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Scacchista curioso

“Yo sé, con darle una mirada,

todo lo que envuelve una posiciòn.

Otros adivinan…… però yo sé”

(Io so che cosa implichi una posizione,

dandogli un semplice sguardo.

Gli altri indovinano…… io invece lo so)
Jose Raul Capablanca

I segreti della macchina degli scacchi

Jose Raul Capablanca, cubano, Campione del mondo dal 1921 al 1927 è uno dei miti assoluti della storia degli scacchi. La sua tendenziale imbattibilità nel gioco, tanto che si arrivò a soprannominarlo “la macchina degli scacchi” tanto appariva perfetto il suo stile, ha creato innumerevoli aneddoti quasi mitologici e folle intere di emuli dello stile del grande cubano. Lo stile di Capablanca è un qualche cosa di talmente originale e particolare che si può riassumere in pochi tratti descrittivi una manovra di contropartita precisa ed essenziale, una incredibile perizia nei finali uniti ad una capacità di pianificazione tra le più complete e precise della storia degli scacchisti moderni. Il tutto innaffiato da una incredibile rapidità nel gioco. Infatti Capablanca era anche un praticamente imbattibile giocatore lampo. Apparentemente sembrava sempre distaccato e calmo e non permeava mai un particolare stato d’animo visibile. Un uomo apparentemente gelido, imbattibile e che vinceva con precisione e semplicità in maniera spesso assai rapida e che sin dall’inizio si aggiudicava la grande parte dei tornei ai quali partecipava, poteva facilmente ispirare l’immaginario collettivo, e giornalistico, di somigliare molto da vicino ad una autentica “macchina scacchistica”. Ma tutto questo corrispondeva alla realtà? Davvero “Capa” non era umano tanto quanto me o chi scriveva di lui a quei tempi? In realtà lo era assai di più di quello che si pensasse, ma andiamo per ordine e descriviamo alcuni fatti della vita e della carriera di questo straordinario giocatore di scacchi.
Tutto all’inizio appare in lui straordinario. Jose Raul Capablanca y Graupera nacque a Castillo del Principe, sede della guarnigione militare spagnola dell’Havana, il 19/11/1888; la sua famiglia era particolarmente agiata poiché era figlio di Jose Maria Capablanca vice-comandante militare dell’esercito spagnolo a Cuba, in quanto Cuba, colonia spagnola allora, sarebbe divenuta indipendente solo 10 anni più tardi, e di Maria Graupera. Egli stesso raccontò di avere appreso il gioco degli scacchi ad appena 5 anni osservando il padre giocare, sfidandolo e battendolo a quella tenera età. Per questo fatto fu portato in un club scacchistico della città ed affidato alle cure di uno dei più importanti giocatori cubani, il maestro Golmayo, ed a 13 anni già ritenuto uno dei più forti giocatori di Cuba batté Corzo in un match per il titolo di campione nazionale. Già da questo primo episodio tutto quello che da lì in poi Capablanca ha a che fare con gli scacchi diventa assolutamente straordinario e particolare. Studente di ingegneria alla Columbia University frequenta assiduamente il Manhattan Chess Club, che diverrà il suo circolo ufficialmente per tutta la vita, e lì si dimostra presto il più forte giocatore. Lasciando da parte gli studi per gli scacchi nel 1908 intraprende una tournee di oltre due mesi negli Stati Uniti giocando oltre 560 partite in simultanea perdendone una dozzina e 130 partite amichevoli con vari giocatori che furono in grado di batterlo appena 2 volte. Fu dietro il clamore di tutto questo che fu organizzato il famoso match contro, il campione statunitense Marshall del 1909, ove quest’ultimo fu letteralmente distrutto con il tondo punteggio di 8 vittorie ad 1. Nel 1910 Capablanca vinse perentoriamente il campionato degli stati americani giocato a New York e gli organizzatori del torneo di San Sebastian, in Spagna, l’anno successivo lo invitarono a partecipare. Frequentato da grandi del calibro di Rubinstejn, Nimtzovitch e tutto il ghota scacchistico dell’epoca escluso Lasker, la presenza di “Capa” era malvista in special misura da Nimtzovitch e Bernstejn. Troppo giovane il cubano, e poi non aveva mai giocato contro “veri maestri” prima di quel momento. Il risultato storico è noto: Capablanca vinse il torneo, batte Bernstejn vincendo il premio di bellezza, stupì il mondo ed avviò una carriera assolutamente straordinaria. Da lì a dieci anni conquistò il campionato del mondo partecipò a 10 tornei internazionali vincendone 7 ed arrivando secondo in tutti gli altri; di questi tornei ben quattro finirono vinti senza ricevere sconfitte e catalogando “l’enormità” di