LA PRIMA COMUNIONE DEGLI "ANGELI SULLA TERRA"
Che P. Pio abbia sempre nutrito una speciale predilezione per i bambini é cosa ormai assai nota, tanto da non conoscersi devoto che non abbia ben impresso nella sua memoria il volto serafico dell'umile frate di Pietralcina, raggiante di fronte al candido sguardo di un bimbo. Acerrimo nemico dei " rimedi " anticoncenzionali e tanto più di chi ne abbia praticato l'uso. Il "Santo " Frate del Gargano ha sempre considerato i bambini "gli angeli sulla terra" e i piccoli messaggeri dell'avvenire. La cosa meno nota é invece la sua particolare preghiera per coloro che si accingessero alla preparazione della prima santa comunione. Ricordava sempre ai genitori quanto, dopo il sacramento del battesimo, quello più importante per un adolescente fosse l'incontro con l'Eucaristia della prima comunione. Stanco, logoro e fiaccato dall'immane dolore procuratogli dalle ferite stigmatiche, articolarmente infiammate durante l'avvicinarsi delle ricorrenze pasquali, P. Pio non ha mai rinunciato alla gioia personale di celebrare anche per quei piccoli "angeli" che andavano ad incontrare Gesù nel loro primo grande appuntamento; insomma neanche quando i dolori e l'irruenza delle emoragie avrebbero addirittura annientato la forza di una belva. E il ricordo corre giustamente a quelle celebrazioni pasquali cadute negli anni 1966/67/68 quando il fraticello buono di Pietralcina mostrava evidentemente l'ormai peso della Croce. Per meglio comprendere l'immenso significato di questo incontro con il Cielo, lo stato emotivo di quei bambini di fronte alla preparazione e alla stessa prima comunione ricevuta dalle mani di P. Pio, abbiamo ritenuto opportuno ricercare oggi uno di quei piccoli protagonisti meritevoli allora di tale privilegio. Piero Pio Drioli è uno di loro. Leggiamo attraverso le righe del suo breve memoriale le emozioni, i ricordi e i meravigliosi prodigi scaturiti dal suo giovane incontro con P. Pio da Pietralcina. Eccolo. "La storia del rapporto tra la mia famiglia e P. Pio é iniziato nel lontano1950, quando mia madre Angela, dopo aver sentito parlare del frate di Pietralcina, decise di andargli a far visita a S. Giovanni Rotondo. Durante il primo incontro sembrava che il Padre non la degnasse nemmeno di uno sguardo ma, quando delusa lei stava per ripartire, il frate le disse: Credevi che ti lasciassi andar via così? Da quel momento nacque un rispetto, un legame reciproco che portò mia madre a S. Giovanni Rotondo 4 - 5 volte l'anno. Nel 1950 mia madre aveva 29 anni ed un primo figlio maschio. Il suo grande amore per i bambini le faceva desiderare altre maternità, drasticamente escluse, però, dai vari referti medici, a causa di una malformazione dell'utero. Si rivolse allora a P. Pio che la tranquillizzò annunciandogli altri 3 figli: Anna Maria Pia, Francesca Orazia, ed io, il più piccolo Piero Pio. Negli anni seguenti mia madre restò paralizzata a causa di una dolorosa artrosi e fu costretta ad indossare un busto di gesso. In lacrime andò dal Padre che, toccandola, immediatamente la guarì, facendogli togliere l'ormai inutile busto. Il dottor Rastello di Bordighera potrà confermare che dopo una visita a S.Giovanni Rotondo, mia madre era tornata completamente guarita. In seguito la mamma continuò ad andare in pellegrinaggio da P. Pio, informandolo anche di altri casi dolorosi di gente bisognosa, di cui ella stessa era venuta a conoscenza. Il mio rapporto personale con P. Pio , invece, inizia nel 1959, anno della mia nascita, nascita che, secondo i medici, non avrebbe dovuto aver luogo, a causa delle non buone condizioni di salute di mia madre. Ma l'aiuto del Padre e del Papa Pio XII°, all'epoca appena morto e al quale mamma si era rivolta in preghiera su consiglio di P. Pio, eccomi qui. La mia nascita era stata in qualche modo annunciata dal Frate sia a mia madre sia a mio padre. Ai miei genitori infatti, egli disse di non abbattersi per la delusione di non aver potuto avere un'altro erede e, come sperato, vederlo prendere i voti, perché ne sarebbe nato certamente un'altro altrettanto meritevole di servirlo per sempre. Al babbo lo stesso Padre aveva, prima della mia nascita, rivolto calorosi complimenti proprio per il lieto evento che, di lì a poco, sarebbe accaduto. Ho avuto la consapevolezza dell'immensità del Padre e del suo affetto per la mia famiglia, all'età di 5 anni, quando mia sorella Francesca, allora di 7 anni, si ustionò una parte del volto con l'olio bollente. Mia madre partì subito per S. Giovanni Rotondo e disperata implorò l'aiuto del Padre. In dialetto campano, il Frate le rispose: 2 E sta tranquilla!. Mamma, sollevata, tornò a casa e con grande meraviglia dello stesso medico vide sua figlia Francesca completamente migliorata, tanto che su quel bel viso di bimba non comparve più alcuna cicatrice. P. Pio si mostrava a mia madre anche in bilocazione. Ricordo di una volta, mentre assistevamo alla messa domenicale, io ero ancora piccolo, un Frate con il cappuccio e a testa bassa le si avvicinò per dirle "Prosit ". Sulle prime ella non comprese, tanto