ALLA RICERCA DEL PIPER CLUB.

 

 

 

 

La prima volta che si parla del Festival di Roma è sul Melody Maker del 6 gennaio 1968. Di questo foglio ne dà notizia il libro Embryo - A Pink Floyd Chronology 1966-71 (Cherry Red Books, 1997).

 

  Il 27 gennaio 1968 il Melody Maker riporta la notizia: “A close friend of the Syd Barrett and Roger Waters.... Gilmur (scritto proprio così) has rehearsed with the group for several weeks, ....their first European Tour which starts on February 18th ....includes a performance at the First European International Pop Festival in Rome”.  

E' un piccolo articolo, che riportava così un tour europeo a febbraio del 1968, che sarebbe culminato con la partecipazione al Festival Pop di Roma. L'articolo fa riferimento al primo periodo del 1968, quello della probabile formazione a cinque, con Gilmour e Syd insieme sul palco. Infatti, inizia con l'annuncio dell'entrata di Gilmour nella band, lo definisce "...a close friend of Syd Barretts and Roger Waters from Cambridge..."; inoltre, cita che Gilmour, dopo aver fatto le prove con il gruppo per parecchie settimane, sta lavorando con loro per i concerti ("...live appearances...") ed in studio ("...heavy recording schedule..."). L'articolo finisce con la citazione al tour europeo ed al Festival di Roma: "...The new five-member Floyd embark on their first European tour on February 18th, which includes a performance at the First European International Pop Festival in Rome...". Il riferimento però, come abbiamo visto, non è preciso. Ci furono anche altre testate giornalistiche, sempre il 27 gennaio 1968, che riportarono le stesse notizie del Melody Maker, citando l'entrata nel gruppo del nuovo chitarrista David Gilmour e l'inizio del nuovo tour europeo del 18 febbraio, che avrebbe toccato anche Roma ed il suo International Pop Festival: il Disc and Music Echo e il Record Mirror. Ma la sostanza non cambia.

 

  Il 12 aprile viene pubblicato il singolo "It would be so nice". Il Melody Maker del 27 aprile 1968 riporta: “Pink Floyd back from Rome, mystified by lack of advertising from Rome Pop Festival”. Dalla data del giornale si capisce che i Pink Floyd sono stati a Roma, ma per prendere accordi sul festival, per suonare o per altro? Comunque, è un dato importante, una conferma indiretta che i Floyd erano stati a Roma tra il 12 ed il 27 aprile 1968. ...Ma a che fare? Un primo dubbio ci assale: potrebbe essere difficile che i Floyd siano andati a Roma o si siano esibiti al Piper Club nel mese di aprile, se pensiamo che erano semisconosciuti fuori dall’Inghilterra e che viaggiare in aereo costava, certamente due viaggi in aereo a Roma in meno di un mese (aprile e maggio) ci sembrano troppi. Ma possono aver preso la nave, come sappiamo che facevano spesso dalle testimonianze di Mason sul suo libro. E poi, vi è la possibilità che nei giorni precedenti a tutti e due gli eventi fossero già in Europa, e più precisamente in Belgio (12, 13 e 14 aprile, 4 maggio).

 

Le nostre ricerche si sono così spostate al periodo prima del festival, presumibilmente quella primavera dove risultano le due date di aprile 1968 (18 e 19). E questo anche perché sono parecchi gli indizi che ci portano finora al Piper di Roma.

   

 

  Il primo si trova sul sito del Piper, dove viene citato: [ dal sito www.piperclub.it ]

"...Ricordo una ragazzina vispa che ballava e canticchiava in alcuni locali di Roma, si chiamava Nicoletta Strambelli ed arrivava da Venezia, la ingaggiammo cambiandole nome, mettemmo su un gruppo che l'accompagnasse nelle serate, Alberigo Crocetta ne curò con successo l'immagine: nacquero così Patty Pravo ed il suo primo complesso, i Pipers. Riuscimmo a portare al PIPER i Duke Ellington, i Procol Harum, i Pink Floyd, i Who, il grande Isac Hayes. La nostra voglia spontanea di divertirci facendo divertire ha gettato le basi di una professione niente affatto scontata e banale e di quello che per gli anni a seguire sarà definito l?impero della Notte...".

