UNA
BANDIERA PER UNO STATUS DI PIENA AUTONOMIA PER IL TIBET
CITTADINANZA
TIBETANA
Per
tutti gli amici e i sostenitori del TIBET
Sul
sito del Partito Radicale Transnazionale c'è un'iniziativa
del gruppo France-Tibet che vi invitiamo a sottoscrivere e
a pubblicizzare tra i vostri amici e conoscenti per ottenere
simbolicamente il passaporto tibetano.
Durante
una conversazione con il Primo Ministro in esilio, Ven.Samdhong
Rimpoce, gli amici francesi gli hanno proposto di valutare
la possibilità di concedere la cittadinanza ai sostenitori
del Tibet che ne avessero fatto richiesta. La sua prima esigenza
è stata di sapere quanti avrebbero potuto intraprendere
un' azione cosi forte a sostegno dei tibetani.
Il
numero di richiedenti dovrà essere così significativo
da indurre il Governo Tibetano a dirsi favorevole e la comunità
internazionale potrebbe non rimanere insensibile ad un'azione
di questo tipo ...neanche il governo di Pechino. E' evidente
che con questa azione, per ora simbolica, non si rinuncia
alla propria nazionalità di origine. Se i tibetani
decideranno che questa ennesima campagna è di beneficio,
tutti i richiedenti ne saranno informati- ad oggi siamo circa
7800-
Sta
a ciascuno di noi fare di questa iniziativa un successo, aderendo
e girando questa mail a più persone possibili.
Per aderire basta collegarsi al sito: www.tibetan-passport.fr.st/
;
cliccando su "online form to fill now" comparirà
un modulo da compilare e spedire, immediatamnte sarete registrati.
Invito
ad aderire alla campagna europea
"UNA BANDIERA PER UNO STATUS DI PIENA AUTONOMIA PER IL
TIBET"
Si
invitano tutti coloro già impegnati negli anni scorsi e quelli
ai quali sta a cuore la questione tibetana a presentare nel
proprio Comune e in quelli limitrofi l'ordine del giorno qui
allegato.
Si ricorda che si tratta di uno dei più atroci genocidi del
'900: oltre un milione di tibetani uccisi dal Governo Cinese
in cinquant'anni di occupazione militare, 6.000 monasteri
distrutti, saccheggi di templi, sterilizzazioni e aborti forzati,
pulizia etnica mediante trasferimenti massicci di coloni cinesi
in Tibet.
Per queste ragioni, chiediamo ai Sindaci ed ai Presidenti
di province e regioni di sostenere la causa tibetana ed associarsi
alla campagna europea " una bandiera per uno status di piena
autonomia per il Tibet" esponendo la bandiera tibetana dai
municipi (oppure all’interno degli edifici) fino a quando
il negoziato tra autorità tibetane e governo della Rep. Popolare
Cinese non si sarà concluso positivamente.
Quindi si chiede ai Sindaci o Presidenti di sottoscrivere
l’appello allegato e, eventualmente, sottoporre al voto del
Consiglio Comunale (provinciale, regionale) la proposta di
ordine del giorno.
Carissimi,
se volete allegare l’elenco dei Comuni che già hanno approvato
l'o.d.g., le autorità che già hanno firmato l'appello e altri
documenti li potrete trovare nel sito www.radicalparty.org/tibet,
allestito appositamente per questa campagna europea.
Il
Consiglio regionale del Piemonte ha approvato l'ordine
del giorno sul Tibet presentato e firmato dal gr.consigliare
Forza Italia, dal gr. consigliare Democratici di Sinistra
e dal gr. consigliare Radicali-Lista Bonino. Come avrete notato,
la questione attraversa ed interessa tutti gli schieramenti
politici, quindi non dovete crearvi problemi nel sottoporre
al Sindaco o ai gruppi consigliari l'o.d.g. sul Tibet, a qualsiasi
schieramento essi appartengano.
