AREE ARCHEOLOGICHE
Se si eccettua il caso della
Montagnola di Marineo ove sono stati già avviati scavi a
cura del competente organo preposto, per cui sono noti (anche se
parzialmente) origine e stratificazione di un importante centro
abitato preistorico, per tutti gli altri luoghi, delineati come
aree di interesse archeologico, la presenza di insediamenti umani
è attestabile solo da resti di superficie. In generale questi
siti presentano le caratteristiche fisiche proprie dei luoghi scelti
dalle popolazioni indigene per gli insediamenti stabili dell' VIII
- VII sec. A. C.: alture a dominio delle vallate fluviali (principali
vie di comunicazione tra costa ed entroterra) e di difficile accesso;
ciò al fine di assolvere la duplice funzione di luogo difendibile
e posto a controllo dei traffici commerciali interni. In tali insediamenti
in genere la vita si è protratta, con o senza soluzione di
continuità, sino al XIII-XIV sec. D.C. e ruoli e funzioni
assolti dai singoli centri nel corso dei secoli sono solo supposti
dagli esperti. Diventa difficile definire quale è stata in
origine la reale costruzione del paesaggio antropico nell'entroterra,
fino a quando supposizioni fatte fino ad ora non troveranno conferma
attraverso una sistematica campagna di scavi.
LA MONTAGNOLA
La collina, posizionata al centro di una fertile vallata, presenta
versanti costituiti da pendii ripidissimi alla cui sommità
si accede agevolmente solo dal lato est, dall'attuale centro abitato
di Marineo, seguendo la strada che porta al cimitero.La montagnoladomina
verso N-E il mare, verso N-O la bassa valle dell'Eleuterio e verso
sud il vasto territorio del Cappelliere fino a Rocca Busambra. Gli
scavi archeologici fin qui condotti confermano la presenza di un
insediamento esistente già nell'VIII sec. A. C.. Per la sua
particolare configurazione il sito si presta ad ospitare un insediamento
stabile e sicuro, grazie anche alle generali condizioni del territorio
circostante: terreni agrari adatti alla cerealicoltura, ricchezza
di acqua, presenza di un esteso bosco che garantisce legname, pascolo,
cacciagione e frutti. L'insediamento della Montagnola, di cui ancora
non si conosce il nome originario, divenne presto il più
importante fra i centri sorti lungo la valle dell'Eleuterio
controllava
l'unica, rilevantissima, strada in cui transitavano i traffici che
provenivano dal Mediterraneo (dai porti di Selinunte e di Agrigento),
dai centri del Belice e dell'Eleuterio
poteva bloccare le merci
che provenivano dal Tirreno dirette all'interno: questa posizione
privilegiata rendeva la Montagnola arbitra della viabilità
di un ampio territorio interno
. ( I. Tamburello).
Lo splendore e l'importanza di questo insediamento vanno quindi
ricercate nel ruolo di cerniera che esso svolgeva tra costa ed entroterra.
La sua potenza politica ed economica resiste ininterrottamente fino
al XV sec. D.C.
PIZZO CHIARASTELLA
Chiarastella è un rilievo calcareo la cui massima quota raggiunge
i 668 m. s.l.m., incuneato tra il torrente Bagni ed il vallone Buffa,
entrambi affluenti del Fiume Milicia. I versanti nord ed est presentano
pendii molto ripidi e strapiombi, in modo da risultare facilmente
accessibile solo dai lati sud e sud- ovest; proprio nei versanti
più ripidi esistono delle cavità naturali, idonee
ad ospitare l'uomo preistorico, la cui presenza è confermata
dai reperti neolitici provenienti da questo luogo esposti al Museo
Geologico ed al Museo Nazionale di Palermo. Se si considera che
il territorio circostante è ricoperto da bosco fino a tempi
relativamente recenti come testimoniano alcuni toponimi (C.da Suvarita,
C.zo Suvareddi, C.da Ilice) e che la vallata sottostante è
tra le più fertili della zona, si spiega come Chiarastella
sia stato luogo abitato, probabilmente in modo continuo, dalla preistoria
sino al medioevo.
Dalle esplorazioni di superficie sono stati identificati almeno
tre villaggi appartenenti ad epoche diverse, mentre sulla sommità
rimangono evidenti i resti di un'imponente struttura in pietra,
probabilmente un castello medievale documentato da fonti archivistiche
del 1121. La testimonianza più importante rimane l'edificio
dei Bagni di Cefalà che sorge proprio ai piedi del rilievo,
e che non può non aver avuto relazione con l'insediamento
(o insediamenti) sovrastante; si ritiene quindi che il nome Cefalà
sia solo stato trasferito all'attuale Cefalà Diana dal villaggio
bizantino- arabo che sorgeva sul monte Chiarastella .