 

  Il sito di John Flores dice (lo vedremo meglio più tardi chi è John Flores): [ dal sito http://www.johnfloresgraphics.com/piper.html ]

“Other great bands that played here:

The Merseybeats, The Renegades, The Pipers, Mike Liddell & Gli Atomi, i Rokketti, i Delfini, i New Dada, Caterina Caselli & Gli Amici, Patti Pravo, Pink Floyd, Genesis, Procol Harum, The Byrds, Nirvana(?)...”.

Le foto con scritte in inglese, per la cronaca, sono nel sito di Bobby Posner sui Rokes, ed era la pubblicità originale per l'apertura del locale, diretta ovviamente agli Americani ed Inglesi in Roma.

 

n Una citazione alla partecipazione dei Floyd al Piper Club è presente anche recentemente. Sulla Repubblica del 11/02/2005, un articolo di Carlo Moretti, in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni del Piper (Pagina 55 - Spettacoli), fa riferimento ai primi concerti della fine degli anni '60, tra cui i Pink Floyd. Il riferimento che l'articolo fa sui Pink Floyd è chiaro, e si tratta di un periodo senz'altro antecedente il 1969. Anche se alcune imprecisazioni ci sono, come per esempio nei confronti dei Genesis, che suonarono al Piper Club solo nel 1972.

 

  Sul Corriere della Sera del 17/02/2005, un articolo di Paolo Conti, sempre per il 40° anniversario del Piper, fa anch'esso riferimento ai Floyd al Piper.

La ricerca è così proseguita online, consultando alcuni siti che ci hanno dato le prime risposte interessanti.

  Sul sito di Nuovo Sound vi era riportata la storia del Piper, a cura di Eddie Ponti, il quale riporta almeno una serata con i Pink Floyd al Piper. [ dal sito http://www.sopi.it/Anni60/PiperClub/piper_story_2.htm ]

"Da Nuovo Sound - n.9" dell' 8 marzo 1975 (a cura di Eddie Ponti)

Solo parecchio dopo, proseguendo nella lettura dell’articolo, si capisce che il periodo che cita i Floyd è forse quello di aprile. Infatti, solo dopo dice: “...Arrivava il maggio '68, e mentre altrove lievitava una protesta storica, da noi solennemente ci si preparava all'estate con la messa in sordina del Piper, lasciato ai turisti per i mesi della calura....”. Fa riferimento a maggio molto dopo e per cui nel tratto in cui cita i Floyd si parlava senz’altro di prima di quella data, dell’inizio della primavera del ‘68. ...Forse aprile...? Qua, per cui, i primi indizi e le prime conferme di almeno una partecipazione dei Pink Floyd all’interno del Piper, confermata poi da altre persone autorevoli che in quei tempi gravitavano nell’orbita del Piper Club. Il tutto è confermato nel nuovo libro sul Piper Club, "Piper Club" (di Mario Bonanno e Giancarlo Bornigia, Collana "Storia mito canzoni", Bastogi Editore, novembre 2005).

 

  Anche Tito Schipa Jr., grande regista, autore, musicista e interprete di spettacolo musicale, (http://www.titoschipa.it/making/01.htm)(* sito non più funzionante) ricorda di aver presentato i Pink Floyd al Piper, anche se il suo ricordo è vago, perché pur facendo il presentatore al Piper, non era ancora approfondito nel Pop; inoltre, non ci dimentichiamo, che i Floyd, all’epoca, erano una band come un’altra, non ancora una band di successo.

“Io al Piper ci avevo lavorato da presentatore, lì avevo conosciuto e annunciato gente come i Pink Floyd, ma di cosa fosse uno spinello all'epoca non avevo cognizione. Eppure quel che mi ritrovavo fra le mani, pur coi suoi difficili annessi e connessi, sembrava proprio un'allucinazione: da una parte vedevo una delle musiciste più belle in circolazione in Europa - Penny Brown - innamorata di me (io non di lei, non ancora; avevo solo avuto tempo di proiettarla, in sole tre settimane di prove, dal suo basso elettrico in un complessino sconosciuto al soprannome di Callas Pop sulla stampa di mezza Europa, più o meno lo stesso salto vertiginoso che avevamo fatto tutti), dall'altra vedevo il mio idolo più adorato - Bob Dylan - letteralmente inferocito con me: avevo oggettivamente fatto un uso non autorizzato e improprio di diciotto sue canzoni. Le due circostanze ora andavano gestite assieme, in vista della prosecuzione di un progetto che non poteva, non doveva esaurirsi nelle cinque recite programmate al Piper quando, soltanto una settimana prima, ancora nemmeno ci sognavamo un risultato del genere. Giancarlo Bornigia del resto era stato chiaro: "Io possiedo una sala da ballo, mica un Music Hall", e aveva rifiutato qualsiasi proroga, infischiandosene coerentemente delle richieste di biglietti che arrivavano da tutta Italia.”