che il monaco per ben 2 volte ripeté il suo " Prosit ", ma quando il giorno si ritrovò a parlare con P. Pio, l'umile cappuccino le ricordò di averla salutata il giorno prima, `... non ho udito la tua risposta... !, sentenziò. Mamma ha sempre invocato il suo aiuto, ad ogni difficoltà, ad ogni minaccia di pericolo che si presentava per noi bambini, nel giuoco, quanto nel vivere quotidiano. E così anch'io, come del resto mia madre avevo un rapporto da lontano col Padre. Gli parlavo, gli spiegavo i miei problemi, e sentivo sempre il suo aiuto, come se mi fosse perennemente accanto. Mia madre lo invocava a centinaia di chilometri di distanza e ne riceveva sempre aiuto e conforto, come quella volta, quando mio fratello fu colto improvvisamente da terribili dolori addominali: ricoverato d'urgenza all'ospedale, venne successivamente operato per appendice. Sembrava un'operazione difficile e complessa per una minaccia di peritonite poi tutto si sistemò: fu sufficiente per mia madre passare la notte in intensa preghiera, col rosario tra le mani e mio fratello, pochi giorni dopo, era già a casa.. in un'altra circostanza mia madre ed io ci recammo a S. Giovanni Rotondo e, dopo alcuni giorni rimanemmo senza soldi. Ancora una volta il Padre ci rassicurò dicendoci: Non vi preoccupate, c'é sempre la divina Provvidenza.... Poche ore dopo come inviato miracolosamente dallo Spirito Santo arrivò mio padre con i soldi. Ci aveva raggiunto per ricondurci a casa, senza sapere dei nostri disagi e contro ogni suo programma, era salito sul treno per Foggia obbedendo ad un impulso improvviso. Solo dopo ci disse: Non so ancora perché sentivo forte il bisogno di venirvi a prendere!. Ricordo molto bene altri episodi della mia esperienza con P. Pio, come, tra i più significativi il bacio alla sua mano ed i preparativi alla celebrazione della mia prima comunione, impartitami proprio dalle sue sante mani. Ci trovavamo nella sacrestia della chiesa di Santa Maria delle Grazie, ed i frati mi insegnavano a prepararmi a dovere al grande evento. Avevo appena compiuto 7 anni ed era il 10 di maggio. Ricordo quella mattina, mi alzai prestissimo e mi sentivo agitato; mio padre mi accompagnò all'altare mentre guardavo il Padre ammirato ed un po' in soggezione, consapevole della grandezza del Santo. Nel momento massimo della celebrazione la mia emozione salì fino al punto di indurmi quasi a svenire; ma il Padre avvicinandosi a me e rivolgendomi delle parole bellissime, mi tranquillizzò e mi comunicò con dolcezza, facendomi sentire benissimo. All'età di 9 anni si discuteva in famiglia dell'opportunità di fare un'altro viaggio a S. Giovanni Rotondo, quando una notte sognai la Madonna che mi invitava per ben 3 volte a andare da P. Pio. Infatti proprio il giorno dopo partimmo per andare da lui. Lo vedemmo, per la prima volta, su una sedia a rotelle, sofferente e stanco. L'incontro suscitò in me grande emozione ed un profondo turbamento. Ero felice di rivederlo ed allo stesso tempo soffrivo, senza saperne il perché di un lacerante senso di oppressione, quasi presagio di un'imminente dispiacere ( pochi giorni dopo, infatti, P. Pio morì ); fui molto contento dell'opportunità di baciargli ancora la mano ferita dalla stigmata, che sentivo fresca ed umida di sangue. Una giornata incancellabile nella mia memoria, tanto più legata al ricordo di P. Pio anche per uno straordinario evento. Solo poche ore prima di ricevere il Sacramento della comunione, in confessione avevo chiesto al Padre di pregare per la guarigione della mia mamma, da troppo tempo affetta da un fastidioso e serio disturbo alla gola. Il buon Padre Pio non mi fece neanche finire di parlare che con un grande sorriso di compiacimento mi accarezzò il volto. Poco dopo come detto arrivò la triste notizia che il Padre era morto,e nello stesso giorno quel terribile disturbo alla gola di mia madre sparì. Dopo appena 6 mesi dalla morte di P. Pio, mia sorella Pia, con una amica, incontra sul treno un giovane frate col quale scambia una piacevole conversazione, dalla emergono dati e rivelazioni impreviste, da parte del frate, sulla conoscenza della vita di mia sorella. Insospettita sulla reale identità del religiosa, gli chiede se avesse mai conosciuto P. Pio. Lui le risponde: Si, ci ho mangiato insieme, e se tutti fossero contro di lui,io sarei l'unico ad essere con lui. Per darle un'ulteriore segno, nel salutarla le mostra il palmo della mano con alcune visibili cicatrici. Il giorno dopo l'amica, completamente all'oscuro dell'esistenza del Padre, attraverso una foto, mostratale da mia sorella, riconosce P. Pio nel giovane frate incontrato sul treno. Anche dopo la sua morte il Padre si é manifestato a me e alla mia famiglia. Infatti, quando avevo 26 anni e stavo attraversando un brutto periodo della mia vita ed ormai non uscivo quasi più di casa, un giorno giunse in dono in casa mia un libro intitolato " Padre Pio Profeta dell'Era dell'Amore". Dopo averlo letto, e ricordandomi di quella prima comunione celeste con lui, tutto ricominciò a girare e la vita riprese il suo corso regolare.