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Pensieri, massime, riflessioni
new2.gif (733 byte) dal n° 63 in poi

001                                IO SONO IL TUO DIO

Io sono il tuo Dio e ti stò vicino, non puoi avere di più sulla terra,
solo io posso riempire il tuo cuore.
Sei solo ? Io ti farò compagnia
Nessuno ha una parola buona per te?
Ricorri con fiducia al mio cuore e ti esaudirò.

Io sono il tuo Dio e ti resto fedele anche quando ti mando la croce
per quanto pesi, se la porti con amore, diventerà leggera

Io sono il tuo Dio e penso a te.....dall'eternità ho pensato a te
e per te ho dato il mio sangue e la mia vita,
come posso dimenticarmi di te!!!!!!.

Io sono il tuo Dio e tutto dispongo per il tuo meglio
se ora non lo capisci un giorno lo vedrai con tutta la chiarezza e mi ringrazierai.

Io sono il tuo Dio, ti amo fedelmente, conosco tutto ciò che affligge il tuo cuore,
vedo ogni sguardo, ascolto ogni parola che ti contraria.
Accetta tutto con tranquillità e pace perché sono io che permetto
affinché tu perseveri. Restami fedele affinché il mio cuore te ne ricompensi,

Io sono il tuo Dio, il mondo passa, il tempo fugge, gli uomini scompaiono,
la morte tutto ti rapisce, una sola cosa ti resterà, il tuo Dio.

002                                   RICOMINCIA

Se sei stanco e la strada ti sembra lunga,
se ti accorgi che hai sbagliato strada,
...Non lasciarti portare dai giorni e dai tempi, Ricomincia.

Se la vita ti sembra troppo assurda,
Se sei deluso da troppe cose e da troppe persone
...Non cercare di capire il perché, Ricomincia.

Se hai provato ad amare ed essere utile,
Se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti,
...Non lasciar là un impegno assolto a metà, Ricomincia.

Se gli altri ti guardano con rimprovero,
Se sono delusi di te, irritati,
...Non ribellarti, non domandar loro nulla, Ricomincia.

Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno,
Il ramo fiorisce senza domandare perché,
E l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno,
Perché la vita è speranza e sempre ricomincia...

003                                   LE OPINIONI                

In una democrazia la maggioranza delle opinioni determina quasi sempre il potere,non sempre la Verità.

004                                   L'UBBIDIENZA

L'ubbidienza alle cose che non comprendiamo e che in fondo non condividiamo ci rende figli di Dio. Forte è colui che sopporta e non colui che si ribella.

005                                    LE ORME

C'era un uomo che stava morendo e, negli ultimi istanti, rivide la sua vita come se fosse stato un camminare attraverso un deserto di sabbia e vide che oltre alle orme dei suoi piedi, c'erano le orme di altri due piedi.
Disse: " Signore, ti ringrazio di avermi accompagnato per tutta la vita, fianco a fianco con me, di avermi sempre salvato, curato e assistito, e perdonami di tutti i miei errori.
Però, vorrei dirti una cosa: nel mio pellegrinare nel deserto ho visto, ogni tanto, due sole orme. Perché, Signore, te ne andasti, mi abbandonasti allora? "
Rispose il Signore: " Figlio mio, è certo quello che hai detto. Io ti ho accompagnato per tutta la tua vita e non ho mai mancato di esserti al fianco e di questo stanne certo.
In quanto a quei giorni in cui hai visto due sole orme, figlio mio, vedi, quelle orme non erano le tue, ma erano le Mie, ero Io che ti portavo in braccio a Me. "

006                               MICHEL HUBAUT, ofm.

Ama il silenzio, è il tuo maestro, vai alla sua scuola.Ti insegnerà a guardare l’icona di Gesù Cristo,e a mettere a fuoco lo sguardo del cuore sul volto di Dio che ti rivela il tuo volto, e quello di ogni uomo.
Ama il silenzio, è il tuo maestro, vai alla sua scuola.Ti insegnerà a guardare il volto sfigurato di Gesù Cristo, e a mettere a fuoco lo sguardo del cuore sul volto di Dio che ti guarda nello sguardo dell'uomo affamato, o torturato.
Ama il silenzio, è il tuo maestro, vai alla sua scuola. Ti insegnerà a guardare il volto trasfigurato di Gesù Cristo, e a cogliere nel cuore della creazione i riflessi del Creatore, per vedere nello spessore delle cose, la loro vera dimensione interiore, e negli umili gesti di ogni creatura le tracce della Sua bontà.
Ama il silenzio, è il tuo maestro,vai alla sua scuola. Ti insegnerà a guardare il volto umano e divino di Colui che è sorgente e termine della nostra storia. Ti insegnerà a vedere spiragli di luce nel mare delle nostre difficoltà,i germi dell'eterno nel nostro breve presente, e il divenire nascosto di ogni vivente.
Ama il silenzio, è il tuo maestro, vai alla sua scuola.Ti insegnerà a guardare il vero volto di Dio e dell'uomo,ti darà lo sguardo interiore della fede, che insegna a guardare gli uomini, le loro gioie, e le loro sofferenze, le loro disperazioni, e le loro speranze, tutti i piccoli e grandi avvenimenti della vita, con gli occhi di Gesù Cristo.
                                                 Michel Hubaut, ofm.

007                                           M. DEBREL

Ciascun atto docile ci fa ricevere pienamente Dio in una grande libertà di Spirito
Allora la vita è un festa. Ogni piccola azione è un avvenimento immenso nel quale ci viene dato il Paradiso, nel quale possiamo dare il Paradiso.
Non importa che cosa dobbiamo fare: tenere in mano una scopa o una penna, parlare o tacere, rammendare o fare una conferenza, curare un malato o usare il computer.
Tutto ciò non è che la scorza della realtà splendida: l’incontro dell’ anima con Dio rinnovata ad ogni minuto, che ogni minuto si accresce in Grazia, sempre più bella per il suo Dio.
Suonano? Presto andiamo ad aprire: è Dio che viene ad amarci. E’ l’ora di metterci a tavola? Andiamoci: è Dio che viene ad amarci.
                                                  

008                             ALBERT CAMUS, Taccuini (Setembre 1937)

Dovessi scrivere io un trattato di morale, avrebbe cento pagine, novantanove delle quali assolutamente bianche. Sull’ultima scriverei: conosco un solo dovere ed è quello di amare. A tutto il resto dico di no.
                                   

009                               SAN GIOVANNI CRISOSTOMO

Quando ti trovi lontano dalle sofferenze, non essere al di fuori di ogni partecipazione al dolore, perché anche se è il prossimo tuo che soffre, tu devi far tua la sua sofferenza. Prendi parte dunque alle lacrime, per rendere leggera la tristezza; prendi parte alla gioia per rendere più radicata le letizia e più saldo l'amore. Ed oltre che a lui gioverai a te stesso, perché piangendo ti renderai davvero misericordioso e partecipando alla gioia ti libererai dall'invidia.
                                          

010                                           KIRK KILGOUR        

Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi ed Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese ed Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto ed Egli: mi ha fatto povero per non essere egoista.
Chiesi a Dio il potere perché gli uomini avessero bisogno di me: ed Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita ed Egli mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato; o mio Signore; fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che io ho
                                          

011                                      IL CIELO DELL'ANIMA

Un uomo aveva sempre il cielo dell'anima coperto di nere nubi. Era incapace di credere alla bontà, all'amore, alla solidarietà, ma soprattutto non credeva alla bontà e all'amore di Dio.
Un giorno, mentre era sulle colline che attorniavano il suo villaggio, sempre tormentato dai suoi scuri dubbi, incontrò un pastore. Il pastore era un brav'uomo, dagli occhi limpidi. Si accorse che lo sconosciuto aveva l'aria particolarmente disperata e gli chiese:
"Che cosa ti turba tanto amico ?". "Mi sento immensamente solo", rispose l'uomo.
"Anch'io sono solo, eppure non sono triste", disse il pastore. "Forse perché Dio ti fa compagnia?", chiese.
"Hai indovinato !" rispose.
"Io invece non ho la compagnia di Dio. Non riesco a credere al suo amore. Com'è possibile che ami gli uomini, uno per uno ? Com'è possibile che ami me?"
"Vedi laggiù il nostro villaggio?" gli chiese il pastore. "Vedi anche le case e le finestre di ogni casa?"
"Vedo tutto questo", rispose.
"Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra della città, anche la più piccola, la più nascosta, ogni giorno viene baciata dal sole, nell'arco della giornata. Forse tu disperi perché tieni chiusa la finestra.
                                   Il segreto del pastore - Napoli gennaio 1991

012                                     L'UMILTÀ'

L'umiltà è come la bilancia: quanto più ci si abbassa da un lato, tanto più si è innalzati dall'altro.