ben 8 sconfitte a fronte di ben 102 (!) vittorie in 152 partite totali. Risultati da autentico rullo compressore ed è più che ovvio che i contemporanei ritenessero “Capa” un’autentica “macchina” dal momento che le sue sconfitte si potevano contare sulle dita di due mani. E come biasimarli? Un perfetto fenomeno scacchistico. Bisogna anche dire che il fenomeno Capablanca appariva perfetto anche per diversi aspetti. Ricco di famiglia, svolgeva il lavoro di diplomatico per il governo cubano. Era anche affascinante ed amante della bella vita e ben corrisposto dalle donne naturalmente. Giocava benissimo anche a Bridge ed a Wist ed oltre alle partite ufficiali in questo decennio giocò decine di esibizioni e simultanee dove il rapporto sconfitte/vittorie non cambiava affatto anche se non rimane, ahinoi, nessuna attendibile documentazione di questa fiorente attività. In più il suo alone di straordinarietà cresceva ancora di più solo se si pensa che in pratica riusciva ad ottenere tutto quanto si prefiggesse di ottenere. Ciò culminò chiaramente quando nel 1921 prese il titolo di campione del mondo a Lasker, che lo deteneva da ben 27 anni consecutivi, infliggendogli 4 sconfitte senza subirne ed in pratica costringendolo all’abbandono. Eppure sembra assurdo ma proprio la conquista del titolo mondiale rappresentò per il cubano un culmine di carriera al quale puntualmente corrispose la discesa anche per lui come avviene per tutte le cose umane. Il Capablanca sino al 1921 era il fenomeno, lo straordinario outsider di lusso che scardinò in maniera convincente tutti gli ostacoli che gli si frapponevano davanti. Tanto era convincente tutto questo che egli stesso in parte se ne convinse affermando che la fine del gioco degli scacchi sarebbe presto sopraggiunta dal momento che i margini massimi di miglioramento possibile sarebbero presto stati raggiunti. E fu anche per questo che propose una nuova versione del gioco con una scacchiera 10x10 e due nuovi pezzi in più oltre a dieci pedoni. Fantasie che naturalmente non presero molto piede e per nostra fortuna il buon Capa si sbagliava di grosso e ben presto avrebbe invece imparato quanto negli scacchi pesi l’arte della poca modestia. In realtà non si può certo dire che Capablanca fosse un uomo superbo e pieno di sé, che anzi era assai affabile e riconosciuto da tutti come un autentico gentleman, ma ahimè anche lui qualche volta indulgeva in commenti benevoli nei propri confronti e qualche volta gli andava male il tiro. D’altronde che cosa mai ci si sarebbe potuto aspettare da un uomo universalmente considerato sempre al top e da tantissimi largamente lodato ed incensato? Possenti dosi di falsa modestia? Questo sarebbe stato certamente chiedere troppo. In realtà Capablanca non perdeva nemmeno troppo tempo nell’autostima, cosa più frequente da trovare in giocatori quali Alekhine, Nimtzovitch e Tarrasch piuttosto che in lui, ma tendeva ad essere in realtà quanto più sincero possibile proprio per carattere e qualche volta questo presupponeva proprio la autostima. Ma spesso Capa, sia nel bene che nel male, non era molto preciso nel giudicare se stesso. Lo erano assai di più gli altri nel giudicare lui invece. In quel 1921 accade un qualche cosa di particolare che segna un cambiamento. Decisamente convinto che non ci fossero molti altri obiettivi negli scacchi e divenuto l’uomo da battere, Capablanca assume sembianze molto più umane che prendono il posto degli ingranaggi della macchina. Egli celebra la sua vittoria mondiale con un’altrettanto prestigiosa vittoria di torneo a Londra nel 1922 davanti ad Alekhine vincendo 11 partite e perdendone, come al solito, nemmeno una. Nella sede di questo torneo rende note anche le condizioni con le quali intende mettere in palio il proprio titolo mondiale, e tali condizioni passano alla storia come “regole di Londra”. Dopo questo trionfo il Capa supervincitore lascia il posto ad un altro uomo molto più reale e molto meno macchina. Quest’uomo per ben 4 anni perde se stesso; dal 1923 al 1926 Capablanca partecipa a soli 3 tornei vincendone solo 1 con 23 vittorie ed appena 3 sconfitte. Inanella quindi un risultato che, in termini assoluti, sarebbe lusinghiero per chiunque ma certamente deludente per lui e per i suoi standard. Purtroppo quei tornei rispondevano anche al nome di New York 1924 (2° dietro a Lasker), Mosca 1925 (3° dietro a Bogoljubov e Lasker di nuovo!) e Lake Hopatcong 1926 l’unico vinto ma di gran lunga più debole di tutti. Carriera molto rarefatta quindi, con risultati che vedono