comunicati politici

PIAZZA DUOMO: ABBATTERE LO SCHELETRO DEL PALAZZO E REALIZZARE UN NUOVO PIANO PARTICOLAREGGIATO

Lo scheletro del Palazzo dei privati in Piazza Duomo è abusivo e deve essere abbattuto.

Inutili i tentativi di accordi politici al ribasso.

Bisogna approvare un nuovo Piano Particolareggiato.

   Con la nota pubblicata dalla stampa locale il 22 agosto scorso, il segretario cittadino dell’UDEUR, dott. Luigi Abbate, è intervenuto sulla vicenda di Piazza Duomo. Dopo aver biasimato “la voglia di inciucio e di chiacchiere da comari” che traspare dal dibattito politico beneventano, invece di riferirsi, come sarebbe stato comprensibile, ai velenosi commenti di alcuni personaggi sulle vicende dello IACP o del Fatebenefratelli, lancia un appello al centro-destra affinché si risolvano i problemi che impediscono l’edificazione in Piazza Duomo. Abbate nel tentativo dichiarato di “evitare che il governo del territorio sia fatto dalla autorità giudiziaria che ha già determinato il blocco del cantiere del palazzo dei privati”, invita le forze politiche ad adoperarsi per non perdere il finanziamento concesso dalla Regione Campania per la costruzione in quella Piazza  di altri 9.600 metri cubi di opera pubblica museale.

   Noi ricordavamo che l’UDEUR, soprattutto attraverso il gruppo consiliare a Palazzo Mosti,  si era dichiarata contraria allo stravolgimento dei Piani Urbanistici per quella importante parte del centro storico e quindi alla completa cementificazione di quella Piazza, e per questo la posizione di Abbate ci ha colto di sorpresa. Neppure riusciamo a capire quali fatti nuovi abbiano determinato questa “apertura” soprattutto verso le ragioni di Alleanza Nazionale. Quest’ultima, infatti, attraverso il capogruppo al Comune di Benevento, Paolucci, ha immediatamente accolto l’invito dell’UDEUR, sottolineando che l’azione della magistratura rischia di vanificare gli interventi che il suo partito è stato capace di imporre per quell’area.

   Rifondazione Comunista ha sempre coerentemente sostenuto che gli atti  adottati dal Comune di Benevento, ad iniziare dalla famigerata delibera 170 del 23 marzo del 1999, sono illegittimi se non, addirittura, illeciti. Quegli atti sono stati adottati al fine di vanificare i piani urbanistici che prevedevano la  piazza,  per poi costruire un palazzo privato affiancato da una presunta opera pubblica dinanzi alla cattedrale. Oggi la illegittimità di quella delibera è sta accertata da due consulenti del Tribunale di Benevento e i reati di violazioni edilizie ed abuso di ufficio sono stati contestati dal sostituto procuratore della Repubblica, il dott. De Falco, a 29 tra assessori, tecnici e componenti le commissioni edilizie del Comune di Benevento.

   Circa un mese fa, inoltre, lo stesso capogruppo di AN, l’avvocato Paolucci, aveva definito, “risibile” quella inchiesta, affermando addirittura che la perizia del consulente del giudice fosse meritevole di denuncia  alla Corte dei Conti perché erano stati utilizzati soldi pubblici per sostenere accuse infondate.

   Alleanza Nazionale non ha rispetto per il ruolo e il lavoro della Magistratura, perché  è  troppa  la preoccupazione degli uomini di Viespoli di difendere, in tutti i modi e a tutti i costi, una operazione presentata come grande impresa culturale e che invece si rivela a tutti come un arrogante tentativo di imporre una soluzione nell’interesse dei privati a danno degli interessi pubblici. La delibera 170/99 è acclaratamente illegittima e quindi sono illegittimi tutti gli atti conseguenti, compresi la concessione edilizia rilasciata al Consorzio Cepid per la costruzione del Palazzo in Piazza Duomo e tutti gli atti relativi al concorso di progettazione “farsa” per il presunto Museo.

   Il dottor Abbate è sicuramente a conoscenza del fatto che il cantiere in Piazza Duomo non è al momento bloccato dal magistrato e neppure vi è sospensione dei lavori da parte del Comune di Benevento: sono i proprietari del Consorzio ad aver deciso di non continuare a costruire per motivi che sono ancora tutti da chiarire ufficialmente. Ed è proprio l’arbitrio del Consorzio Cepid a mettere seriamente in pericolo il finanziamento di un miliardo delle vecchie lire assegnato dalla Regione Campania agli inizi del 2001. Il Comune di Benevento, per ricevere il contributo, avrebbe dovuto presentare subito il progetto esecutivo della struttura museale ed avviare i lavori. Ad oggi, invece il Comune non ha neppure presentato il progetto redatto dagli architetti vincitori del Concorso di progettazione, dichiarando ufficialmente di non aver ricevuto l’assenso da parte dei proprietari del Consorzio Cepid. Questo episodio chiarisce il potere che essi hanno in mano, poiché continuano ad imporre all’Ente pubblico di non approvare un progetto che è costato già alla collettività centinaia di milioni, facendo perdere anche i finanziamenti pubblici.

   Di certo quei proprietari non hanno ceduto al Comune le aree sulle quali era prevista la costruzione della struttura museale. Questo è un altro fatto molto grave. Il Comune di Benevento ha autorizzato la costruzione del palazzo privato su un suolo che in parte è dello stesso Ente pubblico, mentre i privati, al contrario, non hanno mai ceduto al Comune le aree sulle quali realizzare l’opera pubblica.

   Il Comune si è “fidato” di un generico impegno a cedere (ma senza indicazione dei tempi e delle precise condizioni) da parte dell’assemblea dei soci di quel consorzio, assemblea cui erano presenti solo 3 soci su 16. Essi, rappresentando una risicata maggioranza di quote millesimali, si sono impegnati a cedere al Comune le proprietà di una parte dei consorziati per realizzare una piazza, in cambio della autorizzazione a costruire un Palazzo privato sui suoli di alcuni di loro e dello stesso ente pubblico. E’ questo insostenibile groviglio di atti illegittimi e di accordi contestati a determinare il blocco dei lavori e la perdita dei finanziamenti, non certo l’opposizione di chi si batte per la riqualificazione vera del centro storico né l’azione della magistratura, che punta a ristabilire la legalità violata.