013

           UN UOMO IN CROCE                               

Ero uscito di casa per saziarmi di sole! Trovai un uomo nello strazio della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: "Permetti che io ti aiuti a staccarti dalla croce?"
Ma lui rispose: "Lasciami dove sono; lascia i chiodi nelle mie mani e nei miei piedi, le spine intorno al mio capo e la lancia nel mio cuore.
Io dalla croce non scendo fino a quando i miei fratelli restano crocifissi; io dalla croce non scendo fino a quando non si uniranno tutti gli uomini della terra. Gli dissi allora: "Cosa vuoi che io faccia per te ?" Mi rispose: "Va per il mondo e di a coloro che incontrerai che c'è un uomo inchiodato sulla croce!

014                        UNA TELEFONATA CON DIO


Controlla che il prefisso sia giusto.
Non comporre il numero senza pensarci bene per non rischiare una telefonata a vuoto.

Non irritarti quando senti il segnale di "occupato".
Attendi e riprova. Sei certo di avere composto il numero giusto?

Ricorda che telefonare a Dio non è un monologo.
Non parlare continuamente tu, ma ascolta che cosa ha da dirti Lui.

in caso di interruzione controlla se non sei stato tu stesso
ad interrompere il collegamento.

Non abituarti a chiamare Dio unicamente in casi di emergenza,
scegliendo solo il numero del pronto intervento.

Non telefonare a Dio soltanto nelle ore a tariffa ridotta,
ossia prevalentemente di Domenica.
Anche nei giorni feriali dovrebbe esserti possibile
una breve chiamata a intervalli regolari.

Ricordati sempre che le telefonate con Dio non hanno scatti.

015              LA VIRTÙ' DELL'UBBIDIENZA

Obbedire talvolta può essere molto duro, ma la gioia o la tristezza che si forma nel nostro cuore non dipendono mai dall'obbedienza che vi viene richiesta, ma dalla nostra disponibilità ad obbedire.
I Padri tenevano in grande rispetto l'obbedienza, anche quando si trattava di cose apparentemente sciocche, la loro fiducia, come quella di Maria, era riposta solo in Dio.

"Raccontavano di Abba Giovanni Nano che ritiratosi a Scete presso un anziano della Tebaide, viene nel deserto. Il suo abba, preso un legno secco, lo piantò e gli disse di innaffiarlo ogni giorno con un secchio d'acqua, finche non desse frutto. L'acqua era tanto lontana che doveva partire alla sera per essere di ritorno al mattino. Dopo tre anni il legno cominciò a vivere e a dare frutti. L'anziano li colse e li portò ai fratelli radunati insieme, dicendo; "Prendete, mangiate il frutto dell'obbedienza". Possiamo ben dire che quei frutti erano nati dall'obbedienza,
E se quell'ordine l'avessimo ricevuto noi?

01  ......................Un pensiero di Gibran Kahlin..........................

"... la vita è oscurità se non vi è slancio,
e ogni slancio è cieco se privo di sapienza,
e ogni sapienza è vana senza agire,
e ogni azione è vuota senza amore,
e lavorare con amore è un vincolo con gli altri, con voi stessi e Dio."

017                                 SE SAPESSIMO ASCOLTARE DIO...
                                                 Michel Quoist
                           
                         Se sapessimo ascoltare Dio, sentiremmo che ci parla.
                        Infatti Dio parla. Ha parlato per mezzo del suo Vangelo.
            Parla pure per mezzo della vita,questo nuovo vangelo di cui noi stessi
                            scriviamo ogni giorno una pagina.
        Ma, siccome la nostra fede è troppo debole e la nostra vita troppo umana,
                               di rado riceviamo il messaggio di Dio.
               Per aiutarci ad intenderlo, all'inizio della nostra vita di amicizia
                      con il Cristo, possiamo immaginare quel che ci direbbe
          se Lui stesso traducesse il suo Vangelo per gli uomini del nostro tempo.

018 .............. REGALA CIO' CHE NON HAI di Alessandro Manzoni........................

Occupati dei guai,
dei problemi del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.
Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui tu sei privo.
Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso
quando hai voglia di piangere.
Produci serenità
dalla tempesta che hai dentro.
" Ecco, quello che non ho, te lo do".
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia
a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua
nella misura in cui
l'avrai regalata agli altri.

019........................................  SE di Rudyars Kipling.........................................

Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te la stanno perdendo;
Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
tenendo però nel giusto conto i loro dubbi;
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato non rispondere con calunnie
o essendo odiato non dare spazio all'odio
senza tuttavia sembrare troppo buono né parlare troppo da saggio;
Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo;
Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui;
o guardare le cose - per le quali hai dato la vita - distrutte
e umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie e rischiarla in un sol colpo a testa e croce
e perdere, e ricominciare di nuovo dall'inizio
senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso;
Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi
a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
e così resistere quando in te non c'è più nulla
tranne la volontà che dice loro: "Resistete!"
Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà
e passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale;
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi;
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa,
tue è la Terra e tutto ciò che vi è in essa
e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!

020.. ..............................In pace malgrado il pianto...................................

Una volta un discepolo chiese a Wang Yang-ming:
"Hai detto che la gioia è una caratteristica della sostanza originale della mente. Quando il genitore muore ed uno piange sconsolatamente, questa gioia è ancora presente?" Il Maestro rispose:
"Vi è vera gioia soltanto se il figlio ha pianto amaramente. In caso contrario non vi sarà alcuna gioia. La gioia significa che malgrado il pianto lo spirito è in pace".
021............................Nel trimillenario di una morte......................................

Un uomo che aveva molte cose da dire ma che non sapeva come dirle, trascorse la sua vita in modo oscuro. Un uomo che non aveva niente da dire ma che lo sapeva dire bene, ebbe lustro ed onori.
Dopo la sua morte, trascorsero molti anni. Dell'uomo che non aveva niente da dire rimase la memoria e un grande cenotafio. Dell'uomo che aveva molte cose da dire non rimase che un seme nel cuore dei suoi figli, che lo trasmisero di generazione in generazione.
Oggi si celebra il trimillenario della morte dei due uomini. Dell'uomo che non aveva niente da dire non rimane assolutamente nulla. Dell'uomo che aveva molte cose da dire rimangono tutte le cose allora non dette: di generazione in generazione sono state ricostruite dagli uomini a partire dal piccolo seme di allora lasciato cadere nel cuore dei figli.

022.......................................Mangia tu il tuo frutto.........................................
                              Da Il canto degli uccelli di Anthony de Mello


Un discepolo una volta si lamentava con il maestro: "Ci racconti delle storie, ma non ci sveli mai il loro significato".
Il maestro disse: "Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse
prima di dartelo?".
Nessuno può sostituirsi a te per trovare il tuo significato. Neppure il maestro.

 

023......................................... L'aiuto di Dio nel deserto..........................................
                            Da "La preghiera della rana" di A. De Mello

Un uomo si smarrì nel deserto.Più tardi, nel descrivere la sua terribile avventura
agli amici, spiegò come, per la disperazione, si fosse inginocchiato e avesse invocato l'aiuto di Dio.
"E Dio ha esaudito la tua preghiera?" gli chiesero.
"Oh, no! Prima che lo facesse, è arrivato un esploratore che mi ha indicato il cammino".

 

024.............................Manda il tuo cuore sulle montagne................................
                          dal libro "La preghiera della rana 1" di A. De Mello

Un vecchio pellegrino percorreva nel cuore dell'inverno il cammino che porta alle montagne dell'Himalaya, quando cominciò a piovere.
Il custode della locanda gli disse: "Come farai, buon uomo, ad arrivare fin lassù
con questo tempaccio?"
Il vecchio rispose allegramente: "Il mio cuore è già arrivato, seguirlo è facile
per l'altra parte di me".

