le situazioni che determinano una
lesione o una sofferenza a carico del cuore e delle sue componenti (miocardio e
valvole cardiache). Per tale motivo questa sindrome costituisce il punto di
confluenza comune della cardiopatia ischemica (causata da un problema
coronarico), delle cardiopatie valvolari (un malfunzionamento di una o più
valvole cardiache), della cardiopatia ipertensiva (lunghi periodi di
ipertensione arteriosa non controllata). Inoltre può essere originata da un
processo infettivo a carico del miocardio (miocardite) o può essere dovuta a
quelle che sono definite: "CARDIOMIOPATIE PRIMITIVE" (alterazioni genetiche
del muscolo cardiaco) nelle forme dilatativa o ipertrofica. La conseguenza
ultima di queste patologie è sempre quella di un insufficiente apporto di
sangue al resto del corpo.
TIPI DI SCOMPENSO CARDIACO
Esistono varie classificazioni delle SCOMPENSO
CARDIACO, ma possiamo distinguerne fondamentalmente due tipi: SISTOLICO e
DIASTOLICO.
Nello SCOMPENSO SISTOLICO prevale la ridotta
capacità contrattile del muscolo cardiaco e quindi la capacità sistolica
di pompare una quantità di sangue sufficiente.
Nello SCOMPENSO DIASTOLICO il muscolo cardiaco è
più rigido del normale e quindi la cavità ventricolare mostra una ridotta
capacità diastolica di accogliere una quantità sufficiente di sangue da
pompare successivamente in sistole.
La differenziazione sopra descritta non è così
netta, infatti ad una ridotta capacità contrattile (SISTOLICO) si può associare
una maggiore rigidità (DIASTOLICO) delle pareti ventricolari ed una maggiore
rigidità del ventricolo può nel tempo sfociare in una riduzione della sua contrattilità.
I pazienti affetti da cardiopatie anche di una
certa importanza possono essere inizialmente del tutto asintomatici, però con
l’andare del tempo inizia a manifestarsi una serie di sintomi che è bene
conoscere per tre motivi: 1) perché è il caso di segnalarli al proprio medico
curante affinché valuti la situazione e la gravità o meno del problema; 2)
perché possono costituire un segno di un peggioramento della funzione cardiaca;
3) perché possono essere il campanello di allarme che indica la necessità di
ricorrere al più presto alle cure di un medico.
·
DISPNEA ,
il cosiddetto affanno. Può essere presente solo quando si fanno sforzi di
una certa entità oppure può essere presente al minimo sforzo. Nei casi più
gravi si manifesta a riposo ed è aggravata anche dal semplice fatto di
sdraiarsi, costringendo il paziente a stare seduto o semiseduto (in questi casi
si parla di ortopnea). Talvolta può manifestarsi in forma grave ed
improvvisa durante il riposo notturno (cosiddetta dispnea parossistica
notturna) in questo caso è necessario ricorrere al più presto alle cure di
un medico o, nel caso la situazione migliori spontaneamente, è fondamentale
riferire l’episodio al medico.
L’entità della dispnea
in rapporto alla capacità lavorativa può fornire utili informazioni sulla
gravità e sull’andamento della disfunzione contrattile, per cui ogni variazione
del problema va segnalata al proprio medico. Tra l’altro questo sintomo è stato
utilizzato dalla New York Heart Association per preparare una classificazione
(cosiddetta Classificazione NYHA) che permette
di avere un’idea della gravità della disfunzione
contrattile.
·
Classe NYHA I: il paziente svolge le normali attività fisiche senza
affanno (condizione di normalità).
·
Classe NYHA II: il paziente sta bene a riposo ma nello svolgere le normali
attività fisiche avverte un moderato affanno (stato patologico di moderata
gravità).
·
Classe NYHA III: il paziente sta bene a riposo ma avverte un notevole
affanno nello svolgere attività fisiche anche modeste (stato patologico di
gravità medio-importante).
·
Classe NYHA IV: il paziente è affannato anche a riposo e qualunque
attività fisica anche lieve gli risulta faticosa o impossibile (stato
patologico di notevole gravità).
