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Caramanico Terme




Posizione del comune di Caramanico Terme all'interno della provincia di Pescara
Sito istituzionale

Caramanico Terme è un comune italiano di 2.030 abitanti della provincia di Pescara in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana della Maiella e del Morrone, della quale è anche sede.

 Geografia  [modifica]Caramanico Terme (613 m s.l.m.) è un comune della Provincia di Pescara, Regione Abruzzo. Situato alle falde del massiccio della Majella, il suo territorio si stende tra le valli del fiume Orta e del suo affluente Orfento. Dista 50 km dal capoluogo di Provincia e 36 km dalla città di Chieti, ca 200 km da Roma. Si raggiunge percorrendo la A25 Pescara-Roma uscita Alanno-Scafa, e seguendo lungo la SS 487 le indicazioni per Caramanico Terme.

 Territorio  [modifica]
Cervo nella faggeta della Majella.Il paese è situato nel tipico ambiente appenninico. Altimetricamente si sviluppa passando dalla macchia mediterranea fino a 700 m, passando al bosco misto 800 m, alla faggeta 1500 m, fino all'ambiente, detto lunare, dei pianori culminali della Majella. Il territorio comunale è completamente inserito nel Parco Nazionale della Majella, inoltre insiste la riserva naturale Valle dell'Orfento, istituita prima del Parco. Il nucleo storico del paese è situato sulla confluenza dei fiumi Orta e Orfento, le cui valli caratterizzano l'intero territorio. La valle dell'Orfento, una delle prime aree protette d'Abruzzo, è percorsa da numerosi sentieri escursionistici per tutta la sua lunghezza, eccezion fatta per la sommità, dove dalla cascata della Sfischia il corso d'acqua ha origine: quest'area è una riserva integrale assolutamente incontaminata dalla presenza umana. La flora è un perfetto esempio di biodiversità, oltre duemila le specie botaniche, tra cui numerose varietà rare di orchidea, la genziana e la stella alpina appenninica, il pino mugo. La fauna locale annovera numerose specie protette o coinvolte in azioni di reinserimento: cinghiale, volpe, lepre, cervo, lupo, aquila reale, camoscio, orso bruno marsicano, lontra, trota fario.

 Storia  [modifica]
Caramanico Terme, Chiesa di Santa Maria Maggiore: portale del XV secolo.La presenza di insediamenti umani sul territorio risale al paleolitico, come attestano numerosi ritrovamenti nella valle giumentina: amigdale, frecce e altri utensili[2]. Gli insediamenti, in epoche successive, si spostano nel fondo valle, nella piana dei Luchi, dove troviamo tracce di un insediamento italico continuato poi fino in età tardo antica e medioevale: ex voto, monili, eremicelestiniani intitolati a S. Bartolomeo, S. Giovanni e al S.to Spirito, spesso frutto della riconversione paleocristiana di piccoli luoghi di culto dedicati all'eroe Ercole[3]. Il nucleo attuale deve essersi sviluppato durante le invasioni barbariche, come dimostra l'origine probabilmente longobarda del nome. Negli archivi della diocesi teatina (oggi Chieti-Vasto) troviamo traccia della pieve di Santa Maria intorno all'anno mille, mentre dagli stessi compare, nel XIII secolo, menzione della chiesa di San Tommaso. Risale al 1476 la realizzazione del portale dell'abbazia di Santa Maria (oggi Santa Maria Maggiore, vedi Chiese). Nel Chronicon Casauriense compare la dicitura "acque putride", primo riferimento alla presenza di acque sulfuree nella zona. La storia di Caramanico segue, poi, le vicende del Regno delle due Sicilie, come feudo della famiglia D'Aquino. Subisce ingenti danni nel terremoto del 1706[4]. Agli anni successivi risale la costruzione dei palazzi storici. A sottolineare l'importanza assunta nel corso dei secoli, la nomina a viceré-capitan generale di Francesco D'Aquino principe di Caramanico (1786-1794) al tempo di Ferdinando I delle due Sicilie (III di Napoli, 1759-1816). È del 1901 la costruzione dello stabilimento termale. Durante il ventennio fascista viene decisa la demolizione del castello, danneggiato dal terremoto, di cui oggi restano solo i basamenti. Durante la Seconda guerra mondiale il paese viene a trovarsi dalla parte tedesca della Gustav Linie, uno dei fronti su cui si fronteggiarono i due schieramenti, e assiste a drammatiche vicende. Dal 1960 prende il nome di Caramanico Terme e comincia il rapido sviluppo turistico che vedrà la costruzione di nuovi quartieri residenziali e alberghi tra il centro storico e la frazione di Santa Croce, che oggi è perfettamente integrata con il resto del paese.

Origine del nome
Le origini del nome vengono individuate, secondo la tradizione nel "Chronicon Casauriense",[5] dal riferimento, intorno al X secolo, a Caro, un monaco francese dell'abbazia casauriense, consanguineo dell'imperatore Ludovico II; onde da Caro Monaco, Caramanico. Al di là delle leggende, l'origine viene collegata al longobardo Arimannia, insediamento di soldati a carattere strategico (nome ipotetico latinizzato Harimannicum).
 