sempre precederlo proprio quel Lasker così tanto ridicolizzato in quel 1921 straordinario che pareva lontano anni luce. In questo stesso periodo il più accreditato dei suoi avversari, Alekhine, conseguiva una serie concreata e robusta di successi. Tutto questo bastava per rendere Capablanca al minimo preoccupato del suo stato di forma, senza dimenticare che da più parti oramai si reclamava la difesa di un titolo già vecchio di 5 anni. Nel 1927 si concretizza quello che per Capablanca sarà l’anno cruciale di tutta la sua carriera. Un anno contraddittorio in realtà e che comincia in modo ingannevole per lui. Nel marzo la partecipazione al torneo di New York, riedizione della precedente del 1924 ma in questo caso il torneo non era proprio di prima grandezza: oltre a Lasker e Rubinstejn latitavano altri forti giocatori ma era pur sempre il test più importante degli ultimi 4 anni almeno. Qui Capa ebbe modo di dichiarare che avrebbe sfidato per il titolo il vincitore del torneo oppure il secondo classificato qualora il vincitore fosse stato lui stesso, con il regolamento fatto conoscere a Londra nel 1922. Detto, fatto; vinse Capablanca realizzando 8 vittorie e zero sconfitte con una prestazione superlativa ed il genio assoluto sembrava essere ritornato, ma arrivò secondo proprio il più pericoloso di tutti gli avversari possibili: Alekhine. Una promessa è un debito e nel settembre del 1927, a Buenos Aires, cominciò la sfida mondiale contro Alekhine. Il match tanto atteso fece storia: fu uno dei più lunghi in assoluto (34 partite), con il più alto numero di patte (25), importantissimo dal punto di vista teorico e sportivo e Capablanca perse! In questa occasione il cubano subì il maggior numero di sconfitte da lui patite prima, ed anche dopo, in un singolo evento (6) e perse il titolo a favore di Alekhine oltre a posizionare il proprio morale sotto i tacchi. Se il primo Capablanca, quello dal 1908 a 1921 per intenderci, era stato “la macchina”, l’uomo delle meraviglie, il secondo, quello che era seduto sul gradino più alto, e ridivenuto uomo all’improvviso e questo si era maggiormente avvertito proprio con il tonfo di Buenos Aires. Se Capa era stato un grande candidato al titolo, probabilmente il più grande, non è stato, purtroppo per lui, un grande campione del mondo regnante. Gesta ben più importanti furono compiute prima di lui e dopo di lui dai campioni in carica e si deve ammettere con il senno di poi che lui non seppe essere all’altezza. Il terzo Capablanca, quello che va dal 1928 sino alla fine della carriera, è invece un uomo che corre, corre all’inseguimento del titolo perduto (quello che lui molto immodestamente e chiaramente definiva “il mio titolo”), che per il quale però non gli verrà mai più concesso di competere. Senz’altro comunque accreditatissimo nuovamente come sfidante, non ebbe mai la rivincita in quanto Alekhine si guardò bene dal concedergliela. La rincorsa passò attraverso i più importanti tornei, dove vennero vittorie sì ma anche delusioni ed appuntamenti mancati con il primo posto. Capa allora si rese pesantemente conto che non solo gli scacchi non erano affatto finiti, ma ci fu presto qualcuno in grado di strappargli punti e di affiancarlo al top del mondo per spesso anche superarlo in torneo e talvolta batterlo. Capablanca rimase sempre un giocatore di prima grandezza, che vinceva tanto e perdeva pochissimo, ma anche che qualche volta, e purtroppo più spesso di prima, non approdava nelle prime posizioni dei tornei trovando spesso chi lo precedeva. Bisognava fare i conti, oltre che con Alekhine, che diventò un campione assai longevo, con giocatori che rispondevano al nome di Keres, Flohr, Fine, Reshewsky, Botvinnik, Euwe, insomma con i possenti giocatori della nuova leva che non partivano più da un gradino più in basso rispetto ai mostri sacri come lui. Prima Capa era quasi unico sul tetto del mondo ma adesso aveva molta, troppa forse, concorrenza. Con il tempo il cubano si accorse che in questa lunga rincorsa e, per lui, senza meta, non era più solo. Il mito si interruppe all’improvviso esattamente come nacque. Questo grande della storia scacchistica trovò immatura morte, a causa di un aneurisma cerebrale quasi fulminante, il giorno 8 marzo 1942 a New York proprio mentre si trovava nei locali del Manhattan Chess Club. La vita gli aveva tributato la gioia di un’esistenza mitica, ma non quella di una serena e duratura vecchiaia. Quasi in una maniera beffarda la macchina si era, come tutti i macchinari, usurata e rotta all’improvviso.

