comunicati politici
Aceto: “Sui capannoni industriali intervengano Magistratura e Regione Campania”
27 agosto 2002
I ripetuti interventi del gruppo della Margherita al Comune di Benevento e del Forum Ambientalista sulla costruzione di capannoni industriali in Contrada Pezzapiana, una zona che la variante al PRG conferma come area destinata a parco fluviale, denunciano una delle più inquietanti vicende di speculazioni edilizie che stanno caratterizzando questa città.
Molto insolito è l’atteggiamento dell’assessore Capezzone, che l’anno scorso presiedette la commissione edilizia che autorizzò la costruzione dei capannoni, cioè a dire un intervento industriale e commerciale di 50.000 metri quadri, mentre quest’anno ha presentato il Piano Regolatore dicendo che su quella stessa superficie sorgerà un parco.
Nel primo atto di acquisto del terreno si legge che lo stesso, decaduti i vincoli,. torna alla sua destinazione agricola. Come possono immaginare facilmente anche i profani, questo significa che potevano essere autorizzate soltanto opere funzionali all’agricoltura. In ogni caso, il Piano di razionalizzazione delle attività produttive prevede che per interventi su aree superiori ai 10.000 metri quadri è necessario un piano di lottizzazione, presupposto che nel caso manca del tutto, così come mancano le dovute previsioni delle opere di urbanizzazione.
Quel terreno cambia più volte proprietà: quattro compravendite in quattro giorni, fino a quando il 26 marzo 2002 entra sulla scena Maurizio Zamparini, che acquista a sua volta l’intera area e si impegna a far volturare tutte le concessioni. Zamparini, presidente della Emmezeta, deve costruire un ipermercato su un’area confinante con quella dei capannoni, i quali, a loro volta, servono per trasferirvi tre attività che attualmente si svolgono sull’area destinata all’ipermercato.
I parcheggi dei capannoni industriali serviranno in realtà all’ipermercato, che ha a disposizione un’area insufficiente allo scopo e quindi manca di un requisito essenziale. Non si tratta di un’illazione, ma risulta tutto, nero su bianco, dall’atto notarile con cui Zamparini ha acquistato l’area. Si configurano, in tal modo gli estremi di lottizzazione abusiva.
Nel frattempo, l’Ufficio di
vigilanza edilizia relaziona al nuovo dirigente del Settore Urbanistica che la
planimetria allegata al progetto indica il Calore ad una distanza superiore dai
capannoni
rispetto a quella reale. Lo scopo di quest’ulteriore trovata “creativa” è
quello di arretrare le sponda del fiume a oltre 150 metri dal sito interessato,
fascia di rispetto minima contemplata dalla legge Galasso, entro la quale si
può costruire solo rispettando particolari parametri e procedure, molto
restrittive.
Ma c’è di più. Nei suoi
accertamenti, l’Ufficio di vigilanza edilizia verifica che i capannoni industriali,
difformemente dal progetto, presentano non uno ma due piani, come del resto è
scritto
nell’atto notarile del 26 marzo. Ciò significa che già in quella data si sapeva
di costruire in maniera diversa da quanto progettato. Il dirigente del Settore
Urbanistica, l’architetto Francesco Cassano,
prima sospende i lavori e poi, il giorno successivo, cioè il 9 agosto,
accoglie una richiesta di concessione in sanatoria mediante DIA (dichiarazione
di inizio attività), una richiesta avanzata
incredibilmente non da Zamparini (effettivo proprietario dell’area) ma da Reti
e Sviluppo Spa. A quale titolo, non è dato di sapere. Su tutte queste
incredibili “stranezze” la magistratura deve far luce.
Da circa un anno, il consorzio “I Sanniti” sta promuovendo la nascita dell’ipermercato che, a detta di
Zamparini, è prevista per la Pasqua del prossimo anno. Sono già decine i
negozianti che hanno
prenotato i locali per trasferirvi le loro attività, allettati anche dalla
pubblicità continua che campeggia dalle pagine di un noto quindicinale
beneventano. Sono tutti ben consapevoli dei rischi cui vanno incontro?
Questa vicenda dimostra quali
sono le vere intenzioni dell’amministrazione di centro destra. Essa si è
vantata di avere a cura le tematiche ambientali e per questo i parchi fluviali,
urbani, delle energie alternative - hanno detto - sono stati il punto di partenza
per la redazione del nuovo strumento urbanistico. Alla luce dei fatti, invece,
si dimostra l’assoluto disinteresse per l’autentico
significato dell’ambiente e della vivibilità nella programmazione territoriale.
Non siamo al cospetto di incapacità, ma di un disegno organico. Infatti, la
previsione di tante aree formalmente verdi è il
necessario strumento per mettere in atto il famigerato meccanismo della perequazione,
con cui la giunta D’Alessandro vorrebbe avviare un’ulteriore campagna
speculativa, fatta di cemento e asfalto, a uso e consumo del gruppo di imprese e
di tecnici che affiancano e sostengono quest’amministrazione.
Che ne è della riqualificazione urbana del Rione Libertà? Quali sono i
risultati in termini di vivibilità? Fumo negli occhi che comincia a diradarsi e
a rivelare la realtà dei fatti, oltre la propaganda e il populismo.
Altrettanto indicativo è il silenzio assoluto di una parte
dell’opposizione comunale, che dagli scranni del consiglio avrebbe tutti i
mezzi per esercitare la sua funzione di controllo.
Evidentemente, l’ipermercato rappresenta una partita molto grossa, tale da
esulare dai confini provinciali e disegnare equilibri inediti e inquietanti.
Questi intrecci devono venire allo scoperto. Non bisogna consentire all’affarismo
politico di produrre danni irreversibili, soprattutto a scapito delle
generazioni future.
Rifondazione Comunista chiederà al presidente della giunta regionale e al consiglio regionale della Campania, organi cui spettano le decisioni sulla grande distribuzione commerciale, di pronunciarsi su questa vicenda, al tempo stesso grottesca e gravissima.
Manifesto pubblico del PRC di Telese Terme sulla mancata apertura della scuola elementare
La qualità della vita
(12/09/2002)
"La nostra azione amministrativa è volta a migliorare la qualità della vita di questa cittadina".
Sono queste le parole che, almeno una volta nella vita, i Cittadini di Telese hanno ascoltato sentendo parlare il Sindaco D'Occhio.
Sono le stesse persone che hanno visto la propria cittadina termale vacillare sotto i colpi di politiche sciagurate, portatrici di urbanizzazione selvaggia, mancanza di parcheggi pubblici, assenza di spazi verdi.
Sono quei Cittadini ai quali è arrivata la notizia secondo cui i locali che ospitano la Scuola Elementare da decine di anni non saranno utilizzabili prima della metà di ottobre…
…E pensare che il Sindaco D'Occhio, con una forzatura, aveva dato il via ai lavori prima che questi fossero approvati dal Consiglio Comunale!
Diceva: "Dobbiamo partire subito per assicurare la normale apertura dell'anno scolastico".
Con l'ultima "ciliegina sulla torta" i Cittadini di Telese Terme ora sanno che questa Amministrazione, oltre a mettere a "ferro e fuoco" un territorio che ai più appare devastato, oltre a dilapidare il patrimonio economico comunale, è riuscita a non garantire nemmeno la regolare apertura dell'anno scolastico per la Scuola Elementare.
Come al solito, il prezzo di tutto questo ricadrà sulla Comunità. Ricadrà sulle famiglie che dovranno organizzare i propri ritmi in funzione dei bambini che andranno a scuola durante il pomeriggio. Ricadrà sui bambini che non avranno più nemmeno il tempo per giocare e per dedicarsi ad attività sportive.
Il Partito della Rifondazione Comunista chiede
che il Sindaco D'Occhio, in forma pubblica, dia risposta alle domande che, in questo momento, si pongono tutte le famiglie interessate:
Sarebbe interessante sapere cosa pensano a tal proposito i Partiti di maggioranza che continuano nel proprio "assordante silenzio".
Chiediamo ai Cittadini di alzare la voce!
Che questo non sia l'unico sasso nello stagno!
Politiche urbanistiche: Gianluca Aceto risponde al segretario DS
(21/09/2002)
Prendo atto delle dichiarazioni del segretario dei DS di
Benevento, Francesco Del Grosso, sull’impegno del suo partito in relazione alle
politiche urbanistiche della Giunta D’Alessandro. Rimarco quindi la necessità di una più incisiva opposizione
contro scelte scriteriate e pericolose, un’opposizione che avrebbe potuto e
potrebbe avvalersi di una corrispondente azione consiliare. Da parte sua,
Rifondazione Comunista ha tutto l’interesse a portare alla luce non delle mere
irregolarità urbanistiche per quanto macroscopiche possano essere; ma i grandi
interessi economici che le hanno causate e che determinano, a nostro avviso, la
violazione di molte norme urbanistiche, paesaggistiche, idrologiche e
ambientali. È in nome di quei “sacri” interessi, infatti, che spesso vengono
ignorate le esigenze di sicurezza e vivibilità previste dalle leggi vigenti.
Nel caso del costruendo centro commerciale di via Valfortore, poi, le ricadute
sul nuovo Piano Regolatore di Benevento sono immediate e tali da minarlo alle
fondamenta. Tutte le opposizioni hanno dunque l’occasione di intervenire,
avanzare le proprie critiche e anche di proporre delle radicali alternative.
Mi auguro che i DS vogliano concorrere a questo percorso, promuovendo in
Consiglio Comunale un’articolata quanto necessaria discussione sulla vicenda
del centro commerciale, e sostenendo l’interrogazione regionale avanzata in
proposito dal gruppo di Rifondazione Comunista.
Gianluca Aceto (segretario provinciale PRC)
UN CENTRO COMMERCIALE DAI TROPPI MISTERI
(12 settembre 2002)
In Contrada Pezzapiana, tra l’ansa del fiume Calore e via
Valfortore, sono iniziati i lavori per la costruzione di un grande centro
commerciale, destinato ad ospitare oltre cinquanta attività. Da più parti,
nelle passate settimane, sono state evidenziate numerose irregolarità e
stranezze, tanto nell’iter di approvazione del progetto quanto nella sua
esecuzione. Queste valutazioni prendono lo spunto dalle relazioni effettuate
dai responsabili dell’Ufficio Vigilanza Edilizia e non sono il frutto di mere
speculazioni politiche. Inizialmente, l’Amministrazione Comunale ha minimizzato
sull’accaduto, affermando che i rilievi effettuati erano sanabili e non
mettevano in discussione la legittimità complessiva dell’ opera. Ma poi, di
fronte alle crescenti difficoltà, ha pensato bene di attivarsi non per
verificare realmente le cose, ma per scagliarsi contro i dipendenti comunali
che hanno effettuato i sopralluoghi e relazionato al Dirigente del Settore Urbanistica.
