Francavilla al Mare
Posizione del comune di Francavilla al Mare all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale
« Lungi, su 'l cielo chiaro, la sagoma di Francavilla, netta,
agilissima, tra 'l verde; più lungi sfumate molli caligni di viola... »
(scriveva Gabriele D'Annunzio nella poesia Canto Novo-1882)
Francavilla al Mare è un comune italiano di 24.720 abitanti della
provincia di Chieti, situato immediatamente a sud di Pescara con cui
forma un'unica area urbana. Importante stazione balneare e turistica
abruzzese, la città è all'undicesimo posto, per numero di abitanti,
della sua regione di appartenenza.
Geografia e clima [modifica]Francavilla si sviluppa
sull'Adriatico a sud della vicina Pescara (3 m s.l.m.) e su un colle di
modesta altezza (40 m s.l.m. circa) situato a meno di un chilometro
dalla linea costiera. La città è soprannominata la Perla dell'Adriatico
per le ampie spiagge sabbiose, la purezza del suo mare e la qualità
delle strutture di accoglienza turistica (nel 2009 è stata premiata con
la Bandiera Blu d'Europa).[2]
Il clima è di tipo temperato caldo[3] e presenta temperature simili a
quelle della città di Pescara con la quale forma una conurbazione unica
(14,8 °C di media annua, oscillante fra una media di 6,5 °C in gennaio
e di 23,5 °C nel mese di luglio).[4]
Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temp. media (°C) 6,5 7,4 9,3 12,5 16,6 20,8 23,5 23,4 20,4 16,2 12,0 8,7 14,8
Storia [modifica] Dalle origini all'età moderna
[modifica]L'abitato si costituì, con ogni probabilità, in epoca
longobarda[5] e fece parte del Ducato di Spoleto. Era per lo più
popolato da contadini e pescatori e fu edificato secondo un piano
urbanistico a spina di pesce tipico del Medioevo, estendendosi da La
Civitella (posta nel centro del paese), fino al mare. Era circondato da
mura perimetrali con tre porte d'accesso, e difeso da dodici torri.
Nel XIII secolo si sviluppò in paese una florida attività commerciale
imperniata sul porto (che aveva un proprio fondaco per il sale). Nel
1307 fu istituita la Fiera dell'Assunzione. In quegli anni Roberto
d'Angiò autorizzò ufficialmente il commercio del vino con la vicina
città di Chieti. La peste nera, scoppiata attorno al 1350, decimò la
popolazione della cittadina che successivamente dovette subire
saccheggi e razzie prima da Frate Monreale di Provenza, poi dal Conte
di Lando. Attorno alla metà del Quattrocento fu accolta in città una
colonia di profughi albanesi che avevano abbandonato il proprio paese a
seguito dell'invasione turca.[6] In quell'epoca fu edificata a
Francavilla la più antica chiesa ancora esistente: Santa Maria della
Croce.
Nel 1501 la località fu data in feudo a Costanza, dei
d'Avalos-d'Aquino, famiglia che già ostentava i titoli di marchese di
Pescara e del Vasto. Nel 1602 fu ceduta ai Caracciolo e sei anni dopo
ai Di Palma. Quarant'anni più tardi fu recuperata dai D'Avalos che ne
mantennero il possesso fino all'ultimo decennio del XVIII secolo.
Nella seconda metà del Cinquecento fu espugnata, saccheggiata e in
parte distrutta dall'armata turca di Pialì Bassà. Si riprese e tornò a
prosperare negli ultimi decenni del XVI secolo e nei primi di quello
successivo. Agli inizi del Settecento le fu conferito il titolo di
città.
Età contemporanea [modifica]Negli anni successivi
all'apertura della tratta ferroviaria Ancona-Pescara-Bari (1865),
iniziò a svilupparsi sulle rive dell'Adriatico il quartiere della
Marina, con al centro il Palazzo della Sirena: il lungo viale alberato,
le ricche ville disposte a scacchiera sul mare e gli eleganti alberghi
trasformarono Francavilla in una rinomata stazione balneare.
Fu tuttavia nei decenni successivi, e in particolare a partire dagli
anni ottanta dell'Ottocento che Francavilla acquistò notorietà a
livello nazionale, grazie alle capacità e allo spirito di iniziativa di
un giovane ma già affermato pittore, Francesco Paolo Michetti. Costui,
trasferitosi nella cittadina adriatica da Chieti, dove risiedeva da
qualche tempo, creò infatti, attorno alla sua persona, un vero e
proprio cenacolo letterario ed artistico, con sede prima in un suo
studio nella Marina, poi in un ex convento francescano, passato al
demanio comunale e da lui acquistato nel 1883. Nella fitta rete di
amicizie e relazioni del pittore di Tocco di Casauria, vi erano
personalità prestigiose come Gabriele D'Annunzio, Francesco Paolo
Tosti, Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao, che, con altri noti artisti
e intellettuali abruzzesi (Costantino Barbella, Basilio Cascella,
Antonio De Nino, Giuseppe Mezzanotte ed altri) condivisero esperienze
di vita e di pensiero, dando vita a un sodalizio che per lunghi anni
ebbe, come punto di riferimento, il convento Michetti (sotto tale nome
è oggi noto) ed il suo celebre proprietario. Centro culturale di alto
profilo, Francavilla (e con essa l'Abruzzo) balzò, in quest'ultimo
scorcio di fine Ottocento e nei primi anni del Novecento, alla ribalta
nazionale[7]. Con la morte di Francesco Paolo Michetti (1929) si
concluse, per la città e la sua regione di appartenenza, un'epoca
irripetibile che ancor oggi continua a vivere nell'immaginario
collettivo dei francavillesi e di tanti abruzzesi.
Durante la Seconda guerra mondiale Francavilla, situata a ridosso della
Linea Gustav che attraversava il territorio comunale della vicina
Ortona, fu in massima parte rasa al suolo dai bombardieri
anglo-americani e dalle mine dei tedeschi in ritirata. Liberata dal
giogo nazifascista il 9 giugno 1944, fu ricostruita, in forme moderne,
nell'immediato dopoguerra. La città si è estesa notevolmente,
congiungendosi alla vicina Pescara e divenendo l'undicesima città
abruzzese per numero di abitanti.