Storia della fisica

La luce

Le onde elettromagnetiche

I fotoni

 
 

La luce

In questa sezione viene trattata la luce. Vengono presentati una serie di esperimenti fatti con animazioni riguardanti il comportamento duale della luce come onda elettromagnetica e come particella (fotone).

 

Onde o particelle?

 

La domanda cruciale che attende ancora risposta è:

la luce è davvero costituita da particelle elementari puntiformi, così come le



analisi di Max Planck, Albert Einstein e Arthur Holly Compton sembrano confermare?

La risposta non è semplice.

Si supponga vera l'ipotesi corpuscolare: la luce è composta da particelle. Si prenda ora in considerazione l'esperimento di interferenza da due fenditure e si considerino le seguenti tre situazioni:

A. La fenditura a destra è chiusa:

 



È l'analogo dell'esperimento di diffrazione da una singola fenditura, e il risultato che si ottiene è rapprensentato nella figura.

 

B. La fenditura a sinistra è chiusa:

 



È l'analogo dell'esperimento di diffrazione da una singola fenditura, e il risultato che si ottiene è rapprensentato nella figura.

 

C. Entrambe le fenditure sono aperte:

 



Se la luce è composta da particelle elementari puntiformi, ciascun fotone può passare attraverso una sola delle due fenditure.

 

Quando entrambe le fenditure sono aperte, la figura che si ottiene dovrebbe essere la somma delle figure che si ottengono quando è aperta solo una fenditura alla volta, poiché come tutte le particelle ciascun fotone può passare attraverso una sola delle due fenditure.
Si pensi ad esempio a un po' di sabbia che cade da un contenitore con un foro sul fondo: essa forma una piccola piramide sul terreno. Se i fori sono due, si vengono a formare due piramidi, ovvero la somma delle due piramidi che si otterebbero se venisse aperto un foro alla volta. I due fori devono essere sufficientemente distanti fra loro per distinguere le due piramidi; allo stesso tempo non devono essere troppo distanti in modo che parte delle due piramidi si sovrappongano.

Eppure nel caso dei fotoni il risultato è differente.
Sotto opportune condizioni, la figura di interferenza con entrambe le fenditure aperte è diversa dalla somma delle due figure di diffrazione corrispondenti a ciascuna delle due fenditure singolarmente aperte. Inoltre, questo comportamento è caratteristico dei fenomeni ondulatori.

L'insegnamento della meccanica quantistica quindi è il seguente.
Se il modello ondulatorio non è in grado di spiegare tutte le proprietà della luce, nemmeno il modello corpuscolare da solo è sufficiente per comprendere il comportamento dei fotoni. In qualche modo entrambi i modelli sono necessari.
Il modo in cui fenomeni ondulatori e fenomeni corpuscolari risultano intrecciarsi fra loro e il modo in cui spiegare correttamente le proprietà quantistiche della luce è ancora oggetto di dibattito tra i fisici che si occupano dei fondamenti della meccanica quantistica.

Per completare il quadro dei fenomeni quantistici è utile ricordare che negli stessi anni in cui l'ipotesi ondulatoria della luce cominciava a vacillare, anche la teoria

corpuscolare della materia veniva messa in discussione. Nel 1924 Luis de Broglie ipotizzò che le particelle materiali esibissero aspetti ondulatori; gli esperimenti successivi confermarono la sua idea.

Questo significa che anche le particelle elementari di materia (elettroni, protoni, neutroni, ...) sono caratterizzate da un'ambiguità simile a quella dei fotoni: accanto ai tipici fenomeni corpuscolari che sono loro propri, le particelle di materia mostrano anche proprietà ondulatorie.
Tutti i sistemi microscopici non sono quindi né delle semplici particelle né delle semplici onde. Come già accennato, la discussione sulla loro vera natura è ancora aperta.