CENTRI E NUCLEI STORICI

CENTRI STORICI DI ORIGINE MEDIOEVALE Con ruolo di centralità politica, religiosa, amministrativa, all'interno del feudo di appartenenza.
Caratteristica di questi centri è la perfetta integrazione con gli elementi naturali del paesaggio circostante; il nucleo originario - impianto urbano ed architettura monumentale - è ancora individuabile nel contesto dell'espansione successiva.

CORLEONE: …situato in una conca circondata a est e a sud da singolari rocce calcareo-arenacee… che l'erosione ha modellato a forma di bastionate e torrioni… Probabilmente esistente in periodo bizantino, Corleone ebbe importanza economico-militare durante l'occupazione musulmana…; tracce di questo periodo rimangono, oltre che nei toponimi, nei ruderi della torre detta "Saracena". Conquistata intorno al 1080 dai Normanni, …nella prima metà del sec. XIII, nelle zone interne del Corleonese i Musulmani opposero l'estrema resistenza all'Imperatore Federico II, che… ripopolò Corleone con una colonia di Lombardi… Nel sec. XIV esisteva già la cinta muraria (oggi demolita)… all'interno dell'area murata, durante i secoli XIV e XV comincia a strutturarsi l'abitato, a partire dai nuclei più antichi situati nelle immediate vicinanze delle due fortezze (Castello soprano XIX sec.- su cui si erge la torre saracena, Castello sottano XIII sec.-)… tra il sec. XV e XVI l'abitato si espande oltre la cinta muraria, che ha ormai perduto l'originaria funzione difensiva: in questo periodo, l'inserimento degli ordini religiosi dentro e fuori le mura (Minori Osservanti nel 1446; Domenicani nel 1554; Carmelitani nel 1572) è certamente testimonianza di una certa vitalità dell'economia del centro… Tra il sec. XVIII e XIX si va formando la nuova borghesia agraria; sarà questa (con la costruzione di numerosi palazzi) a conferire alla città l'aspetto che ancora oggi è visibile, malgrado le recenti trasformazioni.

CENTRI STORICI DI NUOVA FONDAZIONE sorti per iniziativa baronale in rapporto alla necessità di colonizzazione agricola del latifondo.

FONDAZIONI GRECO-ALBANESI (XV sec.) caratterizzati da un impianto urbano e residenziale che deriva nettamente dai paesi di origine delle popolazioni insediate, ove permangono ancora oggi tradizioni religiose e culturali di singolare specificità.
MEZZOJUSO: sorge alle pendici del boscoso colle "La Brigna" le cui pareti fanno da sfondo all'abitato dominato dai campanili delle due chiese madri. Il nome deriva da Manzil Jusuf, villaggio di Giuseppe, un casale arabo preesistente. Nel '400 divenne un centro albanese dopo che vi si insediarono profughi fuggiti dal loro paese in seguito all'avanzata dei turchi… Nella piazza principale sorgono le due chiese Madri: sopra una gradinata è la chiesa dell'Annunziata, di origine normanna e di rito latino, più in basso è la chiesa cinquecentesca di S. Nicolò, di rito greco; entrambe hanno subìto un rifacimento barocco.


FONDAZIONI SORTE TRA I SECOLI XVI E XVIII con o senza "licentia populandi" caratterizzati dall'ortogonalità della pianta urbana adottata in tutte le situazioni altimetriche e topografiche. La maglia ortogonale viene considerata dai baroni fondatori strumento elementare per il controllo formale degli spazi urbani; in essa si inserisce un'edilizia molto modesta assolutamente uniforme che rispecchia in pieno la struttura sociale della popolazione, costituita esclusivamente da contadini che giungono a popolare luoghi prima deserti o abbandonati; unici edifici che si differenziano sono la residenza baronale e la chiesa, rappresentanti rispettivamente del potere temporale ed ecclesiastico. Le scelte di ubicazione sono fortemente condizionate dalla viabilità esistente: presenza di una via di comunicazione o di un importante nodo viario rappresentano gli elementi catalizzatori per l'espansione dei centri; alla viabilità in alcuni casi si sostituisce una preesistenza quale un fondaco, un baglio, un castello, ma che comunque implica la presenza di collegamenti già esistenti con le principali vie di comunicazione. Oltre ai fattori di ordine igienico-climatico (esposizione, difesa dai venti, deflusso delle acque piovane,…) altri elementi che condizionano le scelte ubicazionali sono la presenza di sorgenti o di corsi d'acqua e la facilità di reperire i materiali necessari per la costruzione degli edifici (legno, pietra, ghiaia,…). Paradossalmente, la vicinanza ai terreni coltivabili rappresenta un fattore spesso trascurato nell'individuazione del sito ove sorgeranno i nuovi centri, tantochè i coloni sono spesso costretti a compiere spostamenti non indifferenti per raggiungere il luogo di lavoro. Nasce così l'esigenza per questi di abitare in luoghi lontani dal centro e dove il barone stesso provvede a far costruire idonee strutture per la produzione agricola.