Le statistiche della macchina

L'uomo

  • Capablanca è nato il 19/11/1888 ed è morto il 08/03/1942. E’ quindi vissuto 53 anni 3 mesi e 19 giorni. Si può quindi considerare che Capablanca per gli standard di oggi è morto piuttosto giovane.

  • Considerando il 1908 come anno di partenza della sua carriera diciamo che essa è durata 34 anni circa, che in sé è invece da considerare piuttosto lunga.

  • Inoltre Capablanca non dipendeva affatto dagli scacchi. Aveva un’origine agiata e cospicui lasciti dai genitori. Aveva un’ottima sinecura diplomatica ed il titolo di “ambasciatore generale straordinario e plenipotenziario del governo cubano nel mondo”. I soldi vinti nei tornei e guadagnati da le altre attività che avevano a che fare con gli scacchi quindi si aggiungevano al tutto. Egli non ebbe quindi i problemi di sopravvivenza puri e semplici che spesso affiggevano i suoi colleghi.

  • Capablanca si sposò due volte e sempre con donne mai meno che bellissime. Il primo matrimonio avvenne con Gloria Simoni Betancourt nel 1921, da cui nacquero due figli: Jose Raul Jr. nel 1923 e Gloria Jr. nel 1925. Divorziato nel 1937 si risposò l’anno successivo con una principessa russa fuoriuscita: Olga Chagodeaff. Le cronache dicono che quest’ultima, più giovane di 15 anni di lui, fosse di una bellezza folgorante e ricca di famiglia.

  • Le cronache riferiscono che oltre allo spagnolo, sua lingua madre, parlasse l’inglese perfettamente e senza particolari inflessioni oltre ad un eccellente francese. Inoltre sembra che se la cavasse bene anche con il russo.

  • I suoi amici dell’epoca riferiscono in più fasi che Capa fosse un ottimo compagno di circolo e che giocasse volentieri praticamente con chiunque. Giocava volentieri anche nella specialità lampo e concedeva innumerevoli simultanee. A parte le partite ufficiali infatti si riferisce che abbia giocato oltre 3500 partite amichevoli, di esibizione, simultanee od in consultazione. Di queste partite rimangono pochissimi esempi noti e non risultano statistiche ufficiali. Giocava facilmente anche alla cieca ed anche per un nutrito numero di partite contemporaneamente.

La carriera

Tornei: giocati 36 (giocate 469 +264 =179 -26)

  • 1° posto: 21 volte (1 a parimerito)
  • 2° posto: 10 volte (2 a parimerito)
  • 3° posto: 2 volte (1 a parimerito)
  • Altre posizioni: 3 volte

Match: giocati 6 vinti 5 (giocate 99; +26; =63; -10)

  • Miglior Piazzamento: 1° (21 volte)
  • Peggiore Piazzamento: 7° (1 volta)

Elenco dei tornei vinti:

  • New York 1910
  • San Sebastiano 1911
  • New York 1913
  • New York Rice Memorial 1913
  • New York 1915
  • New York Rice memorial 1916
  • New York 1918
  • Hastings 1919
  • Londra 1922
  • Lake Hapatcong 1926
  • New York 1927
  • Budapest 1928
  • Berlino Taglebatt Turnier 1928
  • Ramsgate 1929
  • Budapest 1929
  • Barcellona 1929
  • Hastings 1929
  • New York 1931
  • Mosca 1936
  • Nottingham 1936 (a parimerito)
  • Parigi 1938