Comunque, non esclude che anche i Floyd potrebbero essersi esibiti al Piper quando ancora erano pressoché sconosciuti, come del resto altri del panorama rock mondiale, come Bob Dylan, e di quel concerto potrebbe non esserci traccia. Ma i ricordi di Tito Schipa Jr. e di Eddie Ponti ci portano ad un'altra riflessione. La fa un altro amico, Claudio Pescetelli, un appassionato degli eventi degli anni '60 e grosso conoscitore del movimento 'underground' in genere. Claudio ritiene probabile che i Pink Floyd abbiano suonato al Piper nell’aprile dello stesso anno, perché Tito Schipa Jr., nei suoi racconti, sembra posporre questo evento all’esordio della sua opera "Then An Alley", avvenuto il 17 maggio 1967; e stessa cosa fa Eddie Ponti rispetto alla performance di Mario Schifano e delle sue Stelle, avvenuta il 27 dicembre 1967. E' solo una ricostruzione temporale tenendo conto di due eventi verificatisi al Piper Club più o meno in quei mesi nel locale. Infatti, "Then An Alley" è l'opera beat di Schipa Jr., allestita al Piper nel maggio 1967. Quando Schipa Jr. sul suo sito parla dei Pink Floyd, stava preparando "Orfeo 9": quindi è già passata la stagione di "Then An Alley". Invece Ponti parla dei Pink Floyd come di un concerto avvenuto dopo che la performance del pittore Mario Schifano e del suo complesso di protetti "Le Stelle di Mario Schifano" (avvenuta al Piper il 28 dicembre 1967)("I fiori e le stelle di Mario Schifano"), perchè quest'ultimo concerto li aveva 'preparati' ai Pink Floyd ("...preparati a quanto ci aspettavamo quando Alberico ci portò i "Pink Floyd"...").

 

John C. Alder, un musicista che suonò per i Pretty Things, dice di essere stato invitato addirittura a suonare con i Pink al Piper (dal sito http://members.tripod.com/pink_fairies/pretty.html).

“PRETTY THINGS.

When Tomorrow broke up I was working on a project called The Aquarian Age with the bass player of Tomorrow. We were up at the Brian Morrison agency. Most of the hip bands were with this agency, including The Pretty Things and The Pink Floyd. I walked in there and Dick said to me, "Twink, Skip Allen's left [who had replaced Viv Prince] and we're going to Rome this weekend to play a show at The Piper Club. Would you like to come with us?" I said, "Love to." So that was it. I only planned to stay with them to help them out for a month, but I ended up staying with them for a year and a half.

It was Easter 1968. Then we worked on the rest of SF SORROW. Three songs had been recorded before I got there. I played on all the rest of the tracks and also put together the stage production.” .

John C. Alder suonava con i Pretty Things, che si erano esibiti a Roma nel 1968. Non ha suonato però insieme ai Pink Floyd, inteso che forse i Pretty Things si sono esibiti al Piper nello stesso periodo dei Floyd, ma non insieme ai Floyd. Da notare che comunque i Pretty Things suonarono spesso con i Floyd durante i primi anni della loro carriera (per entrambi i gruppi), soprattutto in alcuni di quei festival pop che radunavano così tanta gente; per esempio alla Houtrusthallen di Le Hague, in Olanda, il 22 Giugno 1968, in occasione del “1st Holiness Kitch Garden For The Liberation of Love & Peace in Colours”, o il 15 Dicembre 1968 alla City Hall di Newcastle-Upon-Tyne, Northumberland. I Pretty Things erano spesso invitati nei festival di gruppo che si tenevano alla fine degli anni’60, e suonarono anche al famoso “24 Hour Technicolor Dream Free Spech Benefit” del 29-30 aprile 1967 alla Alexandra Palace di Londra o al “Camden Fringe Festival Free Concert”, ad Hampstead il 9 Maggio 1969 o al “Benefit For The Fairport Convention”, alla Roundhouse il 25 Maggio 1969.

 

Ma gli indizi che ci portano al Piper sono tanti.