·
EDEMI ed AUMENTO INSPIEGATO DI PESO. Per problemi circolatori e non necessariamente della
funzionalità renale, il corpo elimina meno liquidi di quelli che introduce con
i cibi e con l’acqua. Questa ritenzione idrica determina l’accumulo dell’acqua
in alcune zone del corpo, in particolare quelle che per le posizioni assunte
dal soggetto sono più in basso (un effetto della gravità).Infatti nella maggior
parte dei casi l’acqua tende a raccogliersi nelle gambe iniziando dalle
caviglie e dai piedi per poi salire alle gambe, però se si tratta di pazienti
che stanno molto spesso sdraiati l’acqua può raccogliersi oltre che nelle
gambe, a livello dell’osso sacro. In altri casi l’acqua può raccogliersi
nell’addome, per cui il paziente rileva un aumento del proprio peso non
correlato all’aumento dell’alimentazione ed un gonfiore addominale, senza avere
edemi delle gambe. In ogni caso vale quanto detto sopra per la dispnea, è
necessario riferire al proprio medico la comparsa o l’aumento di edemi o del
peso, specie se ciò è avvenuto in tempi rapidi (2-3 giorni).
·
FATICA. Oltre alla dispnea
il paziente può accusare un affaticamento più o meno marcato facendo sforzi
oppure un senso di astenia anche a riposo. Il problema può essere legato ad un
peggioramento del quadro clinico, ad eventuali problemi concomitanti di altra
natura (anemia, rallentamento eccessivo della frequenza cardiaca, ipotensione)
o ad un effetto dei farmaci prescritti (rallentamento eccessivo della frequenza
cardiaca, ipotensione). La comparsa o il peggioramento di questo sintomo va
riferita al medico sia per indirizzare eventuali ulteriori accertamenti, sia
per ridurre o modificare il dosaggio ed il tipo di farmaci usati.
·
ANGINA. Questo sintomo
riguarda prevalentemente i pazienti affetti da Cardiopatia ischemica e che in
genere conoscono già le sue caratteristiche. La cosa importante da sottolineare
non è il semplice sintomo ma una eventuale variazione della sua incidenza. In
particolare qualora il paziente dovesse rilevare un aumento della frequenza
degli episodi, specie se con tendenza a farsi più ravvicinati, e/o un
abbassamento della soglia di insorgenza (cioè angina che si manifesta per
sforzi più lievi che in precedenza) è bene che consulti in tempi brevi il
proprio medico per un consiglio.
·
BATTITO IRREGOLARE. I
pazienti affetti da scompenso possono presentare aritmie cardiache che
modificano la sensazione che essi hanno della ritmicità del proprio cuore. Le
aritmie possono essere sporadiche (per esempio, senso di battito mancante o di
"vuoto al petto") e alternarsi a periodi di battito regolare o
frequenti e costanti. In particolare in questo secondo caso il paziente può
avvertire la sensazione di battito lento (cosiddette bradiaritmie) o di battito
molto veloce (cosiddette tachiaritmie), questi effetti possono essere dovuti all’azione
dei farmaci prescritti o ad un eventuale peggioramento della situazione. In
ogni caso è bene consultare in tempi relativamente brevi il proprio medico per
avere un consiglio, inoltre nel caso che tale sensazione si associ ad astenia,
vertigini, senso di mancamento, scomparsa della vista o ad una vera e propria
PERDITA DI COSCIENZA è necessario consultare il medico con urgenza o ricorrere
al Pronto Soccorso.
·
TOSSE. La tosse, oltre
che ad eventuali problemi bronchiali, può essere dovuta principalmente a due
motivi: 1) un inizio di eccessiva ritenzione idrica con ristagno di liquido a
livello polmonare (in questo caso è più marcata in posizione sdraiata); 2) un
effetto collaterale di farmaci (gli ACE-INIBITORI). In tutti e due i casi è
bene segnalarla al proprio medico.
QUANDO CONTATTARE IL
MEDICO
(Tabella proposta dall’ AREA SCOMPENSO
dell’A.N.M.C.O.)