LE PRIME PROVE.

 

 

 

 

Dopo tutto questo lavoro di ricerca, possiamo senz’altro affermare che forse è stato risolto il mistero del Piper. La ricostruzione più veritiera può essere questa seguente, sia riguardo al Piper Club, sia riguardo alla data che i Floyd fecero al Palasport. Del concerto di Roma al Piper Club si è sempre parlato nei libri e nei giornali, di cui sono pieni gli archivi, ma senza dare grandi notizie a riguardo. Nessuna delle fonti di internet sembra essere attendibile, perché prendono notizie da altre persone che hanno preso notizie da internet stessa. Dunque, finchè non si contatta qualcuno che all’epoca assistette al concerto, non possiamo altro che fare supposizioni. Soprattutto, mancano fotografie degli eventi, sia si tratti del Palasport, sia del Piper. O così almeno si credeva sino ad ora. Le uniche certezze sono che, finora, abbiamo poche cose concrete, soprattutto del concerto di maggio ‘68. Come i biglietti, il programma e le locandine, con i ricordi di alcuni personaggi, tra cui quelli della moglie di John Heitt, che era tra gli organizzatori del festival.

 

  Nick Mason però nel suo libro ci ha dato un grosso aiuto: parla dell’aeroporto Leonardo Da Vinci, dove descrive quel problema con la band dei Move. Ci sembra di capire che l’organizzazione aveva fatto le cose in grande e, dunque, i Pink Floyd e le altre band inglesi erano arrivate a Roma direttamente in aereo. Se si legge il libro di Mason, ci si rende conto che in quel periodo loro si spostavano con il loro furgone per le lunghe distanze in Inghilterra ed i paesi vicini (c’è una foto del 1967 dove il furgone pieno di strumenti viene caricato con una gru nel traghetto che li avrebbe portati in Danimarca). Se come sembra i Floyd sono arrivati in Italia con l’aereo insieme ai Move, il loro furgone non poteva essere a Roma, a meno che non sia stato caricato anche lui in aereo, oppure sia arrivato facendo migliaia di chilometri direttamente da Londra. Improbabile…! In un festival, di solito l’amplificazione viene fornita da chi organizza, dunque i Floyd si sono portati solo i loro strumenti in quella occasione. Ciò lo dimostrano anche i fotogrammi dei Captain Beefheart se confrontati con il filmato della BBC. Per cui, si può escludere che il terzo episodio raccontato dal giornalista Bianchi sia da attribuire alla primavera del 1968, ma piuttosto alla fine del 1969, quando i Floyd erano a Roma per la registrazione di “Zabriskie Point” e per cui per un periodo maggiore di uno o due giorni. Secondo noi questo elemento non è da trascurare, se unito anche ai ricordi di Mason, che ricorda di “…due date al Piper…”, "...playing at the Piper Club for on two days...".

  La ricostruzione prende così forma! La data del Piper del 25 febbraio salta perché il Festival non è stato ancora organizzato bene e parecchi gruppi non hanno dato nemmeno la loro risposta. I Floyd hanno però firmato un contratto e quelli del Piper Club li chiamano per tenere fede a quel contratto firmato. Così arrivano a Roma per uno o due concerti, il 18 e il 19 aprile 1968. C’è da notare che in quel periodo i Floyd erano una band povera e potevano aver accampato i diritti sulla data saltata di febbraio: quelli del Piper, per non pagarli a vuoto, potevano aver pensato di realizzare una serata (o forse due) per metà aprile. Considerando i costi di volo e tutto il resto, è probabile che i due tecnici che li seguivano siano arrivati a Roma con il furgone, mentre gli altri componenti potrebbero essere arrivati in aereo o con una automobile a seguito. Per questo motivo il quotidiano inglese Melody Maker del 27 aprile 1968 scrive “Pink Floyd back from Rome, mystified by lack of advertising for Rome Pop Festival”. I settimanali inglesi non sono come il nostro ‘Ciao 2001’ e fornivano informazioni in tempo quasi reale: il giornale era in edicola il sabato, i Pink Floyd hanno suonato a Roma di giovedi e di venerdi della settimana prima e tornano a Londra tra la domenica 20 e lunedì 21, il giornalista del M.M. li contatta e loro si dichiarano scontenti della scarsa pubblicità che si stava dando a Roma del festival del 4-10 maggio 1968 (oramai era stata decisa la data per maggio, quella cancellata a febbraio).

 

  Per la data di maggio, alcune notizie sul festival le ha fornite il fan olandese Andre Terhost, che aveva già scritto circa 8-9 anni fa, soprattutto una descrizione fedele di quello che fece la Radio Olandese V.P.R.O. . Un riepilogo delle trasmissioni della VPRO può essere così riassunto:

 

Trasmissione del 26 novembre 1997.

Pink Floyd, Amsterdam 17.09.69 (30:34):

Daybreak (7:23), Work/Afternoon (4:58), Doing it (1:13), Sleeping (4:25), Nightmare (8:45)

 

Trasmissione del 17 febbraio 1998.

Pink Floyd, Amsterdam 17.09.69 (37:04):

The beginning (3:16), Beset by creatures of the deep (6:16), The narrow way pt. 3 (5:06), The pink jungle (4:36), Labyrinth (6:15), Behold the temple of light (5:20), The end of the beginning (5:43)

 

Trasmissione del 29 aprile 1998.

Pink Floyd, Roma 06.05.68 (17:41):

Astronomy domine (6:28), intervista a Roger Waters (1:30), Set the controls for the heart of the sun (8:06).

 

Come sappiamo, sino al 2002 questi erano i brani che si potevano ascoltare del concerto di Amsterdam, sino all'apparizione dei nastri incisi direttamente in 'pre-FM', l'intero concerto senza dialoghi o interruzioni. Roma '68, invece, era un'altra storia, ma era la prova che i Floyd avevano suonato al Palasport e che la VPRO li aveva registrati, come i Byrds e i Captain Beefheart.

 

[N.B. : i link di questa pagina sono riferiti al periodo della prima ricerca; pertanto, alcuni di essi potrebbero non essere più disponibili, poichè, nel corso degli anni, le pagine a cui sono riferite possono essere state cancellate o non più funzionanti o non aggiornate]

 

 

 

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