comunicati politici

Aceto: “Sui capannoni industriali intervengano Magistratura e Regione Campania”

27 agosto 2002

I ripetuti interventi del gruppo della Margherita al Comune di Benevento e del Forum Ambientalista sulla costruzione di capannoni industriali in Contrada Pezzapiana, una zona che la variante al PRG conferma come area destinata a parco fluviale, denunciano una delle più inquietanti vicende di speculazioni edilizie che stanno caratterizzando questa città.

Molto insolito è l’atteggiamento dell’assessore Capezzone, che l’anno scorso  presiedette la commissione edilizia che autorizzò la costruzione dei capannoni, cioè a dire un intervento industriale e commerciale di 50.000 metri quadri, mentre quest’anno ha presentato il Piano Regolatore  dicendo che su quella stessa superficie sorgerà un parco.

Nel primo atto di acquisto del terreno si legge che lo stesso,  decaduti i vincoli,. torna alla sua destinazione agricola. Come possono immaginare facilmente anche i profani, questo significa che potevano essere autorizzate soltanto opere funzionali all’agricoltura. In ogni caso, il Piano di razionalizzazione delle attività produttive prevede che per interventi su aree superiori ai 10.000 metri quadri è necessario un piano di lottizzazione, presupposto che nel caso manca del tutto, così come mancano le dovute previsioni delle opere di urbanizzazione.

Quel terreno cambia più volte proprietà: quattro compravendite in quattro giorni, fino a quando il 26 marzo 2002 entra sulla scena Maurizio Zamparini, che acquista a sua volta l’intera area e si impegna a far volturare tutte le concessioni. Zamparini, presidente della Emmezeta, deve costruire un ipermercato su un’area confinante con quella dei capannoni, i quali, a loro volta, servono per trasferirvi tre attività che attualmente si svolgono sull’area destinata all’ipermercato.

I parcheggi dei capannoni industriali serviranno in realtà all’ipermercato, che ha a disposizione un’area insufficiente allo scopo e quindi manca di un requisito essenziale. Non si tratta di un’illazione, ma risulta tutto, nero su bianco, dall’atto notarile con cui Zamparini ha acquistato l’area. Si configurano, in tal modo gli estremi di lottizzazione abusiva.

Nel frattempo, l’Ufficio di vigilanza edilizia relaziona al nuovo dirigente del Settore Urbanistica che la planimetria allegata al progetto indica il Calore ad una distanza superiore dai capannoni
rispetto a quella reale. Lo scopo di quest’ulteriore trovata “creativa” è quello di arretrare le sponda del fiume a oltre 150 metri dal sito interessato, fascia di rispetto minima contemplata dalla legge Galasso, entro la quale si può costruire solo rispettando particolari parametri e procedure, molto restrittive.

Ma c’è di più. Nei suoi accertamenti, l’Ufficio di vigilanza edilizia verifica che i capannoni industriali, difformemente dal progetto, presentano non uno ma due piani, come del resto è scritto
nell’atto notarile del 26 marzo. Ciò significa che già in quella data si sapeva di costruire in maniera diversa da quanto progettato. Il dirigente del Settore Urbanistica, l’architetto Francesco Cassano,
prima sospende i lavori e poi, il giorno successivo,  cioè il 9 agosto, accoglie una richiesta di concessione in sanatoria mediante DIA (dichiarazione di inizio attività), una richiesta avanzata
incredibilmente non da Zamparini (effettivo proprietario dell’area) ma da Reti e Sviluppo Spa. A quale titolo, non è dato di sapere. Su tutte queste incredibili “stranezze” la magistratura deve far luce.
Da circa un anno, il consorzio “I Sanniti” sta promuovendo
 la nascita dell’ipermercato che, a detta di Zamparini, è prevista per la Pasqua del prossimo anno. Sono già decine i negozianti che hanno
prenotato i locali per trasferirvi le loro attività, allettati anche dalla pubblicità continua che campeggia dalle pagine di un noto quindicinale beneventano. Sono tutti ben consapevoli dei rischi cui vanno incontro?

Questa vicenda dimostra quali sono le vere intenzioni dell’amministrazione di centro destra. Essa si è vantata di avere a cura le tematiche ambientali e per questo i parchi fluviali, urbani, delle energie alternative - hanno detto - sono stati il punto di partenza per la redazione del nuovo strumento urbanistico. Alla luce dei fatti, invece, si dimostra l’assoluto disinteresse per l’autentico
significato dell’ambiente e della vivibilità nella programmazione territoriale. Non siamo al cospetto di incapacità, ma di un disegno organico. Infatti, la previsione di tante aree formalmente verdi è il
necessario strumento per mettere in atto il famigerato meccanismo della perequazione, con cui la giunta D’Alessandro vorrebbe avviare un’ulteriore campagna speculativa, fatta di cemento e asfalto, a uso e consumo del gruppo di imprese e di tecnici che affiancano e sostengono quest’amministrazione.
Che ne è della riqualificazione urbana del Rione Libertà? Quali sono i risultati in termini di vivibilità? Fumo negli occhi che comincia a diradarsi e a rivelare la realtà dei fatti, oltre la propaganda e il populismo.

Altrettanto indicativo è il silenzio assoluto di una parte dell’opposizione comunale, che dagli scranni del consiglio avrebbe tutti i mezzi per esercitare la sua funzione di controllo.
Evidentemente, l’ipermercato rappresenta una partita molto grossa, tale da esulare dai confini provinciali e disegnare equilibri inediti e inquietanti. Questi intrecci devono venire allo scoperto. Non bisogna consentire all’affarismo politico di produrre danni irreversibili, soprattutto a scapito delle generazioni future.

Rifondazione Comunista chiederà al presidente della giunta regionale e al consiglio regionale della Campania, organi cui spettano le decisioni sulla grande distribuzione commerciale, di pronunciarsi su questa vicenda, al tempo stesso grottesca e gravissima.


Manifesto pubblico del PRC di Telese Terme sulla mancata apertura della scuola elementare

La qualità della vita

(12/09/2002)

"La nostra azione amministrativa è volta a migliorare la qualità della vita di questa cittadina".

Sono queste le parole che, almeno una volta nella vita, i Cittadini di Telese hanno ascoltato sentendo parlare il Sindaco D'Occhio.

Sono le stesse persone che hanno visto la propria cittadina termale vacillare sotto i colpi di politiche sciagurate, portatrici di urbanizzazione selvaggia, mancanza di parcheggi pubblici, assenza di spazi verdi.

Sono quei Cittadini ai quali è arrivata la notizia secondo cui i locali che ospitano la Scuola Elementare da decine di anni non saranno utilizzabili prima della metà di ottobre…

…E pensare che il Sindaco D'Occhio, con una forzatura, aveva dato il via ai lavori prima che questi fossero approvati dal Consiglio Comunale!

Diceva: "Dobbiamo partire subito per assicurare la normale apertura dell'anno scolastico".

Con l'ultima "ciliegina sulla torta" i Cittadini di Telese Terme ora sanno che questa Amministrazione, oltre a mettere a "ferro e fuoco" un territorio che ai più appare devastato, oltre a dilapidare il patrimonio economico comunale, è riuscita a non garantire nemmeno la regolare apertura dell'anno scolastico per la Scuola Elementare.

Come al solito, il prezzo di tutto questo ricadrà sulla Comunità. Ricadrà sulle famiglie che dovranno organizzare i propri ritmi in funzione dei bambini che andranno a scuola durante il pomeriggio. Ricadrà sui bambini che non avranno più nemmeno il tempo per giocare e per dedicarsi ad attività sportive.

 

Il Partito della Rifondazione Comunista chiede

che il Sindaco D'Occhio, in forma pubblica, dia risposta alle domande che, in questo momento, si pongono tutte  le famiglie interessate:

Sarebbe interessante sapere cosa pensano a tal proposito i Partiti di maggioranza che continuano nel proprio "assordante silenzio".

 

Chiediamo ai Cittadini di alzare la voce!

Che questo non sia l'unico sasso nello stagno!

 


Politiche urbanistiche: Gianluca Aceto risponde al segretario DS

(21/09/2002)

Prendo atto delle dichiarazioni del segretario dei DS di Benevento, Francesco Del Grosso, sull’impegno del suo partito in relazione alle politiche urbanistiche della Giunta D’Alessandro. Rimarco quindi la necessità di una più incisiva opposizione contro scelte scriteriate e pericolose, un’opposizione che avrebbe potuto e potrebbe avvalersi di una corrispondente azione consiliare. Da parte sua, Rifondazione Comunista ha tutto l’interesse a portare alla luce non delle mere irregolarità urbanistiche per quanto macroscopiche possano essere; ma i grandi interessi economici che le hanno causate e che determinano, a nostro avviso, la violazione di molte norme urbanistiche, paesaggistiche, idrologiche e ambientali. È in nome di quei “sacri” interessi, infatti, che spesso vengono ignorate le esigenze di sicurezza e vivibilità previste dalle leggi vigenti. Nel caso del costruendo centro commerciale di via Valfortore, poi, le ricadute sul nuovo Piano Regolatore di Benevento sono immediate e tali da minarlo alle fondamenta. Tutte le opposizioni hanno dunque l’occasione di intervenire, avanzare le proprie critiche e anche di proporre delle radicali alternative.
Mi auguro che i DS vogliano concorrere a questo percorso, promuovendo in Consiglio Comunale un’articolata quanto necessaria discussione sulla vicenda del centro commerciale, e sostenendo l’interrogazione regionale avanzata in proposito dal gruppo di Rifondazione Comunista.