025 .....................PENSIERI di S. Teresa del Gesù Bambino...........................

Da quando è stato concesso anche a me di comprendere l'amore del Cuore di Gesù, confesso che l'amore ha cacciato dal mio cuore ogni timore. Il ricordo delle mie colpe mi umilia, mi porta a non appoggiarmi più sulla mia forza che è solo debolezza. Ma più ancora questo ricordo mi parla di misericordia e d'amore. Quando si gettano le proprie colpe, con fiducia tutta filiale, nel braciere divorante dell'amore , come potrebbero non essere consumate per sempre?


026                                        AL TELEFONO

Il Padreterno è al telefono da un pezzo, molto attento a quanto dice il suo interlocutore dall'altro lato del filo. Annuisce, sorride, gesticola come se disegnasse nell'aria qualcosa.
L'angiolino segretario socchiude la porta e gli fa cenno che sull'altra linea c'è... Ma il Padreterno fa un gesto con la mano per fargli capire di non interrompere, mentre continua ad annuire, a sorridere e a ridere di cuore.
Il segretario torna nell'altra stanza. "Il Padreterno è molto occupato" dice "Non lo si può interrompere." "Ma glielo hai detto che al telefono c'è il Papa?"
"Non me ne ha dato il tempo..." "Prova a farglielo dire dalla Beata Vergine, piccolino" dice il Papa. L'angiolino va a chiamare la Beata Vergine che va, con tutta dolcezza e discrezione, a bussare alla porta dello studio del Padreterno. La socchiude appena. Lui le fa una strizzatina d'occhio e il gesto di pazientare.
La Beata Vergine capisce al volo e richiude dolcemente la porta.
"è impossibile" dice "Si tratta di una persona veramente importante." L'angiolino va a riferire al Papa che aspetta all'altro telefono con una certa impazienza.
"Oh, Signore!" supplica il Santo Padre. "Va' a cercare San Giuseppe, fa' entrare in azione Sant'Antonio, vedi se c'è da qualche parte Papa Giovanni... Sbrigati! Sono affari importanti, affari della Chiesa!"
Dietro la porta dello studio del Padreterno si è formata una piccola folla di Santi. Ma non c'è nulla da fare: appena qualcuno socchiude l'uscio, Lui fa cenno di non interrompere e di chiudere.
Finalmente posa il ricevitore e si butta indietro sulla sua poltrona.
"O quella Valentina! Quella Valentina! ... " ride divertito. "Ogni sera mi deve raccontare per filo e per segno che cosa ha fatto in tutta la giornata!" Suona il campanello. Entra l'angelo segretario.
"Chi era all'altro telefono?" chiede curioso il Padreterno.
"Il Papa."
"E ora dov'è?"
"Si è ritirato. Ha detto che andava a rileggersi "La notte oscura" di S. Giovanni della Croce ... "
"Presto, portagli da parte mia questo biglietto."
Parla a voce alta mentre scrive:
"Affido alla carità del Papa Valentina: quattro anni, madre prostituta, padre carcerato, abitazione "baracche dell'Acquedotto Felice." E rassicuralo. Stia contento: il Padreterno gli vuole sempre un gran bene, anche se a volte sembra un pochino distratto

27                                     COME DOPO IL DILUVIO

Il Padreterno, dalla sua finestra, guarda verso la terra e tiene sulla mano la bianca colomba dello Spirito Santo. Con un lieve gesto l’affida al cielo e la bianca colomba si cala ad ali aperte giù, giù, giù...

Ma dopo un poco - il Padreterno non ha ancora fatto in tempo a cominciare un lavoro - si sente un ticchettio ai vetri.

"Al solito!" dice il Padreterno sconsolato. "Non ha trovato dove posarsi..."
(dal libro Il tavolo del Padreterno, Lia Cerrito, Edizioni San Paolo)

 

28                                 AL TELEVISORE

Davanti al televisore il Padreterno segue con grande interesse la partita che si svolge nel campetto della parrocchia di San Casimiro.
Centrattacco è don Peppino, il giovane coadiutore del vecchio Parroco Don Atanasio.
Il Padreterno segue compiaciuto, sul piccolo schermo, l'andirivieni del pallone, ma ancor più la sagoma di don Peppino giocatore.
"Ma guarda che gambe!... Ma guarda che piedi!..." mormora, con giusto orgoglio di creatore. "Che grinta! Che stile! ..."
Dopo meno di un'ora entra l'angioletto segretario.
"Ha già spento?" dice.
"Eh sì, la partita è finita" risponde il Padreterno. "Ora don Peppino ha cominciato l'omelia..."
(dal libro Il tavolo del Padreterno, Lia Cerrito, Edizioni San Paolo)

29                             UN PARROCO DI CAMPAGNA

Arriva un Parroco di campagna con le sue mani nocchierute, la veste stinta e lo sguardo paziente.
Posa sul tavolo del Padreterno un mazzolino di fiori campestri: un rametto di cedrina, un filo di spigo, una rosellina selvatica e due foglie di menta.
«Che buon odore!» dice il Padreterno guardando con tenerezza quel piccoli fiori e le erbe odorose.
Il Parroco non dice nulla. Guarda anche lui con tenerezza quei fiori che i bambini del catechismo hanno portato al suo funerale. Apre le mani quasi a dire che non ha più nulla da offrire.
«Che buon odore!...» ripete il Padreterno guardando le mani del Parroco. Poi, incontrando i suoi occhi pazienti: «Figlio mio!...» dice sommessamente.
«Padre mio!...» risponde il vecchio Parroco.
E nulla.
Ma il Padreterno, ad un tratto, suona tutti i campanelli del suo studio e subito si riversa dentro un nugolo di angioletti: segretari, bibliotecari, lampionari, cerimonieri, direttori di coro... Attorno al tavolo del Padreterno c'è un gran ronzio. Lui alza un braccio per riportare la quiete e dice:
«Preparate un ingresso solenne e festoso per questo "piccolo del Vangelo".»
Poi a quelli che ha sulla destra: «Voi... scegliete le stelle più rare, le più sconosciute e lucenti, le comete, le girandole più capricciose per l'illuminazione...»
E a quelli di sinistra: «Voi, invece, preparate un corteo con tutte le rappresentanze del cielo: arcangeli, angeli, santi, apostoli e martiri, vergini e confessori... E chiamate la Vergine Maria che venga incontro a questo suo figlio devoto e che metta pure il suo diadema di dodici stelle, quello che tiene nascosto da quando sulla terra si è fatto un gran parlare della "Chiesa povera" e degli anelli dei Vescovi...»
Un gruppetto si accalca sulla porta con degli strumenti musicali. «E voi organizzate i cori. Ci deve essere Perosi da qualche parte in Paradiso. Rintracciatelo e fatevi dare una mano: questo vecchio prete l'amava molto, ma dovette contentarsi del coretto parrocchiale.»
A un altro gruppo dice: «Voi... mettete lungo il cammino i fiori più belli della terra, quelli che nessuno ha mai colto e quelli che crescono nelle profondità dei mari...»
«E voi, voi ... » Il Padreterno dà ordini a tutti.
Lungo la strada per la quale deve snodarsi il corteo si è formata una grande folla: ci sono Santi di tutte le epoche e di tutte le grandezze... Un Cardinale Prelato, morto da molto tempo, ma arrivato in Paradiso da poco, allunga il collo per vedere.
«Ma dove teneva nascosta tutta quella roba il Padreterno?» dice. «Mica l'ha tirata fuori quando sono arrivato io!»

30                                       I due cappotti

Nel glorioso periodo dei Selciukidi, in Persia non c'erano negozi per la vendita di abiti già pronti; accadeva però che alcuni sarti avessero qualche abito confezionato, a disposizione di quanti non avevano il tempo per farselo tagliare su misura.

