Il "mitico" C8 è un cosiddetto tutto-fare, nel senso che offre prestazioni apprezzabili sia nel deepsky che nelle osservazioni ad alta risoluzione, anche in fotografia è in grado di fornire prestazioni di rilievo, il tutto ad un prezzo abbordabile: sembrerebbe, ed in effetti è, l'ideale per l'astrofilo "onnivoro", che si diletta a cimentarsi in tutti i possibili campi dell'osservazione astronomica, magari anche nella stessa sessione osservativa.
In effetti tale elasticità si paga, poiché in realtà non
è l'ideale per nessun tipo di osservazione specifica, essendo di fatto un
continuo compromesso...
Per il deepsky, si sa, servono praticamente solo i
pollici, quindi 8" per un appassionato del profondo cielo possono essere,
anzi sono, pochi (mai osservato in un dobson da 16"??? probabilmente il
deepsky serio inizia dai 12" in su, sotto tranne rari casi è più l'idea
di osservare che l'osservazione vera e propria...).
Per le doppie, l'osservazione planetaria e della Luna, ovvero per l'alta risoluzione, ideali
sono in assoluto i rifrattori apocromatici, seguono i Maksutov, mentre i
classici SCT 8" sono penalizzati dalla elevata ostruzione centrale e dalla
patologica e cronica ipersensibilità alla turbolenza che di fatto limita sempre
l'effettiva risoluzione massima raggiungibile, tranne che in rarissimi casi.
Per quanto
riguarda la fotografia, ammettendo di non essere un grande esperto, credo che l'unica
applicazione nella quale si possa operare con successo, visto anche il rapporto
d'apertura f/10, sia la fotografia planetaria digitale con le webcam e quella ccd a
medio/piccolo campo, assolutamente improponibile quella a largo campo, dominio
assoluto dei rifrattori apocromatici.
Personalmente credo comunque che uno SCT 8" sia il passaggio obbligato per ogni astrofilo in evoluzione, poiché garantisce con una spesa ancora contenuta (penso anche all'usato) un salto di qualità totale rispetto ai telescopi entry-level, inoltre probabilmente permette di capire quale è il campo di osservazione che più si gradisce e/o al quale si è più interessati o al limite costretti a ripiegare (a causa di eventuali fattori contingenti come inquinamento luminoso, seeing scadente ecc. ecc.), e per il quale in futuro si potrebbe scegliere di acquistare uno strumento specializzato specificatamente dedicato.
Il mio SCT 8" e un Celestron C8 Fastar con trattamento
Starbright, acquistato usato in
eccellenti condizioni presso la Puntoottica di Roma, tramite l'amico Nicola
Marconi.
Fortunatamente l'ottica è risultata ben corretta (vedi immagini dello
star test), sono dell'idea che
pur essendo la produzione ottica Celestron mediamente di buon livello il mio
esemplare appartenga a quelli "meglio riusciti" visto il più che soddisfacente
star test dal quale si rileva solo una leggera sottocorrezione dell'aberrazione
sferica, peraltro poco penalizzante per un f/10.
Come si può facilmente vedere dalle fotografie, ho migliorato l'opacizzazione interna al fine di diminuire la
luce diffusa e aumentare il contrasto realizzando dei
diaframmi interni, riscontrando un avvertibile miglioramento
nell'osservazione planetaria, meno affetta da luce diffusa e caratterizzata da
un leggero miglioramento per quanto riguarda nitidezza e incisione
dell'immagine.
Inoltre ho sostituito il cercatore originale, il classico 6x30, con un 9x50
decisamente più luminoso, che permette molte volte già di vedere nel cercatore
l'oggetto cercato, e garantisce in generale una maggiore facilità nello star
hopping data la maggiore magnitudine stellare raggiungibile, pagando solo un
campo di vista leggermente ridotto.