Quest’ultimo prima ha sospeso i lavori, e dopo, a ventiquattro ore di distanza,
ha annullato la sospensione.
Attualmente, sono in corso i primi provvedimenti disciplinari a carico dei
dipendenti comunali che hanno effettuato le verifiche, ed è probabile che ne
arrivino altri. Nulla di strano, dunque, se l’amministrazione Comunale
procedesse allo smantellamento dell’Ufficio di Vigilanza Edilizia, facendolo
passare sotto forma di una riorganizzazione burocratica. In tal modo, si
priverebbe il Comune di un importante strumento di difesa dagli abusi edilizi e
dalle speculazioni.
Capezzone dovrebbe spiegare come mai il suo Sindaco, D’Alessandro, ha
pubblicamente dichiarato che ci sono state delle difformità, che le
precisazioni addotte da una società interessata all’impresa, la Reti e Sviluppo
SPA, non sempre sono esatte, e che tutto l’intervento deve essere ridiscusso in
Consiglio Comunale. Allo stesso modo, andrebbero chiariti i molteplici passaggi
di proprietà dei terreni in questione, una lunga catena di avvicendamenti al
cui terminale c’è la Emmezeta di Maurizio Zamparini, un noto imprenditore del
nord-est. Chiarimenti tanto più necessari se si considera che il valore dei
terreni è passato da poco più di cento milioni (ragioniamo in vecchie lire) a
26 miliardi.
Né Capezzone né D’Alessandro dicono un’ altra importante verità: se l’opera
fosse realizzata come prevista, il nuovo Piano Regolatore, presentato in pompa
magna solo due mesi fa e ancora da discutere, sarebbe da buttare via. In esso,
infatti, si conferma che quell’ansa del Calore (50.000 metri quadri) è
destinata ad essere parco fluviale, e su questa previsione si basa tutto
l’impianto del Piano Regolatore. A parte le valutazioni di tipo ambientale e
naturalistico, che pure dovrebbero contare qualcosa, sta il fatto il centro
destra beneventano si appresta a discutere uno strumento urbanistico già
totalmente sballato, irrazionale e dagli esiti imprevedibili in termini di
speculazioni e cementificazione.
Alla luce di queste osservazioni, appare chiara la necessità di un’azione
politica forte, che tenga conto da un lato delle esigenze di vivibilità e di
sicurezza ambientale, e dall’altro di quelle degli esercenti che hanno già
prenotato i locali. Per questo è ancora più sorprendente il silenzio di buona
parte dell’opposizione di centro sinistra, nonostante le numerose
sollecitazioni ricevute. Delle due, l’una: o sono indifferenti verso i
contenuti politici di una battaglia come questa, o ci sono interessi che
tengono le mani legate.
Rifondazione Comunista ritiene invece di dover procedere a tutte le verifiche
necessarie, intervenendo innanzitutto sulla Regione Campania, che ha le
competenze sulla grande distribuzione. Se ci sono stati abusi e irregolarità, è
dovere della Magistratura accertarlo. Alla politica e alla società civile
spetta il compito di preoccuparsi delle conseguenze che certe decisioni
scellerate possono causare alla collettività.
CAPANNONI INDUSTRIALI:
INTERROGAZIONE DEL GRUPPO REGIONALE DEL PRC
Al Presidente della Giunta Regionale
All’Assessore all’Urbanistica
All’Assessore al Commercio
Oggetto. Lottizzazione abusiva in area destinata a Parco fluviale.
INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA
I sottoscritti consiglieri Francesco Specchio, Francesco Maranta, Raffaele
Petrone,
PREMESSO CHE
- il Comune di Benevento, agli inizi del mese di luglio scorso ha presentato
ufficialmente la bozza definitiva del nuovo PRG, confermando la
destinazione a Parco Fluviale dell’ansa del fiume Calore di Via Valfortore, nel
rispetto degli standard urbanistici per le aree destinate a verde pubblico;
- su tale area, attualmente classificata come F2, sono però in corso di realizzazione
tre capannoni industriali e un enorme annesso parcheggio a seguito di una
concessione edilizia rilasciata in data 8/2/2002 con il numero 7133, quindi tre
mesi prima della presentazione del nuovo PRG;
- la concessione è stata realizzata considerando decaduto il vicolo per
la destinazione a parco dell’area, grazie ad una fantasiosa interpretazione
della legge regionale 17/82; mentre andava considerato decaduto solo il vincolo
all’esproprio;
- l’ufficio di Vigilanza Edilizia dello stesso Comune di Benevento ha accertato
che i capannoni in costruzione interessano un sito che rientra nella fascia di
rispetto di 150 metri dal fiume e che il parere della Soprintendenza è
stato richiesto per un progetto che invece rappresenta la sagoma degli edifici
fuori dalla suddetta fascia di rispetto;
- lo stesso Ufficio di Vigilanza Edilizia ha inviato al Presidente della Giunta
Regionale in data 26/07/2002 il verbale del sopralluogo dal quale risulta che
addirittura le superfici dei capannoni in
costruzione sono state raddoppiate con la realizzazione di solai per circa 900
mq.
- il comune di Benevento, accertata l’opera abusiva, ha bloccato i lavori
ma dopo appena 24 ore ha accolto una DIA con la quale si intende sanare l’abuso,
nonostante la legge regionale n° 19/01 escluda questa possibilità per opere
realizzate nei 150 metri dal fiume o sottoposte a vincolo dalla legge 490/99;
AGGIUNTO CHE
- presso il Comune di Benevento sono da tempo giacenti gli atti notarili dai
quali risulta che la costruzione dei tre capannoni è connessa alla
realizzazione su un’area confinante di un centro
commerciale su richiesta della Società Reti e Sviluppo s.r.l. con successiva
cessione a Maurizio Zamparini, titolare del marchio EMMEZETA, e che il
parcheggio di 24.000 mq. In zona F2 è da asservire al Centro Commerciale
stesso;
- la predetta società Reti e Sviluppo ha ricevuto, con il verbale della conferenza
dei servizi del 5 novembre 2001, il parere favorevole della regione Campania
per la realizzazione di un insediamento commerciale ai sensi della legge
regionale 1/2000 con la riserva alla emissione
dell’atto autorizzativi a conclusione dell’iter procedurale della concessione
edilizia;
- in modo particolare dall’esame degli atti notarili risulta che i capannoni
sono oggetto di preliminare di vendita a favore di due commercianti che a
loro volta cedono proprietà con relativi manufatti da abbattere per far posto
al centro commerciale;
- sempre dalla lettura degli atti notarili risulta inequivocabilmente che l’area
di 50.000 mq è frazionata in 4 pezzi;
- i capannoni sono destinati ad attività commerciale e non industriale come
assentito con la concessione n° 7133 del 8/2/2002;
CONSIDERATO CHE
- per tutto quanto sopra esposto, la costruzione dei tre capannoni e dell’annesso
parcheggio si configura come lottizzazione abusiva ;
- l’ansa del fiume Calore di via Valfortore viene classificata come
area inedificabile perché sottoposta a vincolo idrologico dal PRG vigente;
INTERROGANO
gli Assessori all’Urbanistica e al Commercio per sapere:
- se non ritengono di esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla legge
47/85 per annullare la concessione edilizia n° 7133 del 08/02/2002 e sospendere
i lavori in corso;
- se non ritengono necessario ritirare il parere favorevole della Regione
alla realizzazione del centro commerciale per gli evidenti abusi urbanistici
connessi.
SCIOPERO GENERALE DEL 18 OTTOBRE
La federazione di Benevento del Partito della Rifondazione Comunista aderisce allo sciopero generale proclamato, per il 18 ottobre, da CGIL, COBAS, CUB, RDB, SIN-COBAS e da altre organizzazioni del sindacalismo di base. Invitiamo tutti a scioperare per fermare l'offensiva contro i lavoratori che governo e Confindustria stanno conducendo. A tal fine si ricorda ai cittadini che il concentramento avrà luogo a P.zza Orsini alle ore 9,30
Ancora tagli, ancora precarietà e il Mezzogiorno resta al palo.
Dopo anni in cui la politica della concertazione ha già notevolmente ridotto i salari e allargato le maglie della precarietà, questo governo guerrafondaio e la Confindustria hanno deciso un salto di qualità con l'attacco all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Questa offensiva, che si accompagna al disegno della Confindustria di abolire i contratti nazionali di lavoro, ha avuto una prima concretizzazione nello sciagurato Patto per l'Italia firmato da CISL e UIL, ed è poi proseguita con la finanziaria, che prevede:
un drastico taglio della sanità e della scuola pubblica;
una riduzione dei soldi per gli enti locali che determinerà un pesante aumento delle tariffe, un taglio dei servizi e dei dipendenti;
un ulteriore taglio dei salari reali, a partire dal pubblico impiego, con la fissazione da parte del governo di un tasso di inflazione programmata all'1,4%, meno della metà dell'inflazione reale.
L'imbroglio della finanziaria
Berlusconi, da buon piazzista, cerca di coprire questo vergognoso attacco ai lavoratori e allo stato sociale con la favola della riduzione delle tasse, piccolissima per i lavoratori ed enorme per i ricchi, accompagnata dall'ennesimo condono a favore dei grandi evasori. Come se non bastasse, il governo ci ha già informato che dopo la finanziaria metterà mano nuovamente alle pensioni.
L’intervento militare in IRAK è vicino
Bush, Blair e Berlusconi preparano una guerra “preventiva” e con essa ulteriori scenari di morte e distruzione e rinnovate sofferenze per il Popolo Irakeno. L’intevento in Irak, oltre a tali nefandezze, produrrà come ulteriore risultato quello di aumentare la popolarità di Saddam tra gli Irakeni e indebolire, così, le opposizioni democratiche e progressiste al dittatore.