 Monumenti e luoghi d'interesse  [modifica] Architetture religiose  [modifica] Chiesa di San Tommaso Apostolo  [modifica]
Caramanico Terme, Chiesa di San Tommaso Apostolo, particolare dell'architrave: Cristo docenteAnche chiamata San Tommaso Becket[6]. Chiesa romanica del XIII secolo. L'edificio attuale sorge su una pieve già citata nel IX secolo, ed era circondato da altri edifici monastici ora decadenti. La pianta è a tre navate e presenta tre livelli altimetrici, il più basso all'ingresso, il superiore dall'altare conduce all'abside centrale e presenta una piccola cripta con un pozzo centrale di acqua sorgiva. La facciata a salienti è scandita da tre portoni e quattro semicolonne, residuo di un portico mai realizzato, con un rosone centrale e due piccole monofore. I portali laterali presentano stipiti e architrave con decorazioni floreali come le monofore sovrastanti mentre l'architrave del portale centrale è arricchito da un altorilievo (quasi tuttotondo) dei dodici apostoli con Cristo intronato centrale, dalla notevole qualità scultorea per l'epoca, l'anno 1118 e indicato in basso. All'interno le navate sono divise da colonne composite, a destra, e colonne quadrate, sulla sinistra, è presente inoltre una esile colonna monolitica in pietra con capitello corinzio, detta colonna santa, oggetto di venerazione da parte dei fedeli, i cui frammenti venivano asportati vantando proprietà taumaturgiche.

 Santa Maria Maggiore  [modifica]
Caramanico Terme, Chiesa di Santa Maria Maggiore: statua ornamentale del XV secolo.La chiesa ha esterni gotici con portale ad arco acuto raffigurante l'incoronazione della Vergine (vedi foto in Storia): colonne composite a tortiglioni e due pilastri più esterni ornati da edicole con elementi simbolici sorreggono l'architrave la cui iscrizione rivela l'autore, certo Nicolaus Teutonico, e la data di realizzazione, 1476. Al di sopra la sacre raffigurazione: la Vergine ha ai lati Dio Padre e il Cristo, tutte e tre le figure sono intronate e circondate da figure oranti e angeli. Ancora lungo C.so Bernardi l'esterno della chiesa mostra sculture di apostoli, pellegrini e cantori, interessante notare gli strumenti musicali quattrocenteschi, liuto e gironda. cappella dell'Assunta del XVII secolo, interni barocchi.

 Altre chiese  [modifica]San Nicola di Bari;
Convento San Lorenzo (frati cappuccini);
Santa Trinità;
San Maurizio (convento ex clarisse).
 Cultura  [modifica] Musei  [modifica]Museo naturalistico archeologico "P. Barrasso": centro di visita del Parco Nazionale della Majella e Centro di Educazione Ambientale della Regione Abruzzo. Il museo ospita la ricostruzione degli ecosistemi della Majella e una sezione archeologica, con reperti italici e romani, attrezzata per disabili e non vedenti.
Area faunistica della lontra europea: annessa al Museo "P. Barrasso" è costituita da numerosi recenti che riproducono le condizioni dell'ambiente fluviale tra cui un recinto didattico in cui si svolgono visite guidate.
Museo della fauna abruzzese ed italiana: è frutto della donazione di una collezione privata di animali imbalsamati, sono presenti centinaia di esemplari che offrono una visione d'insieme della fauna appenninica.
 Personalità legate a Caramanico Terme  [modifica]Silvino Olivieri, (Caramanico, 1827-Bahia Blanca, Argentina, 1856), patriota al seguito di Giuseppe Garibaldi.
Nicola D'Antino, (Caramanico T.,1880 - Roma 1966), scultore. Allievo di Francesco Paolo Michetti, nel Cenacolo del Convento di Francavilla al Mare incontrò Francesco Paolo Tosti e Basilio Cascella. Autore della statua della fontana luminosa di L'Aquila e della Statua della Vergine Assunta venerata in Caramanico Terme.
Marino da Caramanico, (XIII secolo), giurista. Dopo gli studi di diritto canonico compiuti a Sulmona, si perfezionò a Bologna. In seguito si trasferì a Napoli[7] al servizio di Carlo I d'Angiò. Fu giudice di Vicaria e Capitano della città di Napoli. Fu tra i fondatori della teoria dello Stato svincolato dall'autorità imperiale, celebre la definizione[8] del Regno come una universitas autonoma.
Andrea Pastore (1947) senatore della Repubblica nelle legistrature XIII, XIV, XV.
 Società  [modifica] Questa voce o sezione sull'argomento Abruzzo è ritenuta da controllare.

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 Tradizioni e folclore  [modifica]Il panorama delle tradizioni locali segue il doppio profilo temporale delle stagioni, legato al primario settore dell'agricoltura e dell'allevamento, e del calendario liturgico cattolico, anche questo collegato ai cicli naturali attraverso devozioni, protezioni e benedizioni. Così anche le usanze sono legate ai fenomeni atmosferici e a momenti della vita nei campi. Presenza costante è quella degli elementi Acqua e Fuoco, in tutte le loro accezioni di carattere soprannaturale e religioso.