Gianluca Aceto (segretario provinciale PRC)


UN CENTRO COMMERCIALE DAI TROPPI MISTERI

(12 settembre 2002)

In Contrada Pezzapiana, tra l’ansa del fiume Calore e via Valfortore, sono iniziati i lavori per la costruzione di un grande centro commerciale, destinato ad ospitare oltre cinquanta attività. Da più parti, nelle passate settimane, sono state evidenziate numerose irregolarità e stranezze, tanto nell’iter di approvazione del progetto quanto nella sua esecuzione. Queste valutazioni prendono lo spunto dalle relazioni effettuate dai responsabili dell’Ufficio Vigilanza Edilizia e non sono il frutto di mere speculazioni politiche. Inizialmente, l’Amministrazione Comunale ha minimizzato sull’accaduto, affermando che i rilievi effettuati erano sanabili e non mettevano in discussione la legittimità complessiva dell’ opera. Ma poi, di fronte alle crescenti difficoltà, ha pensato bene di attivarsi non per verificare realmente le cose, ma per scagliarsi contro i dipendenti comunali che hanno effettuato i sopralluoghi e relazionato al Dirigente del Settore Urbanistica.
Quest’ultimo prima ha sospeso i lavori, e dopo, a ventiquattro ore di distanza, ha annullato la sospensione.
Attualmente, sono in corso i primi provvedimenti disciplinari a carico dei dipendenti comunali che hanno effettuato le verifiche, ed è probabile che ne arrivino altri. Nulla di strano, dunque, se l’amministrazione Comunale procedesse allo smantellamento dell’Ufficio di Vigilanza Edilizia, facendolo passare sotto forma di una riorganizzazione burocratica. In tal modo, si priverebbe il Comune di un importante strumento di difesa dagli abusi edilizi e dalle speculazioni.
Capezzone dovrebbe spiegare come mai il suo Sindaco, D’Alessandro, ha pubblicamente dichiarato che ci sono state delle difformità, che le precisazioni addotte da una società interessata all’impresa, la Reti e Sviluppo SPA, non sempre sono esatte, e che tutto l’intervento deve essere ridiscusso in Consiglio Comunale. Allo stesso modo, andrebbero chiariti i molteplici passaggi di proprietà dei terreni in questione, una lunga catena di avvicendamenti al cui terminale c’è la Emmezeta di Maurizio Zamparini, un noto imprenditore del nord-est. Chiarimenti tanto più necessari se si considera che il valore dei terreni è passato da poco più di cento milioni (ragioniamo in vecchie lire) a 26 miliardi.
Né Capezzone né D’Alessandro dicono un’ altra importante verità: se l’opera fosse realizzata come prevista, il nuovo Piano Regolatore, presentato in pompa magna solo due mesi fa e ancora da discutere, sarebbe da buttare via. In esso, infatti, si conferma che quell’ansa del Calore (50.000 metri quadri) è destinata ad essere parco fluviale, e su questa previsione si basa tutto l’impianto del Piano Regolatore. A parte le valutazioni di tipo ambientale e naturalistico, che pure dovrebbero contare qualcosa, sta il fatto il centro destra beneventano si appresta a discutere uno strumento urbanistico già totalmente sballato, irrazionale e dagli esiti imprevedibili in termini di speculazioni e cementificazione.
Alla luce di queste osservazioni, appare chiara la necessità di un’azione politica forte, che tenga conto da un lato delle esigenze di vivibilità e di sicurezza ambientale, e dall’altro di quelle degli esercenti che hanno già prenotato i locali. Per questo è ancora più sorprendente il silenzio di buona parte dell’opposizione di centro sinistra, nonostante le numerose sollecitazioni ricevute. Delle due, l’una: o sono indifferenti verso i contenuti politici di una battaglia come questa, o ci sono interessi che tengono le mani legate.
Rifondazione Comunista ritiene invece di dover procedere a tutte le verifiche necessarie, intervenendo innanzitutto sulla Regione Campania, che ha le competenze sulla grande distribuzione. Se ci sono stati abusi e irregolarità, è dovere della Magistratura accertarlo. Alla politica e alla società civile spetta il compito di preoccuparsi delle conseguenze che certe decisioni scellerate possono causare alla collettività.

CAPANNONI INDUSTRIALI:

INTERROGAZIONE DEL GRUPPO REGIONALE DEL PRC

Al Presidente della Giunta Regionale
All’Assessore all’Urbanistica
All’Assessore al Commercio

Oggetto. Lottizzazione abusiva in area destinata a Parco fluviale.

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA

I sottoscritti consiglieri Francesco Specchio, Francesco Maranta, Raffaele Petrone,

PREMESSO CHE
- il Comune di Benevento, agli inizi del mese di luglio scorso ha presentato ufficialmente  la bozza definitiva del nuovo PRG, confermando la destinazione a Parco Fluviale dell’ansa del fiume Calore di Via Valfortore, nel rispetto degli standard urbanistici per le aree destinate a verde pubblico;
- su tale area, attualmente classificata come F2, sono però in corso di realizzazione tre capannoni industriali e un enorme annesso parcheggio a seguito di una concessione edilizia rilasciata in data 8/2/2002 con il numero 7133, quindi tre mesi prima della presentazione del nuovo PRG;
-  la concessione è stata realizzata considerando decaduto il vicolo per la destinazione a parco dell’area, grazie ad una fantasiosa interpretazione della legge regionale 17/82; mentre andava considerato decaduto solo il vincolo all’esproprio;
- l’ufficio di Vigilanza Edilizia dello stesso Comune di Benevento ha accertato che i capannoni in costruzione interessano un sito che rientra nella fascia di rispetto di 150 metri dal fiume e che il parere della Soprintendenza  è stato richiesto per un progetto che invece rappresenta la sagoma degli edifici fuori dalla suddetta fascia di rispetto;
- lo stesso Ufficio di Vigilanza Edilizia ha inviato al Presidente della Giunta Regionale in data 26/07/2002 il verbale del sopralluogo dal quale risulta che addirittura le superfici dei  capannoni  in
costruzione sono state raddoppiate con la realizzazione di solai per circa 900 mq.
- il comune di Benevento, accertata l’opera abusiva, ha bloccato i lavori ma  dopo appena 24 ore ha accolto una DIA con la quale si intende sanare l’abuso, nonostante la legge regionale n° 19/01 escluda questa possibilità per opere realizzate nei 150 metri dal fiume o sottoposte a vincolo dalla legge 490/99;

AGGIUNTO CHE
- presso il Comune di Benevento sono da tempo giacenti gli atti notarili dai quali risulta che la costruzione dei tre capannoni è connessa alla realizzazione su un’area confinante di un centro
commerciale su richiesta della Società Reti e Sviluppo s.r.l. con successiva cessione a Maurizio Zamparini, titolare del marchio EMMEZETA, e che  il parcheggio di 24.000 mq. In zona F2 è da asservire al Centro Commerciale stesso;
- la predetta società Reti e Sviluppo ha ricevuto, con il verbale della conferenza dei servizi del 5 novembre 2001, il parere favorevole della regione Campania per la realizzazione di un insediamento commerciale ai sensi della legge regionale 1/2000 con la riserva alla emissione
dell’atto autorizzativi a conclusione dell’iter procedurale della concessione edilizia;
- in modo particolare dall’esame degli atti notarili risulta che i  capannoni sono oggetto di preliminare di vendita  a favore di due commercianti che a loro volta cedono proprietà con relativi manufatti da abbattere per far posto al centro commerciale;
- sempre dalla lettura degli atti notarili risulta inequivocabilmente che l’area di 50.000 mq è frazionata in 4 pezzi;
- i capannoni sono destinati ad attività commerciale e non industriale come assentito con la concessione n° 7133 del 8/2/2002;

CONSIDERATO CHE
-  per tutto quanto sopra esposto, la costruzione dei tre capannoni e dell’annesso parcheggio si configura come lottizzazione abusiva ;
- l’ansa del fiume Calore  di via Valfortore viene  classificata come area inedificabile perché sottoposta a vincolo idrologico  dal PRG vigente;

INTERROGANO
gli Assessori all’Urbanistica e al Commercio per sapere:
- se non ritengono di esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla legge 47/85 per annullare la concessione edilizia n° 7133 del 08/02/2002 e sospendere i lavori in corso;
- se non ritengono  necessario ritirare il parere favorevole della Regione alla realizzazione del centro commerciale per gli evidenti abusi urbanistici connessi.

SCIOPERO GENERALE DEL 18 OTTOBRE

La federazione di Benevento del Partito della Rifondazione Comunista aderisce allo sciopero generale proclamato, per il 18 ottobre, da CGIL, COBAS, CUB, RDB, SIN-COBAS e da altre organizzazioni del sindacalismo di base. Invitiamo tutti a scioperare per fermare l'offensiva contro i lavoratori che governo e Confindustria stanno conducendo. A tal fine si ricorda ai cittadini che il  concentramento avrà luogo a P.zza Orsini alle ore 9,30


Ancora tagli, ancora precarietà e il Mezzogiorno resta al palo.

Dopo anni in cui la politica della concertazione ha già notevolmente ridotto i salari e allargato le maglie della precarietà, questo governo guerrafondaio e la Confindustria hanno deciso un salto di qualità con l'attacco all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Questa offensiva, che si accompagna al disegno della Confindustria di abolire i contratti nazionali di lavoro, ha avuto una prima concretizzazione nello sciagurato Patto per l'Italia firmato da CISL e UIL, ed è poi proseguita con la finanziaria, che prevede:

un drastico taglio della sanità e della scuola pubblica;

una riduzione dei soldi per gli enti locali che determinerà un pesante aumento delle tariffe, un taglio dei servizi e dei dipendenti;

un ulteriore taglio dei salari reali, a partire dal pubblico impiego, con la fissazione da parte del governo di un tasso di inflazione programmata all'1,4%, meno della metà dell'inflazione reale.


L'imbroglio della finanziaria

Berlusconi, da buon piazzista, cerca di coprire questo vergognoso attacco ai lavoratori e allo stato sociale con la favola della riduzione delle tasse, piccolissima per i lavoratori ed enorme per i ricchi, accompagnata dall'ennesimo condono a favore dei grandi evasori. Come se non bastasse, il governo ci ha già informato che dopo la finanziaria metterà mano nuovamente alle pensioni.

 

L’intervento militare in IRAK è vicino

Bush, Blair e Berlusconi preparano una guerra “preventiva” e con essa ulteriori scenari di morte e distruzione e rinnovate sofferenze per il Popolo Irakeno. L’intevento in Irak, oltre a tali nefandezze, produrrà come ulteriore risultato quello di aumentare la popolarità di Saddam tra gli Irakeni e indebolire, così, le opposizioni democratiche e progressiste al dittatore.

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Benevento 16.10.02: occupata la Manpower

Oggi pomeriggio è stata occupata l'agenzia di lavoro interinale Manpower. Un gruppo di Disobbedienti del "Laboratorio per la Disobbedienza Sociale" (Giovani Comunisti, CSA Depistaggio, Altrocomune), con un'azione dimostrativa e non violenta ha rivendicato, in preparazione dello sciopero generalizzato del 18 ottobre, l'estensione dell'Art. 18 a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, il diritto ad un lavoro garantito e ad un salario sociale.

Per lo sciopero di chi non ha diritti

I ragazzi e le ragazze dei call-center, dei fast-food, delle agenzie interinali, i fratelli e le sorelle migranti con i loro mille lavori in nero, le lavoratrici e i lavoratori con contratti a termine, senza contratto, senza nessuna possibilità di difendere i propri diritti, senza sindacato, senza voce. Lavoratori atipici, è così che li definisce la nuova dottrina economica, lavoratori senza il diritto di poter immaginare la propria vita e quella dei loro figli. Sono loro i protagonisti del nuovo credo secondo cui con meno diritti c'è più lavoro per tutti.

No!

L'unica cosa che c'è con meno diritti è un lavoro accettato per la necessità di un reddito, esposto al perenne ricatto del licenziamento.