Per poter utilizzare diagonale e accessori da 2" ho sostituito il porta
oculari da 31.8mm di serie con uno da 2" acquistato presso Astromeccanica,
realizzato in alluminio tornito, inoltre ho comprato (usato) il motore a
velocità regolabile per la messa a fuoco, particolarmente utile per ridurre al
minimo le vibrazioni durante le operazioni di messa a fuoco soprattutto ad alti
ingrandimenti.
Diametro obiettivo: | 203mm - 8" |
Focale: | 2030mm |
Rapporto d'apertura: | f/10 |
Ostruzione del secondario | 70mm |
Fattore di ostruzione: | 0.3448 |
Trattamento antiriflessi della lastra di Schmidt | Starbright |
Capacità di raccolta luce | 816 |
Magnitudine limite: | 13.6 |
Magnitudine limite fotografica: | 16.5 |
Potere risolutivo teorico: | 0.6" |
Limite di Dawes: | 0.58" |
peso | 5.7 kg con cercatore 9x50 |
lunghezza tubo ottico | 45cm circa |
Star test:
L'immagine di diffrazione extrafocale ha anelli molto nitidi e perfettamente rotondi, mentre in intrafocale l’immagine é molto più impastata, ma sempre regolare, e con l’ombra del secondario di diametro inferiore che in extrafocale. Questo indica che l’ottica è sottocorretta dall’aberrazione sferica, ma effettuando lo snap test, la posizione del fuoco é molto precisa, ciò dimostra che il residuo di aberrazione sferica, che pure esiste, non influisce in modo decisivo sulla resa ottica del telescopio, com'era prevedibile per un f/10.
immagine intrafocale (under costruction) |
immagine estrafocale (under costruction) |
Aberrazione cromatica: | assente |
Aberrazione sferica: | leggera sottocorrezione |
Astigmatismo: | assente |
Errori zonali | non rilevati |
Coma: | assente |
Tensionamenti | non rilevati |
Tempo di stazionamento termico | superiore ai 60 minuti per salti di circa 25°C (+23°C/-2°C) |
Ammassi aperti:
L'osservazione degli ammassi aperti risente essenzialmente di due
fattori negativi: l'immagine stellare dilatata propria dei riflettori e il campo
effettivo limitato.
Le stelle nei riflettori tendono a essere in ogni caso, a prescindere dalla
lavorazione ottica, meno puntiformi che nel caso dei rifrattori, assomigliano a
piccole palline di polistirolo, spesso anche un po' tremolanti, di contro la
magnitudine limite che si raggiunge è molto elevata e impressiona il fatto che
più si osserva un ammasso stellare più si scorgono stelle sempre più
deboli... nel complesso questo aspetto, a mio parere, bilancia seppur
parzialmente l'handicap della scarsa puntiformità e l'osservazione di ammassi
aperti è comunque più che godibile. Per quanto riguarda il campo effettivo limitato c'è da dire che il problema si
risolve almeno in parte ricorrendo a diagonale e oculari dalla corta focale da
2", meglio ancora se grandangolari... il problema ora diviene il costo
astronomico di quest'ultimi e spesso le aberrazioni ottiche ai bordi.
Con
l'LVW42 2" con c.a. 72° le Pleadi entrano tutte ma "al pelo",
M44 idem ma l'immagine ai bordi è tutt'altro che perfetta (vedi
prova LVW42). Se invece si utilizzano oculari "normali", anche se di lunga focale,
spesso non si riesce a inquadrare l'intero ammasso e quindi l'osservazione ne
risente molto.
Personalmente reputo per questo tipo di osservazione, largo campo / basso
ingrandimento, perfetti i rifrattori acromatici f/5,
dal prezzo oggigiorno veramente contenuto e dalle immagini stellari impeccabili,
ribadisco a basso ingrandimento quando l'aberrazione cromatica è ancora più
che tollerabile. Banale mi sembra ribadire che vanno ottimamente anche gli
apocromatici... che comunque costano almeno 10 volte tanto...
Per quanto riguarda il C8 direi che in definitiva si difende egregiamente solo grazie
all'elevata magnitudine raggiungibile.
