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CELESTRON C8 8" f/10
Schmidt-Cassegrain 203/2000

Il "mitico" C8 è un cosiddetto tutto-fare, nel senso che offre prestazioni apprezzabili sia nel deepsky che nelle osservazioni ad alta risoluzione, anche in fotografia è in grado di fornire prestazioni di rilievo, il tutto ad un prezzo abbordabile: sembrerebbe, ed in effetti è, l'ideale per l'astrofilo "onnivoro", che si diletta a cimentarsi in tutti i possibili campi dell'osservazione astronomica, magari anche nella stessa sessione osservativa.

In effetti tale elasticità si paga, poiché in realtà non è l'ideale per nessun tipo di osservazione specifica, essendo di fatto un continuo compromesso...
Per il deepsky, si sa, servono praticamente solo i pollici, quindi 8" per un appassionato del profondo cielo possono essere, anzi sono, pochi (mai osservato in un dobson da 16"??? probabilmente il deepsky serio inizia dai 12" in su, sotto tranne rari casi è più l'idea di osservare che l'osservazione vera e propria...).
Per le doppie, l'osservazione planetaria e della Luna, ovvero per l'alta risoluzione, ideali sono in assoluto i rifrattori apocromatici, seguono i Maksutov, mentre i classici SCT 8" sono penalizzati dalla elevata ostruzione centrale e dalla patologica e cronica ipersensibilità alla turbolenza che di fatto limita sempre l'effettiva risoluzione massima raggiungibile, tranne che in rarissimi casi.
Per quanto riguarda la fotografia, ammettendo di non essere un grande esperto, credo che l'unica applicazione nella quale si possa operare con successo, visto anche il rapporto d'apertura f/10, sia la fotografia planetaria digitale con le webcam e quella ccd a medio/piccolo campo, assolutamente improponibile quella a largo campo, dominio assoluto dei rifrattori apocromatici.

Personalmente credo comunque che uno SCT 8" sia il passaggio obbligato per ogni astrofilo in evoluzione, poiché garantisce con una spesa ancora contenuta (penso anche all'usato) un salto di qualità totale rispetto ai telescopi entry-level, inoltre probabilmente permette di capire quale è il campo di osservazione che più si gradisce e/o al quale si è più interessati o al limite costretti a ripiegare (a causa di eventuali fattori contingenti come inquinamento luminoso, seeing scadente ecc. ecc.), e per il quale in futuro si potrebbe scegliere di acquistare uno strumento specializzato specificatamente dedicato.

Il mio SCT 8" e un Celestron C8 Fastar con trattamento Starbright, acquistato usato in eccellenti condizioni presso la Puntoottica di Roma, tramite l'amico Nicola Marconi.
Fortunatamente l'ottica è risultata ben corretta (vedi immagini dello star test), sono dell'idea che pur essendo la produzione ottica Celestron mediamente di buon livello il mio esemplare appartenga a quelli "meglio riusciti" visto il più che soddisfacente star test dal quale si rileva solo una leggera sottocorrezione dell'aberrazione sferica, peraltro poco penalizzante per un f/10.

Come si può facilmente vedere dalle fotografie, ho migliorato l'opacizzazione interna al fine di diminuire la luce diffusa e aumentare il contrasto realizzando dei diaframmi interni, riscontrando un avvertibile miglioramento nell'osservazione planetaria, meno affetta da luce diffusa e caratterizzata da un leggero miglioramento per quanto riguarda nitidezza e incisione dell'immagine.
Inoltre ho sostituito il cercatore originale, il classico 6x30, con un 9x50 decisamente più luminoso, che permette molte volte già di vedere nel cercatore l'oggetto cercato, e garantisce in generale una maggiore facilità nello star hopping data la maggiore magnitudine stellare raggiungibile, pagando solo un campo di vista leggermente ridotto.
Per poter utilizzare diagonale e accessori da 2" ho sostituito il porta oculari da 31.8mm di serie con uno da 2" acquistato presso Astromeccanica, realizzato in alluminio tornito, inoltre ho comprato (usato) il motore a velocità regolabile per la messa a fuoco, particolarmente utile per ridurre al minimo le vibrazioni durante le operazioni di messa a fuoco soprattutto ad alti ingrandimenti.

Dati tecnici.