  Un altro sito (http://www.gioiosani.it/ospitate/carlos/musica/musica.htm)(* sito non più funzionante) diceva:

“1968: Il 29 giugno esce A Saucerful Of Secrets che segna la dipartita dal gruppo di Syd Barrett, causa eccessivo uso di Lsd. La leadership del complesso viene assunta da Roger Waters che per un quindicennio sarà il maggior compositore della musica e soprattutto dei testi della band. Sostituto di Barrett è David Gilmour (chitarra e voce), che contribuirà alla svolta del gruppo, verso un sound psichedelico, ma anche melodico. Per quanto riguarda i concerti, i Pink Floyd suonano per la prima volta in Italia, al Piper di Roma.”

L'affermazione è veritiera, forse senza volerlo, perchè effettivamente per i Floyd lo show del Piper di aprile era davvero la prima volta in Italia.

 

  Lo stesso Nick Mason, contattato attraverso il Pink Floyd Management (grazie a Shuki Sen) parla di almeno due date al Piper Club, ma non si ricorda le date esatte.

“Dear Stefano, your email was forwarded to me by the Ten Tenths website. I have checked with Nick Mason and he recalls playing at the Piper Club for on two days, but cannot recall which dates.  Unfortunately we do not have any records here going back that far.  However, Vernon Fitch archives are usually very reliable. 

Sorry we cannot be of more help. Kind regards

Shuki”

 

  I primi ricordi diretti. …I ricordi. Sono i ricordi di gente che c’era a quei concerti che bisogna cercare! Come Alberto Truffi (di www.musicaememoria.com/), che ricorda un suo compagno di scuola che aveva assistito ad un concerto dei Floyd al Piper nella primavera del '68 ed era rimasto colpito, come la maggiore parte del pubblico della serata, dalla assoluta estraneità di quella musica da quella corrente.

 

  Oppure, come Filippo Bianchi, un noto giornalista, che nell’autunno del 1994 fece un articolo sulla “Unità”, intitolato “1968, Choc al Piper”, dove descriveva due distinti concerti dei Floyd in quella sede. Leggendo l'articolo di Bianchi, attentamente, si capisce che lui fa riferimento a due distinti concerti al Piper.

- UNITA' del 17/09/1994.     [di Filippo Bianchi]

Con il racconto di Bianchi abbiamo avuto forse la certezza che i Floyd abbiano suonato al Piper di Roma in primavera del 1968, anche raffrontando questa descrizione accurata del concerto romano con quanto sinora appreso da Mason e dagli altri; tutto è confermato da alcune testimonianze che lo stesso Bianchi fece a Nino Gatti nei primi anni '90, che ricordava un concerto al Piper all'inizio della primavera del '68. Ma per avere la prova decisiva, bisogna cercare ancora, certo fino a che non si troverà una persona che dirà “…io c’ero…”. E, per adesso, la ricerca si sposta di nuovo sugli articoli dei giornali inglesi e sui pochi filmati esistenti. Infatti, come per le notizie che rapidamente si diffondono sul web, anche sugli articoli dei giornalisti musicali italiani dell'epoca non possiamo farci troppo affidamento: c’è sempre la possibilità che potevano scrivere balle grossolane su concerti ai quali non avevano mai assistito e su interviste mai effettuate, come è già capitato in passato. Il dubbio rimane sempre: perché, da 37 anni ad oggi, se i Floyd avessero suonato al Piper Club dal vivo, davanti ad un pubblico, ne avremmo avuto certamente prove inconfutabili sotto forma di immagini o testimonianze oculari o registrazioni audio (come esistono oramai per il 06/05/1968 al Palasport, per il 19/06/1971 a Brescia e per il 20/06/1971 a Roma).

 

  Ma in questo momento, dobbiamo introdurre un'altra testimonianza "diretta", quella di Manuel Insolera, un noto giornalista della RAI. Grazie al sempre presente Danilo Steffanina, su un "Ciao 2001" del gennaio 1974 troviamo un'interessante retrospettiva in 3 puntate (gennaio-febbraio 1974) a cura di Manuel Insolera, dove l’autore dichiara di avere assistito al concerto del 18 aprile al Piper.

"...Subito dopo, e precisamente il 18 aprile 1968, il gruppo si esibisce al Piper Club di Roma (!) per poche decine di appassionati. Mi ricordo bene quel pomeriggio: del gruppo conoscevo soltanto "See Emily Play", e quando seppi che avrebbero suonato al Piper ci andai più per la curiosità di vedere un gruppo straniero (a quei tempi molto raro) che per altro. Ne uscii sconvolto: quella musica, quelle luci... IL giorno dopo telefonavo concitatamente a una zia abitante a Londra, implorandola di mandarmi IMMEDIATAMENTE tutto quello che avesse potuto trovare in discoteca su quel gruppo "assurdo"...".