   Bisogna doverosamente sottolineare, infine, che nessun accordo politico potrebbe sanare le illegittimità e irregolarità pregresse e in corso di accertamento. La politica e la magistratura hanno due ambiti di azione diversi e non sovrapponibili. Ricordiamo questo fondamentale principio dello stato di diritto, soprattutto noi che ci opponiamo alla privatizzazione della cosa pubblica operata dal cavalier Silvio Berlusconi. Lo scheletro di cemento armato realizzato  di fronte al Duomo è semplicemente abusivo, e pertanto va abbattuto. La delibera 170 e  tutti gli atti conseguenti sono illegittimi, e quindi devono essere annullati, per poi ridefinire il nuovo Piano Urbanistico per quella importante area che, lo ricordiamo, rappresenta il cuore della città. Il finanziamento della Regione, che certamente non deve andare perduto, può essere utilizzato per altri scopi, come, per fare solo qualche esempio, la sistemazione dell’area archeologica della vecchia Basilica di San Bartolomeo e il recupero del rione Triggio

Benevento, 30 agosto 2003

Rita Marinaro, segr. PRC Benevento

Gianluca Aceto, segr. Prov. PRC

Povero Ricciardi e povera città che qualcuno vorrebbe rappresentata da giovani già vecchi!

(10 agosto 2003)

Ho letto con ritardo, perché fuori città, l’intervento del giovane consigliere di A.N. Luca Ricciardi a proposito dello sfratto che il Sindaco, suo compagno di partito, ha inviato ai ragazzi di Depistaggio.

Non mi soffermerò sulla necessità di ribadire quanto fecondo e ricco sia diventato quel luogo: lo sperimentano quotidianamente giovani e meno giovani che partecipano ai tanti momenti culturali di dibattiti, musica, di iniziative ed idee che hanno necessariamente messo in movimento una città che sembrava addormentata e destinata alla mediocrità.

Peccato che il giovane Ricciardi, chiuso nel palazzo ad imparare come si amministra il potere, si sia perso delle occasioni: avrebbe arricchito la sua giovane età e rigenerato la sua mente.

Al giovane Ricciardi e non solo a lui vorrei ricordare che l’illegalità non è rappresentata da momenti di lotta che comprendono anche l’occupazione di una struttura per evidenziare il degrado in cui versa uno stabile costruito con i soldi pubblici, lasciato all’abbandono perché poi servono altri soldi, sempre pubblici, per rimetterlo in sesto. L’illegalità la commette chi detiene il potere ed approfitta di questa situazione per sperperare il denaro dei cittadini.

Per fortuna esistono anche qui cittadini che non si sono arresi allo stato di abbandono in cui versano Palazzo Paolo V, il Mercato di Piazza Commestibile e altre strutture che potrebbero essere recuperate alla città ed ai suoi abitanti.

Illegalità è dare strane concessioni edilizie a privati, evitare di controllare gli abusi che in esse si commettono, come hanno dimostrato le vicende ben note alla città di Piazza Duomo e dei Capannoni industriali. E’ là che è intervenuta la Magistratura, inviando diversi avvisi di garanzia ad  amministratori molto attenti alla legalità, dopo segnalazioni e denuncie di cittadini a cui sta a cuore lo sviluppo armonico della città ed il bene della comunità.

L’avviso di sfratto al Depistaggio dà il degno della debolezza culturale e politica di chi ci amministra. Incapaci di costruire momenti di aggregazione vera, in grado di spostare i giovani dalla degenerazione delle sale-giochi o della strada; incapaci di confrontarsi sui contenuti dei bisogni e dei valori che i giovani esprimono, i nostri amministratori sfoderano l’unica arma che hanno a disposizione: il potere.

L’avviso di sfratto, inviato dal sindaco ai giovani di Depistaggio, si potrebbe leggere in questo modo: “Non ho il controllo della struttura e di chi la frequenta ed allora vi sgombro”.

D’altronde questo concetto è anche la sintesi dell’intervento del giovane Ricciardi. Non ci si preoccupa di un sano e proficuo incontro tra giovani seppur diversi: l’unica preoccupazione è che sia una fantomatica consulta a gestire la struttura.

Povero Ricciardi così giovane e già così schiavo dei brutti meccanismi del potere e della politica

Credo che a nulla valga il suo sforzo per dimostrare che tutto questo serve a restituire alla città quella struttura: il Pattinodromo è già della città e l’hanno reso fruibile proprio i ragazzi che il Sindaco vuole mandare via.

Questi ragazzi, è bene ricordarlo, hanno gestito la struttura non nell’illegalità ma stipulando una convenzione con l’Amministrazione Comunale rappresentata allora dal Sindaco Viespoli.

Il Pattinodromo è oggi un luogo aperto, vivo, ricco di persone ed idee e tale, in tanti, vogliamo farlo rimanere.

Un Amministratore attento, sensibile e consapevole non minaccia lo sgombero ma avvia il rinnovo della convenzione.

                                                                                                                                      Rita Marinaro - Segretaria Circolo di Benevento

ELEZIONI PROVINCIALI DI BENEVENTO:

IL PRC CHIEDE CHE SIA CONVOCATO URGENTEMENTE UN TAVOLO REGIONALE

     “E’ insostenibile che nei confronti di una forza politica come Rifondazione Comunista ci sia una preclusione, politicamente immotivata, al tavolo del centrosinistra  per quanto riguarda le elezioni provinciali di Benevento”.

E’ quanto affermano in una nota i segretari regionale del PRC, Vito Nocera, e provinciale, Gianluca Aceto.

     “E’ strano, infatti, ribadiscono i due esponenti di Rifondazione Comunista, che il nostro partito presente in tutte le coalizioni che governano la regione Campania, la provincia e il comune di Napoli, il comune di Salerno e tanti altri comuni importanti della nostra regione resti fuori da un’alleanza strategica che  i movimenti e i cittadini democratici della provincia di Benevento si attendono. Per questo chiediamo che un tavolo regionale si riunisca al più presto per affrontare e superare l’immotivato ostracismo nei nostri confronti”.

     “Certamente, concludono Nocera e Aceto, se dovesse persistere tale atteggiamento non potrà non avere ripercussioni gravi nei rapporti tra il centrosinistra e il PRC in tutte le istituzioni della regione”. 