Da uno di questi capitò un viaggiatore che chiese: «Avete un cappotto di quelli imbottiti alla moda cinese, sciancrati in vita come quelli indiani?».
Dopotutto era un capo alla moda, e il sarto ne aveva appunto uno, che il viaggiatore indossò. Gli stava proprio a pennello, e il sarto non mancò di farlo notare: «Vi va proprio su misura e costa solo cento denari. Ne siete soddisfatto?».
Ma il viaggiatore replicò restituendoglielo: «Ecco, come tessuto va bene, e anche come linea; ma lo vorrei molto più ricco, con un collo di pelliccia, le manichette di pelo, una martingala di felpa e due grandi ricami, uno a destra e uno a sinistra. Ne avete uno così?».
Il sarto replicò: «Credo proprio di sì. Deve essere giù in laboratorio. Si accomodi, e mia moglie le preparerà un tè, mentre io scenderò dabbasso a cercarlo».
E via di corsa nel laboratorio dove, gettato il cappottino sul bancone e chiamati i lavoranti, subito tagliò un colletto di pelliccia e le manichette di pelo, mentre le ricamatrici rapidamente ricamavano rami di fiori a destra e a sinistra, e un aiutante applicava una martingala di felpa. Il lavoro venne eseguito bene e rapidamente, e il sarto risalì trionfante esclamando: «L'ho trovato! Eccolo!»
Il viaggiatore provò il cappotto così arricchito, si dichiarò soddisfatto e chiese il prezzo.
«Quello di prima era semplice e costava cento denari, - disse il sarto - ma questo è molto più importante e ne costa quattrocento». Il viaggiatore, dopo aver pensato un momento, ribatté: «Cento il primo, quattrocento questo. Bene, li compero tutti e due».
Ovviamente non avrebbe potuto comperarli tutti e due, ed è così anche per noi. Non cambiamo mai nel corso della nostra vita, siamo sempre gli stessi: ci evolviamo, e se a vent'anni siamo il cappottino semplice, a sessanta siamo più ricchi di esperienze e di sapere, ma non potremo mai essere tutti e due nello stesso tempo.
            Saggezza islamica - Gabriele Mandel, Edizioni San Paolo

31                              L'elefante nel buio

C'era un paese in cui non s'era mai visto un elefante. Anzi: la gente nemmeno sapeva che cosa fosse.
L'imperatore dell'India, per suoi interessi politici, volendo stipulare un'alleanza con il re di quel paese, gli mandò in dono un elefante che arrivò di notte e subito venne rinchiuso in un padiglione nel giardino dell'ambasciata, in attesa della consegna ufficiale, in pompa magna. La curiosità della gente era grande, e per vedere com'era fatto un elefante, quattro dei più coraggiosi decisero di introdursi di soppiatto nel padiglione, approfittando della notte e del buio. Anzi, per non farsi scoprire, non portarono con sé neanche una lanterna, limitandosi a toccare l'animale, palpandolo ben bene e scappando poi di gran volata per tornare dagli amici che li aspettavano impazienti.
«Ecco come è fatto un elefante: - disse il primo che aveva toccato una zampa - è come una colonna, una grande colonna tutta tonda».
Ma il secondo, che aveva toccato la proboscide, replicò: «Niente affatto: è come una grossa corda, molto grossa e molto lunga».
Il terzo, che aveva toccato ben bene un orecchio dell'elefante, assicurò invece che l'animale aveva l'aspetto di un grande, grande ventaglio; e il quarto, che aveva ispezionato la coda, affermò che dopotutto l'elefante assomigliava proprio al codino di un maiale, ma molto più alto e ruvido.
Questo capita a chi vuol parlare delle cose senza averne una visione globale.
              Saggezza islamica - Gabriele Mandel, Edizioni San Paolo

32    Ciò che è prezioso non vale e ciò che non vale è prezioso

Un grande re chiese ad un saggio sufi di indicargli il modo migliore per manifestare la propria regalità. «Con le buone azioni», rispose il saggio.
Tuttavia il re rispose che le buone azioni hanno un grande valore, ma un ben scarso riconoscimento. «In effetti - rispose il saggio - ha più valore l'apparenza».
Sentendo questa affermazione, i cortigiani protestarono, invitando il re a non seguire i consigli di quell'uomo, che tuttavia replicò: «Maestà, in questo basso mondo la persona più preziosa non vale niente, e la persona che non vale niente è la più preziosa».
«Dimostramelo - disse il re - altrimenti ti farò tagliare la testa».
Il saggio sufi lo invitò allora ad uscire in incognito dalla reggia. Si recarono al mercato e il sufi suggerì al re di chiedere al mercante di frutta un chilo di ciliege in regalo, con la scusa che servivano per alleviare le sofferenze di un ammalato, anzi per salvargli la vita.
Inutilmente il re insistette: il mercante lo cacciò con male parole, e alla fine così si rivolse agli altri mercanti ridendo: «Ne ho sentite di tutte, per portarmi via un po' di merce, ma uno che chieda un chilo di ciliege per salvare un ammalato, mai. Questi straccioni non sanno più che cosa inventare. Vattene via, vecchio, se non vuoi che ti bastoni».
Il re stava per farsi riconoscere, quando il sufi lo trascinò via. Poco dopo giunsero alla riva del fiume, che in quei giorni scorreva impetuoso, ricco delle acque del disgelo. Ad un tratto il sufi diede uno spintone al re, che cadde in acqua e si dibatté fra le onde. Tutti accorsero per guardare lo spettacolo, ma nessuno aveva voglia di buttarsi in acqua per salvare lo sventurato, che oramai si sentiva soccombere quando un mendicante, proprio il più straccione della città, si buttò in acqua e trasse in salvo il re.
Allora il sufi si avvicinò al monarca e disse: «Hai visto? Quando tu, la persona più preziosa del regno, hai chiesto un chilo di ciliege per salvare la vita di un ammalato, non hai ottenuto niente; e quando questo mendicante, la persona che vale meno di tutti, ti ha salvato, è stato per te più importante della tua stessa persona. Non sono le apparenze che contano, ma la sostanza. E la sostanza della qualità è solo la buona azione che rimane ignota».
               
Saggezza islamica - Gabriele Mandel, Edizioni San Paolo

33                                       La pace come solidarietà

Non è solo il silenzio delle armi, o l’isolamento di chi non manca di nulla.La pace è comunione

Facciamo conto che, per miracolo tacessero tutti i cannoni. E ogni arsenale si dissolvesse nel nulla. E si disinnescassero irreversibilmente tutti gli ordigni di morte.
E si vanificasse, dalla prima all’ultima, ogni arma nucleare.
E tutti i soldati della terra tornassero a casa con in tasca il foglio di congedo illimitato.
E le cartoline precetto divenissero pezzi rari rintracciabili soltanto nelle mostre filateliche.
Ma poi gli uomini rimanessero nelle sperequazioni in cui si trovano, e le ingiustizie continuassero indisturbate a discriminare i popoli, e la fame a uccidere gli innocenti... non ci sarebbe pace sul nostro pianeta.
Perché la pace senza giustizia è tragica illusione.
Oggi, però, nella coscienza umana e cristiana stanno emergendo altri interrogativi.
Quando, finalmente, giustizia sarà fatta in ogni angolo della terra, ci sarà per ciò stesso la pace?
Quando, cioè, le ricchezze del mondo saranno equamente distribuite; e nessuno eserciterà sull'altro soprusi economici; e non ci saranno più popoli egemoni e popoli subalterni, sarà finito il nostro impegno per la pace?
E quando neppure un bambino morirà più di stenti; e ogni uomo sarà garantito nella esistenza pià dignitosa; e terzo e quarto mondo saranno divenute terminologie preistoriche, che fine faranno i movimenti per la pace?
Scioglieranno le file e apriranno magari una sezione accanto a quella dei combattenti e reduci dell'ultima guerra mondiale?
Lo so. Le domande possono sembrare ingenue o paradossali.
Ma tendono a farci capire che, se pace non è solo silenzio delle armi, essa non è neppure semplice raggiungimento della giustizia.
E che, se a simbolizzare la pace non basta un fucile spezzato, non è sufficiente neppure aggiungervi accanto una bilancia con i piattelli in equilibrio.
No. La pace è comunione.

La pace non è un semplice vocabolo, ma un vocabolario

(dal libro Alla finestra la speranza, Antonio Bello, Edizioni San Paolo)

 

34                                                             L'amicizia

Durante una seduta, John disse: "Ho un amico che amo profondamente. Sorprendentemente, di tanto in tanto, provo anche del risentimento nei suoi confronti. Mi faccio in quattro per dimostragli il mio amore, ma lui spesso sembra darlo per scontato, e io ho la fastidiosa sensazione di dargli troppo. Non mi piaccio quando faccio così".
"C'è troppa buona volontà in te", osservò Tony, "troppa spiritualità e rimani invischiato. Nell'amicizia si deve essere in grado di dire questo: Io ti accetto, ti sosterrò, puoi contare su di me. E voglio che tu ricambi il mio amore. Voglio che tu sia onesto con me".