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Benevento 16.10.02: occupata la Manpower
Oggi pomeriggio è stata occupata l'agenzia di lavoro interinale Manpower. Un gruppo di Disobbedienti del "Laboratorio per la Disobbedienza Sociale" (Giovani Comunisti, CSA Depistaggio, Altrocomune), con un'azione dimostrativa e non violenta ha rivendicato, in preparazione dello sciopero generalizzato del 18 ottobre, l'estensione dell'Art. 18 a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, il diritto ad un lavoro garantito e ad un salario sociale.
Per lo sciopero di chi non ha diritti
I ragazzi e le ragazze dei call-center, dei fast-food, delle agenzie interinali, i fratelli e le sorelle migranti con i loro mille lavori in nero, le lavoratrici e i lavoratori con contratti a termine, senza contratto, senza nessuna possibilità di difendere i propri diritti, senza sindacato, senza voce. Lavoratori atipici, è così che li definisce la nuova dottrina economica, lavoratori senza il diritto di poter immaginare la propria vita e quella dei loro figli. Sono loro i protagonisti del nuovo credo secondo cui con meno diritti c'è più lavoro per tutti.
No!
L'unica cosa che c'è con meno diritti è un lavoro accettato per la necessità di un reddito, esposto al perenne ricatto del licenziamento.
Per questo, oggi, scegliamo di assediare pacificamente la Manpower. Per questo lo sciopero del 18 ottobre non sarà solo lo sciopero di chi un lavoro lo ha e di chi è coperto dalla tutela dell'Art. 18.
Sarà anche lo sciopero di chi cerca lavoro e non ne vuole uno senza diritti, di chi soffre la schiavitù della necessità…di chi non può scioperare.
Per questo siamo qui!
Per questo il 18 ottobre saremo in piazza!
Con le nostre parole d'ordine, con le nostre specificità, per estendere l'Art. 18 a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, non solo per difendere i lavoratori garantiti ma per rivendicare una vita liberata dal ricatto del lavoro a tutti i costi, per un reddito sociale che dia a tutte e a tutti la possibilità di una vita libera dalla schiavitù del tempo!
Diritti per tutte e tutti!
Contro la guerra globale permanente!
Da un posto imprecisato, Benevento, Europa, Pianeta terra, Secondo anno della guerra globale permanente.
Laboratorio per la Disobbedienza Sociale
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Benevento: 20.10.02 ... ancora disobbedienza!
Questa notte, un centinaio di attivisti del "Movimento dei disobbedienti"
napoletani ha picchettato per oltre 4 ore l'ingresso della TELESTAMPA SUD
srl in località S.Stefano di Vitulano (Benevento) di proprietà di Luca
Colasanto, azienda che stampa e distribuisce i quotidiani "Il Giornale", "Il
sole 24 ore", "Il foglio" e altri giornali minori.
Questa azienda, che
normalmente copre la distribuzione per tutto il centro-sud di questi
giornali, in occasione degli scioperi generali dei poligrafici diventa
l'unico centro di stampa e produzione dei suddetti quotidiani per tutta
l'Italia: difatti in questa azienda non c'è la possibilità di organizzarsi
in termini sindacali, di scioperare e aderire alle proteste. Alla vigilia
dello sciopero generale del 16
aprile, per far fallire il blocco della
produzione, l'azienda licenziò gli unici 11 lavoratori sindacalizzati
(iscritti alla CGIL, che aperto un contenzioso su questi licenziamenti a
partire dalle tutele previste dall'art.18 dello statuto dei lavoratori) e in
questo modo anche altre quotidiani (ad esempio Libero) si rivolsero a
Colasanto per aggirare lo sciopero.
A mezzanotte, quando la
produzione dei giornali è finita, è partito quindi il picchetto all'ingresso
dell'azienda, bloccando decine di camion e furgoni che dovevano provvedere a
consegnare i quotidiani nei vari centri di distribuzione del centro-sud.
Su un ponticello dell'unica strada che porta all'azienda decine di
disobbedienti si sono incatenati, hanno acceso alcuni copertoni e steso
due striscioni "Generalizziamo lo sciopero", "contro i licenziamenti,
scioperare è un diritto". Fino alle 3 di notte la situazione si è
mantenuta relativamente calma, con i carabinieri del luogo che controllavano
da vicino lo svolgimento pacifico dell'azione di disobbedienza. Verso le tre
di notte, arrivano ingenti rinforzi dalla questura di Benevento; il
dirigente di servizio (il capo della digos di Benevento dr. Sorricelli)
appena giunto alle 3 di stmane intima i disobbedienti a rimuovere il blocco.
I disobbedienti iniziano a rimuovere immediatamente i copertoni e le catene,
allorquando vengono circondati da decine di carabinieri e poliziotti che
pretendono di identificare tutti i presenti.
A questo punto il blocco
disobbediente indietreggia fino ad entrare dentro lo stabilimento: in un
clima di aperta tensione e intimidazione (alle 3.40 due giovani
disobbedienti vengono investiti e feriti in modo lieve da un furgone che
forza il blocco) i disobbedienti ottengono di lasciare il blocco senza
identificazioni, tranne il gruppo di contatto - sei persone - che vengono
condotti in questura per l'identificazione.
Tra loro il portavoce dei
disobbedienti Francesco Caruso, il segretario provinciale di Napoli di
Rifondazione Comunista, Giuseppe De Cristofaro: dopo due ore all'alba
vengono rilasciati con una denuncia del magistrato di turno per
manifestazione non autorizzata (art.18 T.U.L.P.S.) e altri reati.
Al' di là delle tensioni con la polizia, l'azione di disobbedienza ha
raggiunto gli obiettivi prefissati. In primo luogo l'obiettivo materiale
di impedire la distribuzione dei giornali. Le quattro ore di blocco hanno
impedito la distribuzione in molte regioni del centro sud (Basilicata,
Calabria, Puglia, Molise, Abbruzzo e altre zone del centro-sud), mentre dopo
la rimozione del blocco alle 4 del mattino, i camion hanno potuto
raggiungere solo i centri di distribuzione più vicini (in Campania).
In
secondo luogo importantissimo è stato anche il risultato e il messaggio
politico di questa azione di disobbedienza, contro la libertà di
licenziamento e per la generalizzazione dello sciopero e del diritto/dovere
di scioperare.
Questi giornali sfidano puntualmente gli scioperi di
categorie, uscendo in edicola con una qualità del tutto scadente in termini
giornalistici (l'edizione per il nord del giornale è stata chiusa alle 2 del
pomeriggio!!): il loro è semplicemente un messaggio politico, una sfida
nei confronti dei movimenti che rivendicano diritti e democrazia, in
aperto ed esplicito sostegno a questo governo i cui esponenti sono
direttamente o indirettamente proprietari di queste stesse testate.
Da
questi signori non accettiamo lezioni di democrazia. E' necessario - e noi
come sempre ci impegneremo in prima persona - replicare ed estendere azioni
di disobbedienza per generalizzare lo sciopero (anche al di là del giorno
dello sciopero) e fermare materialmente lo strapotere e il monopolio
dell'informazione oggi in mano al signor Berlusconi e alla sua cricca al
potere.
Oggi blocchiamo i giornali, domani probabilmente gli studi
televisivi, perchè dobbiamo fermare il "Grande Fratello", prima che sia
troppo tardi.
Laboratorio campano per la disobbedienza sociale
Benevento, 20 ottobre 2002
L'alba di un nuovo giorno,
in un luogo qualsiasi del pianeta terra.
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Ceppaloni (BN) 27 ottobre 2002:
I Disobbedienti contestano UDEUR, CISL e Confindustria.
Contestazioni durante un convegno su “I giovani e il Lavoro”, a Ceppaloni, in provincia di Benevento, da parte di una settantina di Disobbedienti aderenti ai Giovani Comunisti e al CSA Depistaggio. Durante la contromanifestazione Polizia e Carabinieri, nel respingere i manifestanti, calpestano un ragazzo durante un sit-in. Forte contusione al ginocchio per il ragazzo colpito e replica dei Disobbedienti:
“Mentre tutta l’Italia si blocca e sciopera in difesa di diritti messi sempre più in discussione dalle scelte politico-economiche del governo delle destre, l’UDEUR, in preparazione delle elezioni comunali, organizza convegni riguardanti “I giovani e il lavoro” con CISL e Confindustria, gli attori principali, assieme al Governo, del “Patto per l’Italia” e dell’attacco all’Art. 18.
Oggi abbiamo scelto ancora una volta la forma dell’assedio pacifico per dire che non saremo mai un ingranaggio del loro sistema di ristrutturazione sociale.
Non accettiamo
che forze politiche, padronali e sindacali speculino sulla pelle e sulla dignità delle persone per difendere i propri interessi economici ed elettorali.
Condanniamo
l’episodio che ha visto protagonista un nostro Compagno, calpestato mentre era seduto per strada durante un sit-in pacifico e prendiamo atto della confusione che regna sovrana tra i vertici della Questura pronti puntualmente a smentire il proprio Dirigente di piazza dopo una trattativa conclusa con i manifestanti, così come accaduto durante il picchettaggio alla “Telestampa Sud” del 20 ottobre scorso.
Assedieremo
tutti i luoghi che saranno scenari di disegni regressivi sul piano della giustizia sociale.”
