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Il termine
fattori di rischio venne adottato per la prima
volta agli inizi degli anni 60, nel Framingham Study, inizialmente
con riferimento alla cardiopatia ischemica, e soltanto successivamente
con riferimento alla patologia cardiovascolare in genere. In realtà
già negli anni 40, si era incominciato a lavorare su
fumo, ipertensione e colesterolo e, proseguendo negli anni, molteplici
studi hanno fatto emergere un numero elevato di fattori di rischio
uniti alla genesi e allavanzamento delle patologie cardiovascolari.
Queste ultime sono la prima causa di mortalità in Italia,
e in Molise la percentuale di soggetti colpiti per motivi
cardiovascolari è molto alta, si parla infatti anche del
52-53%. La presenza contemporanea in un individuo di più
fattori di rischio amplifica le probabilità di complicanze
cardiovascolari.
Alcuni importanti fattori di rischio, quali età, sesso
e fattori genetici, sono definiti FATTORI NON MODIFICABILI,
in quanto esulano da ogni possibilità attuale d
intervento, con leccezione di un limitato approccio farmacologico
(uso di estrogeni in menopausa) per i quali non vi è sempre
certezza per quanto riguarda lefficacia.
Riguardo l' ETA', quanto più si va avanti con gli
anni, tanto maggiore è la possibilità di sviluppare
malattie coronariche; per quanto attiene il SESSO, fino alla
menopausa la donna sviluppa meno frequentemente lesioni coronariche,
ma dopo i 55 anni l'incidenza è uguale nei due sessi. Infine,
sebbene non ereditaria la malattia si manifesta spesso nello stesso
gruppo familiare, che eredita la predisposizione alla malattia (FAMILIARITA').
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Ampio è invece lo spazio di intervento su quei fattori
di rischio legati in prevalenza ad abitudini di vita scorretta, e sono:
il tasso elevato di colesterolo nel sangue, lalta pressione
sanguigna, lobesità, il fumo, il diabete,
la mancanza di esercizio fisico. In questi casi è possibile
fare qualcosa regolando semplicemente il proprio regime alimentare, evitando
di fumare, effettuando dei controlli e soprattutto facendo molta attività
fisica. Pertanto, questi fattori sono chiamati FATTORI MODIFICABILI.
Il DIABETE
è una malattia del metabolismo degli zuccheri caratterizzata da
elevati valori di glicemia nel sangue (maggiori di 110 a digiuno).
Compare per fattore ereditario in circa ¼ dei casi di malattia cardio-vascolare;
si manifesta più spesso in persone che mangiano eccessivamente
e conducono una vita sedentaria esercizio fisico. La forma più
comune di questa malattia è il DIABETE MELLITO:
il corpo non è più in grado di elaborare la sostanza necessaria
per eliminare i carboidrati contenuti nel cibo e che passano nel sangue.
La sostanza preposta alla trasformazione finale dei carboidrati è
linsulina e viene prodotta da un insieme di piccole cellule situate
nel pancreas. Se, come accade nel diabete, il glucosio non può
essere utilizzato dal corpo, questo attinge energie dai grassi e dalle
proteine. Queste, di conseguenza, non riescono a sopperire a tutte le
necessità del corpo ed il sangue risulta molto acido. Quindi, questa
malattia provoca unalterazione dellequilibrio delle sostanze
che si trovano nel sangue, modificando le pareti dei grossi e dei piccoli
vasi di tutti gli organi. Dai dati provenienti dagli USA risulta che il
71% dei ricoveri di pazienti diabetici, è determinato dalla presenza
di complicanze cardiovascolari. Inoltre, è provato che sia il diabete
insulino-dipendente che quello non insulino- dipendente sono cause di
più alto rischio circa larteriosclerosi
coronarica. Ogni diabetico deve ricorrere ad un controllo medico per modificare
il proprio stile di vita; i pazienti che seguono le cure prescritte, in
maniera rigorosa, possono, infatti, condurre una vita normale.
Uno dei maggiori
fattori di rischio modificabile per le malattie cardiovascolari
è il FUMO.
I danni indotti dal fumo sono numerosi ed oggetto di svariate pubblicazioni.
I principali danni sono identificabili in un probabile effetto mutageno
del tabacco, legato in particolare al catrame e a tutte le altre
sostanze cancerogene ad esso legate, in un effetto lesivo sul endotelio
vasale, già riscontrabile a livello delle arterie ombelicali
di neonati di madri fumatrici, ed in unalterazione funzionale
dellendotelio stesso. In alcuni distretti il flusso del sangue
subisce una rapida riduzione perfettamente riscontrabile con metodiche
accurate (ecocolordoppler), per esempio a livello degli arti
inferiori anche dopo una sola sigaretta. Negli USA, ogni anno vengono
riportate più di 200.000 vittime per cause cardiovascolari
attribuibili al fumo. Risulta anche, che, per la mortalità
cardiaca, la morte improvvisa, gli eventi acuti cardiaci non fatali,
il reinfarto, larteriopatia periferica ed il rischio di stroke,
i fumatori presentano un rischio molto più elevato rispetto
ai non fumatori. Anche il rischio perioperatorio, durante applicazione
di by-pass è molto più frequente nei fumatori.
È importante sottolineare il fatto che la sigaretta uccide
il cuore, e chi smette di fumare determina
un benefico effetto di mortalità e prevenzione degli eventi
cardiovascolari anche in età avanzata.