Napoli, 15 Aprile 2003                                         Ufficio Stampa PRC Campania 

San Giorgio del Sannio

PROPOSTE PER UN NUOVO WELFARE LOCALE

17 marzo 2003

Venerdì 14 Marzo il partito della Rifondazione Comunista di San Giorgio del Sannio ha indetto un’assemblea pubblica sul tema “diritto allo studio e trasporti pubblici nel Medio Calore”. All’assemblea hanno partecipato anche i ragazzi del centro sociale Depistaggio di Benevento e l’assessore comunale Fantechi (DS). Rifondazione Comunista ha denunciato gli alti prezzi praticati dall’azienda di trasporti Eredi Raffio: un euro e diciannove centesimi è il prezzo che gli studenti di San Giorgio devono pagare per raggiungere gli istituti scolastici del capoluogo, per non parlare degli abbonamenti  saliti alle stelle che incidono sulle famiglie e cozzano contro il diritto costituzionale all’istruzione. Il dibattito è stato coordinato da Giampiero Salerno che ha messo in evidenza le iniziative che negli ultimi mesi Rifondazione sta portando avanti a San Giorgio . Ad intervenire nel merito della questione trasporti è stato prima Mimmo Raffa, del circolo locale, e poi Antonio Broccoli, del circolo di Benevento. Con questi due interventi è stato denunciato il monopolio della Raffio, nonché la mancanza di un’azione di controllo e di programmazione di un serio piano dei trasporti pubblici locali. E’stato chiesto, tra le tante cose, se esista un’agenzia territoriale per la mobilità e se i cittadini siano stati informati sulla possibilità di partecipare, come associati, alla consulta regionale per la mobilità. L’assessore Fantechi ha garantito la sua collaborazione ad ogni progetto concreto per abbassare i prezzi dei trasporti e migliorare la qualità del servizio. Inoltre l’amministrazione ha già attivato la richiesta di fondi per le fasce più deboli per agevolare i ragazzi che studiano a Benevento. Va sottolineato che Rifondazione Comunista ha presentato un progetto articolato per risolvere il problema  sia nel breve che nel medio periodo. Fiorenzo Parziale, responsabile provinciale Prc delle politiche sociali, ha evidenziato come il partito lavori in base ad un processo che va dall’analisi, alla programmazione fino alla pratica di un’azione concreta. Le iniziative portate avanti sono tante, non ultima la questione casa, rispetto alla quale si

 sta redigendo  un report sulla situazione degli affitti nel Sannio, da consegnare alla direzione nazionale del partito. Per quanto riguarda i trasporti è stato proposto da una parte l’abbassamento del prezzo e dell’abbonamento del trasporto del  18%, dall’altra l’applicazione effettiva della legge 10/2001 per finanziare il diritto allo studio. Inoltre Il prc propone  la creazione di servizi aggiuntivi, così come previsto dal disegno di legge 422/97, che favoriscano lo spostamento verso San Giorgio del Sannio dai piccoli centri (Calvi, San Nazzaro, ecc.) ad un prezzo modico, affinchè possa finire questo scandalo del biglietto di 90 centesimi per percorrere 2-3 Km. Questo progetto consisterebbe nella creazione di un’azienda pubblica o una cooperativa. Parziale ha messo in evidenza come nel programma elettorale di Rifondazione Comunista sia centrale la creazione di un nuovo Welfare, attraverso la riorganizzazione della pubblica amministrazione, per evitare l’aumento dei costi per gli utenti e la precarizzazione dei lavoratori in seguito a questo processo di esternalizzazione che priva i cittadini di servizi pubblici qualitativi.

 Il dibattito è continuato su altre questioni come la politica della casa da parte dell’amministrazione sangiorgese, riguardo la quale Rifondazione ha promesso un serio controllo sul rispetto della proprietà pubblica e delle fasce più deboli. A tale proposito è stata avanzata l’idea di aumentare L’ICI per la seconda casa dello 0,5 % in modo da creare un fondo per i trasporti pubblici, finalizzato all’abbassamento, per tutti,  del 10 % degli abbonamenti per il trasporto a Benevento.

 Inoltre Alessio Fragnito, portavoce del Centro sociale Depistaggio, ha sottolineato come il processo di esclusione sociale si stia allargando a macchia d’olio e vada combattuto sia a livello istituzionale sia dal basso con le pratiche del movimento, ed ha raccolto la proposta di un’iniziativa di disobbedienza, volta alla comunicazione sociale agli studenti del beneventano per la richiesta di prezzi  equi per il trasporto pubblico.

Le questioni toccate sono state tante ed il partito è pronto ad organizzare diverse iniziative, molte delle quali orientate a rendere operativa la grande scommessa del salario sociale per i disoccupati di lungo periodo: il grande risultato che Rifondazione ha ottenuto alla Regione, grazie al supporto di Bassolino, permetterà di combattere l’esclusione sociale di molti giovani, in seguito all’aumento del costo della vita e dell’aumento del lavoro nero o comunque sotto pagato.

 


 

Nasce il Comitato Popolare Sannita contro le centrali termoelettriche a metano nel cuore del Sannio

 (9 marzo 2003)

Si costituisce finalmente il Comitato Provinciale, espressione di cittadini e di ambientalisti per promuovere le dovute azioni contro la scriteriata politica energetica del governo nazionale e delle amministrazioni locali per quel che riguarda il nostro Sannio.

Come è noto, a tre chilometri da Benevento centro, in contrada Ponte Valentino e in contrada Saglieta di Paduli ai margini della zona industriale del nostro Capoluogo, dovrebbero essere costruite due centrali elettriche a ciclo combinato gas-vapore, a distanza tra loro neppure di un chilometro.

Tutto è stato organizzato in barba ad ogni preliminare corretta informazione alle popolazioni (oltre centomila abitanti) quelli di Benevento e dei paesi intorno alla zona predisposta, dove saranno ubicate le centrali famigerate.

Le popolazioni stanno prendendo sempre più coscienza dei rischi ambientali derivanti dal funzionamento delle predette centrali. Il metano, si sa, è un carburante più pulito degli olii pesanti da combustione e del carbone; ma, bruciato in grande quantità quotidiana, produrrà ogni anno migliaia di tonnellate di scorie di azoto e di monossido di carbonio da rendere l'aria costantemente "irrespirabile".