Diametro obiettivo: 203mm - 8"
Focale:  2030mm
Rapporto d'apertura: f/10
Ostruzione del secondario 70mm
Fattore di ostruzione: 0.3448
Trattamento antiriflessi della lastra di Schmidt Starbright
Capacità di raccolta luce 816
Magnitudine limite: 13.6
Magnitudine limite fotografica: 16.5
Potere risolutivo teorico: 0.6"
Limite di Dawes: 0.58"
peso 5.7 kg con cercatore 9x50
lunghezza tubo ottico 45cm circa

 

PROVA SUL CIELO:

Star test:

L'immagine di diffrazione extrafocale ha anelli molto nitidi e perfettamente rotondi, mentre in intrafocale l’immagine é molto più impastata, ma sempre regolare, e con l’ombra del secondario di diametro inferiore che in extrafocale. Questo indica che l’ottica è sottocorretta dall’aberrazione sferica, ma effettuando lo snap test,   la posizione del fuoco é molto precisa, ciò dimostra che il residuo di aberrazione sferica, che pure esiste, non influisce in modo decisivo sulla resa ottica del telescopio, com'era prevedibile per un f/10.

 immagine intrafocale (under costruction)

immagine estrafocale (under costruction)

Aberrazione cromatica: assente
Aberrazione sferica: leggera sottocorrezione
Astigmatismo: assente
Errori zonali non rilevati
Coma: assente
Tensionamenti non rilevati
Tempo di stazionamento termico superiore ai 60 minuti per salti di circa 25°C (+23°C/-2°C)

Ammassi aperti:
L'osservazione degli ammassi aperti risente essenzialmente di due fattori negativi: l'immagine stellare dilatata propria dei riflettori e il campo effettivo limitato.
Le stelle nei riflettori tendono a essere in ogni caso, a prescindere dalla lavorazione ottica, meno puntiformi che nel caso dei rifrattori, assomigliano a piccole palline di polistirolo, spesso anche un po' tremolanti, di contro la magnitudine limite che si raggiunge è molto elevata e impressiona il fatto che più si osserva un ammasso stellare più si scorgono stelle sempre più deboli... nel complesso questo aspetto, a mio parere, bilancia seppur parzialmente l'handicap della scarsa puntiformità e l'osservazione di ammassi aperti è comunque più che godibile. Per quanto riguarda il campo effettivo limitato c'è da dire che il problema si risolve almeno in parte ricorrendo a diagonale e oculari dalla corta focale da 2", meglio ancora se grandangolari... il problema ora diviene il costo astronomico di quest'ultimi e spesso le aberrazioni ottiche ai bordi.
Con l'LVW42 2" con c.a. 72° le Pleadi entrano tutte ma "al pelo", M44 idem ma l'immagine ai bordi è tutt'altro che perfetta (vedi prova LVW42). Se invece si utilizzano oculari "normali", anche se di lunga focale, spesso non si riesce a inquadrare l'intero ammasso e quindi l'osservazione ne risente molto.
Personalmente reputo per questo tipo di osservazione, largo campo / basso ingrandimento, perfetti i rifrattori acromatici f/5, dal prezzo oggigiorno veramente contenuto e dalle immagini stellari impeccabili, ribadisco a basso ingrandimento quando l'aberrazione cromatica è ancora più che tollerabile. Banale mi sembra ribadire che vanno ottimamente anche gli apocromatici... che comunque costano almeno 10 volte tanto...
Per quanto riguarda il C8 direi che in definitiva si difende egregiamente solo grazie all'elevata magnitudine raggiungibile.

Deep-sky:
In questo caso bisogna effettuare a mio modesto avviso una differenziazione tra le varie tipologie di oggetti osservabili, ammassi globulari da una parte, galassie, nebulose planetarie, nebulose a riflessione/emissione dall'altra.
Globulari: personalmente sono dell'idea che sia il terreno di caccia preferito degli SCT8". Ho risolto personalmente moltissimi globulari, l'osservazione di questi oggetti è sempre più che soddisfacente, spesso veramente notevole: ad esempio M13, M15  sono veramente spettacolari, apprezzabili appieno anche dai "non addetti ai lavori", anni luce dall'immagine offerta dal classico newton 114. 
Oggetti nebulari: nell'osservazione delle galassie 8" certamente non sono esuberanti, in ogni caso molto dipende dal cielo, ma le galassie tranne M51 difficilmente si mostrano diverse da macchie nebbiose, in taluni casi sono sicuramente evidenti ma comunque di dettagli poco niente.
Per quanto riguarda le nebulose planetarie l'osservazione risente meno dell'apertura, tutto sommato limitata, grazie alla loro elevata luminosità superficiale, M57 (Ring Nebula) ad esempio si apprezza appieno nella sua struttura, soprattutto con un filtro deep-sky, altre nebulose planetarie tipo la Eskimo Nebula sono sicuramente osservabili con profitto, a patto di non aspettarsi troppo...
Purtroppo il C8 è, a mio avviso troppo poco luminoso per i filtri selettivi più spinti, soprattutto per l'OIII, quindi è un po' penalizzata l'osservazione delle nebulose a emissione/riflessione e i residui di supernova tipo M1 che molto guadagnano dall'uso dei filtri interferenziali.
Capitolo a parte per M42, spettacolare sempre, sotto ogni cielo, ancor di più con il filtro deep-sky, e per M31 che è l'unica galassia che dopo un po' che la si osserva mostra chiaramente il nucleo e dei dettagli, anche se pur con oculari grandangolari dalla lunga focale si percepisce chiaramente che non la si può inquadrare completamente.
In definitiva anche in questo campo il C8 sfodera buone prestazioni, comunque molto dipendenti dal cielo come noto a chi fa del deepsky, certo gli appassionati del cielo profondo si dovrebbero orientare su maggiori aperture.