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Un
altro fattore fondamentale di rischio è lOBESITA',
una sindrome caratterizzata da un eccessivo aumento del peso dovuto
ad un esagerato accumulo di grasso (vedi valutazione
del peso ideale); cè uno squilibrio nel metabolismo
dei grassi. Gli obesi in genere amano la vita sedentaria e si alimentano
in maniera sregolata. Quando una persona è obesa, per tutto
il corpo si accumulano masse di grasso, che hanno bisogno di vasi
sanguigni supplementari per il proprio nutrimento. Per
rifornire la maggior massa di tessuti, lorganismo produce
nuovi capillari e quindi il volume di sangue aumenta. Ciò
vuol dire che il cuore deve pompare con molta più forza per
mantenere il sangue in circolazione;
lapparato circolatorio degli individui obesi è, quindi,
sottoposto a grossi sforzi. Per ridurre lobesità è
indispensabile la guida di un medico.
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Il concetto ottimale di colesterolemia è legato
alle caratteristiche del singolo individuo; i livelli, quindi, variano
secondo la presenza di uno o più fattori di rischio come il
fumo, lo stress, il sovrappeso. Di norma il valore del colesterolo
LDL dovrebbe restare sotto i 130-160 mg/dl; in presenza di problemi
alle coronarie, però, il suo valore dovrebbere abbassarsi sotto
i 100 mg/dl. I valori di riferimento per il colesterolo HDL devono
essere maggiori di 35 mg/dl. Lelevata quantità di colesterolo
nel sangue (IPERCOLESTEROLEMIA)
è causa di indurimento delle arterie e di disturbi cardiaci,
infatti si deposita appesantendo la circolazione. Con il passare del
tempo si formano le placche che è possibile romperle ricorrendo
o a langioplastica con il laser o langioplastica
con il palloncino. Questultima è la più praticata;
questi procedimenti, tuttavia, non risolvono i problemi cardiovascolari,
che sono alla base della formazione delle placche, ma semplicemente
prolungano la vita dellindividuo. Il colesterolo svolge molti
ruoli nell'organismo: è un componente delle membrane cellulari;
è coinvolto nella produzione di vitamina D; concorre alla formazione
dellabile, secreta dal fegato e necessaria per l' assorbimento dei
grassi alimentari a livello intestinale; è la base chimica
di alcuni ormoni detti steroidei, come gli ormoni sessuali
androgeni ed estrogeni. Il colesterolo è in buona
parte prodotto dall'organismo ed in particolare dal fegato, mentre
il resto è introdotto attraverso il cibo di origine animale
(carne bovina, burro, uova, latte e derivati), ricco di acidi grassi
saturi. I
trigliceridi sono un altro tipo di grasso presente nel sangue; essi
forniscono energia, ma, se elevati, rappresentano un fattore di rischio
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Il
COLESTEROLO è un tipo di lipide presente nel corpo
umano e in quello di altri animali. È presente non solo nei
tessuti adiposi, ma anche nel cervello, nella spina dorsale, nel tessuto
nervoso, nei calcoli biliari e nel sangue. Esistono diversi tipi di
colesterolo: il colesterolo "buono" o colesterolo HDL,
che non concorre alla formazione di placche aterosclerotiche ed il
colesterolo "cattivo" o colesterolo LDL che, al contrario,
ha spiccata tendenza a depositarsi all'interno delle arterie. |
La
SEDENTARIETA',ossia la scarsa o assente attività fisica,
specialmente se abbinata ad eccessi alimentari, aumenta le probabilità
di attacco cardiaco. E' infatti dimostrato che fare attività fisica
in modo regolare aumenta le capacità funzionali dell'apparato cardiovascolare
e riduce il bisogno di ossigeno del cuore per ogni tipo di esercizio fisico.
Essa tonifica, inoltre, i muscoli, stimola la circolazione, aiuta a prevenire
l'obesità e induce una sensazione di benessere. Le attività
fisiche più valide sono quelle aerobiche, che richiedono cioè
il movimento di tutto il corpo sulla distanza (nuoto, corsa, ciclismo,
marcia).
La pressione sanguigna
è la forza esercitata dalla massa di sangue che circola sulle pareti
arteriose. Quando si ha la pressione alta (IPERTENSIONE
ARTERIOSA), il carico di lavoro del cuore accresce e con il
passare del tempo esso può ingrossarsi non riuscendo più
a pompare il sangue in maniera efficiente. Lipertensione arteriosa
è soprannominata il killer silenzioso, perché la persona
colpita non avverte nessun sintomo. Può essere di carattere ereditario,
ma il fattore che influisce di più è il regime alimentare;
bisognerebbe infatti evitare leccessivo consumo di sale.
E' noto che è
praticamente impossibile valutare lo stress psicoficsico di una persona,
come è noto che tutti, in questa frenetica vita, soffriamo di stress.E',
comunque, lo STRESS
negativo (distress) a nuocere alla salute dell'individuo che si sente
sopraffatto dalle cose e non riesce ad affrontare con ordine tutto ciò
che deve fare. Si è, infatti, osservato che persone con un senso
di urgenza ipersviluppato e con spiccata competitività sono più
esposte all'attacco cardiaco di quelle più calme e che non rispondono
eccessivamente agli stress. Non è, infatti, lo stress occasionale
a rappresentare un pericolo per la salute, quanto, invece, periodi prolungati
che stimolano la produzione di adrenalina (ormone prodotto dalle
ghiandole surrenali in risposta allo stress) che provoca aumento della
frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.
Per prevenire il rischio dellincorrere di tali problemi bisogna
condurre uno stile di
vita salvacuore seguendo delle piccole norme quali: il
controllo del peso, il controllo della pressione, riduzione dello stress,
alimentazione appropriata, evitare il fumo, e, soprattutto, fare molta
attività fisica, necessaria allallenamento quotidiano del
nostro cuore.
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