RaabeTeatro |
DOCUMENTARIO TEATRALE |
IL CAMMINO DELL'UOMO
Dino Buzzati
di Tiziana Petrini
dal
20 al 27 novembre 2008
|
mattina per le scuole:
9.30
10.15
11.00
11.45
12.30
13.15 |
18.30
19.15
20.00
20.45
21.30 ultimo (lunedi giovedì)
22.15 ultimo (venerdì sabato domenica) |
"In un arco di
tempo,
pur non avendo punti di riferimento,
ciascuno di noi realizza il
suo cammino
con l' unica certezza che, allo scadere del tempo,
il temuto
evento sopraggiungerà inesorabilmente a porre fine al nostro avanzare.
Cosa si celi però dinanzi al cammino è un mistero che l'uomo tenta di
scoprire ricercando sempre più e sempre oltre. La ricerca lo condurrà in
diversi luoghi, lontano dalle sue origini e dalle sue radici, dove potrà
fare delle esperienze, alcune comuni a tutti gli uomini, altre più
personali ed intime, e alla fine, ad un passo dal luogo in cui il tempo
è fermo, l'uomo ritroverà se stesso e la sua libertà".
l'infanzia
Il documentario,
concepito come un percorso plurisensoriale simboleggiante la vita
dell'uomo la nascita, la crescita e la morte desidera invitare i
visitatori a fare delle esperienze, alcune personali, altre collettive
per concretizzare alcuni dei concetti espressi nell'opera buzzatiana. La
vita per l'uomo è enigmatica, misteriosa e precaria, tanto da spingerlo
ad intraprendere, senza punti di riferimento, un cammino verso l’ignoto:
cosa ci sarà ad attenderlo al di là, lontano dalle sue origini e da ciò
che è sicuro? Alcuni, cercando con ansia di scoprirlo, avanzeranno
sempre più e sempre oltre, mentre altri si fermeranno nell'attesa di un
evento straordinario che darà un senso a tutta la loro esistenza ...
riusciranno tutti a trovare le risposte che cercano? Intanto, il tempo
che fugge via inesorabilmente, da un lato, ha cambiato l'uomo che ormai,
lontano dalle sue radici, si sente sempre più solo ed inquieto mentre,
dall'altro, lo avvicina sempre più al temuto traguardo. Ma ecco che
proprio ora qualcosa cambia.... l'uomo improvvisamente riesce ad
esorcizzare le sue paure e le sue inquietudini più intime ritrovando il
sorriso e la sua libertà: cosa è successo? Secondo questa evoluzione il
percorso del documentario è strutturato in due luoghi, che corrispondono
a due età dell'uomo, e tre aree che rappresentano il suo avanzare nella
vita. I visitatori, in gruppi (massimo di sei persone), saranno invitati
a fare delle esperienze.
Le esperienze saranno alcune individuali e altre di gruppo, ed alla fine
del percorso è prevista una breve riflessione sulle esperienze svolte da
ciascun gruppo.
Nel luogo della Fanciullezza, pieno di luce, i visitatori saranno
sollecitati ad esprimersi in modo creativo e fantasioso mentre la
razionalità e la schematizzazione caratterizzeranno il luogo della
Maturità. Procedendo, senza punti di riferimento, i visitatori
giungeranno nella prima area, Ricerca e Allontanamento, caratterizzata
da una enigmatica luce blu, all'interno della quale grandi e piccoli
saranno invitati a fare quattro esperienze legate all'attesa,
all'allontanamento, al destino e alla paura. Continuando nel cammino si
incontrerà la seconda area, Il Contrasto, questa volta la luce sarà
verde come la natura, scriveva Buzzati nel 1960: "l’uomo fa di tutto per
liberarsi della Natura. Vestiamo contro Natura, abitiamo contro Natura,
viaggiamo contro Natura, dalla mattina alla sera facciamo il contrario
di quello che la Natura ci consiglierebbe. Proprio in questa autonomia è
il nostro vanto. La prova della nostra superiorità sugli animali". Qui
il visitatore potrà fare alcune esperienze contrastanti: la realtà o i
sogni? I vizi o le virtù? Vecchiaia o giovinezza? L'ultima area, La
Libertà, caratterizzata da una calda luce gialla, rappresenterà per il
visitatore l'occasione di incontrare se stesso...
Come nasce il documentario "Il cammino dell'uomo"?
La produzione di Dino Buzzati è vasta ed articolata e comprende ben
cinque romanzi, varie opere teatrali e numerosi testi critici, per non
parlare degli scritti giornalistici.