Laboratorio per la Disobbedienza Sociale
(Giovani Comunisti, CSA Depistaggio)
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TELESE: LE RICHIESTE AVANZATE AL COMUNE
(25 ottobre 2002)
Al Sindaco di Telese Terme
p.c. Al Prefetto della
Provincia di Benevento
p.c. Alle organizzazioni
Sindacali
p.c. Ai Nuclei di Valutazione del Comune di Telese Terme
Oggetto: Interrogazione
Il sottoscritto Gianluca Serafini, in qualità di Consigliere Comunale del Partito della Rifondazione Comunista,
Visto il D.Lgs 30/03/2001 n.165 – art 6, 7, 8 e ;
Visto l’art. 9/10 del CCNL entrato in vigore in data 31/3/2001;
Visto il documento della UIL protocollato da codesto comune con il n. 5126;
Considerato che nelle amministrazioni pubbliche l’organizzazione degli uffici, nonché la consistenza e la variazione delle dotazioni organiche sono determinate in funzione, come esplicitato nell’art 1 del DL 165, di: accrescere l’efficienza, razionalizzare i costi, realizzare la migliore utilizzazione delle risorse umane;
Considerato che, come esplicitato nell’art. 9 del CCNL, i risultati delle attività svolte dai dipendenti cui siano stati attribuiti incarichi con funzioni di direzione e/o particolare professionalità,…..sono soggetti a valutazione annuale in base a criteri e procedure determinate dall’Ente. La valutazione positiva dà anche titolo alla corresponsione della retribuzione di risultato di cui all art. 10;
Considerati gli importi economici a cui possono ammontare tali retribuzioni di posizione e di risultato;
Chiede di sapere:
Se siano stati erogati nel periodo compreso tra maggio 1999 e settembre 2002 indennità di posizione e/o di risultato. Nel caso positivo quali sono stati gli obiettivi raggiunti, i programmi realizzati, le attitudini e le capacità professionali mostrate nel perseguire questi obiettivi;
Se il “Nucleo di valutazione” si sia mai riunito, abbia mai formalizzato delle procedure per la valutazione delle risorse umane e/o per la razionalizzazione dei costi, se queste procedure siano mai state implementate e abbiano mai avuto una rilevanza nella organizzazione dell’ Ente da Lei amministrato;
Se, nel caso positivo, è possibile avere accesso a questi atti o, in alternativa chi, a Suo avviso, abbia diritto a visionare i suddetti documenti; nel caso, invece, che le considerazioni del Nucleo di valutazione non abbiano influito nel riconoscimento delle suddette indennità, chiediamo di sapere con quali considerazioni si sia giunti a determinarle.
Nel ricordare che un’indennità di posizione e/o di risultato, nello spirito e nella lettera del D.L. 165 e del CCNL, non può essere attribuita con una generica dichiarazione di efficienza ed efficacia mostrata nell’espletamento di non si sa quali funzioni, in attesa di un Suo riscontro, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
Al Sindaco di Telese Terme
Alle Organizzazioni Sindacali
Oggetto: Richiesta revoca decreto.
Il sottoscritto Gianluca Serafini, in qualità di Consigliere Comunale del Partito della Rifondazione Comunista,
visto il D.Lgs. 165 del 31.03.01;
visti gli art. 8, 9, 10 del CCNL in vigore a partire dal 30.03.01
Considerato che nella Pianta Organica del Comune di Telese Terme manca l’istituzione dell’area delle posizioni organizzative;
Considerata l’assenza di obbiettivi definiti, di programmi da realizzare, di chiarezza sulle mansioni e sulle posizioni di lavoro individuate nella Pianta Organica del Comune stesso;
Considerata, infine, la scarsa volontà mostrata da codesta Amministrazione, a tutt’oggi, di procedere ad una seria e rigorosa organizzazione del Comune in funzione di identificati obbiettivi di efficienza ed efficacia, così come previsto dalla Legge;
Considerata la necessità di procedere ad una effettiva razionalizzazione dei costi;
CHIEDE
La revoca immediata del Decreto con cui si assegnano al Dipendente Pasquale Giaquinto euro 12911, 42 annui.
Si ritiene, tale Decreto, in assoluto contrasto, nella lettera e nello spirito, con i principi ispiratori del D.Lgs. 165 e del CCNL richiamati precedentemente.
Al Prefetto della Provincia di Benevento
Alle Organizzazioni Sindacali
Oggetto: Pianta organica. Richiesta chiarimenti.
Il sottoscritto Gianluca Serafini, in qualità di Consigliere Comunale del Partito della Rifondazione Comunista,
Visto il D.Lgs. 30/03/2001 n° 165 – art. 6, 7, 8 - ;
Visto l’art. 8 del CCNL entrato in vigore in data 31/03/2001;
Visto il documento della UIL numero prot. 5126 13/05/02;
- Considerato che nelle Amministrazioni pubbliche l’organizzazione degli uffici, nonché la consistenza e la variazione delle dotazioni organiche sono determinate in funzione, come esplicitato nell’art. 1 del DL 165, di: “accrescere l’efficienza, razionalizzare i costi, realizzare la migliore utilizzazione delle risorse umane”;
Considerato che, come esplicitato nell’art. 8 del CCNL, gli enti istituiscono posizioni di lavoro che… “svolgono funzioni di direzione di particolare complessità… con contenuti di alta professionalità e specializzazione correlate con diplomi di laurea e/o di scuole universitarie e/o iscrizione ad albi professionali”;
Considerato che tali posizioni possono essere assegnate esclusivamente a dipendenti classificati nella categoria D;
Chiede di sapere
Se siano state istituite nel periodo compreso tra maggio 1999 e settembre 2002 posizioni organizzative con le suddette caratteristiche;
Quali sono i criteri di efficienza e razionalizzazione dei costi che hanno sotteso queste scelte;
Quali sono, in dettaglio, le mansioni di particolare complessità ad alta professionalità associate a queste posizioni di lavoro;
Se sia stata istituita l’area delle posizioni organizzative e, nel caso negativo, se si intenda istituirla nel breve o medio periodo.
Nel ricordare che gli incarichi a cui si è precedentemente accennato vanno conferiti, a norma di legge, previa determinazione di criteri generali, con atto scritto e motivato, in attesa di un Suo riscontro, colgo l’occasione per porgerLe distinti saluti.
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SANITA': RIVEDERE ALCUNE SCELTE DEL SERVIZIO SAUT
(30 ottobre 2002)
Nonostante la razionalizzazione dei presìdi del Sistema di Assistenza Urgenza Territoriale (SAUT) fosse una delle priorità dell´ASL Benevento 1,
si è dovuto attendere oltre un anno per riuscire a concretizzare una
proposta per il riordino delle sedi dei presìdi, delle postazioni del
Sistema Trasporto Infermi (STI) e delle sedi di Continuità Assistenziali
(CA, le ex Guardie Mediche).
Il progetto generale di riordino è stato
presentato nei giorni scorsi dai vertici dell´ASL nel corso delle assemblee
dei Sindaci tenutesi a Telese Terme e a San Marco dei Cavoti. Nel merito,
molte
perplessità sono già state avanzate dai medici del SAUT di Cusano
Mutri, perplessità non legate alla necessità (su cui tutti convengono)
di trovare una diversa collocazione di quel presidio (senza sguarnire il
territorio), ma alla proposta di voler sdoppiare il servizio senza
potenziare il numero degli operatori. Infatti l´ipotesi dell´ASL di
istituire un presidio di sole 5 unità mediche garantirebbe un solo
medico per turno, cosa in aperto contrasto sia con le attuali
disposizioni regionali (che per il SAUT del distretto sanitario 21
prevedono almeno tre medici per turno), sia con i nuovi provvedimenti
già predisposti dall´Assessorato regionale alla Sanità (che prevedono un
numero di medici non inferiore alle due unità per turno).
Analogo discorso
vale per il distretto sanitario 23 di San Bartolomeo in Galdo, dove si
prevede di scomporre l´organico SAUT in due presìdi che, anche in questo
caso, non risponderebbero ai requisiti minimi previsti dalla normativa
regionale. Senza contare le proteste che già si sono levate da alcuni comuni
della provincia, come quello di San Giorgio la Molara, che nel riordino
perderebbe anche la Continuità Assistenziale attualmente operativa. Nel
distretto 20 di Sant´Agata dei Goti le proteste riguardano soprattutto il
Comune di Limatola, che perderebbe il presidio SAUT con il suo punto STI ,
che verrebbe trasferito a Dugenta.
Al di là delle osservazioni di
merito, su cui non mancheranno gli approfondimenti da parte sia degli
operatori sanitari che delle comunità interessate, quello che risulta
particolarmente evidente è la logica di fondo che ispira la proposta, il cui
primo scopo sembra quello di garantire i molteplici equilibri politici che
fanno perno sull´UDEUR di Mastella e Scarinzi. Infatti i Comuni che si
"avvantaggerebbero" politicamente del riordino sono a guida UDEUR, esigenza
che ha fatto passare in secondo piano la necessità di operare scelte
realmente razionali, in grado di ignorare i piccoli interessi di bottega per
tenere in conto soltanto i bisogni collettivi. È in quest´ottica, per
esempio, che andrebbe rivista anche la ripartizione dei medici, poiché
sembrano del tutto spropositati i 57 del distretto di San Bartolomeo contro
i 20 del distretto di Montesarchio, soprattutto in relazione alla densità
abitativa e alle rispettiva media degli interventi.
In definitiva,
l´appello che Rifondazione Comunista rivolge al management dell´ASL
Benevento 1 è quello di rivedere l´orientamento di alcune scelte, le cui
ricadute sono di importanza vitale per le popolazioni della provincia, a cui
non si può chiedere di pagare il prezzo - in termini di assistenza e servizi
sanitari - delle pretese continuamente avanzate dai soliti partiti.
Scuole elementari: della serie "le bugie hanno le gambe corte..."
(5 novembre)
L´atteggiamento di preoccupante superficialità che il Sindaco
D´Occhio ha dimostrato di avere in occasione dell´ondata sismica del
31.10.02 ci lascia indignati e conferma che la cultura della sicurezza della
scuola non gli appartiene.
La scuola elementare, esibita troppo presto
come il fiore all´occhiello di un´edilizia scolastica efficiente, si è
rivelata un´operazione di facciata.
All´indomani della scossa di
terremoto che ha provocato la tragedia di San Giuliano di Puglia, tutti i
sindaci d´Italia si sono preoccupati della stabilità e sicurezza delle
scuole, allertando i cittadini e
chiedendo le verifiche del caso.
Solo a
Telese Terme il nostro sindaco ha ostentato sicurezza, ritenendo che le
lezioni avrebbero potuto regolarmente riprendere nella scuola elementare,
senza alcuna interruzione del calendario scolastico e senza necessità di
verifiche, come se nulla fosse successo.
Tutto rimangiato in meno di 12
ore!
La mattina di Sabato 2 Novembre, alla vista dei Vigili del Fuoco
chiamati dai genitori per accertare la stabilità delle scuole
Elementari, il Sindaco D´Occhio ha dapprima minimizzato, poi di
pomeriggio, irrompendo in una riunione di un Consiglio d´Istituto
convocato d´urgenza, ha sostenuto la necessità di una regolare ripresa
delle lezioni perché le scuole rispondevano ai requisiti di legge;
infine, la sera, ha emesso un´ordinanza di sospensione dell´attività
scolastica per consentire verifiche agli edifici.
Si tratta di
acrobatiche piroette che disorientano i cittadini che vogliono semplicemente
sapere se le scuole di Telese sono a norma di legge.