Inoltre le centrali avranno bisogno di moltissima acqua per essere raffreddate e quindi si può immaginare il fortissimo dissesto ambientale cui andiamo incontro per un raggio di quindici chilometri dalle contrade menzionate. I cittadini di Benevento, Paduli, Buonalbergo, S.Arcangelo T., Apice, S.Giorgio del Sannio, S.Nazzaro, S.Angelo a Cupolo, S.Leucio del Sannio, Castelpoto, Foglianise, Torrecuso, Ponte, Casalduni, Fragneto MF., Pietrelcina, Pescosannita e S.Girgio La Molara,non possono più dormire sonni tranquilli.Le centrali non porteranno neppure lavoro stabile per la gente,fatto salvo il temporaneo lavoro da cantiere edile. Al contrario  esse faranno perdere molti posti di lavoro con la svalutazione dei prodotti ortofrutticoli che rischiano di non essere più vendibili. Insomma,si rischia anche di aggiungere disoccupazione a disoccupazione,oltre all'incremento di mallattie inguaribili con la sicura prospettiva,per le presenti e future generazioni sannite coinvolte,di vivere male e di dover abbandonare i luoghi natii per invivibilità.

Il Comitato,tenendo ben presente l'entità del fabbisogno energetico della provincia di Benevento ricorda ai vari amministratori locali

del Sannio,alla Regione Campania e al Governo Nazionale,che i Sanniti non sono disponibili a tollerare la devastazione ambientale del loro territorio già stressato da discariche,da inquinamento,da traffico e infine da scarichi industriali. I Sanniti possono,infatti,soddisfare il loro fabbisogno energetico con l'energia eolica,fotovoltaica e idroelettrica e proprio di questo  il Comitato vuole discutere con la Provincia che sta redigendo il Piano Energetico Provinciale.

E su queste basi il Comitato darà battaglia! Gli amministatori degli Enti Locali sul cui territorio dovranno nascere le centrali,compresa l'Assemblea dei Sindaci del Prusst Calidone,non possono nascondersi dietro ad un dito. Sono stati eletti dai cittadini per fare delibere da amministratori sciocchi?. Ci dimostrino,dunque,il contrario e si dimostrino perciò scintificamente preparati ed accorti nel tutelare gli interessi delle collettività per le quali amministrano. E se per affrontare certe problematiche non hanno le competenze,facciano ricorso a consulenti scientifici onesti e,soprattutto,non vendano la loro gente per "trenta denari"!!

"Sbagliare è umano,ma è imperdonabile persistere nell'errore!!!"

Il Comitato terrà la formale Assemblea Pubblica di costituzione Venerdi 14 c.m. alle ore 16:30 presso la Rocca dei Rettori.

                                                                   

                            Il Comitato Popolare Sannita contro le centrali termoelettriche a metano è promosso da:

 

                                                                  - Comitato"NO alla Centale" - Paduli

                                                                  - Forum Ambientalista - Sannio

                                                                  - CODACONS

                                                                  - Lega Italiana Protezione Uccelli

                                                                  - Partito della Rifondazione Comunista

                                                                  - Verdi

Perché viaggiare costa tanto?

Da diversi anni gli studenti ed i lavoratori di San Giorgio del Sannio e dei paesi limitrofi sono costretti a spostarsi per studio o per lavoro nella città di Benevento. Il trasporto verso il capoluogo (di gestione pubblica) è da decenni in mano alla società “Eredi Raffio” che negli ultimi anni ha aumentato considerevolmente il prezzo del biglietto portandolo alla soglia record di 1.20 € .

Perché per spostarci di soli pochi chilometri dobbiamo pagare così tanto?

Dal I gennaio 2003 è nato l’Unico Campania che prevede esplicitamente che i collegamenti tra Benevento ed i paesi compresi nell’area suburbana (San Giorgio del Sannio, San Nicola Manfredi ect.…) devono costare 65 centesimi per ogni corsa con un chiaro risparmio per la collettività.

Ci domandiamo perché la Raffio non ha aderito a questo consorzio?

Perché dobbiamo pagare circa il doppio di quanto è previsto dall’UNICO?

Ancora più paradossale si rivela la condizione del trasporto tra i centri del medio-calore. Mentre da un lato assistiamo ad un felice esperimento di unione amministrativa tra diversi comuni dell’area (vedi Unione Santi Sanniti) dall’altro i centri della nostra zona sono collegati malissimo e il costo per l’utenza è davvero eccessivo (Basti pensare che per spostarsi da Calvi o San Nazzaro verso San Giorgio del Sannio il costo previsto dalla società “eredi Raffio”, per una corsa, è sempre di 1.20 € -  SCANDALOSO ! - ). 

Perché i nostri amministratori non dicono nulla? Perché non vi può essere il trasporto pubblico che colleghi i centri del medio-calore a prezzi onesti?

Noi Giovani Comunisti ed il Partito della Rifondazione Comunista invitiamo gli studenti, i lavoratori, le famiglie e l’intera cittadinanza a sollecitare gli amministratori e gli enti competenti al fine di giungere ad una risoluzione della questione. Mobilitiamoci tutti contro questo ladrocinio !       

ASSEMBLEA PUBBLICA – VENERDI 14 MARZO 2003  ORE 18.30 – BIBLIOTECA COMUNALE DI  SAN GIORGIO DEL SANNIO

Collettivo Giovani Comunisti  “Peppino Impastato"

San Giorgio del Sannio (Bn)


 

Lettera aperta

A Sua Eccellenza Arcivescovo di Benevento

(19/02/2003)

Eccellenza,

la guerra in Iraq diventa sempre più vicina, sempre più concreta. Nonostante gli sforzi enormi di tanti uomini e donne in tutto il mondo, i signori della guerra sono sempre più decisi e convinti che sia l’unica strada per battere il terrorismo e riportare “la democrazia” in una terra martoriata.

Mi rivolgo a Lei perché convinta che nel Suo cuore e nella Sua mente, come in quella del Papa e di tanti cattolici nel mondo, ci sia la convinzione che mai la guerra possa essere usata come strumento per derimere conflitti o peggio ancora per cambiare i governanti che non ci piacciono di qualunque Paese nel mondo, fosse pure un dittatore sanguinoso e cinico come Saddam Hussein.