Come
muoversi?
a)
Coinvolgendo un Consigliere qualsiasi. Si suggerisce : se
conoscete un consigliere comunale, provinciale o regionale,
chiedetegli di presentare l'o.d.g. facendolo sottoscrivere
ai consiglieri di altri schieramenti; così l'o.d.g. seguirà
il suo corso naturale. Gli estremi dell'acquisto della bandiera
vi saranno da me comunicati via fax, direttamente a voi o
al Comune.
b) coinvolgendo un Sindaco o un’Assessore. Se volete sottoporre
l'o.d.g. al Sindaco o all’ Assessore Comunale o Provinciale
o Regionale, dovete chiedergli un appuntamento (telefonate
in segreteria del Comune e vi diranno quando riceve): presentatevi
come esponente di una associazione…normalmente viene data
priorità. All'appuntamento portate tutti i documenti ( soprattutto
appello da sottoscrivere per il Sindaco e o.d.g. per il Consiglio);
spiegate sinteticamente l'importanza del sostegno di questa
campagna di libertà e democrazia per un popolo così martoriato
e sottolineate che si tratta di una questione di diritti umani
oltre che politici. Già il Parlamento Europeo ha approvato
in tal senso. L'affissione della bandiera Tibetana non dovrebbe
creare problemi se effettuata in Municipio a fianco di quella
italiana: la legge 142 sulle autonomie locali dà discrezionalità
al Sindaco. Unica consiglio da dare al Sindaco è quello di
presentare l'o.d.g. in Consiglio Comunale con la firma in
calce di tutti i gruppi consigliari (se possibile): l'approvazione
all'unanimità sarebbe importante. Datevi una scadenza e datela
al Sindaco: l' o.d.g. andrebbe presentato attorno al 10 marzo
, giorno dell'insurrezione nonviolenta a Lhasa, comunque c’è
tutto il tempo necessario.
Quando le istituzioni vi comunicheranno l’adesione alla campagna
potete spedire una lettera dii ringraziamento con le indicazioni
per 'acquisto di una bandiera.
Per qualsiasi problema contattatemi; buon lavoro, Luciano
Fabris
Tibet:
proposta di ordine del giorno per un Consiglio Comunale
Ordine
del giorno Nome del Comune, X Gennaio 2001
OGGETTO: RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DEL POPOLO TIBETANO
Il Consiglio Comunale di XXX,
viste
le risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
sul Tibet del 1959, 1961 e 1965; le risoluzioni sul Tibet
del Parlamento europeo del 14 ottobre 1987, 15 marzo 1989,
15 settembre 1993, 17 maggio, 13 luglio e 14 dicembre 1995,
18 aprile e 23 maggio 1996, 13 marzo 1997, 16 gennaio e 13
maggio 1998, 15 aprile e 6 luglio 2000; le risoluzioni sulle
violazioni dei diritti fondamentali in Tibet adottate dal
Bundestag tedesco (15 ottobre 1987 e 20 giugno 1996), dalla
Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati italiana
(12 aprile 1989), dalla Camera dei Deputati belga (29 Marzo
1994 e 28 giugno 1996), dalla Commissione Affari Esteri del
Parlamento irlandese (21 luglio 1998); la risoluzione adottata
il 23 agosto 1991 dalla Sotto-Commissione delle Nazioni Unite
per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione dei
diritti delle minoranze; la risoluzione dell'Assemblea Parlamentare
del Consiglio d'Europa (D.E. 173, 5 ottobre 1988); le risoluzioni
adottate dal Congresso degli Stati Uniti d'America, dal Senato
e dalla Camera dei Rappresentanti australiani, dal Parlamento
del Liechtenstein e dal Parlamento ceco;
ricordando che il Tibet fu invaso e occupato nel 1949 e 1950
dalle forze armate del regime di Pechino e che è tuttora occupato;
che il territorio del Tibet corrisponde all'insieme del territorio
invaso ed occupato dall'esercito cinese nel 1949 (ovvero le
regioni dell'U-Tsang, Kham e Amdo) e non al solo territorio
della cosidetta regione autonoma del Tibet; che la rivolta
di Lhasa contro l'occupazione del regime di Pechino (10 marzo
1959) provocò la morte e l'incarcerazione di decine di migliaia
di persone e l'esilio del Dalai Lama e di altre decine di
migliaia di tibetani; i rapporti del 1959 e del 1960 della
Commissione Internazionale dei Giuristi sulla questione del
Tibet; che la lotta di resistenza del popolo tibetano negli
anni '50 e '60 provocò la morte di oltre un milione di tibetani,
cioè di oltre un quinto della popolazione di allora; la distruzione
di oltre 6.000 monasteri tibetani, l'incendio di centinaia
di biblioteche, il saccheggio di templi, la razzia di tesori