E anche a noi
sorge spontanea qualche domanda: Esiste il certificato di
"agibilità statica" per le scuole (che esprime la idoneità a sopportare un
terremoto)? E quella "prevenzione incendi"?
Perché, i bambini vanno a scuola senza che ci siano le scale di emergenza
dove poter scappare in caso di necessità?
Domande semplici, queste, a
cui occorre rispondere con i fatti e non con le furbizie di chi pensa a
difendere interessi di gruppo infischiandosene della
gente.
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IL COMITATO D´AFFARI DISTRUGGE IL TERRITORIO, LE ECONOMIE LOCALI E LE
POSSIBILITA´ DI NUOVA OCCUPAZIONE
COSTRUZIONE DI TRE CAPANNONI
NELL´AREA ALLUVIONALE DEL PARCO FLUVIALE
TENTATIVO DI RADDOPPIARE LE
DIMENSIONI DELL´IPERMERCATO DI ZAMPARINI
APERTURA DEL GS IN VIA CASSELLA
SENZA PARCHEGGI E IDONEI SISTEMI DI
SICUREZZA
Queste sono
soltanto alcune delle ultime brillanti novità in materia urbanistica e
commerciale che la destra sannita ha regalato alla città di Benevento: lo
scopo è quello di favorire gli interessi speculativi di alcuni noti
personaggi locali che hanno concluso affari d´oro con le amministrazioni
DC-PSI degli anni 80 e ora continuano con le Giunte di centro-destra.
Viespoli si è vantato per 7 anni di aver risanato le finanze comunali
e di aver creato occasioni concrete per lo sviluppo sostenibile. Ora tutti
si rendono conto che il PRUSST è un bluff che si limita alla lottizzazione
degli incarichi di progettazione; il Piano di Recupero del Rione Libertà
è stata solo una promessa elettorale; il Mercato dei Commestibili è un
cantiere definitivamente abbandonato; la riqualificazione di Piazza Duomo si
riduce allo scheletro del palazzo dei privati; il nostro Corso l´anno
prossimo si "arricchirà" della figura di un enorme drago; e intanto il
Comune si avvia verso un nuovo dissesto finanziario che causerà l´aumento
delle tasse per i 275 miliardi (di vecchie lire) di debiti a fronte di 273
miliardi di crediti, in parte non esigibili.
Adesso per favorire
gli interessi del Comitato d´affari degli ipermercati, dei distributori di
carburante e delle speculazioni edilizie, si distrugge il piccolo commercio,
si svuota il centro storico destinato a diventare il vero "megaparcheggio"
(a tal proposito si veda un altro fiore all´occhiello di Viespoli, piazzetta
Vari), si cementificano i fiumi distruggendo le aree-parco e si rende
invivibile la città, vanificando così le possibilità di nuovi posti di
lavoro nel settore turistico-culturale, vera forza della città e della
provincia .
Intanto, mentre su queste tematiche una parte del
centro-sinistra sembra purtroppo aver rinunciato al suo ruolo indispensabile
(fatto di opposizione attenta, di controllo democratico, di informazione
sulle alefatte della giunta), ruolo di cui potrebbe ancora
reimpossessarsi, Rifondazione Comunista lavora con i movimenti, le
associazioni e i sinceri democratici per costruire una seria alternativa di
governo per la città.
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EDIFICIO SCUOLA ELEMENTARE: INTERROGAZIONE CONSILIARE
Gianluca Serafini, Giovanni Lavorgna, Pasquale Carofano e Carlo Franco, consiglieri comunali di opposizione del Comune di Telese Terme hanno presentato in data 13/11/2002 al Sindaco, all'Assessore alla Trasparenza e all'Assessore alla Pubblica Istruzione la seguente interrogazione avente ad oggetto l'edizificio scuola elementare
PREMESSO CHE:
Interrogano l’Amministrazione Comunale – con richiesta di risposta scritta – per sapere:
SOLIDARIETA' AI COMPAGNI ARRESTATI
In seguito agli arresti di Francesco Caruso e di altri 21 Compagni impegnati
nel Movimento, per effetto delle ordinanze di custodia cautelare emesse
dalla Procura della Repubblica di Cosenza, una delegazione guidata dall´On.
Francesco Specchio, Capogruppo di Rifondazione Comunista alla Regione
Campania, e composta da Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti, Forum
Ambientalista,
Altrocomune, CSA Depistaggio, è stata ricevuta dal Prefetto e
dal Questore di Benevento.
Nel corso dell´incontro sono state avanzate
critiche e perplessità in merito all´operato della Procura di Cosenza ed è
stata espressa solidarietà piena ed incondizionata nei confronti degli
arrestati.
È stato inoltre sottolineato il carattere nonviolento del
Movimento dei Movimenti, così come è emerso chiaramente a Firenze
nell´intera settimana del Social Forum Europeo. Gli arresti effettuati, per
le modalità e i capi di imputazione sembrano riportare il nostro Paese
indietro di decenni, quando la repressione delle istanze di liberazione
passava attraverso la militarizzazione delle piazze e il perseguimento
delle libere opinioni. Anche in provincia di Benevento sarà forte la
mobilitazione contro ogni tentazione autoritaria e
repressiva.
Partito della Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti
Disobbedienti
PRC, Forum Ambientalista, CSA Depistaggio,
Altrocomune.
Benevento, lì 15.11.02
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Alcuni militanti deIla Federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista hanno provveduto nella giornata di oggi a distribuire volantini davanti all’Ospedale “Rummo” di Benevento e all’Ospedale di Cerreto Sannita per denunciare la grave situazione della Sanità pubblica alla luce di come essa viene disciplinata nel disegno di legge Finanziaria 2003. Questo il testo del volantino distribuito:
NUOVA PROPOSTA DI LEGGE FINANZIARIA = NUOVI TAGLI ALLA SANITA’
Le ragioni della riduzione dei posti letto o delle chiusure di alcuni presidi ospedalieri più piccoli, troppo spesso non riguardano la scarsa esperienza o qualificazione degli operatori ma andrebbero ricercate nella riduzione di spesa per la sanità o nella volontà di privatrizzare i presidi pubblici per creare nuove fonti di profitto.
La spesa sanitaria italiana è già al di sotto della media europea. Nonostante ciò si sta discutendo la proposta di legge finanziaria che ristabilisce i ticket per la diagnostica , dopo che sono stati rimessi quelli sui farmaci e che definisce misure di “razionalizzazione della spesa”. Tutto ciò significa ulteriore riduzione della spesa e del personale della sanità.
Non è con il taglio delle spese che si rende un servizio sanitario più efficiente.
Una razionalizzazione della rete ospedaliera, la stabilizzazione degli infermieri precari e dei medici, far finire l’attesa dei medici precari che attendono da anni di essere inquadrati nei ruoli nelle ASL di competenza potrebbero già essere primi passi per garantire un Serrvizio Sanitario più razionale e soddisfacente.
RIFONDAZIONE COMUNISTA INVITA I CITTADINI A MOBILITARSI CONTRO LE MISURE PEGGIORATIVE DELLA SANITA’ PUBBLICA STABILITE DALLA FINANZIARIA 2003
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ACETO: Scuola materna Telese Terme, verifica danni strutturali
(18 novembre 2002)
Nei mesi scorsi, il Sindaco di Telese Terme, ing. Giuseppe D'occhio,
definiva la rinnovata Scuola Materna come "l'edificio più bello di Telese".
La settimana scorsa, lo stesso sindaco affermava che gli edifici scolastici di
Telese sono a livelli di eccellenza sotto il profilo della sicurezza sismica e strutturale.
Abbiamo in questi giorni verificato che l'edificio della scuola materna -
secondo la relazione dei vigili del fuoco - presenta molte lesioni di piccola
entità ed alcune che, invece, destano
preoccupazione, al punto che non se ne esclude un futuro peggioramento. Nulla
di strano, in considerazione dei recenti eventi sismici, se non fosse che quel
plesso scolastico e' stato ristrutturato (con sopraelevazione di un piano) da
pochi mesi, e quindi dovrebbe rispondere più di ogni altro alle vigenti
normative sismiche. Nulla di strano, se non fosse che il tecnico incaricato dal
comune per effettuare le verifiche non fosse lo stesso che ha fatto da progettista e
direttore dei lavori nella ristrutturazione della scuola. Nulla di strano, se
quel tecnico non avesse accertato - prima che i vigili del fuoco, allertati dai genitori, non lo smentissero - l'assenza di
danni ("per quanto e' stato possibile accertare", questa la sua
sibillina espressione). Nulla di strano, se l'assessore regionale
all'istruzione non avesse manifestato, lo scorso 7 novembre, "l’impressione
che i controlli avviati sulle strutture non siano spesso in grado di
certificare la staticità degli edifici ma si limitano ad accertare la presenza
o meno dei danni più vistosi".
Qui di seguito si riporta il testo della missiva indirizzata alle diverse autorità competenti in materia.