Tuttavia la parte più cospicua e più nota - ma anche più riuscita -
dell'opera di Buzzati sono i racconti. In particolare, il documentario
si è ispirato alla raccolta La Boutique del mistero, apparsa negli Oscar
Mondadori nel 1968.
La raccolta comprende trentuno racconti, pubblicati in diversi volumi ed
ordinati dallo stesso autore, "nella speranza di far conoscere il meglio
di quanto ho scritto". Già dal titolo traspare che quella scritta da
Buzzati non è una semplice raccolta di racconti ma è qualcosa di
pregiato, di sopraffino (come indica il termine “boutique”).
Il racconto di Buzzati è, infatti, un momento di indagine profonda,
un'esplorazione emozionante in un'atmosfera magica. Poche volte, nella
letteratura italiana, uno scrittore ha indagato così a fondo il mistero
che circonda l'uomo contemporaneo, le debolezze ed i paradossi che lo
caratterizzano, la sua solitudine, le sue esperienze.
Forse la grandezza di Buzzati (che si manifesta interamente in questo
libro) è proprio la capacità, attraverso racconti brevi e facilmente
leggibili, di trattare argomenti tutt’altro che leggeri, quali la
solitudine dell’uomo, la morte, i sogni.
Ogni racconto nasconde una morale, un significato diverso, un risvolto
inaspettato.
Una metafora forte, quella di Buzzati, sull'avventura dell'esistenza
umana, secondo la quale l'uomo si troverà solo ad affrontare il proprio
cammino.
Dino Buzzati /// La biografia
Dino Buzzati Traverso nasce il 16 ottobre del 1906 a Belluno, nella
villa di proprietà della famiglia in località San Pellegrino, ma per
gran parte del tempo risiederà a Milano.
Negli anni della sua infanzia si sovrappongono le suggestioni legate al
luogo di origine e quelle derivate all'ambiente cittadino: la sua
vocazione per la montagna è più forte e tanto presente nella sua vita
intima quanto in quella letteraria.
La poesia, la musica (studia violino e pianoforte) e il disegno sono
stati i primi veri e propri compagni della sua giovinezza. Dal 1920
comincerà a scrivere, a disegnare ed a tenere un diario, nel quale
continuerà ad annotare, con una breve pausa tra il 1966 e il 1970,
impressioni, giudizi, pensieri.
Dopo aver superato gli esami di maturità nel 192- e il servizio di leva,
nel 1928 si laurea in legge e viene assunto al "Corriere della Sera"
come cronista, dove rimarrà sino alla fine dei suoi giorni. All'interno
del Corriere sarà chiamato ad occuparsi del periodico "La Lettura",
supplemento letterario dove pubblicherà alcuni dei suoi racconti
migliori. Richiamato alle armi nel 19-0, come corrispondente di guerra,
raggiunge la zona delle operazioni navali del Mediterraneo.
A fianco dell'attività giornalistica e letteraria, ebbe un certo rilievo
quella pittorica: autore di bozzetti e di dipinti vari, Buzzati
partecipa a numerose mostre, dichiarando di considerare la pittura non
come un hobby ma come il proprio mestiere.
Dalla sua vita sentimentale, segnata da amori difficili, prendono spunto
i romanzi "Il grande ritratto"(1960), "Un amore" (1963) ed i numerosi
dipinti a sfondo erotico.
Otterrà nel 1958 il premio Strega per "Sessanta racconti", un'antologia
personale curata dallo stesso Buzzati, mentre nel 1970 riceve il premio
giornalistico Mario Massai per gli articoli pubblicati sul Corriere
l'anno precedente, a commento dello sbarco dei primi astronauti sulla
Luna.
Nel febbraio del 1971 avverte i primi sintomi della malattia, un tumore
al pancreas. Morirà il 28 gennaio del 1972.
Dino Buzzati /// La bibliografia del documentario
- Barnabo delle montagne, Treves-Treccani-Tumminelli, Milano-Roma 1933
(poi Garzanti, Milano 1949)
- Il Segreto del Bosco Vecchio, Treves-Treccani-Tumminelli, Milano -Roma
1935 (poi Garzanti, Milano 1957)
- Sette Piani pubblicato, in La Lettura, a. XXXVII, n.3, 1° marzo 1937,
inserito poi nella raccolta I sette messaggeri e ripreso in Sessanta
racconti
- I sette messaggeri pubblicato in La Lettura, a. XXXIX, n. 6,1 giugno
1939, poi nella raccolta I sette messaggeri e in Sessanta racconti
- Il mantello pubblicato in Corriera della sera 14 luglio 1940, poi in
Sette messaggeri e in Sessanta racconti
- Il borghese stregato pubblicato in Corriere della sera, 25 gennaio
1945, poi in Paura alla scala e in Sessanta racconti
- Una goccia pubblicato in Corriere della Sera, 25 gennaio 1945, poi in
Paura alla Scala e in Sessanta racconti
- Racconto di Natale con il titolo Lunga ricerca nella notte di Natale
fu pubblicato sul Corriere della Sera, 25 dicembre 1945.