 Sant'Antonio abate  [modifica]
Preparativi per la rappresentazione della vita di Sant'Antonio17 gennaio, Sant'Antonio abate: benedizione degli animali da fattoria di cui il Santo è protettore (negli ultimi anni anche delle automobili nuove). Inoltre, come in molti paesi limitrofi, avviene la rappresentazione della vita del Santo eremita. La sua scelta di vita nel deserto, la tentazione da parte dei diavoli, rossi e neri, e della donzella, interpretata da un uomo come nel teatro elisabettiano e particolare elemento buffo. Infine l'arrivo risolutore dell'angelo, dal caratteristico cappello conico, tipico delle figure con contatti soprannaturali come fate e streghe. Nel finale, attraverso la spada, elemento simbolico mutuato dalla devozione all'Arcangelo Michele, l'angelo aiuta il Santo a sconfiggere il male e tornare alla sua vita di preghiera. Sempre presente al termine della rappresentazione la questua, richiesta di offerte... in vino e salsicce per i figuranti. Il gruppo locale ha vinto la competizione del campanello d'argento, riconoscimento alla migliore rievocazione abruzzese.

 Settimana Santa  [modifica]Giovedì santo: Durante la Messa in Coena Domini il parroco lava i piedi di dodici confratelli della Confraternita del Monte dei morti eletti tramite sorteggio come discepoli. Al seguito del parroco, o privatamente, i fedeli visitano le chiese dove sono allestiti gli altari della riposizione, detti sepolcri, la cui origine viene ricondotta al rito pagano dei giardini di Venere[9]. Durante la notte ha luogo il rito dei tamurri: un gruppo di uomini percorre il paese suonando un tamburo di pelle d'asino scordata e un flauto, a ricordo della Vergine che cerca Gesù, mentre i soldati giungono ad arrestarlo, questo rito rappresenta ad oggi un unicum del panorama antropologico culturale italiano.
 Santa Maria Assunta  [modifica]
Realizzazione di un favone.1º agosto, Favoni: al mattino lo sparo di mortaletti, le botte scure, annunciano l'apertura della festa patronale. All'imbrunire le campane della Chiesa di Santa Maria Maggiore, dov'è la cappella dell'Assunta suonano a festa: è il segnale che dà il via, in tutta la vallata, all'accensione dei Favoni, grandi fuochi rituali. All'originario significato della vittoria sulle tenebre, il giorno viene protratto dall'uomo, e al ruolo propiziatorio per il raccolto del grano, si sostituisce la devozione e il ringraziamento all'Assunta protettrice. Alla competizione tra i vari gruppi per avere il fuoco più vistoso, si aggiunge la festa con piatti tipici e musica di dù botte, una piccola fisarmonica abruzzese.
14 agosto: Palmentieri: sfilata in costume. Le donne portano lungo il corso principale del paese i palmentieri: particolari cesti con intelaiature in vimini su cui vengono cucite le pizzelle, il dolce tradizionale. I palmentieri sono doni della comunità alla protettrice, il ricavato della loro vendita andrà in offerta per la festa patronale. In altri paesi limitrofi il palmentiero è costituito da rami, la palma, a cui sono appesi i doni dolci e salati, a Caramanico la forma si è evoluta nella complicata struttura conica dei palmentieri attuali, che conservano del passato solo un ramoscello posto sulla sommità.
15 agosto, festa solenne di Santa Maria Assunta in cielo, patrona del paese.
16 agosto, festa di San Rocco: chiusura dei festeggiamenti, a mezzanotte, con il ballo della pupa, una figura femminile di carta pesta, che ospita al suo interno un ballerino particolare... la pupa, infatti è ricoperta di fuochi d'artificio che esplodono durante la danza, sulle note della fisarmonica.
 Usanze minori  [modifica]2 febbraio, Candelora: benedizione delle candele da accendere nei momenti di maltempo.
3 febbraio, San Biagio: il Santo protegge dal mal di gola, alla fine della messa in suo onore avviene la benedizione con l'olio santo della gola dei fedeli.
Grandine: una vera piaga per ogni tipo di raccolto agricolo, per arrestarla si era soliti posare al di fuori dei balconi la pinza usata per i tizzoni del camino. Singolare associazione tra il fuoco e la particolare piaga meteorologica (scomparsa?).
Carnevale: giri di questua nel paese; con un fantoccio contenente all'interno un fiasco si raccoglieva il vino offerto dalle famiglie visitate da giovani mascherati, che poi lo consumeranno fino a tarda sera (scomparsa).
Streghe: per proteggersi dall'attacco delle streghe si mette dietro la porta una scopa capovolta. Le malintenzionate, dalla nota curiosità, sarebbero così rimaste a contarne i fili fino all'alba, senza poter operare nessun maleficio. In particolare, una variante prevede l'inserimento di un coltello tra le setole.
 Evoluzione demografica  [modifica]Abitanti censiti