Il sottoscritto Gianluca Aceto, in qualità di segretario provinciale del Partito della
Rifondazione Comunista,
PREMESSO CHE
* in data 5.11.02, su mandato del Sindaco di Telese Terme, il tecnico incaricato
ha effettuato verifica sugli eventuali danni riportati all’edificio adibito a Scuola
materna Statale di Telese Terme;
* il tecnico incaricato, arch. Claudio Saccone, risulta essere anche il progettista
e direttore dei lavori dell’edificio di cui all’oggetto, ristrutturato nel 2000 con una
sopraelevazione;
RILEVATO CHE
* il suddetto tecnico, a seguito degli accertamenti, ha certificato l’assenza di
danni usando cautelativamente l’espressione “...per quanto è stato possibile
accertare…”, senza tuttavia esprimersi in merito alla staticità dell’edificio e al
rispetto rigoroso delle norme sismiche;
ACCERTATO CHE
* in seguito a una successiva verifica effettuata dai Vigili del Fuoco, su richiesta
dai rappresentanti dei genitori allarmati per le evidenti lesioni (talune a tutto
spessore delle pareti), risulta, di contro, certificata l’esistenza di danni
importanti;
* tali danni consistono in “...Una lesione passante orizzontale sulla parete lato
Est in prossimità dell’intradosso del solaio della classe I° B...”, oltre che a
piccole lesioni verticali ed orizzontali al Piano Terra, Piano Seminterrato e Vano
Scala;
EVIDENZIATO CHE
* nella medesima relazione dei Vigili del Fuoco si precisa: a) che non si può
“... escludere un’evoluzione del dissesto riscontrato...”; b) che: “ ...si ritiene necessario che chi di dovere provveda a far eseguire una più accurata verifica, da parte di tecnici qualificati, anche con il ricorso a strumenti per il monitoraggio del quadro fessurativo...”; c) che occorre procedere a: “... tutti gli eventuali lavori di riparazione, ripristino ed assicurazione che il caso richiede, intervenendo immediatamente sulla parte lato est aula I°B...”;
RISCONTRATO CHE
* emerge una palese contraddizione tra la conclusione del tecnico incaricato
dal Sindaco (che non ha rilevato danni “...per quanto è stato possibile accertare...”) e quella dei Vigili del Fuoco (ove non si esclude un’evoluzione del dissesto e si richiedono interventi immediati e monitoraggio);
* a distanza di una settimana dalla verifica dei Vigili del Fuoco, nessun provvedimento è stato adottato dalle autorità preposte per garantire la sicurezza dei bambini;
* il clima di grave preoccupazione può creare tensioni tra genitori ed istituzioni con conseguenti problemi di ordine pubblico (nella nostra provincia, a Castelvenere, un genitore ha aggredito un tecnico incaricato dal Comune) come riportato dagli organi d’informazione (TG3, emittenti private, stampa...);
* risultano fondate le preoccupazioni dei genitori;
* la nota dell’Assessore Regionale alla Istruzione e Formazione del 07/11/2002 n° prot. 1812/AG evidenzia “……l’impressione che i controlli avviati sulle strutture non siano spesso in grado di certificare la staticità degli edifici ma si limitano ad accertare la presenza o meno dei danni più vistosi.”, e che “Appare pertanto necessario avviare un’ampia e rapida ricognizione sullo stato del patrimonio edilizio scolastico, sia in relazione agli eventi recenti sia, più in generale, rispetto agli adempimenti di messa in sicurezza ai sensi del Decreto 626/94……”.
CHIEDE
* che venga posto in essere ogni intervento urgente, per le rispettive e precipue
competenze, al fine di realizzare quanto richiesto con immediatezza dai Vigili
del Fuoco, ovvero:
* procedere all’esecuzione dei lavori di riparazione, ripristino ed assicurazione
che il caso richiede per escludere l’evoluzione del dissesto riscontrato;
* intervenire immediatamente sulla parete lato est aula I B;
* far eseguire una più accurata verifica da parte di tecnici qualificati, volta all’
accertamento dell’adeguatezza dell’intera struttura alla vigente normativa sismica, nonché all’esclusione categorica e definitiva dell’eventualità di collassi
strutturali, parziali o totali, in caso di eventi sismici;
* adeguare la sicurezza antincendio;
* conformare gli impianti elettrici alla normativa vigente;
* integrare la segnaletica di sicurezza;
* verificare se le pareti ed i controsoffitti garantiscono la resistenza e reazione al
fuoco come per legge;
* adeguare cucina e caldaie alle norme UNI CIG 7129/92 e D.M. 12.04.96.
Si richiede, inoltre, di accertare le eventuali responsabilità che non hanno consentito di
ottemperare a quanto richiesto dai Vigili del Fuoco, con conseguente esposizione al
rischio di centinaia di bambini e addetti alla scuola.
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(02 dicembre 2002)
Si riporta, qui di seguito, il testo dell'interrogazione urgente a risposta scrittadel gruppo regionale del PRC-Campania indirizzata al Presidente della Giunta Regionale e all'Assessorato alla Sanità in merito alle voci di un trasferimento dell’attuale Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo ” di Benevento.
I sottoscritti Consiglieri,
Premesso che:
- presso l’Azienda Ospedaliera “ G. Rummo” di Benevento, l’attuale Direttore Generale, dottoressa Loretta Mussi, ha avviato un radicale processo di risanamento e innovazione;
- tale processo sta già raccogliendo risultati concreti ed incontrovertibili, come la drastica diminuzione delle liste d’attesa, l’apertura di nuovi reparti, il coinvolgimento di indiscutibili professionalità mediche, la moltiplicazione delle prestazioni effettuate, l’ammodernamento delle strutture, l’adeguamento degli organici, ecc.;
Constatato che
- L’Azienda Ospedaliera “G. Rummo” è ormai percepita dalla popolazione sannita come un punto di riferimento importante ed in continuo miglioramento, contrariamente a quanto accadeva soltanto un anno e mezzo fa;
- L’opera di consolidamento dei risultati raggiunti o prefissati necessiterà ancora di alcuni anni per potersi dispiegare compiutamente;
Rilevato che
- l’Ospedale “G. Rummo” vive attualmente una fase di ripresa ed è impegnato in un ulteriore scatto verso il proseguimento degli obiettivi strategici prefissati;
- già da alcuni mesi si susseguono insistentemente voci su un probabile avvicendamento dell’attuale Direttore Sanitario;
- se tali voci fossero vere si determinerebbe, almeno per il periodo di cambio ed assestamento, una “empasse” che rischierebbe di vanificare gli interventi fin qui prodotti;
- la ricaduta di eventuali inefficienze si avrebbe soprattutto sull’utenza;
- il lavoro meritorio fin qui prodotto dall’attuale Direttore Generale dovrebbe trovare un suo naturale completamento;
- se corrisponde al vero che è in atto un imminente trasferimento dell’attuale Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo ” di Benevento;
- nel caso ciò fosse vero, chiediamo di venire a conoscenza dei motivi che hanno determinato tale scelta.
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(4 DICEMBRE 2002)
Il giorno 3 dicembre il sindaco di Benevento D’Alessandro ha ritirato le deleghe in materia di urbanistica, recupero del patrimonio edilizio e politiche giovanili a suo tempo conferite all’ormai ex assessore Capezzone e ciò perché relativamente a tali incarichi sarebbe venuta meno la fiducia nel suo operato. Alla base del “licenziamento” vi sono i contrasti sulla disinvolta gestione della questione urbanistica da parte di Capezzone che è riuscito a mettere in imbarazzo persino la sua “navigata” maggioranza. Evidentemente le denunce che Rifondazione va facendo da mesi (insieme a poche altre forze politiche e nel silenzio dell’opposizione di Palazzo Mosti - fatta eccezione per il solo consigliere Cosimo Lepore) hanno colto nel segno. Capezzone ci lascia in eredità 3 capannoni costruiti in area destinata a parco fluviale e a distanza inferiore dal sito interessato (150 metri) rispetto alla fascia di rispetto minima contemplata dalla legge Galasso, entro la quale si può costruire solo rispettando particolari parametri e procedure, molto restrittive che naturalmente sono state del tutto ignorate nel caso in questione. Facciamo un breve riassunto della vicenda:nel primo atto di acquisto del terreno si legge che lo stesso, decaduti i vincoli,. torna alla sua destinazione agricola. Come possono immaginare facilmente anche i profani, questo significa che potevano essere autorizzate soltanto opere funzionali all’agricoltura. In ogni caso, il Piano di razionalizzazione delle attività produttive prevede che per interventi su aree superiori ai 10.000 metri quadri è necessario un piano di lottizzazione, presupposto che nel caso manca del tutto, così come mancano le dovute previsioni delle opere di urbanizzazione. Quel terreno cambia più volte proprietà: quattro compravendite in quattro giorni., fino a quando il 26 marzo 2002 entra sulla scena Maurizio Zamparini, che acquista a sua volta l’intera area e si impegna a far volturare tutte le concessioni. Zamparini, presidente della Emmezeta, deve costruire un ipermercato su un’ara confinante con quella dei capannoni, i quali, a loro volta, servono per trasferirvi tre attività che attualmente si svolgono sull’area destinata all’ipermercato. I parcheggi dei capannoni industriali serviranno in realtà all’ipermercato, che ha a disposizione un’area insufficiente allo scopo e quindi manca di un requisito essenziale. Non si tratta di un’illazione, ma risulta tutto, nero su bianco, dall’atto notarile con cui Zamparini ha acquistato l’area. Si configurano, in tal modo gli estremi di lottizzazione abusiva. La questione capannoni è solo l’ennesimo “mistero” dell’,ormai ex, Assessore all’Urbanistica che nel corso del suo mandato ci ha “regalato” altri motivi di sconforto: i tre dirigenti sostituiti in meno di due anni, le insistenze del Direttore Generale per bloccare i lavori all’appartamento delle Suore Carmelitane ed invece la “concessione” in sanatoria per una Discoteca costruita senza Licenza Edilizia, il PRUSST bluff che si limita alla lottizzazione degli incarichi di progettazione,il Piano di Recupero del Rione Libertà che è stata solo una promessa elettorale, il Mercato dei Commestibili che è un cantiere definitivamente abbandonato, la riqualificazione di Piazza Duomo che si riduce allo scheletro del palazzo dei privati E intanto proprio l’Ufficio Vigilanza Edilizia, reo di aver fatto il proprio dovere ed aver segnalato la disinvolta gestione dell’area parco, è stato ulteriormente ridotto di organico. Un’amministrazione dell’Urbanistica quella che ha visto come protagonista, ma non unico responsabile, Capezzone tutta tesa a favorire gli interessi del Comitato d´affari degli Ipermercati, dei distributori di carburante e delle speculazioni edilizie e senza scrupoli per le conseguenze che ciò può provocare: distruzione del piccolo commercio, svuotamento del centro storico (destinato a diventare il vero “megaparcheggio”), cementificazione dei fiumi, distruzione delle aree parco e conseguente invivibilità della città vanificando, così, le possibilità di nuovi posti di lavoro nel settore turistico-culturale vera forza di questa terra.
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“Palombella Rossa” di domenica 8/12/2002 - n. 47
(a cura del Circolo Giordano Bruno di Cerreto Sannita)
“Ultime vicende cerretesi”
Chi scrive quasi due anni fa ricevette e-mail offensive dall’indirizzo “telemachia”, cioè dal prof. A. Biondi, responsabile culturale provinciale di Forza Italia; accuse tra le quali si sosteneva che noi di Rifondazione eravamo giovani figli di genitori che rubavano lo stipendio. Fatta questa premessa è facile capire i timori di chi si sta sforzando col nostro appoggio di mettere fine alle aberranti ed oscene farneticazioni di un uomo, che seppur di grande cultura e conoscenza, non le insegue, preferendo le invettive minacciose e “sanguinarie”.