Per questo, oggi, scegliamo di assediare pacificamente la Manpower. Per questo lo sciopero del 18 ottobre non sarà solo lo sciopero di chi un lavoro lo ha e di chi è coperto dalla tutela dell'Art. 18.

Sarà anche lo sciopero di chi cerca lavoro e non ne vuole uno senza diritti, di chi soffre la schiavitù della necessità…di chi non può scioperare.

Per questo siamo qui!

Per questo il 18 ottobre saremo in piazza!

Con le nostre parole d'ordine, con le nostre specificità, per estendere l'Art. 18 a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, non solo per difendere i lavoratori garantiti ma per rivendicare una vita liberata dal ricatto del lavoro a tutti i costi, per un reddito sociale che dia a tutte e a tutti la possibilità di una vita libera dalla schiavitù del tempo!

Diritti per tutte e tutti!

Contro la guerra globale permanente!

Da un posto imprecisato, Benevento, Europa, Pianeta terra, Secondo anno della guerra globale permanente.

Laboratorio per la Disobbedienza Sociale

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Benevento: 20.10.02 ... ancora disobbedienza!

Questa notte, un centinaio di attivisti del "Movimento dei disobbedienti" napoletani ha picchettato per oltre 4 ore l'ingresso della TELESTAMPA SUD srl in località S.Stefano di Vitulano (Benevento) di proprietà di Luca Colasanto, azienda che stampa e distribuisce i quotidiani "Il Giornale", "Il sole 24 ore", "Il foglio" e altri giornali minori.
Questa azienda, che normalmente copre la distribuzione per tutto il centro-sud di questi giornali, in occasione degli scioperi generali dei poligrafici diventa l'unico centro di stampa e produzione dei suddetti quotidiani per tutta l'Italia: difatti in questa azienda non c'è la possibilità di organizzarsi in termini sindacali, di scioperare e aderire alle proteste. Alla vigilia dello sciopero generale del 16
aprile, per far fallire il blocco della produzione, l'azienda licenziò gli unici 11 lavoratori sindacalizzati (iscritti alla CGIL, che aperto un contenzioso su questi licenziamenti a partire dalle tutele previste dall'art.18 dello statuto dei lavoratori) e in questo modo anche altre quotidiani (ad esempio Libero) si rivolsero a Colasanto per aggirare lo sciopero.
A mezzanotte, quando la produzione dei giornali è finita, è partito quindi il picchetto all'ingresso dell'azienda, bloccando decine di camion e furgoni che dovevano provvedere a consegnare i quotidiani nei vari centri di distribuzione del centro-sud. Su un ponticello dell'unica strada che porta all'azienda decine di disobbedienti si sono incatenati, hanno acceso alcuni copertoni e steso due striscioni "Generalizziamo lo sciopero", "contro i licenziamenti, scioperare è un diritto". Fino alle 3 di notte la situazione si è mantenuta relativamente calma, con i carabinieri del luogo che controllavano da vicino lo svolgimento pacifico dell'azione di disobbedienza. Verso le tre di notte, arrivano ingenti rinforzi dalla questura di Benevento; il dirigente di servizio (il capo della digos di Benevento dr. Sorricelli) appena giunto alle 3 di stmane intima i disobbedienti a rimuovere il blocco. I disobbedienti iniziano a rimuovere immediatamente i copertoni e le catene, allorquando vengono circondati da decine di carabinieri e poliziotti che pretendono di identificare tutti i presenti.
A questo punto il blocco disobbediente indietreggia fino ad entrare dentro lo stabilimento: in un clima di aperta tensione e intimidazione (alle 3.40 due giovani disobbedienti vengono investiti e feriti in modo lieve da un furgone che forza il blocco) i disobbedienti ottengono di lasciare il blocco senza identificazioni, tranne il gruppo di contatto - sei persone - che vengono condotti in questura per l'identificazione.
Tra loro il portavoce dei disobbedienti Francesco Caruso, il segretario provinciale di Napoli di Rifondazione Comunista, Giuseppe De Cristofaro: dopo due ore all'alba vengono rilasciati con una denuncia del magistrato di turno per manifestazione non autorizzata (art.18 T.U.L.P.S.) e altri reati.
Al' di là delle tensioni con la polizia, l'azione di disobbedienza ha raggiunto gli obiettivi prefissati. In primo luogo l'obiettivo materiale di impedire la distribuzione dei giornali. Le quattro ore di blocco hanno impedito la distribuzione in molte regioni del centro sud (Basilicata, Calabria, Puglia, Molise, Abbruzzo e altre zone del centro-sud), mentre dopo la rimozione del blocco alle 4 del mattino, i camion hanno potuto raggiungere solo i centri di distribuzione più vicini (in Campania).
In secondo luogo importantissimo è stato anche il risultato e il messaggio politico di questa azione di disobbedienza, contro la libertà di licenziamento e per la generalizzazione dello sciopero e del diritto/dovere di scioperare.
Questi giornali sfidano puntualmente gli scioperi di categorie, uscendo in edicola con una qualità del tutto scadente in termini giornalistici (l'edizione per il nord del giornale è stata chiusa alle 2 del pomeriggio!!): il loro è semplicemente un messaggio politico, una sfida nei confronti dei movimenti che rivendicano diritti e democrazia, in aperto ed esplicito sostegno a questo governo i cui esponenti sono direttamente o indirettamente proprietari di queste stesse testate.
Da questi signori non accettiamo lezioni di democrazia. E' necessario - e noi come sempre ci impegneremo in prima persona - replicare ed estendere azioni di disobbedienza per generalizzare lo sciopero (anche al di là del giorno dello sciopero) e fermare materialmente lo strapotere e il monopolio dell'informazione oggi in mano al signor Berlusconi e alla sua cricca al potere.
Oggi blocchiamo i giornali, domani probabilmente gli studi televisivi, perchè dobbiamo fermare il "Grande Fratello", prima che sia troppo tardi.


Laboratorio campano per la disobbedienza sociale

Benevento, 20 ottobre 2002
L'alba di un nuovo giorno,
in un luogo qualsiasi del pianeta terra.

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Ceppaloni (BN) 27 ottobre 2002:

I Disobbedienti contestano UDEUR, CISL e Confindustria.

Contestazioni durante un convegno su “I giovani e il Lavoro”, a Ceppaloni, in provincia di Benevento, da parte di una settantina di Disobbedienti aderenti ai Giovani Comunisti e al CSA Depistaggio. Durante la contromanifestazione Polizia e Carabinieri, nel respingere i manifestanti, calpestano un ragazzo durante un sit-in. Forte contusione al ginocchio per il ragazzo colpito e replica dei Disobbedienti:

“Mentre tutta l’Italia si blocca e sciopera in difesa di diritti messi sempre più in discussione dalle scelte politico-economiche del governo delle destre, l’UDEUR, in preparazione delle elezioni comunali, organizza convegni riguardanti “I giovani e il lavoro” con CISL e Confindustria, gli attori principali, assieme al Governo, del “Patto per l’Italia” e dell’attacco all’Art. 18.

Oggi abbiamo scelto ancora una volta la forma dell’assedio pacifico per dire che non saremo mai un ingranaggio del loro sistema di ristrutturazione sociale.

Non accettiamo

 che forze politiche, padronali e sindacali speculino sulla pelle e sulla dignità delle persone per difendere i propri interessi economici ed elettorali.

Condanniamo

 l’episodio che ha visto protagonista un nostro Compagno, calpestato mentre era seduto per strada durante un sit-in pacifico e prendiamo atto della confusione che regna sovrana tra i vertici della Questura pronti puntualmente a smentire il proprio Dirigente di piazza dopo una trattativa conclusa con i manifestanti, così come accaduto durante il picchettaggio alla “Telestampa Sud” del 20 ottobre scorso.

Assedieremo

tutti i luoghi che saranno scenari di disegni regressivi sul piano della giustizia sociale.”

 

Laboratorio per la Disobbedienza Sociale

(Giovani Comunisti, CSA Depistaggio)

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TELESE: LE RICHIESTE AVANZATE AL COMUNE

(25 ottobre 2002)


Al Sindaco di Telese Terme

p.c. Al Prefetto della Provincia di Benevento

p.c. Alle organizzazioni Sindacali

p.c. Ai Nuclei di Valutazione del Comune di Telese Terme

Oggetto: Interrogazione

Il sottoscritto Gianluca Serafini, in qualità di Consigliere Comunale del Partito della Rifondazione Comunista,

Visto il D.Lgs 30/03/2001 n.165 – art 6, 7, 8 e ;

Visto l’art. 9/10 del CCNL entrato in vigore in data 31/3/2001;

Visto il documento della UIL protocollato da codesto comune con il n. 5126;

Considerato che nelle amministrazioni pubbliche l’organizzazione degli uffici, nonché la consistenza e la variazione delle dotazioni organiche sono determinate in funzione, come esplicitato nell’art 1 del DL 165, di: accrescere l’efficienza, razionalizzare i costi, realizzare la migliore utilizzazione delle risorse umane;

Considerato che, come esplicitato nell’art. 9 del CCNL, i risultati delle attività svolte dai dipendenti cui siano stati attribuiti incarichi con funzioni di direzione e/o particolare professionalità,…..sono soggetti a valutazione annuale in base a criteri e procedure determinate dall’Ente. La valutazione positiva dà anche titolo alla corresponsione della retribuzione di risultato di cui all art. 10;

Considerati gli importi economici a cui possono ammontare tali retribuzioni di posizione e di risultato;

Chiede di sapere:

Se siano stati erogati nel periodo compreso tra maggio 1999 e settembre 2002 indennità di posizione e/o di risultato. Nel caso positivo quali sono stati gli obiettivi raggiunti, i programmi realizzati, le attitudini e le capacità professionali mostrate nel perseguire questi obiettivi;

Se il “Nucleo di valutazione” si sia mai riunito, abbia mai formalizzato delle procedure per la valutazione delle risorse umane e/o per la razionalizzazione dei costi, se queste procedure siano mai state implementate e abbiano mai avuto una rilevanza nella organizzazione dell’ Ente da Lei amministrato;

Se, nel caso positivo, è possibile avere accesso a questi atti o, in alternativa chi, a Suo avviso, abbia diritto a visionare i suddetti documenti; nel caso, invece, che le considerazioni del Nucleo di valutazione non abbiano influito nel riconoscimento delle suddette indennità, chiediamo di sapere con quali considerazioni si sia giunti a determinarle.

Nel ricordare che un’indennità di posizione e/o di risultato, nello spirito e nella lettera del D.L. 165 e del CCNL, non può essere attribuita con una generica dichiarazione di efficienza ed efficacia mostrata nell’espletamento di non si sa quali funzioni,  in attesa di un Suo riscontro, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.


Al Sindaco di Telese Terme

Al Prefetto della Provincia di Benevento

Alle Organizzazioni Sindacali

Oggetto: Richiesta revoca decreto.