Ci hanno insegnato che in democrazia è il popolo che si sceglie i governanti, ma noi occidentali non stiamo dando al popolo iracheno la possibilità di crescere nella ricerca della libertà e della democrazia. Al contrario, questa voglia di guerra ad ogni costo avvicina sempre più il popolo iracheno al suo Presidente aguzzino; oppressi ed oppressore diventano alleati nei confronti del nemico occidentale che vuole bombardare le loro terre, uccidere civili inermi, distruggere case, scuole, ospedali per appropriarsi dell’unica ricchezza di questo paese: il petrolio.

Questa guerra rischia di scavare un solco insormontabile, di alimentare odio ed intolleranza, di dividere inesorabilmente i popoli del mondo in due  categorie: quella occidentale che accrescerà sempre più la convinzione che deve difendere il proprio conquistato benessere con ogni mezzo, quella delle popolazioni dei paesi cosiddetti “terzi” costretti ad essere sempre più assoggettati e a diventare strumenti per la soddisfazione dei crescenti bisogni delle popolazioni dei paesi “ ricchi e civili”.

Noi che crediamo fermamente che la costruzione di un mondo diverso è possibile, che crediamo nella solidarietà, nella fratellanza, nel rispetto reciproco delle diversità, che crediamo che le risorse del pianeta terra potrebbero, se solo suddivise equamente, dare benessere e libertà a tutti i popoli, noi che crediamo nella giustizia e nell’amore abbiamo il dovere di fermare questa guerra.

Eccellenza, io assieme a tanti altri cittadini di Benevento, Sabato 15 febbraio sono andata a Roma a manifestare per la giornata mondiale per la pace contro questa e tutte le guerre che insanguinano l’umanità.

E’ stata una giornata bellissima: tanti, milioni di uomini e donne diversi, cattolici e laici, esponenti di partiti, sindacati, associazioni, comunità intere, tutti con una sola voce: siamo contro questa guerra senza se e senza ma.

Questa ricchezza di diversità che assieme, in tante parti del mondo sta cercando di far crescere una coscienza diffusa di pace e giustizia dovremmo costruirla anche in questa nostra città dove sono ancora troppo pochi i simboli ed i messaggi di pace. Non dobbiamo avere paura di contaminarci, ma avere la convinzione che tutti noi assieme, questa guerra possiamo fermarla.

Allora Eccellenza, io che cattolica non sono, le chiedo un gesto, una parola autorevole.

Portiamo dentro ma soprattutto fuori dai nostri soliti luoghi le nostre ragioni. Usciamo dalle parrocchie, dalle sezioni, attraversiamo le strade, occupiamo le piazze per raggiungere ogni persona in ogni angolo della città. Invitiamo tutti ad appendere la bandiera arcobaleno della pace ad ogni balcone e finestra, pratichiamo la nostra volontà di pace nella maniera più visibile possibile.

Sono convinta che se tutte le nostre voci si solleveranno forti e chiare, i nostri governanti dovranno tenerne conto e questa guerra non ci sarà.

E’ su di noi costruttori di pace che spera il popolo iracheno e sperano i tanti popoli che subiscono guerre nel mondo.

Incontriamoci Eccellenza.

Grazie                                                     

Rita Marinaro

Segretaria del Circolo di Rifondazione Comunista 

Esponente del Laboratorio contro le guerre

 

CENTRALI TERMOELETTRICHE: COMUNICATO STAMPA

(9 febbraio 2003)

Le centrali a combustione che alcuni hanno pensato di installare nella
provincia di Benevento danno il senso del disinteresse con cui certi
soggetti - pubblici, privati e misti - affrontano certe tematiche. Dopo la
netta contrarietà espressa sia dalla Giunta Comunale di Paduli che dal
Consiglio Provinciale, occorre ora mettere in luce il pernicioso intreccio
di interessi e di politiche strutturali che determina i pericoli di cui si
parla.
Da un lato, abbiamo il PRUSST Calidone, con a capo il Comune di
Benevento, vale a dire il centro-destra di Viespoli e D'Alessandro. Si
tratta di un contenitore vuoto, che in dieci anni non ha prodotto poco o
nulla delle mirabilie promesse, ma è servito al centro-destra da paravento
propagandistico. Allo stato attuale, non risultano grandi svolte sul piano
economico e strutturale, ma soltanto promesse e fumo negli occhi.
Quasi tutti i comuni della provincia - indipendentemente dagli
schieramenti politici - hanno aderito al PRUSST. In questo modo, il comune
di Benevento ha accarezzato e accarezza il sogno di competere
surrettiziamente con la Provincia, l'unico ente importante ad avere una
maggioranza avversa a quella della Casa delle Libertà. Se poi nel Calidone
troviamo anche società private - statutariamente votate alla ricerca del
profitto - è naturale attendersi esiti paradossali. È naturale, in poche
parole, che la Ansaldo International Power chieda di potere installare
alcune centrali termoelettriche nella provincia di Benevento: è quello il
suo mestiere ed è proprio lo scopo per il quale ha sottoscritto quote di
partecipazione al PRUSST. Meno naturale è che i responsabili - tecnici e
politici - dello stesso Calidone sacrifichino agli interessi privati la
salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Il tutto, poi, in
barba ai protocolli internazionali sottoscritti e ratificati dall'Italia, ai
piani regionale e provinciale per l'energia, che sono in corso di
elaborazione e che pure dovrebbero avere una sede di discussione pubblica.
In realtà - ed è il secondo corno del problema - quel che accade nella
nostra provincia a causa del PRUSST si inserisce perfettamente nella logica
miope e ottusa del Governo Berlusconi. Senza arrivare al ponte sullo stretto
di Messina, ci interessa sottolineare che la politica energetica del governo
di centro destra  e la cosiddetta "legge sblocca centrali" (legge n° 55 del
2002) rendono più facili richieste e progetti di nuove centrali da parte di
imprenditori privati. Come ha giustamente sottolineato l'assessore
provinciale Lamparelli, è al governo nazionale che compete l'approvazione
delle nuove centrali, ed è quindi in quella sede che bisogna ricercare
l'origine di problemi che poi si abbattono sui territori e sui cittadini.
Quelle cittadine e quei cittadini che giustamente lottano contro la
centrale termoelettrica nel proprio comune, devono considerare l'intera
rappresentazione della storia; un quadro fatto di deregolamentazione
selvaggia e di ricerca dei vantaggi per le imprese private. Insomma, al di
là della propaganda, la lotta di oggi non può avere l'obiettivo di spostare
la centrare da un'altra parte, ma deve rimettere in discussione l'intero
impianto che sta alla base delle politiche energetiche portate avanti dal
centro-destra. È la morsa tra piano locale - PRUSST Calidone - e piano
generale - governo Berlusconi - che va fatta saltare. Chi non tiene conto di
questo rischia di perdere la battaglia o, peggio, di essere risucchiato nel
gorgo di coloro che hanno l'esclusivo interesse a fare speculazione di basso
rango, e che magari sono dello stesso schieramento di chi produce certe
politiche dannose.
Le responsabilità del centro-destra non nascondono quelle del
centro-sinistra, colpevole di aver fatto da apripista, non solo sulle
politiche energetiche. Occorre porre rimedio e contrastare gli effetti delle
scelte a suo tempo operate, è necessario che la popolazione sia messa in
grado di discutere del fabbisogno energetico come del tipo di energia che si
vuole produrre sul territorio. È quanto chiediamo alla Regione Campania, ed
è l'impegno che la Federazione provinciale del PRC chiede al Presidente
Nardone e alla maggioranza di centro-sinistra.