VILLAFRATI: nel 1602 Vincenzo De Spuches ottenne la concessione della "licentia populandi" che gli permetteva di costruire un villaggio che si sarebbe dovuto chiamare Chiarastella dall'omonima Montagna vicina al paese. Ma il nuovo paese sorse sulla regia trazzera che metteva in comunicazione Palermo con Agrigento. Le prime abitazioni furono costruite dopo più di un secolo (1750 ca.) intorno alla piazza ed alla Chiesa Madre, con il tipico impianto a scacchiera dominato dalla residenza baronale: Il Baglio, complesso residenziale che si richiama ai modelli delle ville palermitane settecentesche.
BOLOGNETTA: sviluppatosi agli inizi del sec. XVII intorno ad un fondaco (luogo di sosta lungo la regia trazzera che collegava Palermo con l'interno della Sicilia) dopo che Marco Mancino, facoltoso mercante genovese, ne acquistò il feudo da Vincenzo Bologna da cui il nome Bolognetta. L'abitato si è attestato, in direzione nord-ovest, a ridosso dell'ex trazzera, oggi Corso Vittorio Emanuele-Via Roma. Presso lo stesso itinerario si trova l'attuale chiesa Madre, che risale al periodo di fondazione del centro abitato, ma è stata riattata nel 1785. Il palazzo baronale che dominava il paese da sud-est non è più riconoscibile.

MARINEO: fondato nel 1553 da Francesco Beccadelli Bologna signore di Cefalà e di Capaci, che fece costruire le prime cento case ai piedi della rupe, la Rocca m. 668, sulla trazzera che da Palermo conduceva ad Agrigento; nel 1559 fu eretto il castello: questi eventi si leggono in latino sulla lapide cinquecentesca murata presso la sua porta d'ingresso. Il nome del centro agricolo deriva forse dal luogo dove chi proveniva dall'interno della Sicilia scorgeva per la prima volta il mare, in fondo alla valle dell'Eleuterio…Il Castello, che sorge su uno sperone roccioso, è più una dimora rurale gentilizia che non una fortezza… Alcune parti della struttura risalgono ad una precedente fortificazione costruita da Carlo d'Angiò dopo la vittoria sugli Svevi… Ai piedi della verticale Rocca si dispone in pendio la maglia ortogonale dell'insediamento, che dal sec. XV è sempre cresciuto, conservando il disegno del primo impianto.

CEFALA' DIANA: risale alla seconda metà del sec. XVIII ( "licentia populandi" del 1684 concessa a Nicolò Diana). Il nome, di etimo incerto, deriva forse dalla forma di testa dello sperone dove sorge il Castello. La Rocca faceva parte di un sistema di fortezze strategicamente disposte sulla via che conduceva a Palermo. Il centro abitato sorge su un declivio a ridosso del Castello, e ha una pianta a maglia ortogonale su un centro costituito dalla piazza quadrata.