Il sottoscritto Gianluca Serafini, in qualità di Consigliere Comunale del Partito della Rifondazione Comunista,

visto il D.Lgs. 165 del 31.03.01;

visti gli art. 8, 9, 10 del CCNL in vigore a partire dal 30.03.01

Considerato che nella Pianta Organica del Comune di Telese Terme manca l’istituzione dell’area delle posizioni organizzative;

Considerata l’assenza di obbiettivi definiti, di programmi da realizzare, di chiarezza sulle mansioni e sulle posizioni di lavoro individuate nella Pianta Organica del Comune stesso;

Considerata, infine, la scarsa volontà mostrata da codesta Amministrazione, a tutt’oggi, di procedere ad una seria e rigorosa organizzazione del Comune in funzione di identificati obbiettivi di efficienza ed efficacia, così come previsto dalla Legge;

Considerata la necessità di procedere ad una effettiva razionalizzazione dei costi;

CHIEDE

La revoca immediata del Decreto con cui si assegnano al Dipendente Pasquale Giaquinto euro 12911, 42 annui.

Si ritiene, tale Decreto, in assoluto contrasto, nella lettera e nello spirito, con i principi ispiratori del D.Lgs. 165 e del CCNL richiamati precedentemente.

Al Sindaco di Telese Terme

Al Prefetto della Provincia di Benevento

Alle Organizzazioni Sindacali

 

Oggetto: Pianta organica. Richiesta chiarimenti.

Il sottoscritto Gianluca Serafini, in qualità di Consigliere Comunale del Partito della Rifondazione Comunista,

Visto il D.Lgs. 30/03/2001 n° 165 – art. 6, 7, 8 - ;

Visto l’art. 8 del CCNL entrato in vigore in data 31/03/2001;

Visto il documento della UIL numero prot. 5126 13/05/02;

- Considerato che nelle Amministrazioni pubbliche l’organizzazione degli uffici, nonché la consistenza e la variazione delle dotazioni organiche sono determinate in funzione, come esplicitato nell’art. 1 del DL 165, di: “accrescere l’efficienza, razionalizzare i costi, realizzare la migliore utilizzazione delle risorse umane;

Considerato che, come esplicitato nell’art. 8 del CCNL, gli enti istituiscono posizioni di lavoro che… “svolgono funzioni di direzione di particolare complessità… con contenuti di alta professionalità e specializzazione correlate con diplomi di laurea e/o di scuole universitarie e/o iscrizione ad albi professionali;

Considerato che tali posizioni possono essere assegnate esclusivamente a dipendenti classificati nella categoria D;

Chiede di sapere

Se siano state istituite nel periodo compreso tra maggio 1999 e settembre 2002 posizioni organizzative con le suddette caratteristiche;

Quali sono i criteri di efficienza e razionalizzazione dei costi che hanno sotteso queste scelte;

Quali sono, in dettaglio, le mansioni di particolare complessità ad alta professionalità associate a queste posizioni di lavoro;

Se sia stata istituita l’area delle posizioni organizzative e, nel caso negativo, se si intenda istituirla nel breve o medio periodo.

Nel ricordare che gli incarichi a cui si è precedentemente accennato vanno conferiti, a norma di legge, previa determinazione di criteri generali, con atto scritto e motivato, in attesa di un Suo riscontro, colgo l’occasione per porgerLe distinti saluti.

 
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SANITA': RIVEDERE ALCUNE SCELTE DEL SERVIZIO SAUT

(30 ottobre 2002)

Nonostante la razionalizzazione dei presìdi del Sistema di Assistenza Urgenza Territoriale (SAUT) fosse una delle priorità dell´ASL Benevento 1, si è dovuto attendere oltre un anno per riuscire a concretizzare una proposta per il riordino delle sedi dei presìdi, delle postazioni del Sistema Trasporto Infermi (STI) e delle sedi di Continuità Assistenziali (CA, le ex Guardie Mediche).
   Il progetto generale di riordino è stato presentato nei giorni scorsi dai vertici dell´ASL nel corso delle assemblee dei Sindaci tenutesi a Telese Terme e a San Marco dei Cavoti. Nel merito, molte
perplessità sono già state avanzate dai medici del SAUT di Cusano Mutri, perplessità non legate alla necessità (su cui tutti convengono) di trovare una diversa collocazione di quel presidio (senza sguarnire il territorio), ma alla proposta di voler sdoppiare il servizio senza potenziare il numero degli operatori. Infatti l´ipotesi dell´ASL di istituire un presidio di sole 5 unità mediche garantirebbe un solo medico per turno, cosa in aperto contrasto sia con le attuali disposizioni regionali (che per il SAUT del distretto sanitario 21 prevedono almeno tre medici per turno), sia con i nuovi provvedimenti già predisposti dall´Assessorato regionale alla Sanità (che prevedono un numero di medici non inferiore alle due unità per turno).
   Analogo discorso vale per il distretto sanitario 23 di San  Bartolomeo in Galdo, dove si prevede di scomporre l´organico SAUT in due presìdi che, anche in questo caso, non risponderebbero ai requisiti minimi previsti dalla normativa regionale. Senza contare le proteste che già si sono levate da alcuni comuni della provincia, come quello di San Giorgio la Molara, che nel riordino perderebbe anche la Continuità Assistenziale attualmente operativa. Nel distretto 20 di Sant´Agata dei Goti le proteste riguardano soprattutto il Comune di Limatola, che perderebbe il presidio SAUT con il suo punto STI , che verrebbe trasferito a Dugenta.
   Al di là delle osservazioni di merito, su cui non mancheranno gli approfondimenti da parte sia degli operatori sanitari che delle comunità interessate, quello che risulta particolarmente evidente è la logica di fondo che ispira la proposta, il cui primo scopo sembra quello di garantire i molteplici equilibri politici che fanno perno sull´UDEUR di Mastella e Scarinzi. Infatti i Comuni che si "avvantaggerebbero" politicamente del riordino sono a guida UDEUR, esigenza che ha fatto passare in secondo piano la necessità di operare scelte realmente razionali, in grado di ignorare i piccoli interessi di bottega per tenere in conto soltanto i bisogni collettivi. È in quest´ottica, per esempio, che andrebbe rivista anche la ripartizione dei medici, poiché sembrano del tutto spropositati i 57 del distretto di San Bartolomeo contro i 20 del distretto di Montesarchio, soprattutto in relazione alla densità abitativa e alle rispettiva media degli interventi.
   In definitiva, l´appello che Rifondazione Comunista rivolge al management dell´ASL Benevento 1 è quello di rivedere l´orientamento di alcune scelte, le cui ricadute sono di importanza vitale per le popolazioni della provincia, a cui non si può chiedere di pagare il prezzo - in termini di assistenza e servizi sanitari - delle pretese continuamente avanzate dai soliti partiti.

 Scuole elementari: della serie "le bugie hanno le gambe corte..."

(5 novembre)

L´atteggiamento di preoccupante superficialità che il Sindaco D´Occhio ha dimostrato di avere in occasione dell´ondata sismica del 31.10.02 ci lascia indignati e conferma che la cultura della sicurezza della scuola non gli appartiene.
La scuola elementare, esibita troppo presto come il fiore all´occhiello di un´edilizia scolastica efficiente, si è rivelata un´operazione di facciata.
All´indomani della scossa di terremoto che ha provocato la tragedia di San Giuliano di Puglia, tutti  i sindaci d´Italia si sono preoccupati della stabilità e sicurezza delle scuole, allertando i cittadini e
chiedendo le verifiche del caso.
Solo a Telese Terme il nostro sindaco ha ostentato sicurezza, ritenendo che le lezioni avrebbero potuto regolarmente riprendere nella scuola elementare, senza alcuna interruzione del calendario scolastico e senza necessità di verifiche, come se nulla fosse successo.
 
Tutto rimangiato in meno di 12 ore!

La mattina di Sabato 2 Novembre, alla vista dei Vigili del Fuoco chiamati dai genitori per accertare la stabilità delle scuole Elementari, il Sindaco D´Occhio ha dapprima minimizzato, poi di
pomeriggio, irrompendo in una riunione di un Consiglio d´Istituto convocato d´urgenza, ha sostenuto la necessità di una regolare ripresa delle lezioni perché le scuole rispondevano ai requisiti di legge;
infine, la sera, ha emesso un´ordinanza di sospensione dell´attività scolastica per consentire verifiche agli edifici.

Si tratta di acrobatiche piroette che disorientano i cittadini che vogliono semplicemente sapere se le scuole di Telese sono a norma di legge.

E anche a noi sorge spontanea qualche domanda: Esiste il certificato di "agibilità statica" per le scuole (che esprime la idoneità a sopportare un terremoto)? E quella "prevenzione incendi"?
Perché, i bambini vanno a scuola senza che ci siano le scale di emergenza dove poter scappare in caso di necessità?

Domande semplici, queste, a cui occorre rispondere con i fatti e non con le furbizie di chi pensa a difendere interessi di gruppo infischiandosene della gente.

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IL COMITATO D´AFFARI DISTRUGGE IL TERRITORIO, LE ECONOMIE LOCALI E LE
POSSIBILITA´ DI NUOVA OCCUPAZIONE


 COSTRUZIONE DI TRE CAPANNONI NELL´AREA ALLUVIONALE DEL PARCO FLUVIALE
 
 TENTATIVO DI RADDOPPIARE LE DIMENSIONI DELL´IPERMERCATO DI ZAMPARINI

APERTURA DEL GS IN VIA CASSELLA SENZA PARCHEGGI E IDONEI SISTEMI DI
SICUREZZA


 

Queste sono soltanto alcune delle ultime brillanti novità in materia urbanistica e commerciale che la destra sannita ha regalato alla città di Benevento: lo scopo è quello di favorire gli interessi speculativi di alcuni noti personaggi locali che hanno concluso affari d´oro con le amministrazioni DC-PSI degli anni 80 e ora continuano con le Giunte di centro-destra.
  
Viespoli si è vantato per 7 anni di aver risanato le finanze comunali e di aver creato occasioni concrete per lo sviluppo sostenibile. Ora tutti si rendono conto che il PRUSST è un bluff che si limita alla lottizzazione degli incarichi di progettazione; il Piano di Recupero del Rione Libertà è stata solo una promessa elettorale; il Mercato dei Commestibili è un cantiere definitivamente abbandonato; la riqualificazione di Piazza Duomo si riduce allo scheletro del palazzo dei privati; il nostro Corso l´anno prossimo si "arricchirà" della figura di un enorme drago; e intanto il Comune si avvia verso un nuovo dissesto finanziario che causerà l´aumento delle tasse per i 275 miliardi (di vecchie lire) di debiti a fronte di 273 miliardi di crediti, in parte non esigibili.
 
