Versi 151 al 179
Versi 151 al 164:

A egregie cose il forte animo accendono
L'urne de' forti, o Pindemonte; e bella
E santa fanno al peregrin le terra
Che le ricetta. Io quando il monumento
Vidi ove posa il corpo di quel grande,
Che temprando lo scettro a' regnatori,
Gli allor ne sfronda, ed alle genti svela
Di che le lagrime grondi e di che sangue;
E l'arca di colui che nuovo Olimpo
Alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide
Sotto l'etereo padiglion rotarsi
Più mondi, e il Sole irradiarli immoto,
Onde all'Anglo che tanta ala vi stese
Sgombrò primo le vie del firmamento.

Versi 173 al 179:

E tu prima, Firenze, udivi il carme
Che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco,
E tu i cari parenti e l'idioma
Desti a quel dolce di Calliope labbro
Che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma
D'un velo candidissimo adornando,
Rendea nel grembo a Venere Celeste.