Deep-sky:
In questo caso bisogna effettuare a mio modesto avviso una differenziazione tra
le varie tipologie di oggetti osservabili, ammassi globulari da una parte,
galassie, nebulose planetarie, nebulose a riflessione/emissione dall'altra.
Globulari: personalmente sono dell'idea che sia il terreno
di caccia preferito degli SCT8". Ho risolto personalmente moltissimi
globulari, l'osservazione di questi oggetti è sempre più che soddisfacente,
spesso veramente notevole: ad esempio M13, M15 sono veramente spettacolari, apprezzabili appieno anche dai
"non addetti ai lavori", anni luce dall'immagine offerta dal classico
newton 114.
Oggetti nebulari: nell'osservazione delle galassie 8"
certamente non sono esuberanti, in ogni caso molto dipende dal cielo, ma le
galassie tranne M51 difficilmente si mostrano diverse da macchie nebbiose, in
taluni casi sono sicuramente evidenti ma comunque di dettagli poco niente.
Per
quanto riguarda le nebulose planetarie l'osservazione risente meno
dell'apertura, tutto sommato limitata, grazie alla loro elevata luminosità
superficiale, M57 (Ring Nebula) ad esempio si apprezza appieno nella sua
struttura, soprattutto con
un filtro deep-sky, altre nebulose planetarie tipo la Eskimo Nebula sono
sicuramente osservabili con profitto, a patto di non aspettarsi troppo...
Purtroppo il C8 è, a mio avviso troppo poco luminoso per i filtri selettivi
più spinti, soprattutto per l'OIII, quindi è un po'
penalizzata l'osservazione delle nebulose a emissione/riflessione e i residui di
supernova tipo M1 che molto guadagnano dall'uso dei filtri interferenziali.
Capitolo a parte per M42, spettacolare sempre, sotto ogni cielo, ancor di più
con il filtro deep-sky, e per M31 che è l'unica galassia che dopo un po' che la
si osserva mostra chiaramente il nucleo e dei dettagli, anche se pur con oculari
grandangolari dalla lunga focale si percepisce chiaramente che non la si può
inquadrare completamente.
In definitiva anche in questo campo il C8 sfodera buone prestazioni, comunque
molto dipendenti dal cielo come noto a chi fa del deepsky, certo gli appassionati
del cielo profondo si dovrebbero
orientare su maggiori aperture.
Stelle doppie:
Potenzialmente potrebbero essere delle vere e proprie prove di forza per gli SCT
grazie al diametro che teoricamente permette risoluzioni molto elevate, il
problema è che l'ostruzione centrale notevole rafforza sensibilmente gli anelli
di diffrazione e le immagini stellari sono tutt'altro che puntiformi, inoltre è
notevole la sensibilità alla turbolenza che rende l'immagine sempre
traballante.
Di fatto solo raramente il cielo permette di sfruttate totalmente il
potere risolvente garantito dal diametro di 203mm, ben 0.6", e in ogni
caso bisogna sempre "combattere" con gli anelli di diffrazione rinforzati e il disco centrale molto dilatato che possono rendere penosa la
ricerca della componente secondaria.
Il top per questo tipo di osservazione che richiede scarsa sensibilità alla
turbolenza, immagini stellari il più puntiformi possibile e con anelli di
diffrazione il più possibile deboli ed elevato potere risolvente sono i
rifrattori apocromatici, mentre il C8 gode solo di quest'ultima dote e quindi
per le doppie non è certamente il massimo; ciononostante, con un po' di masochismo e qualche frustrazione circa la qualità
dell'immagine, ci si può sbizzarrire con moltissime doppie (vi rimando alla
lista 48DD di Rick Deckard, 48 doppie difficili), avrete pane per i vostri denti).