Il prof. A. Biondi ci ha tirato in ballo in un altro messaggio del 22/11/02, dicendo che ”aveva anticipato con molte e-mail a certi giovani rifondati, cui si preventivava un rapido insuccesso nella vita foriero di estinzione fisica …”. Basta questo. Mettere fine a tante farneticazioni non significa limitare il diritto alla libera espressione, come sostiene il consigliere Rubano, significa mettere un punto fermo per evitare che la situazione degeneri e che soprattutto la polemica politica esasperi, anche perché essa non inizia ad assumere più caratteri certi di democrazia e dialogo. Imprescindibile è seguire le vie legali. Se le “immagini” ed il “linguaggio colorito” corrispondono alle fossi comuni ebraiche nella Germania nazista o a frasi come “il sangue delle vostre figlie femmine…” - immagini e frasi che l'e-mail del 24/11/02 contiene - allora non ci sembra che siamo più nella sfera della moderazione e della tolleranza. E poi un “fervente cattolico” ce l'ha con Maometto ? Cristo, si ricordi, parla di dialogo e tolleranza !
A questo punto vien da chiedersi: ma perché il consigliere Rubano e tutta Forza Italia difendono così spudoratamente un uomo che seppur è organico al partito dell'on. Barbieri, sta dando solo problemi ? Perdonate l'insinuazione benevola, ma ci aspettavamo una dissociazione marcata e ferma della destra cerretese dalle e-mail e dalla persona del prof. A. Biondi.
Cos'altro aggiungere ? Informiamo i cerretesi che abbiamo già messo in atto tutte le procedure perché ci sarà un'interrogazione regionale sulle ultime vicende cerretesi, fatta dal gruppo regionale di Rifondazione Comunista in Campania, a breve.
Già l'anno scorso c'interessammo, seppur poco, a come il bilancio del nostro comune veniva redatto, ma maggiormente quali linee politiche seguiva, che indirizzi aveva, come la politica di bilancio incideva sulla vita dei cerretesi nel quotidiano.
Avemmo modo di leggere la relazione che accompagnava i "numeri", che comunque interessanti, talvolta dicon poco, esprimono quantità: l'importante per noi sono le linee guida che possono creare una realtà per quelle cifre.
Quest'anno, dopo più di una discussione in assemblea e comitato direttivo di circolo, malgrado i tempi siano stretti, abbiamo deciso di dialogare con voi, in un periodo nel quale le linee guida del bilancio di previsione per il 2003 sono in fase di formazione, ma comunque migliorabili.
Abbiamo un'idea di come il nostro partito possa apportare un discreto e buon contributo nella politica di bilancio dell'attuale Amministrazione.
Crediamo che considerare determinate problematiche della vita di Cerreto e dei suoi cittadini, ancora non prese in considerazione, per noi sia fondamentale. Far "entrare nei numeri" alcune realtà problematiche, sarebbe nostro obiettivo auspicato nel breve periodo. Ed ancora, poter discutere con i cittadini lo strumento del bilancio, le linee guida, le questioni importanti del e nel paese, le domande, le esigenze della comunità, e semmai far decidere su una parte di esso gli stessi cerretesi, sarebbe per noi indispensabile nel lungo periodo. Non mancheremo a breve di far pervenire una relazione con dei punti cruciali ed organicamente articolati, quanto programmatici, contenenti azioni concrete per il miglioramento degli obiettivi di bilancio per il 2003. Per il momento c'interessa incontrarvi tutti per stabilire come sarebbe possibile presentare nell'immediato una proposta congiunta, una strategia di dialogo tra noi e voi da sottoporre all'attenzione dei nostri concittadini.
Data, luogo ed ora dell'incontro saranno concordate e comunicate fra non molto.
Cordiali saluti.
Cerreto, lì 6 dicembre 2002
E' passato più di qualche mese da quando abbiamo posto alla sua attenzione un mini - dossier fotografico ed a seguito una proposta politica, riguardanti entrambi la "questione ambientale cerretese", da noi così definita per i motivi che lei ben conosce.
Abbiamo più volte spiegato a lei quanto ai cittadini cerretesi, attraverso volantini, manifesti, iniziative e quant'altro, che la nostra cittadina aveva ed ha bisogno tuttora di più attenzione verso le problematiche ambientali in generale, ed in particolare, ha bisogno di interventi immediati per risolvere il problema delle tante piccole discariche sparse qua e là, a ridosso del centro storico, ma non solo.
La pericolosità inquinante di queste aree - adibite a sversatoi dagli stessi cittadini che non disponendo di un'isola ecologica non sanno come e dove depositare rifiuti tossici e di varia natura e grandezza - non sta a noi sottolinearla.
In ogni caso, con questo documento "esortativo", le chiediamo che il nostro Comune e, specificamente l'Assessorato che lei gestisce, inizi a prendere in seria considerazione dette questioni da noi sollevate; maggiormente, è necessario che si lavori sulla prevenzione e repressione dei cosiddetti "reati ambientali", ma soprattutto si lavori per bonificare e riqualificare intere zone inquinate e nascoste, ed al più presto possibile.
Ma come si può ? "Che fare ?”
Poniamo alla sua attenzione, di seguito, dei punti per provare ad iniziare a pensare Cerreto come città dell'ambiente possibile. Sono impegni minimi, ma che possono essere "ponte" per futuri impegni - atti amministrativi "ambientalmente corretti":
- previsione nel prossimo bilancio di un capitolo di spesa da destinare alle politiche ambientali;
- previsione nel prossimo bilancio di una somma da destinare all'educazione ambientale dei cittadini cerretesi;
- previsione nel prossimo bilancio di capitolo di spesa (necessario) da destinare alla bonifica ed al recupero parziale o totale delle aree di cui prima parlavamo, in particolare: area lungo la strada Cerreto - Cusano, area adiacente il fiume Titerno al di sotto della strada Cerreto - Cusano, area adiacente il santuario Madonna delle Grazie.
- predisposizione attraverso l'impiego della polizia municipale, di una sorveglianza su dette aree, per evitare i reati ambientali;
- predisposizione di un'ordinanza che vieti lo scarico di rifiuti in generale, e che predisponga che l'Ente Comune, momentaneamente provvederà a recuperare tutto ciò che i cittadini dovranno dismettere e che non fa parte dei cosiddetti "rifiuti solidi urbani";
- previsione nel bilancio pluriennale di una voce per il progetto di una possibile isola ecologica;
- sua/nostra proposta da portare in Consiglio Comunale per le cosiddette "domeniche a piedi", da fare almeno una volta ogni due mesi.
Siamo coscienti che questi impegni apparentemente possono sembrar tanti, né facili da rendere realtà, ma sono la base per rendere Cerreto una città migliore dal punto di vista ambientale.
Siamo coscienti che i fondi per fare tutto ciò a breve scadenza non ci sono e tanto più ché questa legge finanziaria, in fase di approvazione in Parlamento, li taglierà ulteriormente agli Enti Locali, ma "qualcosa" si può sempre realizzare anche con previsioni minime di breve periodo.
A questo punto le dobbiamo chiedere di sottoscrivere del tutto o in parte questi impegni.
Desideriamo a riguardo, risposta pubblica e puntuale, tramite mezzo stampa, nella speranza che lei possa interagire con noi nella costruzione di un altro ambiente possibile nella nostra città.
(07 dicembre 2002)
Gli ultimi avvenimenti amministrativi, culminati con la revoca delle deleghe al presidente provinciale di Alleanza Nazionale – Roberto Capezzone - da parte del sindaco D’Alessandro, dimostrano la fondatezza dei rilievi operati da Rifondazione Comunista da quasi due anni. Le mille contraddizioni interne al partito di Viespoli e alla maggioranza di centro destra sono esplose non per motivi ideali ma a causa di forti interessi materiali.
Tutto lascia supporre che ben presto verranno al pettine gli altri nodi. Il bilancio comunale, il Prusst, il Piano di recupero urbano del Rione Libertà, sono soltanto alcune delle partite che si stanno giocando sui tavoli della politica beneventana, e che andranno ad aggiungersi all’incredibile vicenda dei capannoni in contrada Pezzapiana e della variante al piano regolatore. Molto presto i tanti fiori all’occhiello delle amministrazioni di centro destra si mostreranno per quello che sono realmente: dei fallimenti.
La lettera del capogruppo comunale della Margherita, Cosimo Lepore, pubblicata ieri, interroga il sindaco e il dirigente del settore urbanistica su punti estremamente precisi e inequivocabili, e costituisce pertanto un ottimo strumento di comprensione. Le affermazioni di Lepore sono pienamente condivisibili. Senza entrare di nuovo nel merito, importa sottolineare che le istituzioni direttamente coinvolte, ed il Consiglio comunale in primo luogo, dovrebbero preoccuparsi di accertare una volta per tutte la verità dei fatti, sollecitano il sindaco e il dirigente dell’urbanistica a rispondere celermente e dettagliatamente sugli interrogativi posti da Lepore.
Ma vi è di più. Lo scorso 3 dicembre, Paolo D’arco, amministratore unico della Reti e Sviluppo, una delle società coinvolte nel progetto dell’ipermercato in contrada Pezzapiana, ha pubblicamente smentito che vi possano essere illeciti amministrativi o responsabilità di altra natura. Nella missiva si fa riferimento, con tono velatamente intimidatorio, a “quelli che operano senza apparire”, colpevoli di “distorcere la verità”. Vengono coinvolti anche gli uffici comunali, cui si rivolge la gravissima accusa di non esaminare la pratica della società Reti e Sviluppo, che quindi sarebbe soltanto la vittima della “burocrazia pilotata”.
I rilevi di Paolo D’Arco non possono essere ignorati: sollevano tanti e tali dubbi da esigere, anch’essi, una risposta immediata. Nel complesso, essi configurano una realtà opposta all’interpretazione data non solo da Cosimo Lepore ma anche da Rifondazione Comunista. Occorre immediatamente assumere una posizione ufficiale, in un senso o nell’altro. A questo scopo, il Consiglio Comunale convocato per lunedì 09 dicembre potrebbe essere l’occasione giusta.