Stelle doppie:
Potenzialmente potrebbero essere delle vere e proprie prove di forza per gli SCT grazie al diametro che teoricamente permette risoluzioni molto elevate, il problema è che l'ostruzione centrale notevole rafforza sensibilmente gli anelli di diffrazione e le immagini stellari sono tutt'altro che puntiformi, inoltre è notevole la sensibilità alla turbolenza che rende l'immagine sempre traballante.
Di fatto solo raramente il cielo permette di sfruttate totalmente il potere risolvente garantito dal diametro di 203mm, ben 0.6", e in ogni caso bisogna sempre "combattere" con gli anelli di diffrazione rinforzati e il disco centrale molto dilatato che possono rendere penosa la ricerca della componente secondaria.
Il top per questo tipo di osservazione che richiede scarsa sensibilità alla turbolenza, immagini stellari il più puntiformi possibile e con anelli di diffrazione il più possibile deboli ed elevato potere risolvente sono i rifrattori apocromatici, mentre il C8 gode solo di quest'ultima dote e quindi per le doppie non è certamente il massimo; ciononostante, con un po' di masochismo e qualche frustrazione circa la qualità dell'immagine, ci si può sbizzarrire con moltissime doppie (vi rimando alla lista 48DD di Rick Deckard, 48 doppie difficili), avrete pane per i vostri denti).
Personalmente con il C8 mi sono dilettato poco sulle stelle doppie, in quanto preferisco tirare al limite il mio acromatico 120/600 f/5  con il filtro CONTRAST-BOOSTER della Baader Planetarium giusto per metterlo alle corde, ma anche perché è molto meno sensibile alla turbolenza.
In ogni caso, in una serata di seeing normale da Bolzano centro, ho sdoppiato piuttosto facilmente Izar (epsilon Bootis), e tranne in rari casi di seeing proprio pessimo, la doppia-doppia epsilon Lirae, la polare, Ras Algethi, Algeiba (gamma Leonis), Castore, Mesarthim (gamma Arietis), la tripla Beta Monocerotis sono sempre sdoppiate chiaramente: doppie al limite necessitano di pazienza e seeing I/II, altrimenti meglio lasciar stare...