Adesso per favorire gli interessi del Comitato d´affari degli ipermercati, dei distributori di carburante e delle speculazioni edilizie, si distrugge il piccolo commercio, si svuota il centro storico destinato a diventare il vero "megaparcheggio" (a tal proposito si veda un altro fiore all´occhiello di Viespoli, piazzetta Vari), si cementificano i fiumi distruggendo le aree-parco e si rende invivibile la città, vanificando così le possibilità di nuovi posti di lavoro nel settore turistico-culturale, vera forza della città e della provincia .
  
Intanto, mentre su queste tematiche una parte del centro-sinistra sembra purtroppo aver rinunciato al suo ruolo indispensabile (fatto di opposizione attenta,  di controllo democratico, di informazione sulle alefatte della giunta), ruolo di cui potrebbe ancora reimpossessarsi, Rifondazione Comunista lavora con i movimenti, le associazioni e i sinceri democratici per costruire una seria alternativa di governo per la città.

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EDIFICIO SCUOLA ELEMENTARE: INTERROGAZIONE CONSILIARE

Gianluca Serafini, Giovanni Lavorgna, Pasquale Carofano e Carlo Franco, consiglieri comunali di opposizione del Comune di Telese Terme hanno presentato in data 13/11/2002 al Sindaco, all'Assessore alla Trasparenza e all'Assessore alla Pubblica Istruzione la seguente interrogazione avente ad oggetto l'edizificio scuola elementare

PREMESSO CHE:

Interrogano l’Amministrazione Comunale – con richiesta di risposta scritta – per sapere:

SOLIDARIETA' AI COMPAGNI ARRESTATI

In seguito agli arresti di Francesco Caruso e di altri 21 Compagni impegnati nel Movimento, per effetto delle ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura della Repubblica di Cosenza, una delegazione guidata dall´On. Francesco Specchio, Capogruppo di Rifondazione Comunista alla Regione Campania, e composta da Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti, Forum Ambientalista,
Altrocomune, CSA Depistaggio, è stata ricevuta dal Prefetto e dal Questore di Benevento.
Nel corso dell´incontro sono state avanzate critiche e perplessità in merito all´operato della Procura di Cosenza ed è stata espressa solidarietà piena ed incondizionata nei confronti degli arrestati.
È stato inoltre sottolineato il carattere nonviolento del Movimento dei Movimenti, così come è emerso chiaramente a Firenze nell´intera settimana del Social Forum Europeo. Gli arresti effettuati, per le modalità e i capi di imputazione sembrano riportare il nostro Paese indietro di decenni, quando la repressione delle istanze di liberazione passava attraverso la militarizzazione delle piazze e il perseguimento
delle libere opinioni. Anche in provincia di Benevento sarà forte la mobilitazione contro ogni tentazione autoritaria e repressiva.


Partito della Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti Disobbedienti
PRC, Forum Ambientalista, CSA Depistaggio, Altrocomune.


Benevento, lì 15.11.02

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Alcuni militanti deIla Federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista hanno provveduto nella giornata di oggi a distribuire volantini davanti all’Ospedale “Rummo” di Benevento e all’Ospedale di Cerreto Sannita per denunciare la grave situazione della Sanità pubblica alla luce di come essa viene disciplinata nel disegno di legge Finanziaria 2003. Questo il testo del volantino distribuito:

 

NUOVA PROPOSTA DI LEGGE FINANZIARIA = NUOVI TAGLI ALLA SANITA’

 

Nella proposta di legge finanziaria del Governo sono state adottate delle misure che peggiorano la Sanità pubblica.

Le ragioni della riduzione dei posti letto o delle chiusure di alcuni presidi ospedalieri più piccoli, troppo spesso non riguardano la scarsa esperienza o qualificazione degli operatori ma andrebbero ricercate nella riduzione di spesa per la sanità o nella volontà di privatrizzare i presidi pubblici per creare nuove fonti di profitto.

La spesa sanitaria italiana è già al di sotto della media europea. Nonostante ciò si sta discutendo la proposta di legge finanziaria che ristabilisce i ticket per la diagnostica , dopo che sono stati rimessi quelli sui farmaci e che definisce misure di “razionalizzazione della spesa”. Tutto ciò significa ulteriore riduzione della spesa e del personale della sanità.

Non è con il taglio delle spese che si rende un servizio sanitario più efficiente.

Una razionalizzazione della rete ospedaliera, la stabilizzazione degli infermieri precari e dei medici, far finire l’attesa dei medici precari che attendono da anni di essere inquadrati nei ruoli nelle ASL di competenza potrebbero già essere primi passi per garantire un Serrvizio Sanitario più razionale e soddisfacente.

CHIEDIAMO Per un migliore funzionamento della sanità in Campania

RIFONDAZIONE COMUNISTA INVITA I CITTADINI A MOBILITARSI CONTRO LE MISURE PEGGIORATIVE DELLA SANITA’ PUBBLICA STABILITE DALLA FINANZIARIA 2003

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ACETO: Scuola materna Telese Terme, verifica danni strutturali

(18 novembre 2002)

Nei mesi scorsi, il Sindaco di Telese Terme, ing. Giuseppe D'occhio, definiva la rinnovata Scuola Materna come "l'edificio più bello di Telese". La settimana scorsa, lo stesso sindaco affermava che gli edifici scolastici di Telese sono a livelli di eccellenza sotto il profilo della sicurezza sismica e strutturale. Abbiamo in questi giorni verificato che l'edificio della scuola materna - secondo la relazione dei vigili del fuoco - presenta molte lesioni di piccola entità ed alcune che, invece, destano
preoccupazione, al punto che non se ne esclude un futuro peggioramento. Nulla di strano, in considerazione dei recenti eventi sismici, se non fosse che quel plesso scolastico e' stato ristrutturato (con sopraelevazione di un piano) da pochi mesi, e quindi dovrebbe rispondere più di ogni altro alle vigenti normative sismiche. Nulla di strano, se non fosse che il tecnico incaricato dal comune per effettuare le verifiche non fosse lo stesso che ha fatto da progettista e direttore dei lavori nella ristrutturazione della scuola. Nulla di strano, se quel tecnico non avesse accertato - prima che i vigili del fuoco, allertati dai genitori, non lo smentissero - l'assenza di danni ("per quanto e' stato possibile accertare", questa la sua sibillina espressione). Nulla di strano, se l'assessore regionale all'istruzione non avesse manifestato, lo scorso 7 novembre, "l’impressione che i controlli avviati sulle strutture non siano spesso in grado di certificare la staticità degli edifici ma si limitano ad accertare la presenza o meno dei danni più vistosi".

Qui di seguito si riporta il testo della missiva indirizzata alle diverse autorità competenti in materia.

Il sottoscritto Gianluca Aceto, in qualità di  segretario provinciale del Partito della

Rifondazione Comunista,

PREMESSO CHE

  * in data 5.11.02, su mandato del Sindaco di Telese Terme, il tecnico incaricato

    ha effettuato verifica sugli eventuali danni riportati all’edificio adibito a Scuola

    materna Statale di Telese Terme;

  * il tecnico incaricato, arch. Claudio Saccone, risulta essere anche il progettista

    e direttore dei lavori dell’edificio  di cui all’oggetto, ristrutturato nel 2000 con una

    sopraelevazione;

RILEVATO CHE

  * il suddetto tecnico, a seguito degli accertamenti, ha certificato l’assenza di

    danni usando cautelativamente l’espressione “...per quanto è stato possibile

    accertare…”, senza tuttavia esprimersi in merito alla staticità dell’edificio e al

    rispetto rigoroso delle norme sismiche;

ACCERTATO CHE

  * in seguito a una successiva verifica  effettuata dai Vigili del Fuoco, su richiesta

    dai rappresentanti dei genitori allarmati per le evidenti lesioni (talune a tutto

    spessore delle pareti), risulta, di contro, certificata l’esistenza di danni

    importanti;

  * tali danni consistono in “...Una lesione passante orizzontale sulla parete lato

    Est in prossimità dell’intradosso del solaio della classe I° B...”, oltre che a

    piccole lesioni verticali ed orizzontali al Piano Terra, Piano Seminterrato e Vano

    Scala;

EVIDENZIATO CHE

  * nella medesima relazione dei Vigili del Fuoco si precisa: a) che non si può

    “... escludere un’evoluzione del dissesto riscontrato...”; b)    che: “    ...si ritiene necessario che chi di dovere provveda a far eseguire     una più accurata verifica, da parte di tecnici qualificati, anche con     il ricorso a strumenti per il monitoraggio del quadro fessurativo...”;  c) che occorre procedere a: “... tutti gli eventuali lavori di     riparazione, ripristino ed assicurazione che il caso richiede,  intervenendo immediatamente sulla parte lato est aula I°B...”;

RISCONTRATO CHE

  * emerge una palese contraddizione tra la conclusione del tecnico incaricato

    dal Sindaco (che non ha rilevato danni “...per quanto è stato possibile     accertare...”) e quella dei Vigili del Fuoco (ove non si esclude un’evoluzione del  dissesto e si richiedono interventi immediati e monitoraggio);

  * a distanza di una settimana dalla verifica dei Vigili del Fuoco, nessun     provvedimento è stato adottato dalle autorità preposte per garantire la sicurezza dei bambini;

  * il clima di grave preoccupazione può creare tensioni tra genitori ed istituzioni con conseguenti problemi di ordine pubblico (nella nostra provincia, a Castelvenere, un genitore ha aggredito un tecnico  incaricato dal Comune) come riportato dagli organi d’informazione  (TG3, emittenti private, stampa...);

  * risultano fondate le preoccupazioni dei genitori;

  * la nota dell’Assessore Regionale alla Istruzione e Formazione del 07/11/2002 n° prot. 1812/AG evidenzia “……l’impressione che i controlli avviati sulle strutture non siano spesso in grado di certificare la staticità degli edifici ma si limitano ad accertare la     presenza o meno dei danni più vistosi.”, e che “Appare pertanto necessario avviare un’ampia e rapida ricognizione sullo stato del patrimonio edilizio scolastico, sia in relazione agli eventi recenti sia, più in generale, rispetto agli adempimenti di messa in sicurezza ai sensi del Decreto 626/94……”.

CHIEDE

  * che venga posto in essere ogni intervento urgente, per le rispettive e precipue

    competenze, al fine di realizzare quanto richiesto con immediatezza dai Vigili

    del Fuoco, ovvero:

  * procedere all’esecuzione dei lavori di riparazione, ripristino ed assicurazione

    che il caso richiede per escludere l’evoluzione del dissesto riscontrato;

  * intervenire immediatamente sulla parete lato est aula I B;

  * far eseguire una più accurata verifica da parte di tecnici qualificati, volta all’

    accertamento dell’adeguatezza dell’intera struttura alla vigente normativa     sismica, nonché all’esclusione categorica e definitiva dell’eventualità di collassi

    strutturali, parziali o totali, in caso di eventi sismici;

  * adeguare la sicurezza antincendio;

  * conformare gli impianti elettrici alla normativa vigente;

  * integrare la segnaletica di sicurezza;

  * verificare se le pareti ed i controsoffitti garantiscono la resistenza e reazione al

    fuoco come per legge;

  * adeguare cucina e caldaie alle norme UNI CIG 7129/92 e D.M. 12.04.96.