Personalmente con il C8 mi sono dilettato poco sulle stelle doppie, in quanto
preferisco tirare al limite il mio acromatico 120/600 f/5 con il filtro CONTRAST-BOOSTER
della Baader Planetarium giusto per metterlo alle corde, ma anche perché è
molto meno sensibile alla turbolenza.
In ogni caso, in una serata di seeing normale da Bolzano centro, ho
sdoppiato piuttosto facilmente Izar (epsilon Bootis), e tranne in rari casi di
seeing proprio pessimo, la doppia-doppia epsilon Lirae, la polare, Ras Algethi,
Algeiba (gamma Leonis), Castore, Mesarthim (gamma Arietis), la tripla Beta
Monocerotis sono sempre sdoppiate chiaramente: doppie al limite necessitano di pazienza e seeing I/II, altrimenti meglio
lasciar stare...
Pianeti:
L'osservazione planetaria può dare potenzialmente delle soddisfazioni,
sempre grazie all'elevato potere risolvente dei SCT8", bisogna però fare i
conti con la notevole sensibilità alla turbolenza atmosferica e con l'elevata
ostruzione centrale che fa diminuire il contrasto e la nitidezza dei dettagli. Per quanto riguarda il problema della turbolenza bisogna rassegarsi a cogliere
quei brevi tratti di stabilità nei quali, come per incanto l'immagine acquista
dettaglio e contrasto in maniera sensibile per qualche secondo nel quale sembra
si riesca a sfruttare il potere risolvente, poi si ritorna inevitabilmente a
immagini tremolanti e poco definite.
In effetti spesso sembra difficile trovare
il punto di fuoco preciso, all'inizio pensavo fosse un difetto ottico del mio
C8, poi complice una serata di seeing spettacolare dell'autunno scorso ho
scoperto che non dipende dallo strumento visto che durante quella sera e in
generale le sere di seeing I-II il punto di fuoco si trova facilmente e senza
incertezze, come peraltro verificato nello snap test.
La sensazione generale che si percepisce dopo qualche serata di osservazione in
alta risoluzione con seeing "normale" (almeno per me la media è
seeing III a tratti II) è che è come guidare una F1 con il cambio bloccato in terza,
nel senso che non si riesce mai a spremere l'ottica al limite, sembra sempre di
avere margine ma di non essere nelle condizione di sfruttarlo, il che alla lunga
può risultare frustrante.
Il C8 sembra adattarsi molto bene all'astrofotografia digitale planetaria con la webcam, infatti
con tale tecnica si riescono a cogliere e sfruttare solo quei rari istanti in
cuoi il C8, complice il momento di stabilita, da la "zampata": i
risultati ottenibili sono sotto gli occhi di tutti basta vedere le riviste del
settore...
Giove: da Bolzano centro, causa seeing quasi mai clemente, direi generalmente
III, raramente II a tratti, non mi sono mai spinto con profitto sopra i 222x
(OR9 Vixen), nel senso che aumentando oltre questo limite gli ingrandimenti non
aumentano i dettagli visibili, anzi spesso l'immagine peggiora e si perde in
dettaglio e nitidezza. L'immagine è purtroppo sempre poco ferma, abbastanza
dettagliata e decisamente colorata, visibili a fatica la GMR e qualche festone,
WOS neanche l'ombra: contrasto e dettaglio aumentano anche se non in maniera
stravolgente con il filtro Skyglow-Violetto Multibanda della Baader
Planetarium,
nel senso che quel che si vedeva prima si vede un po' meglio, difficilmente ho
notato qualcosa in più... se uno porta pazienza, magari a notte inoltrata, ecco
ogni
tanto quei famosi momenti di stabilità e l'immagine migliora
sensibilmente, quello che si intravedeva prima si avverte distintamente e
appaiono nuovi dettagli che all'inizio si fatica a scorgere visto che scompaiono
dopo qualche secondo ma poi si iniziano a scorgere meglio via via che in momenti
"buoni" si succedono e divengono più frequenti: qualche WOS, nuovi
festoni maggiore perturbazione delle bande. In montagna diciamo che mediamente si vede un po' meglio che da Bolzano centro,
soprattutto se il seeing è migliore e i famosi tratti a miglior dettaglio
divengono molto più frequenti e duraturi e quindi anche la percezione del
dettaglio da parte dell'osservatore è facilitata dalla possibilità di studiare
meglio l'immagine stessa. In condizioni di seeing buono, direi mediamente II, a
tratti I, una rarità almeno dalle mie parti (in Alto Adige, causa le Alpi...),
ci si può spingere con profitto fino a 250/300 ingrandimenti e allora lì le
cose si vanno veramente interessanti... e forse ci si avvicina al potere
risolvente... sinceramente mi succede così di rado che l'entusiasmo prevale
sulla razionalità e quindi sopreassiedo su quello che riesco a vedere in quelle
condizioni!