"L'amicizia è come una danza. Se resti fermo non posso ballare. In questo caso ti lascio. Non voglio sacrificare la mia libertà. Mi farà soffrire, ma non importa".

"Devi essere pronto a rischiare un rapporto se vuoi salvarlo".

dal libro Il canto dell'usignolo, Paoline


35                                   L'anello benedetto

C'era una volta un re che aveva tre figli e un anello. Sì: un anello d'oro e pietre preziose così bello, che se ne parlava perfino di là dalle frontiere, al punto che lo si riteneva magico, benedetto, simbolo del potere, e chissà che altro. Ognuno dei figli del re sperava di ricevere in eredità quell'anello, e spesso litigavano fra di loro per questo. Allora il re, sentendosi oramai prossimo a morire, decise di far fare dal gioielliere di corte altri due anelli in tutto simili al suo; e vennero così ben lavorati che proprio non se ne poteva distinguere uno dagli altri.
Quando il re morì, ognuno dei tre prìncipi ricevette un anello, ma subito cominciarono a litigare gridando: «L'autentico è il mio. Questo è l'anello benedetto!».
Non venendo a capo di niente, decisero di rivolgersi a un maestro sufi che albergava in una grotta sul monte, uomo saggio, un mago che conosceva i segreti delle cose.
Giunsero da lui e, mostrandogli gli anelli, chiesero: «Quale di questi è l'autentico?».
Il venerabile sufi guardò gli anelli, li rigirò a lungo fra le mani, poi, restituendoli, disse: «Non lo so, ma lo posso chiedere alla terra. La terra sa tutto e mi darà la risposta». E posato un orecchio a terra, rimase a lungo in ascolto. Poi si alzò e disse: «Ha risposto così: di' ai tre prìncipi che io non so a chi appartiene l'anello benedetto, ma io so che tutti e tre appartengono a me. Litigano per un poco d'oro e di pietre, e io nel mio ventre ne ho a profusione. Ma perché litigano, dal momento che anche loro verranno nel mio ventre?».
I vecchi maestri sufi dicono che il re simbolizza Dio, e i tre anelli simbolizzano la religione ebraica, la religione cristiana e la religione musulmana.

da Saggezza islamica Gabriele Mandel, Edizioni San Paolo

36                              Quando non hai mai tempo

Qualche volta hai visto i bambini
o ascoltato il ticchettio della pioggia?
Qualche volta hai seguito il volo di una farfalla?
O osservato il tramontare del sole?
Fermati. Non ballare in fretta. Il tempo é poco.
La musica non durerà a lungo.

Ogni giorno lo vivi sempre di corsa?
Quando ti domandi chi sei, ascolti la tua risposta?
Quando il giorno finisce ti sdrai sul tuo letto,
ti assilli con mille pensieri?
Fermati. Non ballare in fretta. Il tempo é poco.
La musica non durerà a lungo.

Le tue giornate trascorrono freneticamente?
Qualche volta hai detto al tuo bambino:
lo faremo domani e nella tua apatia non vedi la sua tristezza?
Qualche volta per mancanza di tatto hai lasciato
che un caro amico morisse,
senza averlo chiamato per dirgli ciao?
Fermati. Non ballare in fretta. Il tempo é poco.
La musica non durerà a lungo.

Quando corri troppo in fretta
per raggiungere qualsiasi luogo,
ti perdi la metà del divertimento per arrivare li.
Se sei preoccupato,
se corri per tutto il giorno
é come se gettassi la tua vita nel cestino.
La vita non é una corsa,
ma va vissuta e assaporata con calma.

Ascolta la musica prima che la canzone finisca.

 

37                                         Scrivimi, ti prego
                                         Basilio il Grande

Se mi ami, scrivimi, ti prego;
se sei imbronciato con me,
scrivimi lo stesso,
a dispetto del tuo broncio. 

Sarà sempre per me una grande gioia
ricevere una lettera da un amico,
anche se un po' irritato.

Dunque, decìditi...
Esci dalla tua indolenza! 
E non dire
che non hai nulla da scrivere.

Se non hai nulla da scrivermi, scrivimi
che non hai nulla da scrivermi:
per me sarà già qualcosa
di importante e di bello!

 38                                     Mandati nel mondo
                                   Padre Henri J. M. Nouwen

Ciascuno di noi ha una missione nella vita. Gesù prega il Padre per i suoi seguaci, dicendo: «Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo» (Giovanni17,18).
Di rado ci rendiamo pienamente conto che siamo mandati per adempiere i compiti che Dio ci ha dato. 
Agiamo come se fossimo noi a scegliere come, dove e con chi vivere. Agiamo come se fossimo gettati allo sbaraglio nella creazione e dovessimo decidere come passare il tempo finché moriremo. 
Ma siamo stati mandati nel mondo da Dio, proprio come Gesù. Quando cominciamo a vivere con questa convinzione la nostra vita, scopriamo subito che cosa siamo stati mandati a fare.

39                                     Valore di un sorriso
                                                    
P. Faber

Donare un sorriso rende felice il cuore. Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona.  Non dura che un istante ma il suo ricordo rimane a lungo. 
Nessuno è così ricco da poterne far a meno né così povero da non poterlo donare. 
Il sorriso crea gioia in famiglia, dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia. 
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina.
E se poi incontri chi non te lo offre sii generoso e porgigli il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo.

40                            Ho sognato che camminavo
                                     
Margaret Fishback Powers

Ho sognato di camminare in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. 
E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita.
Allora ho detto: "Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso
che saresti stato sempre con me. 
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?"
E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali c'è soltanto un'orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio".
       

41                               Gli amici e i loro limiti
                                       
Henri J.M. Noewen
 
Abbiamo bisogno di amici. Gli amici ci guidano, si prendono cura di noi, si accostano a noi con amore, ci consolano nel tempo del dolore. 
Anche se parliamo di «farci degli amici», gli amici non si possono fare. Gli amici sono un dono di Dio;ma Dio ci dà gli amici di cui abbiamo bisogno, quando ne abbiamo bisogno, se confidiamo totalmente nell'amore di Dio.
Gli amici non possono sostituire Dio. Hanno dei limiti e delle debolezze come noi. 
Il loro amore non è mai perfetto, non è mai completo. Nei loro limiti essi possono però essere dei segnali nel nostro cammino verso l'amore illimitato e incondizionato di Dio.
Godiamo degli amici che Dio ha mandato sul nostro cammino.

42                                     Il Signore ha bisogno
                                              
Chiara Lubick

Il  Signore ha urgente bisogno di anime di fuoco, senza problemi spirituali, eterni inciampi all'amore.
Anime che tutto hanno bruciato e nel fuoco dell'amor di Dio trascinano gli altri.

43                             Il coraggio spirituale
                                            
Henri J.M. Nouwen

Il coraggio è legato all'assunzione del rischio. Saltare il gran Canyon con una motocicletta, scendere le cascate del Níagara dentro un barile, camminare su una corda tesa tra le torri del World Trade Centre di New York o attraversare l'oceano in una barca a remi richiede persone coraggiose, perché facendo queste cose rischiano la vita. 
Ma nessuno di questi atti temerari viene dal centro del nostro essere. Vengono tutti dal desiderio di provare i nostri limiti fisici e di diventare famosi e popolari.
Il coraggio spirituale è qualcosa di completamente diverso. Significa seguire i desideri più profondi del nostro cuore a rischio di perdere fama e popolarità. 
Richiede da noi la disponibilità a perdere la nostra vita temporale per guadagnare la vita eterna.