CAMPOFELICE DI FITALIA: piccolo centro agricolo a nord di Pizzo Mezzaluna, fu fondato nel 1811 sul territorio dell'antico Casale di Fitalia su concessione del 1810 al principe Girolamo Settimo Naselli, che diede inizio alla costruzione delle prime quaranta case; il nuovo borgo dapprima fu chiamato Fitalia e più tardi Campofelice di Fitalia (probabilmente in onore della moglie Felicia). Nel 1861, per l'esiguo numero di residenti, il governo borbonico attribuì coattivamente l'amministrazione di Campofelice al comune di Mezzojuso. Soltanto nel 1951 Campofelice riguadagnò la sua autonomia amministrativa ed è nello stesso periodo che avviene il totale trasferimento della popolazione dal Casale Fitalia al nuovo comune.
GODRANO: Un caso singolare rappresenta la fondazione dell'attuale Godrano. La sua nascita viene fissata nel 1605 voluta da Annibale Valguarnera, ma per la sua fondazione non esiste licentia populandi; ciò è spiegabile con il fatto che, con ogni probabilità, gli abitanti sono gli stessi che vivevano nel centro di più antica fondazione ubicato più a valle. La nuova Godrano, a differenza degli altri comuni di fondazione, non cresce attorno a preesistenze ed è ben distante da importanti nodi viari, ma ad essi si accomuna per l'impianto urbanistico che rispetta in pieno le regole dell'ideologia dominante ai tempi della sua fondazione. La maglia ortogonale si adagia su di un dosso che degrada dolcemente da Cozzo Bileo alla valle del torrente Frattina, sul versante meridionale di Rocca Busambra che ne fa da sfondo assieme alla copiosa copertura boschiva alla quale è tradizionalmente legata l'economia di Godrano, basata sull'allevamento e sullo sfruttamento dei boschi. Alla sua posizione si deve il ruolo di particolare importanza che Godrano ha rivestito durante il regno dei Borboni, quando il suo territorio viene incluso nella reale riserva di caccia di Re Ferdinando IV.
L'edilizia degli ultimi anni ha sconvolto l'originaria tipologia insediativa mentre rimane ancora leggibile l'impianto urbano seicentesco; persino il palazzo baronale non è stato risparmiato dalle nuove costruzioni, resta invece inalterata la chiesa Madre nel suo rifacimento settecentesco.

NUCLEI STORICI DI ORIGINE VARIA privi di autonomia amministrativa
FICUZZA: la nascita della borgata di Ficuzza è legata al diletto della caccia di Re Ferdinando IV di Borbone che alla fine del XVIII sec. acquista i tre feudi Ficuzza, Lupo, Cappelliere e costituisce una vastissima riserva venatoria. Nel 1799 inizia la costruzione della Real Casina di caccia, dei fabbricati minori e della grande piazza centrale, ed attorno ad essi avviene lo sviluppo successivo del centro. Nel 1871, dichiarato inalienabile, il comprensorio di Ficuzza fu affidato all'amministrazione forestale, compreso l'ex Palazzo Reale ed ogni altro edificio che nel contempo è sorto nella piccola borgata. Da questo momento l'Azienda Foreste Demaniali oltre alla gestione del complesso boscato, amministra borgata ed abitanti. Agli inizi del '900 Ficuzza diviene meta preferita per la villeggiatura estiva di nobili e benestanti palermitani; si costruiscono diverse case di villeggiatura ed abitazioni stabili per i dipendenti dell'amm.ne forestale che vi si trasferiscono con le proprie famiglie. Negli anni '60 numerose richieste di terreni demaniali da destinare alla costruzione di villette non furono accolte dall'ex A.S.F.D. determinando l'arresto dell'espansione del centro abitato. Ficuzza è attualmente frazione del comune di Corleone, ma particolare ruolo amministrativo continua a svolgere all'interno della borgata l'A.FF.DD.R.S.

BORGHI A FUNZIONALITA' SPECIFICA DI IMPIANTO CONTEMPORANEO costruiti intorno al 1940 dall'Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano con lo scopo di incentivare l'agricoltura fornendone le strutture di servizio necessarie; tentativo rivelatosi poi un totale fallimento. Tali borghi, rimangono in generale stato di abbandono e degrado.
BORGO LITTORIO
(GODRANO)
BORGO AQUILA (MONREALE)
BORGO SALADINO (MONREALE)



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Carta della Sicilia di Samuel von Schmettau
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