Monica Giovinazzi

HOME

stage di teatro e letture drammatizzate

Monica Giovinazzi - 

 
Di formazione umanista, coniuga la sua  attività  teatrale con quella di operatrice culturale.  È fondatrice e presidente dell’associazione Raabe che gestisce un centro culturale indipendente nel rione Trastevere a Roma, dove vengono ospitate performance, laboratori ed esposizioni di arte figurativa, oltre a numerose attività didattiche (teatro, voce, teatrodanza, letture drammatizzate e altro).
La sua attività come autrice, dopo una fitta serie di momenti formativi – voce, teatro, canto, flauto traverso, movimento con diversi maestri, in Italia e all’estero - inizia nel 1995 con la raccolta di liriche Nomi cose città e prosegue con lavori drammaturgici di cui è regista e spesso interprete, con il gruppo RaabeTeatro:
 
1997: 
Un corpo geometrico - spettacolo itinerante a installazioni teatrali che indaga il rapporto tra pubblicità e corpo femminile - rappresentato in diversi contesti romani (teatro d'appartamento, centri sociali, palcoscenici tradizionali); lo spettacolo interagisce con gli spazi ospitanti, stravolgendoli.
 
 1998: Caporalato - Morte bianca - Ninna nanna - Cessi - monologhi e installazioni sul mondo del lavoro.
 
 1999:
Coscine di pollo – ninna nanna - microinstallazioni teatrali sul rapporto donna -lavoro, da una ricerca svolta in collaborazione con alcuni sindacati : cso Affabulazione e cso La Torre
 
 Regia ed elaborazioni audio d
i Sezionando Cassandra, liberamente tratto da Christa Wolf, con Maura Monzani, rappresentato al Teatro Affabulazione di Ostia, a Cesena, nell’ambito della IV rassegna del Teatro in scatola e in alcuni luoghi non teatrali in Emilia (casolari ecc.) e poi ancora nel 2001 nel Teatro di Massenzio a Roma.
 
 È autrice de
La stanza sonora: studio n.1 progetto di coro di voci che intende recuperare l’universalità dell’emissione fonica che si tramuta in lingua ma non solo.
 
Alfiere bianco in B5 videoinstallazione con schermitore: Ostia teatro Pallotti, Roma Notti per Anja di Mario Martone al Teatro dell'Angelo (ha partecipato al seminario di regia dello stesso Martone quando era Direttore del Teatro di Roma).
 
 2000: Con RaabeAriadneteatri, ha presentato lo spettac
olo Extasi, dando voce a donne/sante che, attraverso il corpo/strumento, hanno conquistato una forma di primato della soggettività. Caterina da Siena, Angela Merici e Rita da Cascia viste sotto una nuova luce in un rapporto di chiaroscuro con un coro di donne moderne. 

 
 Madamadorè, ipertesto teatrale, che coinvolge più di venti persone, tra cui storici, insegnanti etc., intessendo la drammaturgia a glossari tecnici. Ogni spettacolo prevede un percorso narrativo diverso, composto da materiali emersi e catalogati nel corso del lavoro di preparazione, continuamente rielaborato e in crescita seguendo link ipertestuali.
 
 2001:
Rischio di fogna urbana, una tragedia metropolitana per oggetti, individui e coro di voci; a quest’ultimo spetta il compito di esplorare aspetti comuni a lingue diverse, elementi fonetici particolari e unici e di creare un vocabolario allargato sviluppando la capacità all’ascolto reciproco e la padronanza delle potenzialità espressive di ogni singola voce. Il testo dei cori è costituito da un coacervo di termini tratti da lingue diverse e neologismi diviso in segmenti variamente ricomposti per ogni singola voce. Sequenze e tonalità s’inseguono e sovrappongono, a volte ridotte a puro suono. Il testo è composto su uno spartito a schema originale.
 
 
Medea’s sauce, che affronta il problema della collocazione sociale e culturale delle donne over 50, schiacciate dai lavori di cura e dell’individuazione di una via di presa di coscienza e ripartenza attraverso il lavoro teatrale. Il lavoro suscita l’interesse della Presidente della Commissione naz. Pari Opportunità, Marina Piazza, autrice del libro Le ragazze di cinquant’anni..  
Lo spettacolo viene presentato a Roma e a Trento (Festival Europeo  Officine dei Teatri in collaborazione con l’Università).
Il lavoro viene ripreso e sviluppato oltre nel 2006, con quattro protagoniste e rivisitato in chiave surreale ed ironica.

2002: inizia il progetto di teatrodanza e voce
Karusell (Bambini nella giostra di desideri adulti), in collaborazione con la coreografa  e danzatrice Emanuela Mondiello.  Un lavoro d'indagine sui tempi e sui ritmi di vita dei bambini, spesso vittime di colpevoli dimenticanze e oggetto di spostamenti coatti, di ritmi esasperati, di intrappolamenti e di violente incursioni verbali. Lo spettacolo rappresenta la vertiginosa corsa, a ritmo di tango, verso la crescita, attraverso un percorso itinerante a quadri che propongono scene della vita di ogni bambino. Le autrici hanno dato voce e forma a questo disagio con una caratterizzazione ludica e a tratti grottesca del segno coreografico, che interagisce con il ritmo e gli impulsi degli interventi vocali delle due performer in scena. Il tappeto sonoro dello spettacolo è costituito unicamente dall'ordito dei segni vocali.
Lo spettacolo viene rappresentato a Roma e all’Aquila e poi ripreso e sviluppato con due sole performer nel 2005,  con una ulteriore tensione all’ essenziale.