Segreteria Provinciale PRC

COMUNICATO STAMPA SUL PROBLEMA RIFIUTI

(29.01.2003)

La Segreteria Provinciale del PRC di Benevento solidarizza con il Comitato di Lotta contro l'inceneritore di Acerra,  che ieri ha protestato nell'aula del Consiglio Regionale della Campania.
La scelta di occupare l'Aula del Consiglio Regionale non è stata casuale, poiché è la Regione l'Ente  preposto alla redazione e all'adozione del Piano Regionale per lo Smaltimento dei Rifiuti. Quest'ultimo, fondato principalmente sull'incenerimento dei rifiuti, è stato ereditato dalla precedente Giunta Rastrelli, che non tenne nel dovuto conto le importanti prescrizioni previste dal cosiddetto Decreto Ronchi.
Tale decreto prevede, infatti:

  • una strategia  per determinare un abbattimento dei rifiuti "a monte", costituendo innanzitutto i consorzi per il riciclaggio degli imballaggi, di modo che questa parte non vada ad appesantire la quantità di rifiuti prodotti;
  • la responsabilizzazione dei cittadini,  a cui viene richiesto di operare la raccolta differenziata.

Dalle varie esperienze è stato dimostrato che i migliori risultati sono ottenuti dalla raccolta che divide a monte la frazione umida da quella secca. In questo modo la frazione umida, che rappresenta il 30% del totale, può subito essere impiegata per la produzione di biogas, compost per i giardini oppure combustibile, mentre la parte secca diventa più suscettibile di trattamento e riciclaggio per la facilità di discernimento e separazione dei vari materiali. Al contrario l'incenerimento non prevede alcuna selezione a monte e non coinvolge direttamente  i cittadini: i rifiuti raccolti tal quali vengono vagliati  e la parte organica  va a costituire il CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti). Questo sistema ha portato tutta la Regione - e anche la Provincia di Benevento - ad una emergenza continua, rispetto alla quale la termodistruzione non rappresenta una soluzione appropriata, né in termini economici né in termini ambientali.
A tal proposito, la Federazione di Benevento del PRC esprime perplessità e preoccupazione nei riguardi dell'Ordinanza n° 319 emessa recentemente dal Commissario per l'emergenza rifiuti in Campania. Questa ordinanza non solo non fa chiarezza ma rischia, a nostro avviso, di aumentare la confusione.
In particolare non ci convince l'esproprio attuato nei confronti dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti. Questi comuni, che costituiscono la quasi totalità dei comuni della nostra Provincia, non potranno più gestire in proprio la raccolta dei rifiuti ma dovranno affidarsi ai piani elaborati dai Consorzi di Bacino di appartenenza, o dovranno costituire Unioni di Comuni al fine di raggiungere un bacino di utenza di 20.000 abitanti; condizione, quest'ultima, che i comuni devono soddisfare nel termine di tre mesi dall'entrata in vigore dell'ordinanza. Senza dubbio i comuni, nella quasi totalità, hanno fatto poco per realizzare una gestione ottimale o quantomeno efficiente (la raccolta differenziata nella nostra Provincia è a livelli minimi, e questo a distanza di ben sei anni dall'emanazione del Decreto Ronchi, che allineava la normativa del nostro paese alla normativa comunitaria), ma questo non è un buon motivo per limitarne l'autonomia, anche perché i Consorzi di Bacino istituiti in provincia non hanno fatto molto meglio.
In secondo luogo, l'Ordinanza n° 319 istituisce gli ATO (Ambiti Operativi Ottimali)  e gli EPAR; altri due Organismi che aggiunti ai Consorzi di Bacino esistenti (che non vengono soppressi ) e alle Unioni di comuni (necessari a superare la soglia dei ventimila abitanti) rischiano di creare solo più confusione organizzativa che non efficienza di gestione. Siamo altresì seriamente preoccupati che tutti questi organismi finiscano per far lievitare in maniera sensibilissima i costi che dovranno essere sostenuti dai cittadini-utenti. Già ora alcuni progetti di raccolta messi a punto dal Consorzio BN 2 per alcuni comuni della nostra Provincia prevedono costi raddoppiati rispetto agli attuali.

Sono possibili altre soluzioni:

  • la raccolta differenziata, cosi come stabilito dal decreto Ronchi, si deve realizzare concretamente.
  • si deve mettere un freno alla costruzione degli inceneritori, che saranno pure un affare per qualcuno, ma non fanno che aggiungere problemi di sostenibilità sociale e ambientale, oltre che economica;
  • la raccolta, la gestione e lo smaltimento devono restare un servizio pubblico;
    devono essere garantiti i posti di lavoro per tutti coloro attualmente impegnati nel settore.

