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Per
avere un’idea, sul Circuito
di Pomposa (Ferrara), che non è tra i più tortuosi, si
effettuano ben 42 cambi di marcia per ogni giro (circa 1200 metri),
su cui i tempi più mediocri non superano il minuto. Se consideri
una semplice statistica, si tratta di usare il cambio mediamente
ogni 1,50 secondi scarsi.
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Il
cambio è a bilanciere e la leva si trova alla destra del volante,
da usare con la mano destra. Le cambiate si effettuano senza usare
la frizione, sia in aumenta che in scalata, sollevando leggermente
il piede dall’acceleratore nell’istante di passaggio tra un
rapporto e l’altro. Mantenere la mano sul cambio non è
un'abitudine buona. Va bene in un tratto dove si scaricano le marce
in progressione, ma la presa con due mani garantisce una maggior
sensibilità, soprattutto in un misto. Capita spesso di dover
scalare quattro marce in venti metri. La marcia giusta è quella che
ti permette, all’uscita di una curva, di garantirti la massima
accelerazione, ovvero la massima coppia del motore.
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I
motori da competizione hanno un range di regime molto ridotto, nel
quale il motore offre la massima prestazione. Al di fuori di tale
range la resa è molto limitata. Non si tratta di anomalie di
costruzione, ma del fatto che ogni motore è progettato con un
determinato “diagramma di coppia”. Il diagramma varia da motore a
motore, da preparazione a preparazione. E’ il pilota che individua
il range: sotto un certo regime senti che il motore non tira. Ad un
certo punto si scatena, ma oltre una certa progressione del regime hai
la sensazione che tiri indietro: era già ora di mettere una marcia più
alta. I rapporti sono e devono essere molto corti.
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La
scalata invece è determinata nella fase di rallentamento prima
dell’ingresso in curva. Nell’istante in cui stacchi il piede
dall’acceleratore inizi a scalare tante marce quante servono per
impostare la curva in modo tale che, alla riapertura del gas hai la
giusta spinta dal motore che ti consente di riacquisire velocità con
la massima “scioltezza”.
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La
doppietta ?
Come
detto, il cambio è a bilanciere; la marcia folle è unicamente tra la
prima e la seconda e tra le altre marce non esiste. In scalata è
comunque possibile ricorrere alla doppietta con una fulminea
"zampata" sull'acceleratore un infinitesimo di secondo dopo
aver toccato la leva del cambio per inserire una marcia inferiore. A
cosa serve la doppietta ? Primo: allevia al motore il contraccolpo
dovuto all'effetto "freno motore"; secondo: concede un'
"ingrassatina" alla miscela nella camera di scoppio. La
doppietta la consiglio eventualmente (ma non proprio necessaria) alla
fine di un rettilineo. In una successione stretta di curvette o
tornantini è controproducente perché tende ad ingolfare il motore,
con conseguente difficoltà di ripresa quando si riapre
l'acceleratore.
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