Fu poi ristampato in Paura alla Scala e in Sessanta racconti
- Deserto dei Tartari, Rizzoli, Milano-Roma 1940 (poi Mondadori, Milano
1945)
- La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Rizzoli, Milano 1945 (poi
Martello, Milano 1958)
- Per conto di Laika Corriere della Sera 16 novembre 1957
- Sessanta racconti, Mondadori, Milano 1958
- La Boutique del mistero, Mondadori, Milano 1968
Dino Buzzati /// Il pensiero
Una volta, in occasione di un'intervista, Dino Buzzati disse che, quando
scriveva, la sua massima preoccupazione era quella di non annoiare il
lettore ma di "divertirlo" e possibilmente di "commuoverlo". A proposito
di questo aveva dichiarato che il racconto era la sua forma di
espressione preferita perché, secondo lui, così come la novella, esso
possiede una struttura breve ed agile. Se poi a tale struttura si unisce
una prosa semplice ed essenziale ed una lingua facile ed accessibile a
tutti, qual era quella di Buzzati, allora il racconto si rivela anche
l'unico mezzo espressivo veramente efficace per rendere credibile
l'incredibile.
Far divertire il lettore per lo scrittore significava distrarlo, cioè
distoglierlo dai pensieri di sempre, quelli legati alla vita quotidiana.
La sua arte risiede proprio nel fatto che tutto ciò che accade nei suoi
racconti non è né reale né fantastico ma verosimile cioè credibile.
Buzzati, infatti, invita il lettore ad uscire dalle strade della
quotidianità per trasportarlo, in un mondo diverso dal solito.
Evidentemente egli sentiva, forte, l'esigenza di evadere dalla realtà,
da quella a lui contemporanea del fascismo, della guerra mondiale, della
guerra civile, della guerra fredda, della ricostruzione, del boom e
della recessione ma anche dalla realtà in sé per sé, vista la precarietà
dell'esistenza: la vita è solo una lunga attesa di eventi straordinari.
Far commuovere il lettore per Buzzati significa suscitare in lui
emozioni forti, cioè portarlo a condividere le sue stesse sensazioni,
obiettivo che viene raggiunto spostandosi in realtà alternative,
talvolta assurde, paradossali.
Commenti raccolti in occasione del "Documentario
teatrale" su Dino Buzzati:
"Il cammino dell'Uomo" conferma le
grandi potenzialità di questa forma di indagine, rappresentazione,
fruizione che è il documentario teatrale. Una forma, direi, che non
può che essere sempre "in progress" perché fonte di stimoli e
curiosità. Non solo per il pubblico, ma anche per chi costruisce un
percorso partendo da un'idea, dal bisogno di comunicare ad altri
informazioni ed emozioni che sono sue. E finisce per rendersi conto
che il lavoro "confezionato" non è e non può essere un prodotto
finito: innescando un circolo virtuoso, le sollecitazioni si
moltiplicano, arrivano dall'esterno, dal pubblico, e dal cuore
stesso del documentario . Nessuna certezza, dunque, ma possibilità
di ulteriori esplorazioni che continuano ad aprirsi. Un modo per
restituire all'arte il suo ruolo più nobile.
Annotazione dal diario di questi giorni: ieri sera, tornata a casa,
la prima cosa che ho fatto è stato cercare un libro di Buzzati da
prestare a uno spettatore che, dopo il documentario, me lo aveva
chiesto."
Elisabetta
Sono due giorni che cerco
l'occasione di parlare e discutere sull'esperienza del
documentario e sento anche la necessità di comunicarla il più
possibile all'esterno.Questo perché trovo estremamente
valido ciò che è stato realizzato. Il percorso è stato per me
estremamente impegnativo; non ero purtroppo nelle condizioni
migliori e questo un po' mi dispiace. L'impegno consisteva nel pescare
dentro me stessa e tirare fuori ricordi e pensieri che
immediatamente cominciavano a consuonare con quelli di Buzzati. La presenza dell'autore era
percepita non solo come artista, ma anche come uomo. Difficile
alla fine separare le parti mie dalle suggestioni sue. E questo
per l'enorme ricchezza di stimoli che Tiziana ha saputo
scegliere e riproporre. Ricchissimo! Sostare, abitare quel luogo
unico è stato un privilegio. Dove, mi chiedo, dove altro è
possibile compiere in libertà un'esperienza di conoscenza così
partecipata? Uscendo dalle mura di via Bertani, sabato sera,
dove ritrovare quella ricchezza di stimolo alla conoscenza?