Benevento: disponibilità ad un confronto costruttivo

(30 dicembre 2002)

La maggioranza di centro-destra al comune di Benevento è attraversata da problemi e lacerazioni evidentissime. Il consiglio comunale di venerdì 27 dicembre, saltato proprio per volontà di una parte importante della maggioranza, è solo l’ultimo capitolo di quella che appare una vera e propria saga, fatta di veti incrociati, tranelli, sotterfugi, macroscopiche illegittimità. Le forzature che molti attori protagonisti hanno tentato e realizzato nei primi episodi della sceneggiata, erano dovute agli ingenti interessi economici che stanno alla base di tutta la vicenda.

È bene precisare che le attività economiche  - anche la grande distribuzione, come nel caso degli ipermercati – non sono necessariamente né illegali né dannose, e non vanno quindi demonizzate. Ma quando esse vengono viste da chi detiene il potere politico esclusivamente come un’occasione di tornaconto personale, allora bisogna allarmarsi. Perché in quel caso, pur di accaparrarsi qualche posto di lavoro – e i conseguenti voti in occasione delle elezioni – qualcuno potrebbe essere tentato di contravvenire tutte le regole e le leggi, che solitamente sono pensate per il bene di tutti. Probabilmente il centro-destra sannita è particolarmente fedele alla linea nazionale, densamente attraversata da giganteschi conflitti di interesse e dalla propensione ad utilizzare il potere per il vantaggio dei governati.

   Il caso dell’ipermercato “I Sanniti” è l’esempio più attuale e indicativo del modo di “gestire” il territorio e l’economia di Benevento, in forza di una stretta comunanza di vedute tra l’amministrazione attiva e parti rilevanti della burocrazia comunale. Questo intreccio ha creato un mostro che non è più in grado di controllare e che presto causerà altri terremoti in città. Basti pensare al bilancio comunale, al PRUSST, al Piano di Recupero Urbano del Rione Libertà. Il ritiro delle deleghe a Capezzone, infatti, non è che l’inizio. Per il momento, al presidente provinciale di Alleanza Nazionale vanno le nostre congratulazioni, poiché riesce nella non facile impresa di portare a casa lo stipendio di assessore pur non avendo compiti né responsabilità di alcun tipo.    

   Nel prossimo futuro avremo altre occasioni per parlare dell’aggravamento dei problemi della città, causato dall’incapacità del centro-destra e dalle sue contraddizioni interne. Intanto, crediamo sia importante rispondere all’appello lanciato nei giorni scorsi dal gruppo comunale della Margherita, teso alla costruzione di un tavolo comune tra le forze che si oppongono al centro-destra. La sollecitazione che viene da Cosimo Lepore ed Enrico Castiello va nella direzione del lavoro fin qui articolato da Rifondazione Comunista, poiché solo la composizione di uno schieramento veramente alternativo  - nei contenuti e nelle pratiche politiche – può dare alla città quel rilancio da sempre propagandato. Era questo il senso dell’iniziativa pubblica che abbiamo tenuto lo scorso 16 dicembre, insieme ad altre forze politiche. Abbiamo bisogno di una discussione seria e non improvvisata, di un confronto in cui ciascuno possa esprimere i propri contenuti e le proprie idee. Rifondazione Comunista è pronta a fare la sua parte. 

 

Rita Marinaro, segretaria Circolo di Benevento

Gianluca Aceto, segretario Federazione di Benevento

CENTRALE TERMOELETTRICA DI PADULI:

SCONCERTO E STUPORE

(17 gennaio 2003)

Sconcerto e stupore: questa la reazione nell’apprendere del progetto di costruzione di una Centrale termoelettrica in territorio di Paduli. La centrale, di ben 760 Megawatt di potenza e che prevede anche la realizzazione di un gasdotto e di un elettrodotto, si trova inserita nel PRUSST Calidone (coordinato al Comune di Benevento, da nove anni amministrato dalla destra) e dovrebbe essere realizzata dall’ANSALDO - INTERNATIONAL POWER.

   La centrale, se realizzata, produrrebbe da sola circa un terzo del fabbisogno energetico totale dell’intera Campania. Con la costruzione della centrale di Paduli, la Regione verrebbe espropriata della facoltà di decidere del proprio fabbisogno energetico e del piano energetico che sta approntando

   Questo piano è molto da migliorare, ma sicuramente permette sin da ora di escludere soluzioni come quella di Paduli. Infatti il piano regionale prevede che la potenza massima di nuove centrali non possa essere superiore a 400 Megawatt (la centrale di Paduli è praticamente il doppio) e che l’energia prodotta venga in buona parte utilizzata nell’ambito territoriale di insediamento. L’obiettivo, infatti, è quello di conseguire e mantenere il riequilibrio energetico, omogeneo per aree, tra produzione e consumi.

   Quindi questa centrale non ha nessun motivo plausibile di esistenza: nessun motivo di pubblico interesse ne giustifica la realizzazione. D’altronde di questa centrale e di questo immenso (presunto) fabbisogno di energia per il Sannio non c’è traccia nemmeno nella bozza di Piano energetico che la Provincia di Benevento sta predisponendo. Giova inoltre ricordare che i consumi energetici della nostra Provincia sono poco più del quattro per cento del totale regionale.

   Nella nostra provincia esiste semmai il problema del riequilibrio tra produzione e consumo, nel senso che noi produciamo molta energia che va verso la provincia di Napoli; anche la maggior parte dell’energia prodotta dall’eolico nel Fortore, ad esempio, non viene utilizzata in loco. Quando si parla di energia, bisognerebbe pensare  a tutelare la salute della cittadinanza e la salubrità dell’ambiente. Le scelte come queste di cui parliamo rispondono non alla logica della programmazione e dell’interesse pubblico, ma a quella logica dei comitati d’affari.

   La scelta della Giunta comunale di Paduli, volta a sgomberare il campo da soluzioni sin troppo affrettate e improvvide, aiuta a fare un po’ di chiarezza. Siamo convinti che anche  la Provincia di Benevento farà tutto ciò che rientra nelle sue competenze per bloccare la centrale, che rischierebbe di svuotare lo stesso Piano di Coordinamento Territoriale in corso di approvazione.