Saturno: il "signore degli anelli" per quanto riguarda il
comportamento all'oculare è del tutto simile a Giove, salvo il fatto che sembra
sopportare più agevolmente ingrandimenti elevati, mediamente 30x/40x in più; normalmente si percepisce
(ribadisco percepisce e non "si vede") la Divisione di Cassini, soprattutto nelle anse
esterne, un accenno di struttura a banda sul disco planetario, mentre a tratti la Cassini si definisce nettamente e lungo tutto l'arco degli anelli, le bande
sul disco diventano meno elusive e si avverte l'ombra del globo planetario sugli
anelli, regalando per qualche breve istante un immagine molto suggestiva.
Nelle "famose" e rare serate di seeing ottimo (vedi sopra) a 300x la
Cassini è assolutamente netta e ben definita lungo tutto l'anello, e oltre alla
tenue struttura a bande del globo e all'ombra del globo stesso proiettata sugli
anelli si intravede, anche se molto elusivo, il minimo di Encke in
corrispondenza delle anse.
Marte: complice la grande opposizione 2003 finalmente le condizioni per
osservare Marte sono diventate direi finalmente accettabili, disco planetario
superiore a 20" ma purtroppo limitata altezza sull'orizzonte e quindi
inesorabilmente molta turbolenza che sappiamo essere un bel limite per il C8: in
città non mi sono mai praticamente messo a osservarlo, causa attacco di isteria
da traballamento e impossibilità di messa a fuoco decente, in montagna invece
le cose effettivamente sono migliorate, il problema della turbolenza attenuato e
sono riuscito a sorgere abbastanza nettamente la calotta polare e anche se molto
sfumate le principali strutture planetarie; assolutamente meno frequenti le
finestre "buone", nel complesso direi interessante per l'evento in se
stesso, niente a che vedere anche con le peggiori osservazioni di Giove e
Saturno.
Urano e Nettuno: dischetti rispettivamente grigio-verdastro e blu-azzurrino
assolutamente anonimi, interessanti forse più per il fatto di essere in grado
di osservarli che altro, comunque anche in un C14 non è che migliorano...
Infine devo effettuare una precisazione: gli SCT in generale soffrono
nell'osservazione di oggetti luminosi di una certa luce diffusa e questo
nell'osservazione planetaria penalizza il contrasto; sul mio C8 per ovviare a
questo inconveniente, come ho già sottolineato e come si può veder dalle
fotografie, ho effettuato personalmente
all'interno del tubo ottico una serie di diaframmi
che riducono avvertibilmente la luce diffusa migliorando il contrasto e la
nitidezza anche se logicamente non in maniera stravolgente, poichè è comunque
presente soprattutto ad alti ed altissimi ingrandimenti un po' di luce diffusa:
una precisazione doverosa deve essere fatta al riguardo del fatto che tale
fenomeno è imputabile al tubo ottico e non agli oculari ed eventualmente alla
Barlow TeleVue utilizzati per le osservazioni, assolutamente di qualità, dei
Pentax XL e dei Plossl TeleVue.
Luna:
Ammetto di non essere un assiduo ed esperto osservatore del
nostro satellite, sinceramente non c'è una ragione in particolare, ma tant'è.!
