Riccardo
Bonazzi |
|
|
|
Non mi ritengo
all'altezza di esplicare chissà quali consigli tecnici e mi guarderei
bene dall' insegnare la materia ai "vecchi lupi" che fanno
parte di questo meraviglioso cast su tutti i panorami. In queste poche
pagine ho desiderato però rivelare i particolari importanti e
soprattutto le impressioni, frutto di un'esperienza pluridecennale tra
mezzi, piste e persone, vivendo con passione e costanza questo sport,
hobby, chiamiamolo come vogliamo, che è tra le discipline più
entusiasmanti esistenti sul pianeta. L'obiettivo è semplicemente
quello di illustrare l'argomento a coloro che hanno vera passione per
i motori e che desiderano intraprendere il karting, a prescindere da
qualsiasi scopo finale e da qualsiasi promessa di carriera che ci si
possa imporre. |
|
Classe 1965, a 4 anni
conoscevo tutti i modelli delle auto stradali, perché mi affascinava
tutto ciò che si muoveva su quattro ruote con la spinta di un motore.
Quante volte mi sedevo al posto di guida di papà solo per avere la
soddisfazione di girare il volante ! Era una malattia in incubazione. |
|
Arrivarono
i tempi di Niki Lauda, Clay Regazzoni, Mario Andretti, Ronnie
Peterson, James Hunt. Per il campione austriaco provare una
particolare ammirazione, era la personalità da seguire e da
imitare. |
|
Purtroppo
le disponibilità economiche della famiglia non erano propense e
adatte per consentire l'inizio di una carriera da pilota e
l'odore delle corse in auto era possibile percepirlo solamente
seguendo i Gran Premi che si svolgevano a Monza e a Imola.
Giornate indimenticabili. Tanta l'invidia nei confronti di quei
"marziani" che avevano il dono di poter guidare le
monoposto. |
|
|
|
Probabilmente
per mano divina, nel 1981 arrivò il primo kart e furono battaglie
sulle piste nazionali con risultati più che soddisfacenti. Il sogno
durò solo fino al 1983 e poi il kart venne brutalmente sequestrato e
venduto dai genitori, a causa dello scarso impegno nella scuola dovuto
al fatto che la testa era più in pista che sui banchi. La disgrazia
implicò "buio pesto" sulle possibilità di evoluzione in
una probabile carriera di pilota. |
La
capacità di intendere e di volere in merito alle corse si materializzò
tardivamente nel 1992, comunque troppo tardi per aspirare alla F1 e
dintorni, ma pur sempre da vivere per riprendere sotto forma di hobby
il karting. Del resto bisogna accettare positivamente quello che la
vita concede, anche se la "ratio" è modesta. |
|
|
Il
debutto avvenne sperimentalmente con un Minarelli motorizzato Gilera
125 cc. Qualche garettina sui circuiti frequentati dal club e
l'opzione avrebbe dovuto limitarsi ad un blasfemo passatempo, anche
perché i costi di gestione non erano modesti. Ma tale teoria non
resse a lungo. Infatti nel 1994 gli investimenti furono indirizzati
verso la "bomba del momento", ovvero un Birel con motore
TM-KV. Potenza doppia rispetto al Gilera, con quell'abbinamento
costato 10 milioni delle vecchie Lire si poteva finalmente dare
espressione di competitività ai massimi livelli. Questa volta nemmeno
il matrimonio ha scalfito la passione e l'abnegazione per questa
splendida attività. |
|
|
Il
Karting abbinato a numerosi corsi di pilotaggio sportivo su auto
da Formula costituiscono una vera completa espressione del
talento, senza la necessità di ambire per forza a galassie
irraggiungibili. Si presentano sempre occasioni extra, dove
mettere alla prova il pacchetto accademico conquistato. |
|
Molto
importante è anche l'esperienza come istruttore di guida
presso autoscuole. Trasmettere ai giovani, che stanno
aspirando alla patente, la corretta sensibilità di
guida utile a valutare che non è necessario correre per
strada. Il Codice della Strada in armonia con una buona
preparazione tecnica al volante.
|
Niki
Lauda, da sempre il mio riferimento caratteriale
come pilota e personalità. |
|
|
|
|