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Minolta SRT 101

Una meccanica fatta per durare e un cuore generoso di soluzioni eminentemente pratiche si celano sotto la dura scorza di una robusta scatola di metallo: si tratta, non per niente, di uno dei progetti più apprezzati negli anni dei grandi cambiamenti....

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La serie delle reflex Minolta SRT conquistò rapidamente il favore dei fotoamatori e dei fotografi professionisti grazie alla solida costruzione e alla rigorosa concezione meccanica dei suoi modelli. A dispetto della loro estetica scarna e dell'apparenza spartana, le Minolta SRT riservano infatti piacevoli sorprese al livello di contenuto tecnologico e di "dotazione di bordo": se non si raggiunse il livello di un sistema professionale (né il pentaprisma né lo schermo di messa a fuoco furono mai intercambiabili) anche i modelli inferiori della gamma presentavano soluzioni interessanti, come il controllo visivo della profondità di campo, la lettura esposimetrica a due zone con compensazione automatica del contrasto e la taratura automatica dell'esposimetro sulla massima apertura dell'obiettivo in uso.

L'albero genealogico

La capostipite della serie, la SRT 101, viene presentata al pubblico nel 1966. Nel 1971 arriva la SRT 100, versione più spartana equipaggiata con otturatore "lento" che non prevede tempi di scatto più rapidi di 1/500sec e priva di alcune caratteristiche tecniche come l'autoscatto, l'indicazione dei tempi nel mirino e il meccanismo di sollevazione manuale dello specchio. Nel '73 la SRT 303 viene proposta come evoluzione della 101, con telemetro ad immagine spezzata, diframma  e tempi visibili nel mirino, contatto caldo per il flash e comando per le doppie esposizioni. Nel 1975, con l'aggiunta di una "b" vedono la luce le versioni migliorate di tutti e tre i modelli della gamma: nascono così la SRT 100 b, la 101 b, e la 303 b. Chiude la serie nel '77 il modello economico SRT 100 X, simile alla SRT 100 b, ma dotato di contatto caldo per il flash

Il parere del fotoriparatore 
Claudio Paci

La robustezza dei componenti meccanici e la precisione degli assemblaggi fanno delle fotocamere Minolta SRT degli apparecchi praticamente indistruttibili. Periodiche revisioni e un trattamento non eccessivamente rude sono in genere sufficienti ad assicurare una perfetta affidabilità anche dopo diversi decenni d'uso. Piccoli danni eventualmente arrecati da urti alle parti più delicate della componentistica interna, come ad esempio l'ago del galvanometro o le cellule dell'esposimetro alloggiate subito sotto il cappuccio del pentaprisma, difficilmente compromettono seriamente la funzionalità dell'apparecchio, e comunque possono essere riparati con discreta facilità da qualsiasi laboratorio.

SCHEDA TECNICA della Minolta SRT 101

Tipo fotocamera: reflex 35 mm. Messa a fuoco: manuale. Mirino: schermo di messa a fuoco fisso, smerigliato con lente di Fresnel e telemetro a microprismi. Segnali visibili nel mirino: ago dell'esposimetro, test pile, tempi di scatto. Esposimetro: con due cellule al Cds. Misurazione della luce: TTL su due segmenti con compensazione del contrasto a sistema CLC. Esposizione: manuale. Campo di misurazione: da EV 1 a EV 18. Sensibilità: da 6 a 6400 ASA. Otturatore: meccanico a tendina in tela gommata con scorrimento orizzontale. Tempi: da 1 secondo a 1/1000sec più posa B. Sincro lampo: 1/60sec con doppia presa coassiale. Controllo della profondità di campo: SI. Autoscatto: SI. Innesto ottiche: a baionetta per obiettivi Rokkor a fuoco manuale. Avanzamento pellicola: leva di carica con movimento singolo o additivo. Alimentazione: una pila al mercurio tipo PX 625 da 1,35V. Dimensioni: 150x97x53mm. Peso: 700g solo corpo. Valutazione attuale: L.180.000-300.000

Gli obiettivi

Se finora abbiamo indivuato il segreto del successo della serie  SRT nella robustezza e nella dotazione tecnologica di queste fotocamere non dobbiamo dimenticare che ciò che ne faceva veramente innamorare i fotografi era la possibilità di utilizzare i suoi meravigliosi obbiettivi Rokkor MC. Meravigliosi non solo per la loro bellezza e perfezione tecnica (soprattutto nella prima serie tutta in metallo come il 35mm qui a destra) ma per la resa stupenda che erano in grado di garantire con quasi tutte le lunghezze focali.

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Ed ecco i tre gioielli della famiglia Rokkor:
21mm f /2.8 MC W Rokkor
12 elementi in 9 gruppi
Angolo di campo: 91°
Distanza min. messa a fuoco: 25mm
Diametro filtri: 72mm
Diaframmi: f/2,8 - f/16
Oggi questo obiettivo è introvabile e raro quanto la sua resa è meravigliosa.

35mm f/1.8 MC W Rokkor
8 elementi in 6 gruppi
Angolo di campo: 64°

Distanza min. messa a fuoco: 30mm
Diametro filtri: 55mm
Diaframmi: f/1,8 - f/16

85mm f/1.7 MC Rokkor
6 elementi in 5 gruppi
Angolo di campo: 29°
Distanza min. messa a fuoco: 1m
Diametro filtri: 55mm
Diaframmi: f/1,7 - f/
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