Pianeti:
L'osservazione planetaria può dare potenzialmente delle soddisfazioni, sempre grazie all'elevato potere risolvente dei SCT8", bisogna però fare i conti con la notevole sensibilità alla turbolenza atmosferica e con l'elevata ostruzione centrale che fa diminuire il contrasto e la nitidezza dei dettagli. Per quanto riguarda il problema della turbolenza bisogna rassegarsi a cogliere quei brevi tratti di stabilità nei quali, come per incanto l'immagine acquista dettaglio e contrasto in maniera sensibile per qualche secondo nel quale sembra si riesca a sfruttare il potere risolvente, poi si ritorna inevitabilmente a immagini tremolanti e poco definite.
In effetti spesso sembra difficile trovare il punto di fuoco preciso, all'inizio pensavo fosse un difetto ottico del mio C8, poi complice una serata di seeing spettacolare dell'autunno scorso ho scoperto che non dipende dallo strumento visto che durante quella sera e in generale le sere di seeing I-II il punto di fuoco si trova facilmente e senza incertezze, come peraltro verificato nello snap test.
La sensazione generale che si percepisce dopo qualche serata di osservazione in alta risoluzione con seeing "normale" (almeno per me la media è seeing III a tratti II) è che è come guidare una F1 con il cambio bloccato in terza, nel senso che non si riesce mai a spremere l'ottica al limite, sembra sempre di avere margine ma di non essere nelle condizione di sfruttarlo, il che alla lunga può risultare frustrante.
Il C8 sembra adattarsi molto bene all'astrofotografia digitale planetaria con la webcam, infatti con tale tecnica si riescono a cogliere e sfruttare solo quei rari istanti in cuoi il C8, complice il momento di stabilita, da la "zampata": i risultati ottenibili sono sotto gli occhi di tutti basta vedere le riviste del settore...
Giove: da Bolzano centro, causa seeing quasi mai clemente, direi generalmente III, raramente II a tratti, non mi sono mai spinto con profitto sopra i 222x (OR9 Vixen), nel senso che aumentando oltre questo limite gli ingrandimenti non aumentano i dettagli visibili, anzi spesso l'immagine peggiora e si perde in dettaglio e nitidezza. L'immagine è purtroppo sempre poco ferma, abbastanza dettagliata e decisamente colorata, visibili a fatica la GMR e qualche festone, WOS neanche l'ombra: contrasto e dettaglio aumentano anche se non in maniera stravolgente con il filtro Skyglow-Violetto Multibanda della Baader Planetarium, nel senso che quel che si vedeva prima si vede un po' meglio, difficilmente ho notato qualcosa in più... se uno porta pazienza, magari a notte inoltrata, ecco ogni tanto quei famosi momenti di stabilità e l'immagine migliora sensibilmente, quello che si intravedeva prima si avverte distintamente e appaiono nuovi dettagli che all'inizio si fatica a scorgere visto che scompaiono dopo qualche secondo ma poi si iniziano a scorgere meglio via via che in momenti "buoni" si succedono e divengono più frequenti: qualche WOS, nuovi festoni maggiore perturbazione delle bande. In montagna diciamo che mediamente si vede un po' meglio che da Bolzano centro, soprattutto se il seeing è migliore e i famosi tratti a miglior dettaglio divengono molto più frequenti e duraturi e quindi anche la percezione del dettaglio da parte dell'osservatore è facilitata dalla possibilità di studiare meglio l'immagine stessa. In condizioni di seeing buono, direi mediamente II, a tratti I, una rarità almeno dalle mie parti (in Alto Adige, causa le Alpi...), ci si può spingere con profitto fino a 250/300 ingrandimenti e allora lì le cose si vanno veramente interessanti... e forse ci si avvicina al potere risolvente... sinceramente mi succede così di rado che l'entusiasmo prevale sulla razionalità e quindi sopreassiedo su quello che riesco a vedere in quelle condizioni! 
Saturno: il "signore degli anelli" per quanto riguarda il comportamento all'oculare è del tutto simile a Giove, salvo il fatto che sembra sopportare più agevolmente ingrandimenti elevati, mediamente 30x/40x in più; normalmente si percepisce (ribadisco percepisce e non "si vede") la Divisione di Cassini, soprattutto nelle anse esterne, un accenno di struttura a banda sul disco planetario, mentre a tratti la Cassini si definisce nettamente e lungo tutto l'arco degli anelli, le bande sul disco diventano meno elusive e si avverte l'ombra del globo planetario sugli anelli, regalando per qualche breve istante un immagine molto suggestiva.
Nelle "famose" e rare serate di seeing ottimo (vedi sopra) a 300x la Cassini è assolutamente netta e ben definita lungo tutto l'anello, e oltre alla tenue struttura a bande del globo e all'ombra del globo stesso proiettata sugli anelli si intravede, anche se molto elusivo, il minimo di Encke in corrispondenza delle anse. 
Marte: complice la grande opposizione 2003 finalmente le condizioni per osservare Marte sono diventate direi finalmente accettabili, disco planetario superiore a 20" ma purtroppo limitata altezza sull'orizzonte e quindi inesorabilmente molta turbolenza che sappiamo essere un bel limite per il C8: in città non mi sono mai praticamente messo a osservarlo, causa attacco di isteria da traballamento e impossibilità di messa a fuoco decente, in montagna invece le cose effettivamente sono migliorate, il problema della turbolenza attenuato e sono riuscito a sorgere abbastanza nettamente la calotta polare e anche se molto sfumate le principali strutture planetarie; assolutamente meno frequenti le finestre "buone", nel complesso direi interessante per l'evento in se stesso, niente a che vedere anche con le peggiori osservazioni di Giove e Saturno.
Urano e Nettuno: dischetti rispettivamente grigio-verdastro e blu-azzurrino assolutamente anonimi, interessanti forse più per il fatto di essere in grado di osservarli che altro, comunque anche in un C14 non è che migliorano...
Infine devo effettuare una precisazione: gli SCT in generale soffrono nell'osservazione di oggetti luminosi di una certa luce diffusa e questo nell'osservazione planetaria penalizza il contrasto; sul mio C8 per ovviare a questo inconveniente, come ho già sottolineato e come si può veder dalle fotografie, ho effettuato personalmente all'interno del tubo ottico una serie di diaframmi che riducono avvertibilmente la luce diffusa migliorando il contrasto e la nitidezza anche se logicamente non in maniera stravolgente, poichè è comunque presente soprattutto ad alti ed altissimi ingrandimenti un po' di luce diffusa: una precisazione doverosa deve essere fatta al riguardo del fatto che tale fenomeno è imputabile al tubo ottico e non agli oculari ed eventualmente alla Barlow TeleVue utilizzati per le osservazioni, assolutamente di qualità, dei Pentax XL e dei Plossl TeleVue.