Si richiede, inoltre, di accertare le eventuali responsabilità che non hanno consentito di

ottemperare a quanto richiesto dai Vigili del Fuoco, con conseguente esposizione al

rischio di centinaia di bambini e addetti alla scuola.

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INTERROGAZIONE  DEI CONSIGLIERI REGIONALI SULLE VOCI SUL TRASFERIMENTO DEL DIRETTORE GENERALE DEL RUMMO

(02 dicembre 2002)

Si riporta, qui di seguito, il testo dell'interrogazione urgente a risposta scrittadel gruppo regionale del PRC-Campania indirizzata al Presidente della Giunta Regionale e all'Assessorato alla Sanità in merito alle voci di un trasferimento dell’attuale Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo ” di Benevento.

I sottoscritti Consiglieri,

Premesso che:

-    presso l’Azienda Ospedaliera “ G. Rummo” di Benevento, l’attuale Direttore Generale, dottoressa Loretta Mussi, ha avviato un radicale processo di risanamento e innovazione;

-     tale processo sta già raccogliendo risultati concreti ed incontrovertibili, come la drastica diminuzione delle liste d’attesa, l’apertura di nuovi reparti, il coinvolgimento di indiscutibili professionalità mediche, la moltiplicazione delle prestazioni effettuate, l’ammodernamento delle strutture, l’adeguamento degli organici, ecc.;

Constatato che

-          L’Azienda Ospedaliera “G. Rummo” è ormai percepita dalla popolazione sannita come un punto di riferimento importante ed in continuo miglioramento, contrariamente a quanto accadeva soltanto un anno e mezzo fa;

-          L’opera di consolidamento dei risultati raggiunti o prefissati necessiterà ancora di alcuni anni per potersi dispiegare compiutamente;

Rilevato che

-          l’Ospedale “G. Rummo” vive attualmente una fase di ripresa ed è impegnato in un ulteriore scatto verso il proseguimento degli obiettivi strategici prefissati;

-          già da alcuni mesi si susseguono insistentemente voci su un probabile avvicendamento dell’attuale Direttore Sanitario;

- se tali voci fossero vere si determinerebbe, almeno per il periodo di cambio ed assestamento, una “empasse” che rischierebbe di vanificare gli interventi fin qui prodotti;

-      la ricaduta di eventuali inefficienze si avrebbe soprattutto sull’utenza;

-        il lavoro meritorio fin qui prodotto dall’attuale Direttore Generale dovrebbe trovare un suo naturale completamento;

         interrogano il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore alla Sanità per sapere

-          se corrisponde al vero che è in atto un imminente trasferimento dell’attuale Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo ” di Benevento;

-       nel caso ciò fosse vero, chiediamo di venire a conoscenza dei motivi che hanno determinato tale scelta.

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L'EREDITA' DI CAPEZZONE

(4 DICEMBRE 2002)

 Il giorno  3 dicembre il sindaco di Benevento D’Alessandro ha ritirato le deleghe in materia di urbanistica, recupero del patrimonio edilizio e politiche giovanili a suo tempo conferite all’ormai ex assessore Capezzone e ciò perché relativamente a tali incarichi sarebbe venuta meno la fiducia nel suo operato. Alla base del “licenziamento” vi sono i contrasti sulla disinvolta gestione della questione urbanistica da parte di Capezzone che è riuscito a mettere in imbarazzo persino  la sua “navigata” maggioranza. Evidentemente le denunce che Rifondazione va facendo da mesi (insieme a poche altre forze politiche e nel silenzio dell’opposizione di Palazzo Mosti - fatta eccezione per il solo consigliere Cosimo Lepore) hanno colto nel segno. Capezzone ci lascia in eredità 3 capannoni costruiti in area destinata a parco fluviale e a distanza inferiore dal sito interessato (150 metri) rispetto alla fascia di rispetto minima contemplata dalla legge Galasso, entro la quale si può costruire solo rispettando particolari parametri e procedure, molto restrittive che naturalmente sono state del tutto ignorate nel caso in questione. Facciamo un breve riassunto della vicenda:nel primo atto di acquisto del terreno si legge che lo stesso,  decaduti i vincoli,. torna alla sua destinazione agricola. Come possono immaginare facilmente anche i profani, questo significa che potevano essere autorizzate soltanto opere funzionali all’agricoltura. In ogni caso, il Piano di razionalizzazione delle attività produttive prevede che per interventi su aree superiori ai 10.000 metri quadri è necessario un piano di lottizzazione, presupposto che nel caso manca del tutto, così come mancano le dovute previsioni delle opere di urbanizzazione. Quel terreno cambia più volte proprietà: quattro compravendite in quattro giorni., fino a quando il 26 marzo 2002 entra sulla scena Maurizio Zamparini, che acquista a sua volta l’intera area e si impegna a far volturare tutte le concessioni. Zamparini, presidente della Emmezeta,  deve costruire un ipermercato su un’ara confinante con quella dei capannoni, i quali, a loro volta, servono per trasferirvi tre attività che attualmente si svolgono sull’area destinata all’ipermercato. I parcheggi dei capannoni industriali serviranno in realtà all’ipermercato, che ha a disposizione un’area insufficiente allo scopo e quindi manca di un requisito essenziale. Non si tratta di un’illazione, ma risulta tutto, nero su bianco, dall’atto notarile con cui Zamparini ha acquistato l’area. Si configurano, in tal modo gli estremi di lottizzazione abusiva. La questione capannoni è solo l’ennesimo “mistero” dell’,ormai ex, Assessore all’Urbanistica che nel corso del suo mandato ci ha “regalato” altri motivi di sconforto: i tre dirigenti sostituiti in meno di due anni, le insistenze del Direttore Generale per bloccare i lavori all’appartamento delle Suore Carmelitane ed invece la “concessione” in sanatoria per una Discoteca costruita senza Licenza Edilizia, il PRUSST bluff che si limita alla lottizzazione degli incarichi di progettazione,il Piano di Recupero del Rione Libertà che è stata solo una promessa elettorale, il Mercato dei Commestibili che è un cantiere definitivamente abbandonato, la riqualificazione di Piazza Duomo che si riduce allo scheletro del palazzo dei privati E intanto proprio l’Ufficio Vigilanza Edilizia, reo di aver fatto il proprio dovere ed aver segnalato la disinvolta gestione dell’area parco, è stato ulteriormente ridotto di organico. Un’amministrazione dell’Urbanistica quella che ha visto come protagonista, ma non unico responsabile, Capezzone tutta tesa a favorire gli interessi del Comitato d´affari degli Ipermercati, dei distributori di carburante e delle speculazioni edilizie e senza scrupoli per le conseguenze che ciò può provocare: distruzione del piccolo commercio,  svuotamento del centro storico (destinato a diventare il vero “megaparcheggio”),  cementificazione dei fiumi, distruzione delle aree parco e conseguente invivibilità della città vanificando, così, le possibilità di nuovi posti di lavoro nel settore turistico-culturale vera forza di questa terra.

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  “Palombella  Rossa”  di  domenica  8/12/2002  -  n. 47

(a cura del Circolo Giordano Bruno di Cerreto Sannita)

“Ultime  vicende  cerretesi” 

Chi  scrive  quasi  due  anni  fa  ricevette  e-mail  offensive  dall’indirizzo  “telemachia”,  cioè  dal  prof. A.  Biondi, responsabile culturale provinciale  di  Forza  Italia;  accuse  tra  le  quali  si  sosteneva  che  noi  di  Rifondazione  eravamo  giovani  figli  di  genitori  che  rubavano  lo  stipendio.  Fatta  questa  premessa  è  facile  capire  i  timori  di  chi  si  sta  sforzando  col  nostro  appoggio  di  mettere  fine  alle  aberranti  ed  oscene  farneticazioni  di  un  uomo,  che  seppur  di  grande  cultura  e  conoscenza,  non  le  insegue,  preferendo  le  invettive  minacciose  e  “sanguinarie”.  

Il  prof. A. Biondi  ci  ha  tirato  in  ballo  in  un altro  messaggio  del  22/11/02,  dicendo  che  ”aveva  anticipato  con  molte  e-mail  a  certi  giovani  rifondati,  cui  si  preventivava  un  rapido  insuccesso  nella  vita  foriero  di  estinzione fisica …”.  Basta  questo.  Mettere  fine  a  tante  farneticazioni  non  significa  limitare  il  diritto  alla  libera  espressione,  come  sostiene  il  consigliere  Rubano,  significa  mettere  un  punto  fermo  per  evitare  che  la  situazione  degeneri  e  che  soprattutto  la  polemica  politica  esasperi,  anche  perché  essa  non  inizia  ad  assumere  più  caratteri  certi  di  democrazia  e  dialogo.  Imprescindibile  è  seguire  le  vie  legali.   Se  le  “immagini”  ed  il  “linguaggio  colorito”  corrispondono  alle  fossi  comuni   ebraiche  nella  Germania  nazista  o  a  frasi  come  “il  sangue  delle  vostre  figlie  femmine…” -  immagini  e  frasi  che  l'e-mail  del  24/11/02  contiene  -  allora  non  ci  sembra  che  siamo  più  nella  sfera  della  moderazione  e  della  tolleranza.  E  poi  un  “fervente  cattolico”  ce  l'ha  con  Maometto ?   Cristo,  si  ricordi,  parla  di  dialogo  e  tolleranza ! 

A  questo  punto  vien  da  chiedersi: ma perché  il  consigliere  Rubano  e  tutta  Forza  Italia  difendono  così  spudoratamente  un  uomo  che  seppur  è  organico  al  partito  dell'on. Barbieri,  sta  dando  solo  problemi ?    Perdonate  l'insinuazione  benevola,  ma  ci  aspettavamo  una  dissociazione  marcata  e  ferma  della  destra  cerretese  dalle  e-mail  e  dalla  persona  del  prof. A. Biondi. 

Cos'altro  aggiungere ?   Informiamo  i  cerretesi  che  abbiamo  già  messo  in  atto  tutte  le  procedure  perché  ci  sarà  un'interrogazione  regionale  sulle  ultime  vicende  cerretesi,  fatta  dal  gruppo  regionale  di  Rifondazione  Comunista  in  Campania,  a  breve.