religiosi e culturali, le esecuzioni sommarie di decine di
migliaia di tibetani eseguite dalle guardie rosse durante
la cosiddetta rivoluzione culturale cinese del 1968; le manifestazioni
di protesta del 1987-88 contro l'occupazione cinese e la violenta
repressione scatenata dalle autorità di Pechino; la legge
marziale imposta dalle autorità di Pechino in Tibet nel 1989
e 1990; la trasformazione nel 1992 del Tibet in 'Zona Economica
Speciale' e il conseguente trasferimento massiccio di coloni
cinesi in Tibet, che, in pochi anni, ha reso i tibetani minoranza
nel loro stesso Paese, anche a causa della pratica, mai cessata,
delle sterilizzazioni e degli aborti forzati delle donne tibetane;
che il Governo tibetano in esilio è ospitato nella città indiana
di Dharamsala; che si è concluso il "Decennio per la decolonizzazione"
organizzato dalle Nazioni Unite;
ricordando
in particolare che l "accordo in 17 punti" firmato sotto costrizione
a Pechino dalle autorità tibetane, pur sancendo l'annessione
del Tibet alla Repubblica Popolare, garantiva anche la piena
autonomia del Tibet e, in particolare, il riconoscimento del
suo sistema politico e il pieno rispetto della libertà religiosa;
che le risoluzioni delle Nazioni Unite 1353 del 1959, 1723
del 1961 e 2079 del 1965 chiedono la cessazione di qualsiasi
pratica che privi il popolo tibetano dei suoi fondamentali
diritti umani, compreso quello all'autodeterminazione; l'istituzione
nel 1965 della Regione Autonoma del Tibet (TAR) da parte delle
autorità di Pechino; i molteplici tentativi di dialogo rilanciati
nel 1979, dopo la scomparsa di Mao Ze Dong, dal Dalai Lama
e dal Governo tibetano in esilio nei confronti delle autorità
di Pechino; i tentativi reiterati di rilanciare il dialogo
con le autorità di Pechino fatti dal Dalai Lama con il "Piano
in 5 punti", presentato davanti al Congresso americano nel
1987, e con la "proposta di Strasburgo", presentata davanti
al Parlamento europeo nel 1988; il conferimento nel 1989 del
Premio Nobel per la Pace al Dalai Lama; la lettera inviata
dal Dalai Lama a Deng Xiao Ping l'11 settembre 1992, nella
quale si ribadiva la volontà di dialogo delle autorità tibetane
con il Governo di Pechino; le manifestazioni nonviolente europee
di Bruxelles (1996), Ginevra (1997), Parigi (1998), Londra
(1999) per la libertà del Tibet e per l'apertura di negoziati
sino-tibetani, alle quali hanno partecipato migliaia di cittadini
europei e tibetani;
facendo
propria la risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio
2000, nella quale il PE "invita i Governi degli Stati membri
dell'Unione europea a esaminare seriamente la possibilità
di riconoscere il Governo tibetano in esilio come legittimo
rappresentante del popolo tibetano qualora, entro un termine
di tre anni, le autorità di Pechino e il Governo tibetano
in esilio non abbiano raggiunto un accordo relativo a un nuovo
statuto per il Tibet, mediante negoziati organizzati sotto
l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite";
chiede
al Governo e al Parlamento della Repubblica di dare immediata
attuazione alla Risoluzione del Parlamento Europeo, concorrendo
in questo modo a un accordo che garantisca la piena autonomia
dei tibetani in tutti i campi della vita politica, economica,
sociale e culturale, con le sole eccezioni della politica
di difesa e della politica estera;
decide
di mantenere esposta la bandiera tibetana in un apposito luogo
del Comune fino a quando il Governo della Repubblica Popolare
di Cina e il Governo tibetano in esilio non avranno concordato
un nuovo status che garantisca una piena autonomia per il
Tibet;
impegna
il Presidente del Consiglio Comunale a trasmettere il presente
ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri,
ai Presidenti delle Camere, al Presidente e al Primo Ministro
della Repubblica Popolare di Cina, al Dalai Lama, al Governo
e al Parlamento tibetano in esilio, al Presidente del Parlamento
Europeo e al Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Referente
diritti umani per il Tibet
Luciano Fabris
Via G. Matteotti, 7 - 36055 Nove (VI)
Tel. 0424-592339 ab. Fax 0424-829285
E-mail: fabrisluciano@iol.it |
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