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IL COMUNE NON PUO’ COSTRUIRE IL MUSEO IN PIAZZA DUOMO PERCHE’ NON DISPONE DEI SUOLI DEI PRIVATI (04 settembre 2003)
Alle argomentazioni con le quali abbiamo chiesto al Comune di annullare la Concessione Edilizia rilasciata per la costruzione del palazzo privato in Piazza Duomo, e di destinare ad altro scopo il finanziamento regionale per la realizzazione della struttura museale, risponde il capogruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Benevento, Federico Paolucci, il quale però preferisce nascondersi dietro la necessità di attendere il pronunciamento della Magistratura sulla illegittimità della delibera 170 del 1999, con la quale furono stravolti i Piani urbanistici. Il capogruppo di Alleanza Nazionale asserisce addirittura che “non esistevano piani urbanistici che prevedevano una piazza; semplicemente non esistevano piani urbanistici”. Egli si riferisce, evidentemente, all’area del Duomo. Ma questo, come ormai sanno pure le pietre, non è affatto vero. Il Piano Particolareggiato redatto dagli architetti Zevi e Rossi ed entrato in vigore il 23 marzo 1989, prevedeva un’unica grande piazza su l’area antistante la Cattedrale comprendendo anche l’area di Piazza Orsini. Lo stesso piano particolareggiato prevedeva che lo spazio di fronte al Duomo dovesse rimanere libero consentendo solo la realizzazione di una struttura privata di 6.000 metri cubi allineata su Via Pasquali. Questa previsione urbanistica è stata stravolta proprio il giorno in cui il Piano Particolareggiato giungeva a scadenza, dopo 10 anni, vale a dire il 23 Marzo 1999, quando ancora tutti attendevano il concorso di idee deciso dal Consiglio Comunale. Strumento dello stravolgimento sono stati la famigerata delibera 170 e poi gli atti conseguenti, mentre il risultato è l’edificazione di 15.600 metri cubi su tutta l’area antistante la Cattedrale. E’ poi stupefacente Paolucci quando afferma che “in assenza delle decisioni assunte dall’amministrazione, l’unico destino era quello di una edificazione legittima esclusivamente da parte del privato su tutta l’area in questione”. Anche questo non è vero affatto. Il Consorzio Cepid aveva già preteso di edificare su tutta l’area antistante la Cattedrale, ma quei progetti erano stati decisamente bocciati dall’Ufficio Tecnico nei primi anni ’90. Dopo la scadenza del Piano Particolareggiato, cioè dal giorno successivo a quello della delibera 170, il Cepid non avrebbe avuto la possibilità di edificare il palazzo di tre piani dinanzi alla facciata del XII secolo, con due piani interrati, né si sarebbe realizzato il sogno di cementificare l’intera piazza con il cosiddetto intervento pubblico-privato tanto a cuore alle amministrazioni Viespoli e D’Alessandro. E non è casuale che Paolucci eviti di pronunciarsi proprio su alcune questioni fondamentali per la comprensione dei fatti. Il Comune non ha ancora ricevuto il finanziamento della Regione Campania, concesso per la cosiddetta struttura museale pubblica, perché da due anni non presenta il Progetto Definitivo in quanto non ha ricevuto l’assenso del Consorzio CEPID. Gli stessi privati, inoltre, non hanno mai trasferito al Comune i suoli dove il Museo dovrebbe sorgere, nonostante una convenzione del 1999. Come si fa a chiedere un finanziamento pubblico per realizzare un’opera “pubblica” su suolo privato? Il Comune, invece, ha rilasciato al Cepid la Concessione Edilizia per edificare un palazzo privato (quello i cui lavori sono da tempo bloccati,)su un suolo che in parte è pubblico. Siccome queste due verità non si possono nascondere, il Comune dovrebbe annullare responsabilmente gli atti senza attendere le decisioni del Magistrato. Rita Marinaro, segretaria PRC BeneventoGianluca Aceto, segretario provinciale PRC |
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