2003: in collaborazione con l’artista Giuseppe Bersani e  la coreografa Emanuela Mondiello, dà vita a NE’ON, macchina-installazione a flusso continuo per movimento, voce e materiali. NE’ON parla dello svelamento, dell’origine del linguaggio. La performance rappresenta un ritorno al grado zero della rappresentazione. La voce gioca un ruolo primario con suoni legati all’etimo dell’unico oggetto in scena. (rappresentato nello spazio di RaabeTeatro e nell’ambito della rassegna Linguaggi al Museo d’Arte moderna di Pescara).
 
2003/2004: in collaborazione con la danzatrice Giovanna Summo, nell’ambito della rassegna autoprodotta
Close to the project”presenta Miro-me, lavoro di teatrodanza e voce: “un’illogica farsa dialecta circum Humpty Dumpty et Alice dal funambolico Lewis Carroll nell’impossibile versione di Artaud”

 





 


Nell’ambito di un convegno su Joyce organizzato dall’Università di Bologna (SiTlec di Forlì) presenta una lettura drammatizzata a più voci e suoni del monologo di Molly Bloom dall’Ulisse.

 
2004:
Medea di Paolo Puppa

impastata da Monica Giovinazzi chenell’incontro tra testo e performance vocale esplode il pensiero del personaggio ne moltiplica le voci che – schegge impazzite – ne interpretano ora l’horror vacui nell’attesa di telefonate ora l’insofferenza nel sentirsi oggetto voyeuristico di cannibali massmediatici ora la paura dell’abbandono da parte di Giasone.  Forse l'estasi d'una santa contemporanea.

 

 


2005: Presenta
Vacuum, un lavoro dedicato all’ ultimo scritto di Heiner Müller (Traumtext) che affronta il tema della distrazione. La performance è preceduta e a ccompagnata da un’installazione scenica con totem di “ricordi sottovuoto”.

2006: In collaborazione con la coreografa E. Mondiello e la danzatrice Antonella Pugliese, presenta
“Habitus”, una perfromance di teatro danza sull’essere e l’apparire, sul modellare e subire, in un “non-luogo”, una passerella senza "dietrolequinte", un lavoro per tre giocatori e sei gonne nelle tonalità del rosso.

 

 

 

 

 


In collaborazione con l’architetto Eugenia Benelli, nell’ambito del progetto
“Raabeart”, propone il primo documentario d’arte dedicato alla “Valse” di Camille Claudel. M.lle Camille verrà rappresentato a Roma presso il Centro Raabe (2006) e, con il benestare delle Belle Arti, presso il complesso monumentale ex-carcere di San Michele a Trastevere (2007) e inoltre, a seguito dell'assegnazione del premio GAI, viene rappresentato anche a Vienna, in collaborazione con il centro culturale RoteHaare nov. 2007),


San Michele a Roma


Scrive e dirige
“Usa e getta installazione teatrale in 9 quadri con ritornello e maledizione, affidata a nove protagonisti che impersonano nuovi santi ispirati a fatti di cronaca usati e dimenticati, salsicce dello spiedo mediatico televisivo.
Rappresentato sia a Roma nel 2006 che il 9 settembre 2007  a Pescara, nell'ambito della rassegna nazionale della performance Linguaggi


Nel 2007, dopo uno stage di approfondimento su happening e imballaggi  dell'anno precedente, realizza una regia de "La classe morta" di Tadeusz Kantor, suscitando interesse non solo tra gli addetti ai lavori.

 



 


Nel corso del 2007 ha inoltre scritto e messo in scena Il respiro di Bernhard – un omaggio a Thomas Bernhard, prendendo spunto da una scena del suo romanzo  "Il Respiro". Si tratta, come dice l'autrice, di un lavoro per "muscoli e laringe". 




Nel mese di giugno del 2007 l'esordio con il secondo documentario teatrale DIE GABE -IL DONO sulla pittrice espressionista tedesca Paula Modersohn-Becker.

 
Insegna teatro, tecniche della performance, letture drammatizzate e voce dal 1987 sia per Raabeteatro che in collaborazione con altri Istituti e associazioni. I suoi stage di teatro prevedono solitamente una performance finale.
Docente di comunicazione teatrale per le insegnanti delle scuole dell'obbligo ha collaborato con diverse università italiane (Forlì, L'Aquila, Trento). Ha fondato a Vienna íl centro culturale RoteHaare.
Sempre a Vienna, in collaborazione con l'Istituto di Romanistica, nel 2007 ha partecipato ad una conferenza su Goldoni.
   
TOP

HOME |