44         In Dio e’ piu’ grande la giustizia o la misericordia?
                     
             (Detti dei Padri del deserto)

Al tribunale di Jahvè cento angeli accusano un uomo:”Costui e’ veramente malvagio”.
Solo un angelo si attesta in suo favore: “Ma ha compiuto un’opera buona!” Jahvè fa inclinare la bilancia in favore del peccatore e sentenzia: “Niente Gehenna!”
Ma non sapete quale e’ l’orario di Dio. Ecco come la pensavano gli “Abbas” del deserto: “Per tre ore al giorno Jahvè siede in tribunale a giudicare il mondo. Ma quando il male prevale sul bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono della misericordia”

45                                              GLI AMICI DI GESU’ 
                                   ( dai fioretti di Santa Teresa d’Avila)

Santa Teresa d’Avila si recava un giorno in una città della Spagna per una fondazione. Il tempo era avverso. Una bufera di vento e di pioggia flagellava la povera carrozza sulla quale la Santa viaggiava. Ad un tratto i cavalli sbandarono e rovesciarono i viaggiatori nell’acqua gelida del fossato, che correva lungo la strada.

Quando Santa Teresa riuscì ad uscire dall’acqua, si sentì gelare dal freddo e mentre prendeva un po’ di respiro, seduta su una pietra, non poté fare a meno di lamentarsi col Signore: — Io mi sono consacrata completamente ai tuoi interessi e tu mi lasci soffrire così? Mi tratti così? Teresa, le rispose Nostro Signore, così tratto i miei amici!
   — Ah, è per questo, soggiunse la Santa, che ne hai così pochi

 

46                                           l'occhio del falegname
                                                        Bruno Ferrero

C’era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. 
Un giorno, durante l’assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio. La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri. Uno prese la parola: «Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra». Un altro intervenne: «Non possiamo tenere fra noi nostra sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca».«Fratel Martello — protestò un altro — ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. E’ urtante il suo modo di ribattere con­tinuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo.  
E i Chiodi? Si può vivere con gente così pun­gente? Che se ne vadano! 
E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. 
E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d’essere sembra quella di graffiare il prossimo!». Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. 
Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l’espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti. La riunione fu bruscamente interrotta dall’arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L’uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo. Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal ca­rattere pungente e il Martello che picchia e batte.
Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere. Per accogliere la Vita. Dio ci guarda con l’occhio del falegname.

 DA CERCHI NELL’ACQUA – PICCOLE STORIE PER L’ANIMA EDIZIONE ELLE DI CI

      

47                                                         SUL PATIBOLO 
                                                              Bruno Ferrero

Il giorno delle nozze, un principe fece il suo ingresso nella capitale del suo regno accanto alla sposa novella.
I due sposi avanzavano in una splendida carrozza, mentre ai lati della strada due ali di folla applaudivano.

Ma, nella piazza davanti al castello, tutti ammutolirono.
Su un alto patibolo, un malfattore stava per essere impiccato. 
Il condannato aveva già infilato la testa nel cappio.
La principessa scoppiò in lacrime.
Il principe chiese al giudice se era possibile annullare l’esecuzione, come dono di nozze alla sua sposa. La risposta fu un secco no».
«Ci sono dunque delitti che non possono trovare perdono? chiese la principessa con un filo di voce.
Uno dei consiglieri del principe fece notare che, secondo un’antica consuetudine della città, qualsiasi condannato poteva riscattarsi pagando la somma di mille ducati.
Una somma enorme. Dove si poteva trovare tanto denaro?
Il principe aprì la sua borsa, la svuotò e ne uscirono ottocento ducati. La principessa, frugando nel suo elegante borsellino, ne trovò altri cinquanta. Non potrebbero bastare ottocentocinquanta ducati?» chiese.
«La legge ne vuole mille! ribatterono. La principessa scese e fece una colletta tra paggi, cavalieri e passanti. Fece il conto finale: nove­centonovantanove ducati. E nessuno aveva più un ducato.
«Dunque per un ducato quest’uomo sarà impiccato?» esclamò la principessa.
«È la legge, rispose impassibile il giudice e fece cenno al boia di cominciare l’esecuzione.
A quel punto la principessa gridò: «Frugate nelle tasche del condannato, forse qualcosa ce l’ha anche lui».
Il boia ubbidì e da una delle tasche del condannato saltò fuori un ducato d’oro. Quello che mancava per salvargli la vita.
Nel cuore di ognuno c’e’ quanto basta a salvargli la vita. La bontà, l’amore, la felicità in molti sono come stoppini spenti. Basta un piccolo fiammifero per accenderli.

DA CERCHI NELL’ACQUA – PICCOLE STORIE PER L’ANIMA EDIZIONE ELLE DI CI

48                                                          SENTINELLA

Un buon parroco aveva osservato che dall’una alle tre, nel silenzio della sua chiesa veniva sempre un soldato, che dopo essersi chinato per salutare Gesù, se ne stava sull’attenti immobile e riverente. Un giorno gli chiese: — Che fai qui sull’attenti?

Due ore di sentinella al mio Dio — rispose con franchezza. E continuò: — Tutti i grandi della terra hanno le loro guardie... E il Re dei Re non ne avrà nessuna? .. Ebbene, io voglio fare la sentinella e me ne sento orgoglioso tanto da non sentirne la fatica.

(da Gesù insegnò in parabole 1° - Esempi catechistici Jesus – Editrice Domenicana Italiana – Napoli)

49                                     MEDITAZIONE SUL NATALE 

Un confessore raccomandò ad una penitente la meditazione quotidiana. 
Quella chiese: - Padre, come si fa a meditare bene? 
Il sacerdote le spiegò: -per esempio: ecco vicino il Natale. 
Si metta davanti al presepio e guardi a lungo la paglia, la mangiatoia, gli animali, i pastori, ecc.
Dopo quindici giorni, rivedendo la sua penitente, il confessore chiese: 
- E allora ha provato a meditare sul presepio?
La donna rispose con semplicità: - Si, padre; ma non so continuare: sono sempre alla paglia!

(da Gesù insegnò in parabole 1° - Esempi catechistici Jesus – Editrice Domenicana Italiana – Napoli)

 

50                                      DIO CI SEGUE PASSO PASSO
                                                        (Julien Green)

Dio ci segue passo passo. Tu magari non te ne accorgi. Ci sono delle volte in cui bisogna dirGli che se ne vada come se fosse un mendicante, perché si allontani 
un momento; ma poi ritorna di nuovo.
Andate via Signore! Lasciate che io mi diverta, voi mi date noia! Lasciatemi! 
Ma non va via, è abituato agli insulti.         

51                                                 PACE NELLA CELLA
                                             Beato Papa Giovanni XXIII°

Pace nella cella: fuori d’essa, invece, molte sono le guerre. Ascolta tutti. Credi a pochi. Porta rispetto a tutti.Non credere tutto quello che ascolti. Non giudicare tutto ciò che vedi. Non arrischiare tutto ciò che potresti fare Non dar via tutto quanto hai.
Non dire mai tutto quello che sai, Prega. Leggi. Fuggi (l’ozio). Taci. Rilassati.
Chi vuol trascorrere la vita gradita al cielo, legga spesso questi consigli saggi:
Tre cose passate.
Il male commesso – Il bene non fatto – Il tempo perso.
Tre cose presenti:
La brevità della vita – La difficoltà di salvarsi – Il numero limitati dei salvati
Quattro cose future:
La morte: nulla è più certo – Il giudizio: niente è più severo - L’inferno: nulla è più terribile - Il paradiso: nulla è più bello

 “dal giornale dell’anima” 

  

52                             Chi tiene perde, chi dona trova.-
                                                         Tagore

Ero andato mendicando d’uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando il tuo cocchio dorato apparve in lontananza come un magnifico sogno e mi chiesi chi fosse questo re di tutti i re! Le mie speranze crebbero, e pensai che i brutti giorni fossero passati e rimasi in attesa di doni non richiesti, di ricchezze profuse da ogni parte. Il tuo cocchio si fermò vicino a me. Mi guardasti e scendesti sorridendo.
Sentivo alfine era arrivata la fortuna della mia vita. Poi, all’improvviso mi stendesti la mano chiedendo: <<Che cos’ hai da darmi?>>

Quale gesto regale fu il tuo! Stendere la mano ad un mendicante per mendicare!

Rimasi indeciso e confuso. Poi estrassi dalla mia bisaccia il più piccolo chicco di grano e te lo offersi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, finito il giorno, vuotai la mia bisaccia per terra e trovai un granellino d’oro nel mio povero mucchio!

Piansi amaramente per non avere avuto il coraggio di donarti tutto quello che avevo.