 

LETTERA  APERTA  ALL’AMMINISTRAZIONE  GAGLIARDI

Già  l'anno  scorso  c'interessammo, seppur  poco, a  come  il  bilancio  del  nostro  comune  veniva  redatto,  ma  maggiormente  quali  linee  politiche seguiva,  che  indirizzi  aveva,  come  la  politica  di  bilancio  incideva  sulla  vita  dei  cerretesi  nel  quotidiano. 

Avemmo  modo  di  leggere  la  relazione  che  accompagnava  i  "numeri",  che  comunque  interessanti,  talvolta  dicon  poco,  esprimono  quantità: l'importante  per  noi  sono  le  linee  guida  che  possono  creare  una  realtà  per  quelle  cifre. 

Quest'anno,  dopo  più  di  una  discussione  in  assemblea  e  comitato  direttivo  di  circolo,  malgrado  i  tempi  siano  stretti,  abbiamo  deciso  di  dialogare  con  voi,  in  un  periodo  nel  quale  le  linee  guida  del  bilancio  di  previsione  per  il  2003  sono  in  fase  di  formazione,  ma  comunque  migliorabili.  

Abbiamo  un'idea  di  come  il  nostro  partito  possa  apportare  un  discreto  e  buon  contributo  nella  politica  di  bilancio  dell'attuale  Amministrazione.  

Crediamo  che  considerare  determinate  problematiche  della  vita  di  Cerreto  e  dei  suoi  cittadini,  ancora  non  prese  in  considerazione,  per  noi  sia  fondamentale.   Far  "entrare  nei  numeri"  alcune  realtà  problematiche,  sarebbe  nostro  obiettivo  auspicato  nel  breve  periodo.  Ed  ancora,  poter  discutere  con  i  cittadini  lo  strumento  del  bilancio,  le  linee  guida,  le  questioni  importanti  del  e  nel  paese,  le  domande,  le  esigenze  della  comunità,  e  semmai  far  decidere  su  una  parte  di  esso  gli  stessi  cerretesi,  sarebbe  per  noi  indispensabile  nel  lungo  periodo.  Non  mancheremo  a  breve  di  far  pervenire  una  relazione  con  dei  punti  cruciali  ed  organicamente  articolati,  quanto  programmatici,  contenenti  azioni  concrete  per  il  miglioramento  degli  obiettivi  di  bilancio  per  il  2003.   Per  il  momento  c'interessa  incontrarvi  tutti  per  stabilire  come  sarebbe  possibile  presentare  nell'immediato  una  proposta  congiunta,  una  strategia  di  dialogo  tra  noi  e  voi  da  sottoporre  all'attenzione  dei  nostri  concittadini.

Data, luogo  ed ora  dell'incontro  saranno  concordate  e  comunicate  fra  non  molto.

Cordiali  saluti.

Cerreto,    6  dicembre  2002

CERRETO  CITTA’  DELL’AMBIENTE  POSSIBILE  - 

(documento inviato All’assessore  all’Ambiente del Comune)

E'  passato  più  di  qualche  mese  da  quando  abbiamo  posto  alla  sua  attenzione  un  mini - dossier  fotografico  ed  a  seguito  una  proposta  politica,  riguardanti  entrambi  la  "questione  ambientale  cerretese",  da  noi  così  definita  per  i  motivi  che  lei  ben  conosce.

Abbiamo  più  volte  spiegato  a  lei  quanto  ai  cittadini  cerretesi,  attraverso  volantini,  manifesti,  iniziative  e  quant'altro,  che  la  nostra  cittadina  aveva  ed  ha  bisogno  tuttora  di  più  attenzione  verso  le  problematiche  ambientali  in  generale,  ed  in  particolare,  ha  bisogno  di  interventi  immediati  per  risolvere  il  problema  delle  tante  piccole  discariche  sparse  qua  e  là,  a  ridosso  del  centro  storico,  ma  non  solo.

La  pericolosità  inquinante  di  queste  aree  - adibite  a  sversatoi  dagli  stessi  cittadini  che  non  disponendo  di  un'isola  ecologica  non  sanno  come  e  dove  depositare  rifiuti  tossici  e  di  varia  natura  e  grandezza  -  non  sta  a  noi  sottolinearla.

In  ogni  caso,  con  questo  documento  "esortativo",  le  chiediamo  che  il  nostro  Comune  e,  specificamente  l'Assessorato  che  lei  gestisce,  inizi  a  prendere  in  seria  considerazione  dette  questioni  da  noi  sollevate;  maggiormente,  è  necessario  che  si  lavori  sulla  prevenzione  e  repressione  dei  cosiddetti  "reati  ambientali",  ma  soprattutto  si  lavori  per  bonificare  e  riqualificare  intere  zone  inquinate  e  nascoste,  ed  al  più  presto  possibile.

Ma  come  si  può  ?   "Che  fare ?”

Poniamo  alla  sua  attenzione,  di  seguito,  dei  punti  per  provare  ad  iniziare  a  pensare  Cerreto  come  città  dell'ambiente  possibile.   Sono  impegni  minimi,  ma  che  possono  essere  "ponte"  per  futuri  impegni - atti  amministrativi  "ambientalmente  corretti":

-  previsione  nel  prossimo  bilancio  di  un  capitolo  di  spesa  da  destinare  alle  politiche  ambientali;

-  previsione  nel  prossimo  bilancio  di  una  somma  da  destinare  all'educazione  ambientale  dei  cittadini  cerretesi;

-  previsione  nel  prossimo  bilancio  di  capitolo  di  spesa  (necessario)  da  destinare  alla  bonifica  ed  al  recupero  parziale  o  totale  delle  aree  di  cui  prima  parlavamo,  in  particolare: area  lungo  la  strada  Cerreto - Cusano,  area  adiacente  il  fiume  Titerno  al  di  sotto  della  strada  Cerreto - Cusano,  area  adiacente  il  santuario  Madonna  delle  Grazie.

-  predisposizione  attraverso  l'impiego  della  polizia  municipale,  di  una  sorveglianza  su  dette  aree,  per  evitare  i  reati  ambientali;

-  predisposizione  di  un'ordinanza  che  vieti  lo  scarico  di  rifiuti  in  generale,  e  che  predisponga  che  l'Ente  Comune,  momentaneamente  provvederà  a  recuperare  tutto  ciò  che  i  cittadini  dovranno  dismettere  e  che  non  fa  parte  dei  cosiddetti  "rifiuti  solidi  urbani";

-  previsione  nel  bilancio  pluriennale  di  una  voce  per  il  progetto  di  una  possibile  isola  ecologica;

-  sua/nostra  proposta  da  portare  in  Consiglio  Comunale  per  le  cosiddette  "domeniche  a  piedi",  da  fare  almeno  una  volta  ogni  due  mesi.

Siamo  coscienti  che  questi  impegni  apparentemente  possono  sembrar  tanti,    facili  da  rendere  realtà,  ma  sono  la  base  per  rendere  Cerreto  una  città  migliore  dal  punto  di  vista  ambientale.

Siamo  coscienti  che  i  fondi  per  fare  tutto  ciò  a  breve  scadenza  non  ci  sono  e  tanto  più  ché  questa  legge  finanziaria,  in  fase  di  approvazione  in  Parlamento, li  taglierà  ulteriormente  agli  Enti  Locali,  ma  "qualcosa"  si  può  sempre  realizzare  anche  con  previsioni  minime  di  breve  periodo.

A  questo  punto  le  dobbiamo  chiedere  di  sottoscrivere  del  tutto  o  in  parte  questi  impegni.

Desideriamo  a  riguardo,  risposta  pubblica  e  puntuale,  tramite  mezzo  stampa,  nella  speranza  che  lei  possa  interagire  con  noi  nella  costruzione  di  un  altro  ambiente  possibile  nella  nostra  città.

La situazione urbanistica in città

(07 dicembre 2002)

   Gli ultimi avvenimenti amministrativi, culminati con la revoca delle deleghe al presidente provinciale di Alleanza Nazionale – Roberto Capezzone - da parte del sindaco D’Alessandro, dimostrano la fondatezza dei rilievi operati da Rifondazione Comunista da quasi due anni. Le mille contraddizioni interne al partito di Viespoli e alla maggioranza di centro destra sono esplose non per motivi ideali ma a causa di forti interessi materiali. 

   Tutto lascia supporre che ben presto verranno al pettine gli altri nodi. Il bilancio comunale, il Prusst, il Piano di recupero urbano del Rione Libertà, sono soltanto alcune delle partite che si stanno giocando sui tavoli della politica beneventana, e che andranno ad aggiungersi all’incredibile vicenda dei capannoni in contrada Pezzapiana e della variante al piano regolatore. Molto presto i tanti fiori all’occhiello delle amministrazioni di centro destra si mostreranno per quello che sono realmente: dei fallimenti.

   La lettera del capogruppo comunale della Margherita, Cosimo Lepore, pubblicata ieri, interroga il sindaco e il dirigente del settore urbanistica su punti estremamente precisi e inequivocabili, e costituisce pertanto un ottimo strumento di comprensione. Le affermazioni di Lepore sono pienamente condivisibili. Senza entrare di nuovo nel merito, importa sottolineare che le istituzioni direttamente coinvolte, ed il Consiglio comunale in primo luogo, dovrebbero preoccuparsi di accertare una volta per tutte la verità dei fatti, sollecitano il sindaco e il dirigente dell’urbanistica a rispondere celermente e dettagliatamente sugli interrogativi posti da Lepore.

   Ma vi è di più. Lo scorso 3 dicembre, Paolo D’arco, amministratore unico della Reti e Sviluppo, una delle società coinvolte nel progetto dell’ipermercato in contrada Pezzapiana, ha pubblicamente smentito che vi possano essere illeciti amministrativi o responsabilità di altra natura. Nella missiva  si fa riferimento, con tono velatamente intimidatorio, a “quelli che operano senza apparire”, colpevoli di “distorcere la verità”. Vengono coinvolti anche gli uffici comunali, cui si rivolge la gravissima accusa di non esaminare la pratica della società Reti e Sviluppo, che quindi sarebbe soltanto la vittima della “burocrazia pilotata”.

   I rilevi di Paolo D’Arco non possono essere ignorati: sollevano tanti e tali dubbi da esigere, anch’essi, una risposta immediata. Nel complesso, essi configurano una realtà opposta all’interpretazione data non solo da Cosimo Lepore ma anche da Rifondazione Comunista. Occorre immediatamente assumere una posizione ufficiale, in un senso o nell’altro. A questo scopo, il Consiglio Comunale convocato per lunedì 09 dicembre potrebbe essere l’occasione giusta.

  Proprio per discutere di urbanistica, Rifondazione Comunista invita sin da ora a partecipare all’incontro pubblico  che si terrà lunedì 16 dicembre, presso la sala del Consiglio provinciale. Lo studio pubblicato da Legambiente nei giorni scorsi, che fotografa il disastroso stato di Benevento, non fa che confermare la necessità di una svolta nel modo di amministrare il capoluogo sannita.

