Cristianesimo Sotto il regno di Ottaviano Augusto era nato a
Betlemme, un piccolo paese della Palestina che allora era una provincia
del dell'impero Romano, Gesù. Gli Ebrei da secoli attendevano un Messia
glorioso, potente, trionfante che li liberasse dal dominio straniero e
creasse un Regno d' Israele ricco e potente. Essi perciò rimasero delusi
da questo Messia, che sosteneva che si devono amare anche i nemici, che
Dio era Padre di tutti gli uomini e che era venuto per la salvezza
dell'umanità. Gli ebrei quindi denunciarono Gesù Cristo ai Romani come
un sacrilego rivoluzionario che aizzava il popolo a ribellarsi a Roma.
Così egli fu condannato prima alla flagellazione e poi alla sua
crocifissione. I suoi seguaci, gli Apostoli, dopo la sua morte si sparsero
per le province dell'impero e portarono la sua parola, i suoi
insegnamenti a tutti gli uomini. I primi gruppi di Cristiani vivevano in
comunità dove l'unione, l'amore, l'aiuto reciproco erano alla base della
vita quotidiana. E questo metteva, ancora più in risalto le divisioni, le
ingiustizie, le violenze della decadente società romana. Il cristianesimo
è quindi da considerarsi una delle più grandi rivoluzioni della storia poiché, oltre alla nuova concezione religiosa, poneva una nuova
organizzazione sociale non più fondata sulla schiavitù, sulla divisione
in "classi", sulla violenza e la prepotenza delle classi
dominanti. Logicamente i potenti giudicarono questa nuova dottrina troppo
rivoluzionaria e pericolosa per sé e per la sicurezza dello stato. Fu
però proibito ai Cristiani di propagandare le loro idee e di
professare la loro fede. I Cristiani rifiutarono queste
imposizioni e quindi furono perseguitati.
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Visigoti,
Vandali, Unni, Eruli, Franchi, Sassoni Dilagarono nei territori dell'impero
romano, saccheggiando ed uccidendo. Alcune di queste popolazioni presero
possesso di estesi territori: Spagna (Visigoti), Gallia (Franchi), Italia
(Eruli). Si salvò solo l'impero d'Oriente (detto anche Bizantino).
Gli Eruli, al comando del loro Re Odoacre, nell'anno 476 giunsero a Ravenna e
deposero dal trono l'ultimo degli imperatori, il giovanissimo Romolo
Augustolo. Così finì l'impero romano d'occidente.
Alcuni anni dopo gli Eruli furono sconfitti da altri barbari: gli Ostrogoti, i quali avevano
per capo Teodorico, che governò su tutta l'Italia. Si può dire che
per circa trenta anni la nostra penisola poté godere di un periodo di
pace, seppur
relativa.
Poi alla morte di Teodorico, l'impero
bizantino, guidato da Giustiniano riconquistò in vent'anni di guerre sanguinose e
devastatrici, l'Italia.
Appena 15 anni dopo la fine della guerra tra Ostrogoti e Bizantini per il
possesso dell'Italia, altri barbari i Longobardi, valicarono le
Alpi e invasero la pianura padana. Essi, guidati dal loro re Alboino, incontrano poca
resistenza da parte dei Bizantini, i quali si ritirarono presso le zone
costiere e nelle isole, dove potevano ricevere con maggior facilità gli
aiuti di Bisanzio. In breve tempo i Longobardi conquistarono buona parte
dell'Italia. La città di Pavia che, essendo ben difesa sulle rive del
fiume Ticino, aveva resistito per tre anni al loro assedio, fu scelta come
capitale del loro Regno. L'Italia rimase così divisa in due parti: una
sotto il dominio longobardo, l'altra sotto il dominio bizantino. In tal
modo essa perse la sua unità politica, che giungerà a riconquistare
soltanto dopo moltissimi secoli, cioè nel 1861.
Quando i Longobardi, minacciarono seriamente
Roma, il Papa chiese aiuto al re dei Franchi, Carlo Magno. Egli accorse, sconfisse i longobardi,
conquistò le loro terre e poi donò una parte dell'Italia centrale al
papa, come segno di devozione alla Chiesa. Negli anni successivi
Carlo Magno estese il suo domino su buona parte dell'Europa, creando il
maggior dominio europeo dopo l'impero romano. Egli pensò di fondere le
genti a lui sottomesse in un solo popolo mediante un'unica fede (la
cristiana), un solo re (Carlo Magno) e facendo rinascere la cultura e le
istituzioni romane. Questo suo stato sarebbe stato degno, allora, di
chiamarsi "impero romano". Presento il suo progetto al papa, il
quale lo approvò e la notte del Natale dell'800, nella Basilica di San
Pietro, a Roma, Papa
Leone III incoronò Carlo Magno " imperatore del Sacro Romano Impero". Egli divise il suo
territorio in territori più o meno estesi, chiamati feudi. Così nacque
il feudalesimo, un sistema economico e politico che si affermò
nel sacro Romano Impero dopo la scomparsa dello stesso Carlo Magno. In
pratica c'era la suddivisione di compiti: l'imperatore, i vassalli
(conti e marchesi
che in cambio del feudo ricevuto si assumevano l'obbligo di ubbidire agli
ordini del sovrano), i valvassori (se il feudo del vassallo era molto
esteso, questi aveva la facoltà di dividerlo, a sua volta, fra feudatari
minori chiamati appunto valvassori), i valvassini (piccoli proprietari
di campagna), contadini (lavoravano i campi presi in affitto dal signore,
al quale dovevano consegnare parte del prodotto e pagare numerose e
pesanti tasse) ed i servi
della gleba (lavoravano i campi del signore ricevendo in
cambio il cibo appena sufficiente, non potevano cambiare mestiere o andare
ad abitare altrove senza il permesso del feudatario).
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L' impero di Carlo Magno, pochi anni dopo la sua
morte, si disgregò e diede vita a tre regni: Germania, Francia, Italia.
Nemmeno questa suddivisione, però, fece cessare le aspre lotte combattute
fra i vari feudatari per allargare il proprio feudo o per dominare sugli
altri. i grandi feudatari tedeschi, per porre fine a questo
stato di cose, scelsero fra loro un re. Fu nominato Ottone I di Sassonia. A coloro che si
ribellavano ai suoi ordini, tolse loro il feudo, che poi diede a dei
vescovi, che furono chiamati vescovi-conti. Pacificato il suo Regno, venne in Italia,
sottomise anche qui i feudatari e si fece nominare re d'Italia. Poi,
dimostrando al Papa che aveva riunito gran parte dell'Impero di Carlo
Magno, ottenne di essere incoronato Imperatore. Risorgeva così il Sacro Romano Impero, detto
Germanico.
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