                  

53                                           PER TE SI LEVERA' IL SOLE 
                                   Swami Viveckananda 

Siediti ai bordi dell’aurora, per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del torrente, per te canterà l’usignolo.
Siediti ai bordi del silenzio,
  DIO ti parlerà.

54                                       CERCATE DIO
                                              M.Luther King

Cercate Dio, trovatelo e fate di Lui una forza nella vostra vita.
Senza di Lui tutti i nostri sforzi si riducono in cenere e le nostre aurore diventano le più oscure notti.
Senza di Lui la vita è un dramma senza senso a cui mancano le scene decisive. Ma con Lui noi possiamo passare dalla fatica della disperazione alla serenità della speranza.Con Lui possiamo passare dalla notte della disperazione all’alba della gioia.            

 

55                                                NON PIANGETE I MORTI
                                                    S. Giovanni Crisostomo

Nessuno, dunque pianga più i morti, nessuno si disperi, né rigetti così la vittoria di Cristo. Egli infatti ha vinto la morte. Perché dunque piangi? 
A che pro gemi e ti lamenti!
Coraggio, c’è la risurrezione con assoluta certezza: dorme non è morta; riposa, non è perduta per sempre. Sono infatti ad accoglierla la risurrezione, la vita eterna, l’immortalità e l’eredità stessa degli angeli. Non senti il Salmo che dice: “Torna, anima mia, al tuo riposo, perché Dio ti ha fatto grazia”. Dio chiama “grazia” la morte, e tu ti lamenti? –      

 

56                                               IL POVERO E LA PERLA
                                                   
Swami Paramananda

La perla di gran valore è nascosta profondamente.
Come pescatore di perle, o anima mia, tuffati, tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, e cerca!
Forse non troverai nulla la prima volta.
Come un pescatore di perle, o anima mia, senza stancarti, persisti e persisti ancora,
tuffati nel profondo, sempre più giù, e cerca! 
Quelli che non sanno il segreto, si burleranno di te, e tu ne sarai rattristato.
Ma non perdere coraggio, pescatore di perle, o anima mia!
La perla di gran valore è proprio là nascosta, nascosta proprio in fondo.
E’ la tua fede che ti aiuterà a trovare il tesoro. 
Ed è essa che permetterà che quello che era nascosto sia infine rivelato.
Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, come un pescatore di perle, o anima mia, 
E cerca, cerca senza stancarti. –

da PREGA IL PADRE TUO NEL SEGRETO   

 

57                          IO MI ABBANDONO O DIO NELLE TUE MANI

Gira e rigira questa argilla come creta nelle mani del vasaio. Dalle una forma e poi spezzala se vuoi. Domanda, ordina: <Cosa vuoi che io faccia, cosa vuoi che io non faccia?>>. Innalzato, umiliato, perseguitato, incompreso, calunniato, consolato, sofferente, inutile a tutto, non mi resta che dire, ad esempio della tua Madre:<<Sia fatto di me secondo la tua parola>>.

58                                             LA PORTA DI GESU'

Quando Holman Hunt espose il suo famoso quadro “Cristo che batte alla porta dell’anima” uno dei critici gli fece notare che aveva dimenticato la maniglia a quella porta.
Giovanotto, rispose il pittore, la porta alla quale batte Cristo si apre solo dal di dentro.
Siamo noi che dobbiamo aprire a Cristo, farlo entrare e farlo crescere in noi.

 

59                   La nostra vita è una ginnastica di desiderio

La nostra vita è una ginnastica del desiderio. 
Il santo desiderio sarà tanto più efficace quanto più strapperemo le radici della vanità ai nostri desideri. Per essere riempiti bisogna prima svuotarsi.
Tu devi essere riempito dal bene, e quindi devi liberarti dal male.
Supponi che Dio voglia riempirti di miele.
Se sei pieno di aceto dove metterai il miele?
Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva anzi occorre pulirlo.
Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno se occorre, perché sia idoneo a ricevere qualche cosa.

(dai trattati sulla prima lettera di S.Giovanni di S.Agostino)

 

60                                             COME TROVARE DIO

Un discepolo andò dal suo maestro e gli disse:"Maestro, voglio trovare Dio".
Il maestro sorrise. E siccome faceva molto caldo, invitò il giovane ad accompagnarlo a fare un bagno nel fiume. Il giovane si tuffò, e il maestro fece altrettanto. 
Poi lo raggiunse e lo agguantò, tenendolo a viva forza sott'acqua. 
Il giovane si dibattè alcuni istanti, finché il maestro lo lasciò tornare a galla.
Quindi gli chiese cosa avesse più desiderato mentre si trovava sott'acqua. 
"L'aria", rispose il discepolo. "Desideri Dio allo stesso modo?" gli chiese il maestro. "Se lo desideri così, non mancherai di trovarlo. Ma se non hai in te questa sete ardentissima, a nulla ti gioveranno i tuoi sforzi e i tuoi libri. 
Non potrai trovare la fede, se non la desideri come l'aria per respirare.

(dagli Apoftegmi dei Padri del deserto) - dal libro "La morale della favola" 

61                                                      IL CAPRIOLO
                                                       Soren Kirkegaard

Un giorno, all'improvviso, il capriolo porta-muschio delle montagne, avverte nelle narici il soffio di un profumo muschiato.Non si rende conto da dove provenga, ma ne è affascinato e corre di giungla in giungla alla ricerca del muschio. 
Si sente costretto a cercarlo attraverso burroni e foreste, rinuncia a bere, a mangiare 
e a dormire, finché esausto e affamato precipita da una cima mortalmente schiantato nel corpo e nell'anima. Il suo ultimo gesto prima di morire è di aver pietà di se stesso e di leccarsi il petto... dove, o prodigio! viene a scoprire che la sua tasca-muschio gli si è sviluppata sul corpo. 
La bestiola allora ansima profondamente, tentando di aspirare quel profumo, se non 
è troppo tardi.....
"Non cercare fuori di te il profumo di Dio, per perire nella giungla della vita.
Non cessare di cercarlo dentro di te, e vedrai che lo troverai".

(dal libro – La morale della favola di Gribaudi Editore)

  

 62                           CIO' CHE DIO VUOLE E' PER IL MEGLIO

   Un re del tempo antico aveva un ministro molto saggio che, qualunque cosa accadesse, sentenziava:" Ciò che Dio vuole è per il meglio!" Questa esclamazione non sempre riscuoteva l'approvazione del re che non aveva la stessa fede in Dio del suo saggio ministro. Una volta il re rimase ferito in battaglia e anche in quell'occasione il ministro sentenziò, come sempre:" Ciò che Dio vuole è per il meglio!"
Questa volta il re andò su tutte le furie: come osava il ministro dire una cosa di questo genere, che cosa ci poteva mai essere di buono per lui nell'esser stato ferito? 
E così fece imprigionare il ministro che accettò senza batter ciglio quell'ingiusta punizione con la solita esclamazione: "Ciò che Dio vuole è per il meglio!".
Vinta la guerra il re tornò al suo passatempo preferito: la caccia. Proprio durante una battuta di caccia, mentre cavalcava nella foresta, alquanto lontano dal suo seguito, il re fu improvvisamente circondato da una banda di briganti, adoratori della dea Kalì, alla quale essi solevano offrire ogni anno un sacrificio umano.

     Destino volle che questa volta la vittima designata fosse il re stesso, che fu incatenato e portato nel tempio. Ma la vittima sacrificale deve essere fisicamente perfetta e non presentare menomazioni di sorta, perciò quando il sacerdote di Kalì si accorse della ferita del re, decretò che questi non era adatto a essere sacrificato e lo lasciò tornare libero al suo palazzo: quella ferita gli aveva salvato la vita!

     Il re si rese conto che il ministro aveva avuto ragione e lo fece immediatamente liberare e reintegrare nella sua carica. Quando il ministro fu alla sua presenza, il re gli raccontò l'accaduto e aggiunse:" La mia ferita è stata davvero per il meglio, perché grazie a essa sono sfuggito alla morte, ma che cosa ne hai guadagnato tu, che sei rimasto rinchiuso in prigione?". Il ministro rispose: "Maestà, se non fossi stato in prigione, sarei stato accanto a voi nella foresta; i banditi avrebbero catturato anche me e, dal momento che il mio corpo è intatto, avrebbero sacrificato me al vostro posto".