PIZZO NICOLOSI
Estrema propaggine ovest del massiccio di Rocca Busambra, ad una
quota di 937 m., Pizzo Nicolosi domina l'intera vallata del fiumeFrattina
(Belice Sinistro), nonché l'intero manto boschivo che si
estende ai piedi di Busambra. La notevole presenza di acqua ed i
ripidi versanti dell'altura, assicurano quelle condizioni necessarie
agli insediamenti delle popolazioni Sicane; a questo periodo riportano
infatti i resti raccolti in superficie. L'insediamento sorto su
Pizzo Nicolosi, contemporaneo a quello della Montagnola, rappresenta
una formidabile postazione di controllo sugli intensi traffici che
avevano luogo a partire dall'Eleuterio e attraverso il Belice Sinistro
sfruttavano questa via di penetrazione proseguendo verso la parte
più interna dell'Isola. Al contrario della Montagnola, questo
luogo è stato abbandonato ai tempi della conquista romana
per scomparire del tutto in età tardo imperiale.
PIZZO DI CASA
Sito privilegiato per il controllo di una vasta porzione di territorio,
con i suoi 1211 m. d'altezza, Pizzo di Casa domina verso nord-est
l'intera piana di Vicari segnata dal corso del Fiume Azzirolo e
verso sud-est la vallata del Fiume Mendola, entrambi affluenti del
San Leonardo in cui confluiscono proprio sotto l'attuale Vicari.
Il luogo presenta le caratteristiche fisiche tipiche degli insediamenti
dell'VIII sec. A.C. ed i frammenti di superficie confermano la presenza
di popolazioni indigene in questo periodo. Più consistenti
i resti risalenti all'età greca che fanno supporre l'esistenza
di un vasto villaggio scomparso durante la dominazione dei Romani
,i quali prediligevano luoghi aperti e collinari per gli insediamenti
stabili. Pizzo di Casa è stato identificato come il sito
del Casale medievale di Hasù, descritto dal geografo Idrisi
come un pacifico luogo abitato da uomini le cui attività
principali erano sostanzialmente legate all' agricoltura e all'allevamento;
ma indubbiamente per la sua posizione strategica, il Casale era
pronto a trasformarsi in una fortezza in caso di necessità.
Secondo alcune fonti, Hasù avrebbe costituito una formidabile
roccaforte per i ribelli musulmani al tempo delle rivolte e della
resistenza saracena. La definitiva scomparsa dell'insediamento,
con tutta probabilità,
va ascritta alle vicende di questa guerra.
COZZO SANT'ANGELO
Solcata dai torrenti che vanno ad ingrossare i due affluenti del
Fiume Milicia, Bagni e Cefalà, la collina rappresenta il
rilievo più elevato dell'intera vallata; Cozzo Sant'Angelo
presenta le caratteristiche del sito ben difendibile: tre lati con
pendii molto ripidi e strapiombi, un lato in leggero pendio dal
quale si accede agevolmente al sito. I frammenti raccolti alle pendici
dell'altura, riportano all'esistenza di un villaggio contemporaneo
a quello della Montagnola, di modeste dimensioni che sfrutta la
fertilissima valle circostante. Questo luogo non è stato
abitato costantemente nel corso dei secoli, si suppone che durante
la dominazione romana sia solo stato frequentato, vista la sua posizione
mediana tra la strada che in epoca romana collega la costa tirrenica
con la parte più interna della corleonese-agrigentina. L'esistenza
di una masseria medievale ben fortificata, è documentata
dai resti di superficie. La vita sulla
collina non sembra protrarsi oltre il XIII sec. Non sopravvisse
al pari di altri casali medievali alla crisi che al crollo della
dinastia Sveva
investì i piccoli insediamenti rurali
nella Sicilia. (A. Scarpulla)
MONTAGNA ROSSELLA
Anche Monte Rossella come gli altri siti della zona presenta pendii
molto ripidi per tre lati, mentre solo il versante est risulta più
agevole per una via di accesso alla sua sommità. Visivamente
è collegato alla Montagnola di Marineo, a Pizzo Nicolosi
ed al più distante Pizzo di Casa; sulla spianata sommitale,
ad una quota di 1029 m., almeno nel V sec. A.C. doveva sorgere un
centro abitato con eguale funzione di controllo sui traffici commerciali
come i centri contemporanei. Numerosa ceramica di superficie è
del tipo ritrovata sulla Montagnola e su Pizzo Nicolosi risalente
al V-IV sec. A.C. e l'insediamento di Rossella ad essi doveva essere
collegato come avamposto per il controllo del territorio. L'insediamento
non ebbe continuità di esistenza nel corso dei secoli, probabilmente
venne semplicemente utilizzato come riparo temporaneo dagli abitanti
dei villaggi vicini durante la dominazione romana e rioccupato come
centro stabile durante il periodo bizantino; l'esistenza di un casale
arabo-normanno, ormai del tutto scomparso, è documentata
da fonti medievali .