La realizzazione della struttura era
molto efficace, non avrei creduto data la complessità del
progetto; l'ambiente era un ambiente con un senso e una
connotazione..."
Stefania
"Grazie a Stefania per il suo
commento ricco di spunti di riflessione. è vero dobbiamo parlare e
parlarne: ormai credo solo che il passaparola sia efficace
perché l'esperienza non si disperda. Non ho dubbi sulla validità del
documentario come sosta d'approfondimento e movimento di
comunicazione e dunque mi auguro che il grande
lavoro di Tiziana sia solo un inizio, un tarlo per qualcun altro. peccato per chi non c'era
. propongo di ripeterlo per una
settimana di seguito entro l'anno..."
Monica
"Il libro - o meglio il percorso
letterario di un autore come Buzzati -protagonista,
matrice e
guida di una esperienza d’arte innovativa: il documentario
teatrale Quante possibili chiavi di lettura e interpretazioni offre un
libro? Il documentario teatrale sembra essere un’espressione
artistica che coinvolgendoci a trecentosessanta gradi con
un’esperienza multisensoriale ci invita a riflettere e a
prenderne coscienza. Stimoli, sollecitazioni, emozioni guidano
all’interno del documentario teatrale senza richiedere
necessariamente la conoscenza dei libri dell’autore a cui è
dedicato. Pertanto, sembra un’esperienza valida sia per avvicinare alla
scoperta dei libri e delle loro infinite e multistrati
possibilità di sollecitazioni e chiavi di lettura,
sia per
godere in forme diverse del piacere della produzione letteraria
di Buzzati. Insomma questa forma d’arte contemporanea non può non lasciare
un segno nei suoi fruitori."
Gabriella
Dino Buzzati
La forma, "documentario teatrale", è la sostanza della rappresentazione.
Il racconto avviene attraverso la presentazione di scritti ma anche di oggetti
e cose che rimandano al vissuto dell'autore.
La sovrapposizione del percorso di Buzzati a quello fisico
dello (ex) spettatore, trasforma in realtà -esperita - quello che
altrimenti sarebbe osservazione della "messa in scena".
I documenti, le informazioni, vengono mostrati, condivisi; si partecipa in maniera
automatica e facile.
Il risultato è che si centra l'obiettivo di cominicare, trasmettere, illustrare.
Finalmente si capisce quello cui si partecipa. Durante e
dopo si ha il desiderio di saperne di più e
l'esperienza dell'autore e delle curatrici, diventa anche mia. Bello.
(ho un sentimento di fiducia per il lavoro, di qualità, che si "fa"
da Raabe)
Maria M.
Associazione Raabe
Via Agostino Bertani, 22
Trastevere Roma
info e prenotazioni: info@raabe.it
3287694555
Cos'è un documentario teatrale?
Il documentario teatrale è un gesto con cui intendo restituire
attenzione ad artiste/i che percepisco dimenticati o irrigiditi in
cliché e apparati critici. E’ la formula che meglio s’adatta alla
necessità d’affrontare un artista nella sua integrità, rispettandone
forme/formule/informazioni. E’ il luogo privilegiato della ricerca e lo
spazio per la messa in opera di intuizioni e segni lanciati attraverso
opere e anni.
Sono scettica nei confronti di lavori di riscrittura pseudobiografica ed
emotivpsicologica delle loro opere, proprio perché il documentario per
sua natura non deve prendere posizione o interpretare ma rendere una
serie di input meditati nell’attento studio di tutto il materiale
esistente sull’argomento, e creare link aperti o insinuare tarli e
curiosità, lasciare domande e non arrogare risposte.
PROGRAMMA DOCUMENTARI
2008/2009
7 novembre 2008
Vienna
I luoghi di
Cesare Pavese
20/27
novembre 2008
DINO BUZZATI
dicembre 2008 (Latina)
IL DONO:
Paula Modersohn/Becker
14/15 febbraio 2009
PININ CARPI
febbraio 2009 (Latina)
TADEUSZ KANTOR
23/25 febbraio 2009 (Vienna)
Il pensiero dominante: GIACOMO
LEOPARDI
20/21 giugno 2009
LUIGI PIRANDELLO:
sciagura, follia, sequestro
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