   Operazioni spericolate come quella della centrale di Paduli sono rese più facili oggi dalla deregolamentazione del mercato nazionale dell’energia. Sono la politica energetica del Governo di centro destra di e la cosiddetta “legge sblocca centrali” (legge n° 55 del 2002) che rendono più facili richieste e progetti di nuove centrali da parte di imprenditori privati. E di questa deregulation, di cui poi i territori e i cittadini rischiano di pagare le conseguenze, ne sono responsabili anche i passati governi di centro sinistra.

Federazione Provinciale di Benevento

Circolo “Enrico Berlinguer” - Paduli

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RESOCONTO DEL CONVEGNO SULLA ZOOTECNIA

Si è svolto il giorno 17 gennaio, presso la salone ex Convento dei Domenicani S. Giorgio La Molara il convegno “QUALI PROSPETTIVE PER LA ZOOTECNIA SANNITA ALLA LUCE DELL’ATTUALE POLITICA REGIONALE?” organizzato dalla Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista.  Circa 250-300 allevatori, tecnici, esponenti delle Associazioni Professionali hanno affollato la sala dell’ex convento di recente restituita alla cittadinanza dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.

Giorgio Fusco, Vice Sindaco ed esponente del PRC ha introdotto i lavori con una relazione che si è addentrata nei vari problemi degli allevamenti dei bovini, ovini, suini  e sulla possibilità di reintrodurre la bufala negli allevamenti sanniti. La coltivazione del tabacco sta entrando in una crisi sempre più profonda determinando problemi di reddito e incertezze; i terreni lasciati da questa coltivazione potrebbero essere utilizzati per incrementare  gli allevamenti. Ma tutto ciò ha uno scarso significato se non c’è una opportuna valorizzazione dei prodotti tipici locali. Mucca pazza, ed altri episodi simili, hanno determinato una nuova consapevolezza nell’ambito di schiere massicce di consumatori sulla necessità di cercare cibi salubri e dal gusto genuino. Il Sannio è ricco di questi prodotti e ciò può anche costituire occasione di sviluppo. 

Centrale ed articolato è stato l’intervento del Presidente dell’Amministrazione Provinciale Carmine Nardone: Oggi il concetto di qualità nella produzione di un cibo trova dei punti di vista tra i più variegati tra cui la facilità di trasporto, serbevolezza, convenienza economica, parametri che interessano solo chi è alla ricerca dei profitti. la Provincia ha inteso muoversi su un parametro diverso . Infatti si è battuta presso l’Unione  Europea per avere finanziato un Progetto di Eccellenza Alimentare fondato sulla qualità intesa come benessere e salute che determina l’assunzione del cibo.

Inoltre ha inteso  creare il Centro per le produzioni animali che conterrà al suo interno un laboratorio che sarà in grado di indagare sulla “proteomica” che è l’analisi capillare dell’origine delle proteine.

Un altro strumento che potrà offrire dei validi servizi è il sistema satellitare che oltre all’agrometereologia e il controllo delle frane potrà dare un aiuto al controllo sugli allevamenti e il riscontro della effettiva zone di origine dichiarata.

Riguardo la Diga di Campolattaro La Provincia è riusciti ad approvare un progetto per il consolidamento della sponda destra, interessata dalla frana, progetto idoneo a garantire la sicurezza con una spesa non faraonica (19 mld).  L’invaso massimo verosimilmente  sarà di 80 milioni di mc. di cui 60 milioni di mc. potranno essere utilizzati dall’agricoltura, usi civici e industriali, mentre 20 milioni di mc.saranno messi a disposizione della Regione Campania. Per cui la notizia della cessione di acqua alla Regione Puglia come qualcuno va malignando è del tutto infondata.

I POR della Campania hanno permesso di attingere risorse anche per contrastare  l’abbandono delle campagne a rischio di desertificazione e dei piccoli centri urbani della provincia  a rischio di spopolamento.

Sono seguiti numerosi interventi che hanno puntualizzato vari aspetti del tema del convegno. Tra gli intervenuti Luigi Antonio Vella Sindaco di S. Giorgio La Molara, Gianluca Aceto Segretario del PRC, Ivan Nardone responsabile agricoltura del PRC, Angelo Milo Direttore della Col diretti, Aurelio Grasso Presidente della CIA, Saverio Ranaudo Presidente dell’Unione Agricoltori, Cosimo Miraglia, Donato Sebastiano, Antonio Foschini. Hanno rinunciato al loro intervento Franco Razzano e Timoteo Erasmo per mancanza di tempo, decidendo di convertire  i propri contributi in articoli da veicolare attraverso gli organi di stampa.     

Nelle conlusione l’Assore regionale all’Agricoltura Vincenzo Aita ha asserito: L’Unione Europea sta varando una riforma della Politica Agricola Comune basata sul “disaccoppiamento” degli aiuti diretti su cui vi sono grandi perplessità, ma di sicuro occorre cambiare gli attuali parametri degli aiuti legati alla produzione e superficie impiegata e non al numero di occupati per ottenere  una determinata produzione. Già in questi ultimi anni, grazie ai movimenti antagonisti e alla richiesta di prodotti di qualità si sta determinando il ripescaggio di una serie di soggetti che prima risultavano esclusi. Infatti alcune valutazioni iper liberiste valutavano che solo 4-500 mila aziende agricole italiane potevano essere annoverate  tra quelle produttive e vitali, oggi, per fortuna si è a livelli accresciuti. Questa provincia insieme all’intera regione può ritenersi soddisfatta per la quantità di risorse  attinte attraverso i POR, qualche comune come S Marco dei Cavoti detiene il primato dell’articolazione maggiore di progetti presentati.

Riguardo Blue Tongue  (lingua blu)e le vaccinazioni che si stanno operando si sono verificati dei ritardi che si stanno colmando rapidamente. La valorizzazione dei prodotti tipici locali costituisce la politica portante dell’ Assessorato all’Agricoltura  pertanto i temi proposti in questa manifestazioni costituiscono ottimi spunti su cui lavorare e impegnarsi per il futuro.  Una delle iniziative dell’Assessorato, in programma per il 2003 è quella di una rassegna nazionale dei DOP dell’olio di oliva che vedrà quest’anno la sua prima edizione e che dovrà diventare un appuntamento fisso per tutti gli appassionati, esperti e cittadini consumatori.

Benevento 18.01.03                                       Commissione Agricoltura del PRC