ROCCA
FIORI
Situata alle pendici orientali di Montagna Rossella, Rocca di Fiori
è stata identificata come il sito del casale arabo- normanno
descritto dal geografo Idrisi con il nome di Quganah; i numerosi
fittili in superficie e le diverse strutture murarie affioranti
su tutta la collina testimoniano l'importanza di quest'insediamento
durante il periodo medievale. La presenza di altri resti di superficie
d'età più antica fa supporre la presenza di un insediamento
di età ellenistica abitato fino al periodo romano e bizantino.
Raggiunto il massimo splendore in età normanna scompare del
tutto durante la dominazione sveva seguendo le sorti dei centri
coevi.
QUADARELLA
Località situata all'interno del Parco Vecchio lungo l'importante
asse viario dell'alta valle dell'Eleuterio; su un vasto pianoro
alla quota di circa 500 m sgorga una sorgente di notevole portata
attorno alla quale si sviluppò un villaggio ellenistico,
formato probabilmente da un piccolo numero di abitazioni impiantate
per meglio sfruttare i terreni collinari della zona. Le numerose
tombe a fossa, saccheggiate da tempo, ed i cumuli di pietrame esistenti
in superficie confermano l'abbandono del sito durante i secoli successivi,
rioccupato in periodo arabo e definitivamente scomparso nella seconda
metà del XIII sec.
SERRA CAPEZZANA
E' una particolare formazione rocciosa costituita da affioramenti
di gessi; il versante meridionale è composto da scoscese
pareti verticali, mentre a nord il rilievo degrada attraverso una
serie di colline solcate da numerosi torrenti affluenti del fiume
Milicia.
Serra Capezzana fa da spartiacque principale ai bacini del San Leonardo
e della Milicia; dalla sommità la cui quota massima raggiunge
i 768 m., si dominano entrambe le vallate. Sulla spianata sommitale
rimangono numerosi fittili che testimoniano l'esistenza di un centro
indigeno risalente al V-IV sec. A.C. abbandonato come molti altri
durante la dominazione romana e rioccupato nel periodo arabo-normanno
per scomparire del tutto durante la dominazione sveva. Di particolare
interesse archeologico sono i loculi funerari scavati nella tenera
roccia di un piccolo rilievo che domina l'area dei frammenti; le
tombe di forma rettangolare presentano i lati corti leggermente
curvi ed hanno dimensioni varie. Accanto ad alcune di esse si trovano
delle lastre di gesso che chiudevano le tombe stesse prima di essere
state profanate e saccheggiate.
FATTORIE
Come per le aree di interesse archeologico anche i siti identificati
per gli insediamenti risalenti al periodo della conquista romana,
vengono attestati esclusivamente dai resti di superficie, in genere
da quantità notevoli di frammenti di ceramiche e terrecotte
o da affioramenti di tombe a fossa da tempo manomesse e saccheggiate.
Si tratta di nuclei agricoli sorti in zone pianeggianti o collinari
per meglio sfruttare i nuovi terreni fertili posti a coltura; molti
di questi siti sono stati rioccupati nei secoli successivi da casali
o masserie spesso ricostruite sui resti delle precedenti strutture.
In mancanza di testimonianze certe che confermino se si tratti di
semplici fattorie od insediamenti più complessi, i siti archeologici
la cui origine è compresa tra i secoli II A.C. e V D.C. vengono
tutti raggruppati come fattorie. Le date di origine riportate sono
quelle supposte dagli esperti sulla base dei ritrovamenti effettuati.
CASALI E FORTEZZE ARABI
Sui casali e le fortezze di origine araba esiste una notevole documentazione
scritta ma quasi nulla resta a testimoniare la loro esistenza. Da
tempo esperti e storici locali tentano di individuare i siti dei
casali descritti da geografi d'altri tempi. Molti sono stati identificati,
altri solo supposti ed altri ancora rimangono celati.
Vengono identificati quei siti ove è accertata la presenza
di insediamenti risalenti al X-XI sec. e che hanno avuto continuità
per tutto il periodo normanno anche se la corrispondenza dei nomi
non è del tutto certa.
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