     Il re ammirò la saggezza del suo ministro e da allora lo tenne nella più alta considerazione. 

(Saggezza hindù)  

63                                        CREDO.........LA PREGHIERA 


Credo che la preghiera non è tutto ma che tutto
deve cominciare dalla preghiera:
perché l'intelligenza umana è troppo corta
e la volontà dell'uomo troppo debole;
perché l'uomo agisce senza Dio non dà mai il meglio di se stesso. 

Credo che Gesù Cristo, dandoci il "Padre Nostro"
ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.
Credo che la preghiera non ha bisogno di parole;
perché l'amore non ha bisogno di parole. 

Credo che si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
la sofferenza è preghiera solo se si ama,
il lavoro è preghiera solo se si ama. 

Credo che non sapremo mai con esattezza
se la nostra è preghiera o non lo è.
Ma esiste un test infallibile della preghiera:
se cresciamo nell'amore,
se cresciamo nel distacco dal male,
se cresciamo nella volontà di Dio. 

Credo che impara a pregare
solo chi impara a tacere davanti a Dio.
credo che impara a pregare 
solo chi impara a resistere al silenzio di Dio. 

Credo che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore
il dono della preghiera, perchè chi impara a pregare
impara a vivere. 

(Un monaco nel mondo) 

64                                                        LA GENEROSITA’
                                              (Gibran Kahlil Gibran)


Dai poco se doni le tue ricchezze,
ma se dai te stesso tu doni veramente.
Vi sono quelli che danno con gioia
e la gioia è la loro ricompensa. 

Nelle loro mani Dio parla e dietro 
ai loro occhi Egli sorride alla terra.
E’ bene dare se ci chiedono, 
ma è meglio capire quando non ci chiedono nulla. 

E per chi è generoso cercare il povero
è una gioia più grande che donare,
poiché chi è degno di bere al mare della vita 
può riempire la coppa alla tua sorgente. 

E voi che ricevete, non lasciate che la gratitudine 
vi opprima per non creare un giogo in voi e in chi vi ha dato.
Piuttosto fate che i suoi doni diventino ali per volare insieme. 

65                        LA PREZIOSITA’ DEL SILENZIO 


Il silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la tua difesa e il tuo onore 

Il silenzio è magnanimità:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando non condanni, ma intercedi nell’intimo 

Il silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni umane
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli 

Il silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando celi nel riserbo i doni di Dio
quando lasci che il tuo agire sia male interpretato
quando lasci ad altri la gloria dell’impresa 

Il silenzio è fede:
quando taci perché è lui che agisce
quando rinunci alle voce del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perché ti basta essere conosciuto da lui 

Il silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocerti e uccidere 

Infine il silenzio è adorazione:
quando abbracci la croce, senza chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è l’unica via giusta. 

(Da un condensato di S.Giovanni della Croce

66                     Un Cristo senza croce - una croce senza Cristo

Amico, io vado in cerca di una croce. 
Vedi, ho un Cristo senza croce, 
l’ho acquistato presso un antiquario.
Mutilato e bellissimo. Ma non ha croce. 
Per questo mi si è affacciata un’idea.
Forse tu hai una croce senza Cristo. 
Quella che tu solo conosci.
Tutti e due siete incompleti. 
Il mio Cristo non riposa perché gli manca una croce. 
Tu non sopporti la croce, perché le manca Cristo. 
Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo.
Ecco la soluzione: perché non li uniamo e li completiamo?
Perché non dai la tua croce vuota a Cristo?
Ci guadagneremo tutt’e due. Vedrai.

Tu hai una croce solitaria vuota, gelata, paurosa, senza senso: 
una croce senza Cristo. 
Ti capisco: soffrire è illogico. 
Non comprendo come hai potuto sopportare così a lungo. 
Una croce priva di Cristo è una tortura,
il principio logico della disperazione. 
Hai il rimedio tra le mani. Non soffrire più solo. 
Su, dammi questa croce vuota e solitaria. Dammela. 
Ti darò in cambio questo Cristo mutilato, 
senza riposo, né croce. 
La tua croce non è più solamente tua;
è anche e nello stesso tempo la croce di Cristo.
Su, prendi la tua croce, amico; la tua croce con Cristo.
Non sarai più solo a soffrire.
La porterete in due, il che vuol dire dividerne il peso.
E finirai per abbracciare e amare la tua croce,
una volta che Cristo sarà in essa.

(Centro Missionario Diocesano, Verona)

 

67                                                     IL MEGLIO DI TE
                                                     
Madre Teresa di Calcutta                                          

l’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico:
non importa, amalo.
Se fai il bene, diranno che lo fai 
per secondi fini egoistici:
non importa, fa’ il bene.   

Il bene che fai forse domani verrà dimenticato:
non importa, fa’ il bene.
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile:
non importa, sii onesto e sincero.
Quello che hai costruito può essere distrutto:
non importa, costruisci. 
La gente che hai aiutato, 
forse non te ne sarà grata:
non importa, aiutala.
Da’ al mondo il meglio di te,
e forse sarai preso a pedate: 
non importa, da’ il meglio dite.

68                                            IL PRETE

Se il prete fa una predica lunga più di dieci minuti 
e' un parolaio
se fa una predica corta
non sa cosa dire
se durante la predica parla forte
allora urla e si arrabbia con tutti
se non predica forte
non si capisce niente
se visita i suoi fedeli
allora gironzola e non e' mai in ufficio 
se rimane a casa
non visita mai le famiglie e ama il distacco 
se in confessionale ascolta i penitenti
e' interminabile
se fa in fretta a confessare
non e' capace di ascoltare
se incomincia la messa puntualmente 
il suo orologio va avanti
se ha un piccolo ritardo
fa perdere tempo a tutta la gente 
se abbellisce la chiesa
getta via i soldi inutilmente
se non lo fa
lascia andare tutto alla malora
se parla con una donna
si pensa subito di costruire un romanzo rosa 
se vuol bene alla gente
e' perché non la conosce
se e' giovane
non ha esperienza
se e' vecchio
non si adatta ai tempi
se muore 
non c'è nessuno che lo sostituisce!!!!!

69                       QUALE SARA’ IL MIO POSTO
                                                   
Card. A.Ballestrero)

 Quale sarà il mio posto nella casa di Dio?Lo so, non mi farai fare brutta figura, non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché 
Tu sei fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo.
Cosa farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante?

Tu fai cose inaspettate, gloriose.Getti là le cianfrusaglie e ti metti a cesellare la mia vita. Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede ma che sostiene lo splendore dello zaffiro o in cima a una cupola che tutti guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza.
Importante è trovarmi là dove tu mi metti, senza ritardi.
E io, per quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia felicità di trovarmi nelle tue mani malleabile, per renderti servizio, per essere tempio della tua gloria.

 

70                                             SE..............
                                               
Rudyard Kipling  

 Se riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo;
 Se sai aver fiducia in te stesso
quando tutti dubitano di te
tenendo però nel giusto conto i loro dubbi;
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o se calunniato non rispondi con calunnie
o se odiato non dai spazio all’odio
senza tuttavia sembrare troppo buono
né parlare troppo da saggio;
Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo; 
Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui; 
Se sai guardare con serenità alle cose e agli affetti distrutti
e ricostruirli con i tuoi strumenti ormai logori; 
Se sai mettere insieme tutte le tue vittorie
e rischiarle in un solo colpo a testa o croce
e perdere, e ricominciare da capo
senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso;
 Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi
a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
e così resistere quando in te non c’è più nulla
tranne la volontà che dice loro: “Resistete!”,
Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà
o passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale;
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi;
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa, 
tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa
e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!

                 

71                                                  SCOPRI L'AMORE
                                                         Mahatma Gandhi

 Prendi un sorriso: regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole: mettilo nel cuore della notte.
Scopri una sorgente: fà bagnare chi è prostrato nella polvere.
Cogli una lacrima: posala sul volto di chi non ha mai pianto.
Prendi il coraggio: mettilo nell’animo di chi non sa lottare
Vivi la vita: raccontala a chi non sa capirla.
Apriti alla speranza: vive nella sua luce
Prendi la bontà: donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore: fallo crescere sulla terra.