Il
Buddhismo non è una tradizione specifica di certi lontani
Paesi, né un modo per sfuggire alle proprie responsabilità
né tantomeno un insieme di aride frasi raccolte in testi polverosi;
è invece una filosofia pratica, una psicologia che propone
una visione originale del cosmo e dell'uomo, al quale indica
via e strumenti per liberarsi dalla sofferenza e dall'egoismo
e raggiungere uno stato di pienezza esistenziale ed autentica
felicità.
Tutti gli esseri di questo mondo, sia umani che animali,
La vera e duratura felicità da noi inseguita continua a sfuggirci
e nel profondo del nostro essere continuiamo a soffrire. I
mezzi che abbiamo oggi a disposizione per migliorare le nostre
condizioni di vita e di salute ci danno un certo benessere
temporaneo, ma non hanno in sé il potere di estirpare la radice
della sofferenza. Dobbiamo al contrario constatare che il
progresso tecnologico tende a fare aumentare la sofferenza
mentale.
In genere noi pensiamo che la causa di tutti i nostri problemi
sia esterna a noi, e proviamo allora ad intervenire sulle
nostre condizioni esteriori di vita affinché queste ci siano
favorevoli. Non si può negare che le condizioni esterne influenzino
la nostra vita e ci causino sofferenza, ma bisogna anche riconoscere
la nostra parte di responsabilità. La causa principale della
nostra condizione di sofferenza è profondamente radicata nella
nostra mente e le situazioni esterne non sono che delle cause
contributive; per conseguenza, qualsiasi cambiamento operato
sul mondo esterno non avrà il potere di fornire una soluzione
soddisfacente ai nostri problemi. Per il buddismo, la causa
interna della nostra continua sofferenza è l'egoismo, l'atteggiamento
che ci induce a preoccuparci esclusivamente di noi stessi
ignorando gli altri: da questo atteggiamento scaturiscono
tutti i conflitti, dalle guerre fra le nazioni ai litigi familiari.
Quando invece l'egoismo diminuisce, subito avversione ed attaccamento
perdono forza, e cresce dentro di noi l'interesse verso gli
altri e la soddisfazione e la pace della mente. Budda nei
suoi discorsi espose una grande varietà di metodi adatti a
raggiungere questo risultato, cosicché chiunque, Buddista
o no, sia alla ricerca di un benessere temporaneo o della
felicità ultima, trarrà grande beneficio dallo studio dei
suoi insegnamenti. Una peculiarità dell'insegnamento di Budda
è la sua estrema adattabilità alle più disparate situazioni
e culture, e questo non per mancanza di principi o di coerenza,
ma per lo stile essenziale e radicale con cui egli affronta,
analizza ed offre una soluzione a ogni possibile problema
esistenziale.
L'obiettivo del Buddismo in occidente non è quello di fare
del proselitismo a favore di una cultura apparentemente remota,
ma di contribuire a migliorare le persone integrandole nella
società moderna attraverso gli insegnamenti di una sapienza
ancora pienamente viva ed attuale. L'interesse principale
del Buddismo è la mente e il modo in cui essa percepisce e
vive se stessa e tutti i fenomeni con cui entra in contatto.
Perciò, praticare il Buddismo in Italia non significa abbandonare
le abitudini di comportamento tipiche della propria cultura
e società per assumere quelle caratteristiche del mondo orientale,
ma conoscere e trasformare sé stessi, la propria mente ed
il proprio atteggiamento verso gli altri ed il mondo.
Il Tibet, con la sua grande tradizione spirituale, può essere
per l'occidente un Paese di grande fascino. La secolare e
assoluta inaccessibilità permise al "Paese delle Nevi" di
conservare intatta la sua antica cultura religiosa, per conseguenza
ora esso rappresenta non soltanto un simbolo di mistero e
magia ma, fatto più importante, anche un ultimo legame con
le antiche tradizioni di saggezza.
Dopo l'invasione cinese, poteva sembrare che la terra favolosa
dei mistici e dei Lama fosse sparita per sempre; il contatto
con la sua tradizione unica si mantiene invece per mezzo di
quei tibetani che riuscirono a fuggire nei paesi limitrofi
e in occidente. Costoro, sotto la guida di S.S. il Dalai Lama,
si sforzano di preservare la cultura millenaria del Tibet
e di offrirla come un dono prezioso all'umanità intera.
Referente
diritti umani per il Tibet
Luciano Fabris
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