Luna:
Ammetto di non essere un assiduo ed esperto osservatore del nostro satellite, sinceramente non c'è una ragione in particolare, ma tant'è.! Comunque, giusto per fare qualche esempio, in condizioni di opportuna illuminazione con il C8 sono riuscito a osservare i piccoli crateri all'interno di Plato e la rima Birt, giusto per citare qualche osservazione non banale. Le osservazioni risentono come nel caso dei pianeti della turbolenza e anche in questo caso si presentano brevi finestre in cui l'immagine migliora nettamente. Personalmente non mi spingo mai oltre i 200/220 ingrandimenti anche perché preferisco un'immagine più piccola ma più incisa e definita, in ogni caso sono dell'idea che il C8 possa complice un buon seeing permettere delle osservazioni di una certa difficoltà e spingersi in condizioni particolari anche oltre i 300x.
A tal proposito, mi ricordo che qualche anno addietro, in una particolare e finora irripetuta serata di fine settembre, con un seeing eccelso i 300x li sopportava ottimamente anche il mio newton 114 f/8... quindi ribadisco che purtroppo, alla fine dei conti, è sempre il cielo che "decide" l'ingrandimento massimo effettuabile e in pratica quasi mai lo strumento; certo a parità di condizioni SICURAMENTE uno strumento superiore, o per qualità e/o per diametro, permetterà maggiori ingrandimenti e migliori risoluzioni.

Note sulla stabilizzazione termica:
Di sicuro lo avrete letto nei "dati di targa", ma non credo che li per li abbiate dato la giusta importanza al dato, quindi lo ripeto a scanso di equivoci:
Tempo di stazionamento termico: superiore ai 60 minuti per salti di circa 25°C (+23°C/-2°C)

Direi un vero e proprio "diesel"! Questo significa che, soprattutto in inverno, per poter iniziare da subito a osservare in maniera decente dovete mettere fuori il tubo ottico almeno un'ora prima di iniziare ad osservare, il che se si osserva dal balcone di casa è in qualche modo fattibile, tempo libero permettendo, ma nel caso di osservazioni in montagna o comunque fuori casa bisogna tener conto che prima di un'ora di osservare decentemente non se ne parla, soprattutto quando si vuol fare dell'alta risoluzione.
Per convincersi di questo basta provare a fare uno star test dopo soli 10 minuti dall'esposizione all'esterno del tubo ottico, è uno spettacolo direi caleidoscopico: baffi, tensionamenti e geometrie tutt'altro che regolari...
Il problema poi si ripresenta anche quanto durante la serata osservativa vi siano repentine variazioni della temperatura, durante il periodo di ristabilizzazione termica le osservazioni in alta risoluzione hanno un percettibile decadimento.
Altro aspetto assolutamente da non trascurare se ci si sposta in montagna /campagna per osservare è l'umidità: la lastra anteriore ha la "simpatica" caratteristica di appannarsi proprio quando il seeing inizia a migliorare, guarda caso quando l'aria si ferma e statisticamente aumenta l'umidità, dunque assolutamente non dimenticatevi un paraluce lungo almeno quanto il tubo ottico altrimenti inizierete a lottare, se vi va bene e lo avete dietro, "fohn alla mano" con la lastra appannata proprio quando le condizioni osservative sono al top e il C8 è finalmente stabilizzato....

CONCLUSIONI:

In definitiva il C8 va bene per tutto e non è il massimo per niente, di sicuro è un bel passo in avanti rispetto ai classici telescopi per principianti, tipo i newton 114mm o i rifrattori da 80/90mm, permette di iniziare a osservare seriamente e con un certo profitto e solo dopo un intenso uso si inizia a sfruttarlo al limite, cielo permettendo.
Sono dell'idea inoltre che gli SCT da 8" siano più performante dei newton f/5 da 200mm, che sono l'alternativa economicamente comparabile su questa apertura, anche e non solo per la maggiore versatilità degli SCT rispetto ai newton f/5.

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