 VICENDA TIM:

solidarietà ai cittadini e richiesta di chiarezza alle istituzioni

(10 dicembre 2002)

Il Circolo di Benevento del Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà ai cittadini di Pezzapiana e al comitato da loro recentemente costituito riguardo la vicenda  delle immissioni della ditta Tim localizzata in zona.

Oltre al tradizionale inquinamento atmosferico prodotto dall’azienda, oltra alla puzza di plastica bruciata causa di nausea, vomito e altri problemi respiratori, per chi ha la sfortuna di vivere in zona si è aggiunta la allarmante scoperta che i camini dell’industria (che produce posate monouso) immettono nell’ambiente “stirene” un idrocarburo dannoso per la salute.

La pericolosità di queste immissioni è confermata dai risultati di alcune analisi effettuate su un campione di abitanti della zona che rileverebbero tracce di stirene nelle urine di addirittura il 70% degli analizzati.

Il Partito della Rifondazione Comunista chiede a chi di dovere  di fare immediata chiarezza sulla vicenda e di prendere tutti i provvedimenti cautelari atti a garantire la salute dei cittadini e dei lavoratori di Pezzapiana -compresa l’introduzione di sistemi di filtraggio- e sollecita, inoltre, l’ARPAC a svolgere celermente i rilievi del caso onde accertare il rispetto della normativa sui limiti di stirene immettibili nell’aria.

SITUAZIONE URBANISTICA A BENEVENTO:

FONDATE LE NOSTRE CRITICHE

(13/12/2002)

Le vicende urbanistiche di Benevento, i cui ultimi capitoli appaiono a dir poco clamorosi, non si limitano ad episodi di abusi edilizi più o meno gravi. La revoca delle deleghe all´assessore Capezzone, presidente provinciale dello stesso partito del sindaco, Alleanza Nazionale, dimostrano la fondatezza delle puntuali critiche, politiche e tecniche, avanzate da Rifondazione Comunista e da altri dallo scorso mese di agosto.
   Gli scenari futuri sembrano molto incerti, e non solo a causa delle contraddizioni interne alla maggioranza di centro-destra. Il dato autentico, che si può evincere anche dalle più recenti dichiarazioni del sindaco D´Alessandro, è costituito dalla sequela di fallimenti che l´amministrazione comunale ha accumulato fino ad oggi. Il PRUSST Calidone, il Piano di Recupero Urbano del Rione Libertà, il presunto risanamento delle casse comunali, l´attuazione di un Piano Trasporti decente e, oggi, il sostanziale aborto della cosiddetta Variante di Socializzazione, sono elementi di valutazione amministrativa e politica agli occhi della cittadinanza. Quello che Rifondazione Comunista affermava da circa anni è oggi un dato di fatto -. confermato dalle parole di D´Alessandro -, rispetto al quale l´intera città di Benevento si trova spiazzata e delusa.

   In particolare, il caso della costruzione di un ipermercato in Contrada Pezzapiana, è l´emblema più indicativo del modo di amministrare che il centro-destra ha sempre adoperato. Le illegittimità urbanistiche ed edilizie, le ripetute forzature procedurali, i molteplici e convergenti intrecci economici e finanziari, sono il segno dell´esistenza di un grumo denso di poteri, che l´azione insistita di Rifondazione Comunista ha contribuito a denunciare. Al fine di approfondire l´intera vicenda, il PRC organizza un pubblico incontro che si terrà

LUNEDI´ 16 DICEMBRE, ORE 17, PRESSO LA SALA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE

PARTECIPERANNO
SALVATORE ZOTTI, segreteria cittadina ds;
COSIMO LEPORE, capogruppo comunale margherita;
GIANLUCA ACETO, segretario prov. prc;
FRANCESCO SPECCHIO, capogruppo prc regione campania;
SALVATORE BUONADONNA, responsabile nazionale urbanisticaprc.

     Sono stati invitati esponenti delle istituzioni, dei partiti, dei gruppi comunali, associazioni, tecnici.

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AUTOGESTIONE AL LICEO SCIENTIFICO E AL LICEO CLASSICO DI TELESE TERME.

 

Dopo due giorni di riflessione e dibattito interno, i licei scientifico e classico di Telese Terme aprono le porte alla discussione politica e sociale, alla contaminazione di idee, all’approfondimento teorico e culturale, alla libera iniziativa giovanile.

C’è l’esigenza di dare una risposta decisa ed efficace ai recenti provvedimenti governativi, che prevedono ingenti tagli ai fondi dell’istruzione pubblica, mettendo a dura prova il già precario sistema scolastico.

Oggi più che mai risulta d’obbligo riprendere gli spazi di democrazia e riempirli di contenuti alternativi rispetto alla "quotidiana" formazione culturale. E’ una formazione che, molto spesso, si rivela separata dalla vita reale e alienata dai bisogni immanenti.

E’ triste vedere una struttura che, a poco a poco, sprofonda sotto i colpi inferti in nome di una democrazia elitaria e oligarchica, ma è sorprendente constatare che la sua anima resiste: un’anima plurigenerazionele, spontanea e allegra.

E’ quindi dai più elementari concetti di civiltà e umanità che nasce la settimana autogestita.

Il programma prevede incontri con professori e relatori esterni.

Mercoledì

Incontro di approfondimento sulla questione delle privatizzazioni dell’acqua con Gabriele Corona (Coordinatore Provinciale Forum Ambientalista).

Giovedì

Dibattito a tema: "Il movimento dei movimenti da Genova a Firenze" con Checchino Antonini (scrittore e giornalista di Liberazione)

Venerdì

Dibattito a tema: "La guerra globale permanente e la questione palestinese" con Gianluca Serafini (Coordinamento Nazionale Giovani Comunisti - PRC) delegato Action For Peace in Palestina (Aprile 2002) e Antonio Conte (docente di storia e filosofia nel liceo scientifico).

La settimana sarà conclusa (sabato) con un’iniziativa sulla scuola pubblica e con approfondimenti in merito alla finanziaria 2003.

 

Alessandro Liverini

Coordinamento Provinciale Giovani Comunisti Benevento

Rappresentante d’Istituto Liceo Scientifico e Classico di Telese Terme

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Dossier di Rifondazione Comunista sulle incredibili peripezie per la costruzione di un Ipermercato in Via Valfortore a Benevento.

E’ stato presentato ieri, 16 dicembre, nel corso dell’incontro dibattito su Urbanistica e Affari, il Dossier di Rifondazione Comunista sull’iter amministrativo relativo alla costruzione dell’Ipermercato che Maurizio Zamparini vorrebbe realizzare in contrada Pezzapiana e che da diversi mesi è al centro della polemica tra le forze politiche.

Il lungo documento di 7 pagine è una precisa cronistoria di tutti i provvedimenti assunti dal Comune su questo progetto in circa 4 anni. Il dossier comincia con l’evidenziare, innanzitutto, che il Settore Urbanistica aveva già rigettato nel 1998 una proposta di Lottizzazione su quel suolo perché essa non era conforme al Piano Regolatore Generale che al centro di quell’area commerciale prevedeva una strada che non compariva più nel progetto presentato.

 Dopo le improvvise dimissioni del Dirigente del Settore, a marzo del 2000, si avvia la procedura per approvare il nuovo Piano di Lottizzazione presentato dalla società ITA srl, simile al precedente perché anch’esso non teneva in conto la strada da realizzare, ma  questa volta l’Ufficio tecnico esprime parere favorevole. 

Di conseguenza il Consiglio Comunale adotta il Piano di Lottizzazione per la realizzazione di 9 capannoni per una volumetria complessiva di 75.000  metri cubi su un’area di 48.000 metri quadri.

Dopo soli due mesi, però, il progetto viene modificato  con l’ampliamento dell’area fino a 53.000 mq. sulla quale dovrebbero trovare posto anche parcheggi per 50.000 mq., verde pubblico per 6.000 mq., strade per 2.000 mq. ed un solo enorme capannone di 133.000 metri cubi di volume con una superficie di vendita di 17.000 mq.

Incredibilmente questo progetto riceve, ad Aprile del 2002, un parere favorevole dalla Commissione Edilizia prima che fosse completato l’iter per l’approvazione del Piano di Lottizzazione che comunque nel maggio 2001, riceve il definitivo assenso da parte del Commissario Straordinario, nel maggio 2002, ma così com’era stato adottato dal Consiglio Comunale e cioè per una volumetria quasi dimezzata.

Il Dossier di Rifondazione Comunista si sofferma poi sui provvedimenti successivi ( Parere dell’Ufficio Tecnico, Relazione del responsabile del SUAP, Conferenza dei Servizi, Esame del progetto esecutivo, parere favorevole della Commissione Beni Ambientali ) senza che alcun tecnico, o funzionario o amministratore rilevasse che il Progetto di Ipermercato non era conforme al Piano di Lottizzazione.

Lo ha fatto ora il nuovo Dirigente del Settore Urbanistica che per questo motivo ha respinto la richiesta di Concessione Edilizia aprendo così un contenzioso con la ditta  e una vasta polemica nella Commissione Consiliare.

Il Dossier contiene inoltre una minuziosa ricostruzione dei passaggi amministrativi relativi alla costruzione dei 3 capannoni in area Parco e a tal proposito il Partito della Rifondazione Comunista sostiene che fin dalla presentazione del progetto risultava chiaro che si intendeva ampliare illegittimamente una lottizzazione commerciale su un’area agricola destinata a Parco fluviale. Infatti l’atto notarile con il quale Zamparini ha acquistato per 26 miliardi i suoli indica chiaramente che si tratta di capannoni commerciali e non industriali, e di una parcheggio di 24.000 da asservire all’Ipermercato da si vorrebbe realizzare sul suolo confinante.

Il documento tratta inoltre, la strana sequenza degli incarichi ai dirigenti e ai coordinatori del Settore Urbanistica e alle improvvise dimissioni o sostituzioni,  tutte concatenate con i provvedimenti più controversi della intera vicenda.

Infine,  il Dossier sottolinea anche il comportamento dell’assessore Capezzone che appena ricevuta dal Sindaco la delega all’Urbanistica, nel Luglio 2001, si pronunciò pubblicamente contro l’Ipermercato e poi invece si è adoperato anche nel suo ruolo di Presidente della Commissione Edilizia e Beni Ambientali, per sostenere l’operazione  con la connessa realizzazione dei Capannoni in area parco di cui non fornisce alcuna notizia al momento della presentazione della Variante al PRG, nel luglio 2002, quando ha continuato ad assicurare che su quell’area sarebbe sorto il Parco delle Energie Alternative. Rifondazione Comunista conclude affermado che la vicenda Capannoni e Ipermercato un esempio significativo di affarismo che distrugge il territorio ed inquina la vita democratica

 

Benevento, lì 17.12.02

Segreteria Provinciale PRC

 

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