Comunque, giusto per fare qualche esempio, in condizioni di opportuna
illuminazione con il C8 sono riuscito a osservare i piccoli crateri all'interno
di Plato e la rima Birt, giusto per citare qualche osservazione non banale. Le osservazioni risentono come nel caso dei pianeti della turbolenza e anche in
questo caso si presentano brevi finestre in cui l'immagine migliora nettamente.
Personalmente non mi spingo mai oltre i 200/220 ingrandimenti anche perché
preferisco un'immagine più piccola ma più incisa e definita, in ogni caso sono
dell'idea che il C8 possa complice un buon seeing permettere delle osservazioni
di una certa difficoltà e spingersi in condizioni particolari anche oltre i
300x.
A tal proposito, mi ricordo che qualche anno addietro, in una particolare e
finora
irripetuta serata di fine settembre, con un seeing eccelso i 300x li sopportava
ottimamente anche il mio newton 114 f/8... quindi ribadisco che purtroppo, alla
fine dei conti, è sempre il cielo che "decide" l'ingrandimento
massimo effettuabile e in pratica quasi mai lo strumento; certo a parità di
condizioni SICURAMENTE uno strumento superiore, o per qualità e/o per diametro,
permetterà maggiori ingrandimenti e migliori risoluzioni.
Note sulla stabilizzazione termica:
Di sicuro lo avrete letto nei "dati di targa", ma non credo che li per
li abbiate dato la giusta importanza al dato, quindi lo ripeto a scanso di
equivoci:
Tempo di stazionamento termico: superiore ai 60 minuti per salti di circa 25°C (+23°C/-2°C)
Direi un vero e proprio "diesel"! Questo significa che,
soprattutto in inverno, per poter iniziare da subito a osservare in maniera decente
dovete mettere fuori il tubo ottico almeno un'ora prima di iniziare ad
osservare, il che se si osserva dal balcone di casa è in qualche modo fattibile,
tempo libero permettendo,
ma nel caso di osservazioni in montagna o comunque fuori casa bisogna tener
conto che prima di un'ora di osservare decentemente non se ne parla, soprattutto
quando si vuol fare dell'alta risoluzione.
Per convincersi di questo basta
provare a fare uno star test dopo soli 10 minuti dall'esposizione all'esterno
del tubo ottico, è uno spettacolo direi caleidoscopico: baffi, tensionamenti e
geometrie tutt'altro che regolari...
Il problema poi si ripresenta anche quanto durante la serata osservativa vi
siano repentine variazioni della temperatura, durante il periodo di ristabilizzazione termica le osservazioni in alta risoluzione hanno un
percettibile decadimento.
Altro aspetto assolutamente da non trascurare se ci si sposta in montagna
/campagna per osservare è l'umidità: la lastra anteriore ha la
"simpatica" caratteristica di appannarsi proprio quando il seeing
inizia a migliorare, guarda caso quando l'aria si ferma e statisticamente
aumenta l'umidità, dunque assolutamente non
dimenticatevi un paraluce lungo almeno quanto il tubo ottico
altrimenti inizierete a lottare, se vi va bene e lo avete dietro, "fohn
alla mano" con la lastra appannata proprio quando le condizioni osservative
sono al top e il C8 è finalmente stabilizzato....
In definitiva il C8 va bene per tutto e non è il massimo per niente, di
sicuro è un bel passo in avanti rispetto ai classici telescopi per
principianti, tipo i newton 114mm o i rifrattori da 80/90mm, permette di
iniziare a osservare seriamente e con un certo profitto e solo dopo un intenso
uso si inizia a sfruttarlo al limite, cielo permettendo.
Sono dell'idea inoltre
che gli SCT da 8" siano più performante dei newton f/5 da 200mm,
che sono l'alternativa economicamente comparabile su questa apertura, anche e
non solo per la maggiore versatilità degli SCT rispetto ai newton f/5.