Proprio per discutere di urbanistica, Rifondazione Comunista invita sin da ora a partecipare all’incontro pubblico che si terrà lunedì 16 dicembre, presso la sala del Consiglio provinciale. Lo studio pubblicato da Legambiente nei giorni scorsi, che fotografa il disastroso stato di Benevento, non fa che confermare la necessità di una svolta nel modo di amministrare il capoluogo sannita.
solidarietà ai cittadini e richiesta di chiarezza alle istituzioni
(10 dicembre 2002)
Il Circolo di Benevento del Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà ai cittadini di Pezzapiana e al comitato da loro recentemente costituito riguardo la vicenda delle immissioni della ditta Tim localizzata in zona.
Oltre al tradizionale inquinamento atmosferico prodotto dall’azienda, oltra alla puzza di plastica bruciata causa di nausea, vomito e altri problemi respiratori, per chi ha la sfortuna di vivere in zona si è aggiunta la allarmante scoperta che i camini dell’industria (che produce posate monouso) immettono nell’ambiente “stirene” un idrocarburo dannoso per la salute.
La pericolosità di queste immissioni è confermata dai risultati di alcune analisi effettuate su un campione di abitanti della zona che rileverebbero tracce di stirene nelle urine di addirittura il 70% degli analizzati.
Il Partito della Rifondazione Comunista chiede a chi di dovere di fare immediata chiarezza sulla vicenda e di prendere tutti i provvedimenti cautelari atti a garantire la salute dei cittadini e dei lavoratori di Pezzapiana -compresa l’introduzione di sistemi di filtraggio- e sollecita, inoltre, l’ARPAC a svolgere celermente i rilievi del caso onde accertare il rispetto della normativa sui limiti di stirene immettibili nell’aria.
SITUAZIONE URBANISTICA A BENEVENTO:
FONDATE LE NOSTRE CRITICHE
(13/12/2002)
Le vicende urbanistiche di Benevento, i cui ultimi capitoli appaiono a dir poco
clamorosi, non si limitano ad episodi di abusi edilizi più o meno gravi. La
revoca delle deleghe all´assessore Capezzone, presidente provinciale dello
stesso partito del sindaco, Alleanza Nazionale, dimostrano la fondatezza delle
puntuali critiche, politiche e tecniche, avanzate da Rifondazione Comunista e da
altri dallo scorso mese di agosto.
Gli scenari futuri sembrano molto
incerti, e non solo a causa delle contraddizioni interne alla maggioranza di
centro-destra. Il dato autentico, che si può evincere anche dalle più recenti
dichiarazioni del sindaco D´Alessandro, è costituito dalla sequela di fallimenti
che l´amministrazione comunale ha accumulato fino ad oggi. Il PRUSST Calidone,
il Piano di Recupero Urbano del Rione Libertà, il presunto risanamento delle
casse comunali, l´attuazione di un Piano Trasporti decente e, oggi, il
sostanziale aborto della cosiddetta Variante di Socializzazione, sono elementi
di valutazione amministrativa e politica agli occhi della cittadinanza. Quello
che Rifondazione Comunista affermava da circa anni è oggi un dato di fatto -.
confermato dalle parole di D´Alessandro -, rispetto al quale l´intera città di
Benevento si trova spiazzata e delusa.
In particolare, il caso della
costruzione di un ipermercato in Contrada Pezzapiana, è l´emblema più indicativo
del modo di amministrare che il centro-destra ha sempre adoperato. Le
illegittimità urbanistiche ed edilizie, le ripetute forzature procedurali, i
molteplici e convergenti intrecci economici e finanziari, sono il segno
dell´esistenza di un grumo denso di poteri, che l´azione insistita di
Rifondazione Comunista ha contribuito a denunciare. Al fine di approfondire
l´intera vicenda, il PRC organizza un pubblico incontro che si terrà
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AUTOGESTIONE AL LICEO SCIENTIFICO E AL LICEO CLASSICO DI TELESE TERME.
Dopo due giorni di riflessione e dibattito interno, i licei scientifico e classico di Telese Terme aprono le porte alla discussione politica e sociale, alla contaminazione di idee, all’approfondimento teorico e culturale, alla libera iniziativa giovanile.
C’è l’esigenza di dare una risposta decisa ed efficace ai recenti provvedimenti governativi, che prevedono ingenti tagli ai fondi dell’istruzione pubblica, mettendo a dura prova il già precario sistema scolastico.
Oggi più che mai risulta d’obbligo riprendere gli spazi di democrazia e riempirli di contenuti alternativi rispetto alla "quotidiana" formazione culturale. E’ una formazione che, molto spesso, si rivela separata dalla vita reale e alienata dai bisogni immanenti.
E’ triste vedere una struttura che, a poco a poco, sprofonda sotto i colpi inferti in nome di una democrazia elitaria e oligarchica, ma è sorprendente constatare che la sua anima resiste: un’anima plurigenerazionele, spontanea e allegra.
E’ quindi dai più elementari concetti di civiltà e umanità che nasce la settimana autogestita.
Il programma prevede incontri con professori e relatori esterni.
Mercoledì
Incontro di approfondimento sulla questione delle privatizzazioni dell’acqua con Gabriele Corona (Coordinatore Provinciale Forum Ambientalista).
Giovedì
Dibattito a tema: "Il movimento dei movimenti da Genova a Firenze" con Checchino Antonini (scrittore e giornalista di Liberazione)
Venerdì
Dibattito a tema: "La guerra globale permanente e la questione palestinese" con Gianluca Serafini (Coordinamento Nazionale Giovani Comunisti - PRC) delegato Action For Peace in Palestina (Aprile 2002) e Antonio Conte (docente di storia e filosofia nel liceo scientifico).
La settimana sarà conclusa (sabato) con un’iniziativa sulla scuola pubblica e con approfondimenti in merito alla finanziaria 2003.
Alessandro Liverini
Coordinamento Provinciale Giovani Comunisti Benevento
Rappresentante d’Istituto Liceo Scientifico e Classico di Telese Terme
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E’ stato presentato ieri, 16 dicembre, nel corso dell’incontro dibattito su Urbanistica e Affari, il Dossier di Rifondazione Comunista sull’iter amministrativo relativo alla costruzione dell’Ipermercato che Maurizio Zamparini vorrebbe realizzare in contrada Pezzapiana e che da diversi mesi è al centro della polemica tra le forze politiche.
Il lungo documento di 7 pagine è una precisa cronistoria di tutti i provvedimenti assunti dal Comune su questo progetto in circa 4 anni. Il dossier comincia con l’evidenziare, innanzitutto, che il Settore Urbanistica aveva già rigettato nel 1998 una proposta di Lottizzazione su quel suolo perché essa non era conforme al Piano Regolatore Generale che al centro di quell’area commerciale prevedeva una strada che non compariva più nel progetto presentato.
Dopo le improvvise dimissioni del Dirigente del Settore, a marzo del 2000, si avvia la procedura per approvare il nuovo Piano di Lottizzazione presentato dalla società ITA srl, simile al precedente perché anch’esso non teneva in conto la strada da realizzare, ma questa volta l’Ufficio tecnico esprime parere favorevole.
Di conseguenza il Consiglio Comunale adotta il Piano di Lottizzazione per la realizzazione di 9 capannoni per una volumetria complessiva di 75.000 metri cubi su un’area di 48.000 metri quadri.
Dopo soli due mesi, però, il progetto viene modificato con l’ampliamento dell’area fino a 53.000 mq. sulla quale dovrebbero trovare posto anche parcheggi per 50.000 mq., verde pubblico per 6.000 mq., strade per 2.000 mq. ed un solo enorme capannone di 133.000 metri cubi di volume con una superficie di vendita di 17.000 mq.
Incredibilmente questo progetto riceve, ad Aprile del 2002, un parere favorevole dalla Commissione Edilizia prima che fosse completato l’iter per l’approvazione del Piano di Lottizzazione che comunque nel maggio 2001, riceve il definitivo assenso da parte del Commissario Straordinario, nel maggio 2002, ma così com’era stato adottato dal Consiglio Comunale e cioè per una volumetria quasi dimezzata.
Il Dossier di Rifondazione Comunista si sofferma poi sui provvedimenti successivi ( Parere dell’Ufficio Tecnico, Relazione del responsabile del SUAP, Conferenza dei Servizi, Esame del progetto esecutivo, parere favorevole della Commissione Beni Ambientali ) senza che alcun tecnico, o funzionario o amministratore rilevasse che il Progetto di Ipermercato non era conforme al Piano di Lottizzazione.
Lo ha fatto ora il nuovo Dirigente del Settore Urbanistica che per questo motivo ha respinto la richiesta di Concessione Edilizia aprendo così un contenzioso con la ditta e una vasta polemica nella Commissione Consiliare.
Il Dossier contiene inoltre una minuziosa ricostruzione dei passaggi amministrativi relativi alla costruzione dei 3 capannoni in area Parco e a tal proposito il Partito della Rifondazione Comunista sostiene che fin dalla presentazione del progetto risultava chiaro che si intendeva ampliare illegittimamente una lottizzazione commerciale su un’area agricola destinata a Parco fluviale. Infatti l’atto notarile con il quale Zamparini ha acquistato per 26 miliardi i suoli indica chiaramente che si tratta di capannoni commerciali e non industriali, e di una parcheggio di 24.000 da asservire all’Ipermercato da si vorrebbe realizzare sul suolo confinante.
Il documento tratta inoltre, la strana sequenza degli incarichi ai dirigenti e ai coordinatori del Settore Urbanistica e alle improvvise dimissioni o sostituzioni, tutte concatenate con i provvedimenti più controversi della intera vicenda.
Infine, il Dossier sottolinea anche il comportamento dell’assessore Capezzone che appena ricevuta dal Sindaco la delega all’Urbanistica, nel Luglio 2001, si pronunciò pubblicamente contro l’Ipermercato e poi invece si è adoperato anche nel suo ruolo di Presidente della Commissione Edilizia e Beni Ambientali, per sostenere l’operazione con la connessa realizzazione dei Capannoni in area parco di cui non fornisce alcuna notizia al momento della presentazione della Variante al PRG, nel luglio 2002, quando ha continuato ad assicurare che su quell’area sarebbe sorto il Parco delle Energie Alternative. Rifondazione Comunista conclude affermado che la vicenda Capannoni e Ipermercato un esempio significativo di affarismo che distrugge il territorio ed inquina la vita democratica
Benevento, lì 17.12.02