Elenco dei match vinti:

  • Capablanca-Corzo 7-6 (Havana 1901)
  • Capablanca-Marshall 15-8 (New York 1909)
  • Capablanca-Kostic 5-0 (Havana 1919)
  • Capablanca-Lasker 9-5 (match del Campionato del mondo Havana 1921)
  • Capablanca-Euwe 6-4 (Rotterdam/Amsterdam 1931)
  • L’unico match perso in carriera è Alekhine-Capablanca= 6-3 (18,5-15,5) (Match del campionato del mondo Buenos Aires 1927). N.b. Le patte non venivano conteggiate.

Il gioco

Partite giocate conosciute attualmente: 625

  • Partite ufficiali: 584. In manifestazioni ufficiali 485 (+271=188-26) di cui 16 (+7=9-0) alle olimpiadi. In match 99 (+26=63-10) di cui 48 (+7=35-6) per incontri mondiali.
  • Altre partite: 41. In amichevole 15 (+11=2-2). In simultanea/esibizione 22 (+11=4-7). In consultazione 4 (+4=0-0).

Risultati

  • Assoluti +323=257-44 (su 624 partite conosciute); 72,35% dei punti disponibili (+51,76%, =41,18%, -7,05%).
  • Bianco +168=114-20 (su database disponibile di 583 partite); 74,75% dei punti disponibili (+55,81%, =37,87%, -4,98%).
  • Nero +123=134-24 (su database disponibile di 583 partite); 67,61% dei punti disponibili (+43,77%, =47,68%, -8,54%).

Partite

  • Numero di matti dati: 7
  • Numero di matti subiti: 0
  • Vittoria più rapida: 11 mosse (Capablanca-Colle Budapest 1929)
  • Vittoria più lunga: 89 mosse (Bernstejn-Capablanca New York 1915)
  • Patta più rapida: 12 mosse (Capablanca-Rabinovich Mosca 1935)
  • Patta più lunga: 100 mosse (Capablanca-Lasker Em. St. Petersburg 1914)
  • Sconfitta più breve: 13 mosse (Capablanca-Kevic Simultanea New York 1924)
  • Sconfitta più lunga: 82 mosse (Capabalnca-Tarrasch St. Petersburg 1914, Alekhine-Capablanca Buenos Aires 1927, Eliskases-Capablanca Semmering 1937)

Tipologia di partite giocate

  • A00/A99: 71(bianco +21=13-2 nero +19=14-2)
  • B00/B99: 34 (bianco +4=3-4, nero +14=9-0)
  • C00/C99: 176 (bianco +61=23-9, nero +43=33-7)
  • D00/D99: 230 (bianco +62=60-5, nero +28=66-9)
  • E00/E99: 72 (bianco +20=15-0, nero +19=12-6)

Risultati con i principali giocatori del periodo

  • Alekhine Alexander: +9=33-7
  • Lasker Emanuel: +6=16-2
  • Rubinstejn Akiba: +1=7-1
  • Nimtzovitch Aaron: +5=6-0
  • Tarrasch Sigbert: +2=3-1
  • Marshall Frank: +21=27-2
  • Reti Richard: +5=2-1
  • Euwe Max: +4=13-1
  • Bogoljubov Efim: +5=2-0
  • Yates Frederick: +8=3-0
  • Spielmann Rudolf: +2=8-2
  • Gruenfeld Ernst: +0=2-0
  • Tartakower Xavier: +4=8-0
  • Corzo y Principe Juan: +6=6-3
  • Botvinnik Mikhail: +1=5-1
  • Fine Rueben: +0=5-0
  • Keres Paul: +0=5-1
  • Vidmar Milan: +3=6-0
  • Bernstejn Ossip: +7=0-0
  • Yanowsky David: +8=1-1
  • Maroczy Geza: +3=5-0
  • Flohr Salomon: +2=8-1
  • Reshewsky Samuel: +1=4-1
  • Kostic Borislav: +5=5-0
  • Colle Edgar: +3=0-0
  • Znosko-Borowsky Eugene: +3=0-1

Carlo Petricci

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