Che dire? Il riferimento certo non è messo a caso, visto che nel 1974 ancora non giravano i falsi nastri sul Piper che abbiamo già visto all'inizio (e che invece erano del Palasport del maggio 1968). Ed il racconto coincide senza dubbio con il periodo: i Floyd erano semisconosciuti in Europa, di loro si conosceva a malapena "See Emily Play" e non davvero il primo album, e certo "It Would Be So Nice" (uscito il 12 aprile) era del tutto sconosciuto al normale pubblico italiano. E poi c'è la data, troppo precisa per essere "inventata" e, soprattutto, citata in un momento storico non sospetto.

 

  Anche leggendo attentamente l’articolo su Nuovo Sound n. 9 dell' 8 marzo 1975 (a cura di Eddie Ponti)(già citato), alla fine si nota quel piccolo episodio con alcuni tecnici della RAI:

“…Ci fu anche l'episodio della equipe dei tecnici della Rai, tre bravi ed ignari padri ai famiglia di mezza età, che uscirono dalla stanzetta senza finestre e adiacente ai camerini con un'aria stranamente allucinata ed euforica... Inquinamento?…”.

Così, probabilmente, qualcuno della RAI c'era, e vedremo che questo nuovo fatto può diventare determinante nel resto della nostra ricerca. Questo episodio, che potrebbe sembrare di poca rilevanza, ci riporta al punto di partenza della nostra ricerca: il filmato mandato in onda dalla RAI, a cui aggiungiamo gli unici filmati che hanno ritratto il Festival di maggio, quel “Rome Goes Pop” della BBC che ha visto i Floyd ripresi in ‘Interstellar Overdrive’.

 

  La prima scoperta sensazionale fu grazie al sito di Theo Tieman. Collegata alla pagina dedicata al festival romano di maggio (...ricordate?), esiste un sito, che ci porta ad alcuni fotogrammi della performance dei Captain Beefheart del 4 maggio 1968, ripresa nel contesto del documentario “Rome Goes Pop”.

[ dal sito http://tinpan.fortunecity.com/ebony/546/rome.html ] (* sito non più funzionante)

Dice Theo: “…the only filmed footage known to exist of the pop festival appears to be the news flash from an english teevee program, broadcast soon after the happening (many of the acts came from that island). in not even two minutes we get a glance of julie driscoll arriving at the sport palace and see a tiny piece of the performance by captain beefheart. that second part was included in the bbc documentary 'the artist formerly known as captain beefheart' which is the source of the stills made by dave lang…”.

La pagina che si apre sul secondo sito presenta un titolo, “Stills from "Rome Goes Pop", BBC documentary 1968”. Si vedono cinque foto del documentario della BBC sul Festival del 1968, relative al concerto dei Captain Beefheart. Quello che è sensazionale è la seconda foto a sinistra dall’alto, che riporta chiaramente alcuni pannelli sul retro del palco e gli inconfondibili gradoni del Palasport EUR. Tra l’altro si notano sullo sfondo anche alcuni Carabinieri in divisa che facevano sicuramente parte del servizio d’ordine.

 

Il fatto sensazionale è che gli stessi pannelli sul retro del palco sono presenti nel video di "Interstellar Overdrive" dei Pink Floyd (lo vedremo dopo). Ciò dimostra, senza ombra di dubbio, che il documentario fu ripreso al Palazzo dello Sport, dove si sa che hanno suonato nella prima serata i Captain Beefheart e, nella terza, i Pink Floyd. Come detto, i gradoni del PalaEUR sono inconfondibili. Poi, attraverso la lettura di alcuni fotogrammi del film promo di “It Would Be So Nice”, si potrà avere anche la prova che quel filmato può essere stato girato al Piper Club di Roma, forse a maggio e forse con l’aiuto di quei tecnici della RAI citati da Eddie Ponti.

 

[N.B. : i link di questa pagina sono riferiti al periodo della prima ricerca; pertanto, alcuni di essi potrebbero non essere più disponibili, poichè, nel corso degli anni, le pagine a cui sono riferite possono essere state cancellate o non più funzionanti o non aggiornate]

 

 

 

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